La contraccezione hi-tech
Arriva dagli scienziati americani il metodo contraccettivo attivabile o disattivabile con un clic
La startup americana MicroCHIPS di Lexington, in Massachusetts, ha messo a punto un innovativo metodo contraccettivo hi-tech per donne.
Si tratta di un piccolo chip (20x20x7 millimetri) da impiantare sotto la pelle dei glutei, delle braccia o dell’addome, attivabile o disattivabile a seconda della “necessità”.
Il chip eroga 30 milligrammi al giorno di levonorgestrel, ormone già utilizzato negli altri principali contraccettivi come la pillola, la spirale o la pillola del giorno dopo.
La sostanza è contenuta in piccolissimi serbatoi installati sul microchip: un clic sul telecomando e la batteria interna si attiva, rilasciando l’ormone.
La durata del dispositivo è di sedici anni, quasi la metà della vita produttiva della donna.
Qualora si scelga di avere un bambino è sufficiente disattivare il chip senza bisogno di passare attraverso l’ambulatorio. Basterà schiacciare un pulsante.
La totale autonomia che le donne avrebbero sul controllo della propria fecondità è uno dei motivi per cui questo metodo potrebbe riscuotere successo in quei Paesi in via di sviluppo in cui il controllo delle nascite resta uno dei principali problemi. Ma non solo.
Anche negli Stati Uniti, infatti, non tutti hanno la possibilità di accedere al sistema sanitario e di conseguenza sottoporsi a eventuali visite ginecologiche per la somministrazione dei metodi contraccettivi tradizionali.
Al momento non ci sono altri metodi per il controllo delle nascite che durino più di cinque anni, mentre la spirale di rame (non ormonale) ne dura dodici.
L’idea è arrivata nel 2012 dal creatore di Microsoft Bill Gates il quale, in visita al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Robert Langer, ha fatto richiesta di un sistema di controllo nascite regolabile dalle donne.
Langer ha pensato che la tecnologia del microchip da lui inventata con i colleghi Michael Cima e John Santini nel 1990, data poi in licenza alla MicroCHIPS, potesse essere la soluzione.
Gates ha così deciso di sponsorizzare il progetto attraverso la Bill and Melinda Gates Foundation.
I test preclinici sono stabiliti per il 2015 negli Stati Uniti mentre l’obiettivo è quello di inserirlo sul mercato entro il 2018.