L’Ucraina è divisa
Dietro le proteste di Kiev c'è una generazione che guarda all'Europa e vuole allontanarsi dalla Russia
Circa 350 mila persone sono scese in piazza negli scorsi tre giorni a Kiev, in Ucraina. Ieri i dimostranti hanno bloccato il palazzo del governo, chiedendo le dimissioni del presidente Viktor Janukovyč e proclamando uno sciopero generale. Le proteste sono scoppiate a causa dell’improvvisa decisione del presidente di abbandonare le trattative per un patto commerciale con l’Unione europea, che avrebbe dovuto essere firmato la scorsa settimana a Vilnius, a causa della pressione esercitata dalla Russia.
L’accordo avrebbe portato a una vasta armonizzazione delle leggi ucraine con quelle europee in ambito commerciale e alla riduzione delle tariffe sul 98 per cento dei prodotti scambiati con l’Ue. Ma per gli ucraini l’accordo rappresentava anche un forte segnale sull’orientamento e il destino del Paese.
Divisa tra Europa e Russia, come è stata per gran parte della sua storia, l’Ucraina si trova da anni in condizioni economiche non facili e rischia la bancarotta. Come spiega Kathy Lally sul Washington Post, l’accordo con l’Unione Europea le avrebbe offerto “condizioni tali da ottenere benefici a lungo termine, ma probabilmente poco sollievo a breve termine”. La Russia invece le ha offerto la possibilità di ingenti prestiti e la riduzione del prezzo del gas, che ritarderanno la crisi finanziaria, ma escluderanno quel rinnovamento tanto necessario all’economia del Paese.
Janukovič, che guarda alle elezioni del 2015, ha fatto la scelta più facile, ma una generazione più giovane, che guarda a un futuro in Europa, non è d’accordo.
Secondo il Guardian, “l’Ucraina ha il potenziale per diventare uno dei pilastri dell’Unione europea” e “si potrebbe nel tempo unire a Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Italia e Polonia nel Paesi leader dell’Ue come dimensione, numero di abitanti e importanza economica”. Secondo il quotidiano, inoltre, dato il clamore popolare, è probabile che la strada dell’Ucraina verso l’Europa resti ancora aperta.
Il quotidiano francese le Monde invece ha fatto notare come “di questi tempi le dichiarazioni di amore per l’Unione europea sono abbastanza rare da farci riflettere quando si verificano. Per i popoli che non godono di uno stato di diritto, l’Europa simboleggia la speranza della libertà, della democrazia e della modernità.”