La comunità gay rifiuta il papa
Il giudizio della Comunidad Homosexual Argentina sul Clarìn, il quotidiano più diffuso in Argentina.
“Una vergogna”. E’ così che la Comunidad Homosexual Argentina giudica l’elezione di papa Bergoglio, famoso nel Paese sudamericano per aver condotto una crociata contro il matrimonio gay. A raccontarlo è il Clarín, il quotidiano più diffuso in Argentina.
“Mentre il mondo parla di un Jorge Bergoglio che viaggia in autobus e cerca di tenere i bambini lontani dalle droghe, la comunità gay argentina ripudia la sua nomina” scrive il Clarín. Si tratta di un papa che si è opposto all’uso dei contraccettivi, all’educazione sessuale nelle scuole, all’uso del preservativo e, naturalmente, all’aborto. “Il fatto che sia argentino non lo esime da tutto questo e, francamente, ci preoccupa che sia proprio un connazionale a rappresentare queste idee nel mondo”, afferma la Comunidad Homosexual Argentina.
Pochi anni fa, durante il dibattito sulla legge per il matrimonio gay in Argentina, Bergoglio ha incarnato il volto pubblico dell’opposizione della Chiesa cattolica, accusando il disegno di legge (che è poi stato approvato nel 2010) come “un piano del diavolo per distruggere la famiglia e la società argentine”. Ha anche detto più volte che i gay e le lesbiche non dovrebbero avere il diritto di adottare figli.
“Non sorprende che la gerarchia ecclesiastica abbia eletto qualcuno che la rappresenti così fedelmente, però ci sbalordisce che molti progressisti qui in Argentina stiano celebrando il nuovo papa solo perchè è nato a Buenos Aires; si tratta di un uomo che milita contro l’uguaglianza dei diritti per le minoranze sessuali e per le donne”, ha dichiarato María Rachid, membro della Federazione Argentina per Lesbiche, Gay, Bisessuali e Trans.
“Nessuno crede che la designazione di Bergoglio porterà a un vero cambiamento”, conclude il Clarín. Secondo la Comunidad Homosexual Argentina, l’investitura di un nuovo papa avrebbe potuto essere l’occasione per modificare le posizioni dogmatiche della Chiesa cattolica; tra queste, il supporto del Vaticano per quegli otto paesi, come ad esempio Pakistan e Iraq, che al giorno d’oggi puniscono l’omossessualità con la pena di morte.