L’Onu in difesa del popolo Mapuche
Un alto funzionario delle Nazioni Unite critica il Cile per le ingiustizie subite dai Mapuche
Il Cile deve cessare la discriminazione e l’uso eccessivo della forza nei confronti dei Mapuche. Adesso è l’Onu a intervenire, attraverso la voce del funzionario speciale per i diritti umani e l’antiterrorismo, Ben Emmerson, il quale alla fine della sua visita di due settimane in Cile rivolge una raccomandazione al governo del Paese.
La popolazione Mapuche rappresenta il 9 per cento del totale degli abitanti cileni, e da anni porta avanti una disputa col governo sul controllo di alcune terre. Per Emmerson, in assenza di un’azione rapida ed efficace a livello nazionale, si potrebbe degenerare presto in disordini e violenza.
“La situazione nelle regioni di Bio Bio e Araucania è estremamente instabile” avverte Emmerson, facendo riferimento alle regioni meridionali, dove i Mapuche tradizionalmente vivono.
La polizia cilena sarebbe responsabile di un uso spropositato della forza contro i Mapuche e, soprattutto, dell’uso della legge anti-terrorismo di Pinochet del 1984, usata dal dittatore per stroncare l’opposizione. Si tratta di una delle leggi più dure del Paese, poiché raddoppia le pene per alcuni tipi di reati e consente la condanna dei presunti terroristi anche sulla base di testimonianze anonime. Questa legge – che per il funzionario Onu sarebbe applicata in modo “confuso e arbitrario” – ha generato una vera ingiustizia nei confronti della minoranza etnica.
I Mapuche – che significa “popolo della terra” – prima dell’arrivo dei colonizzatori spagnoli occupavano una vasta area di territorio. Sono rinomati per la loro ferocia e hanno resistito con successo la conquista coloniale fino alla fine del XIX secolo, quando furono rinchiusi in piccole comunità. Gran parte della loro terra è stata venduta agli agricoltori e alle aziende forestali. La maggior parte di loro oggi vive in povertà ai margini delle fabbriche di legname o dei ranch dei discendenti degli europei.
Negli ultimi anni, questo popolo ha condotto una campagna per riottenere le terre vendute e questa a volte è sfociata in atti di violenza. Sono stati organizzati scioperi, blocchi stradali, occupazione di edifici pubblici o di terre, e sabotaggio di alcuni macchinari.
“Le conclusioni del funzionario delle Nazioni Unite ci spingono ad andare avanti con quello che abbiamo detto: che non c’è nessun atto di terrorismo e che questa legge è sproporzionata e crea solo altre tensioni” ha detto Aucan Huilcaman, leader Mapuche. “Se il Cile vuole davvero mostrare il suo lato democratico deve riconoscere il popolo Mapuche” ha aggiunto Huilcaman.