Caso Kuciak, ambasciatore slovacco a TPI: “Ci sono altre piste oltre alla ‘ndrangheta”
Jan Soth, ambasciatore slovacco a Roma, ha parlato a TPI della situazione politica in Slovacchia dopo l'omicidio del giornalista investigativo Kuciak e della sua fidanzata
“Noi tutti siamo molto tristi per quello che è accaduto”, ha detto a TPI Jan Soth, ambasciatore slovacco a Roma, riferendosi all’omicidio del giornalista investigativo Jan Kuciak e della sua fidanzata Martina Kusnirova, avvenuto nel febbraio scorso vicino Bratislava.
“L’Italia è stata coinvolta in questa faccenda, e noi vogliamo evitare danni alle relazioni tra i due paesi. Né la Slovacchia né l’Italia lo meriterebbero”, aggiunge l’ambasciatore riferendosi alla “pista italiana” che dalla capitale slovacca porta fino alla ‘ndrangheta calabrese.
Poco tempo dopo il duplice omicidio, è stato arrestato Antonino Vadalà,imprenditore italiano residente in Slovacchia e ritenuto vicino alla ‘ndrangheta.
Il suo nome è citato più volte nell’ultimo articolo scritto da Jan Kuciak e pubblicato solo dopo la sua morte. L’inchiesta portava alla luce presunti legami tra Vadalà e il gabinetto dell’allora primo ministro Robert Fico.
Dopo essere stato scarcerato, Vadalà è stato arrestato di nuovo in applicazione di un mandato europeo, stavolta con l’accusa di traffico di droga, formulata dalla procura di Venezia.
A breve sarà estradato in Italia.
Ambasciatore, quando è in programma l’estradizione di Vadalà in Italia?
L’estradizione di Vadalà sarà la settimana prossima, ma non so dirle il giorno. C’è una cooperazione veramente eccezionale tra la polizia slovacca e quella italiana, e tra la procura generale slovacca e i partner italiani.
Lo scandalo scoppiato in Slovacchia dopo l’omicidio Kuciak ha coinvolto anche la politica, portando a una serie di dimissioni a catena.
Questo omicidio ha scosso profondamente tutta la Slovacchia. Le persone hanno reagito in modo emotivo. È vero che la situazione politica è diventata molto delicata, molto fragile dopo questo omicidio.
L’ex primo ministro Robert Fico e l’ex ministro dell’Interno Robert Kalinak hanno deciso di dimettersi per stabilizzare la situazione nel paese. Questo atto ha contribuito a tranquillizzare la situazione politica slovacca.
Abbiamo un nuovo governo, guidato dall’ex vice primo ministro e attuale presidente del Consiglio Peter Pellegrini, abbiamo un nuovo ministro dell’Interno, una donna, e il capo della polizia slovacca, il generale Tibor Gaspar, sta lasciando il suo incarico.
Le conseguenze sono state quindi politicamente abbastanza serie. Ma il paese vive più tranquillamente oggi.
A proposito della nuova ministra dell’Interno, Denisa Sakova, ci sono state delle critiche perché ha lavorato per anni affianco a Kalinak, quindi il suo nome sembra in continuità con il passato.
Non vorrei fare speculazione su questo.
La Slovacchia è una democrazia parlamentare. Sakova, il nuovo ministro dell’Interno, è membro del partito che governa il paese. Non possiamo dire che tutti i membri del partito di governo siano sospettati di fare qualcosa di illegittimo.
Lo stesso Kalinak si è dimesso non perché sia implicato in qualche crimine, ma perché la gente ha perso la fiducia nel ministro dell’Interno.
La democrazia funziona in Slovacchia. Dobbiamo aspettare i risultati delle indagini.
Un team internazionale sta indagando sull’omicidio di Jan Kuciak e della sua fidanzata. Di questo team fanno parte anche due rappresentanti italiani. Con Europol, Eurojust e con l’Fbi stiamo facendo di tutto per chiarire la situazione.
Ha parlato di perdita di fiducia da parte della popolazione slovacca verso l’autorità. Come è possibile secondo lei riconquistare questa fiducia?
Dopo l’assassinio di Kuciak la gente ha reagito con rabbia non solo perché l’omicidio è stato brutale, ma anche perché ha sentito una mancanza di sicurezza generale.
Oggi il governo sa esattamente cosa fare per tranquillizzare la gente: indagare sull’omicidio, governare con trasparenza e informare le persone sui progressi delle indagini. Così funziona la democrazia.
Qualche giorno fa l’ex premier Robert Fico è stato eletto capogruppo in parlamento del partito di governo Smer-sd.
Il signor Fico è attivo nella politica slovacca da oltre 25 anni. È una persona con un’esperienza enorme, e ovviamente cerca una posizione in cui può essere utile al suo partito in parlamento.
Lui è il fondatore di questo partito, quindi è assolutamente logico che voglia continuare il suo lavoro nell’ambito politico slovacco. Saranno poi gli elettori a decidere il futuro del partito.
Il procuratore slovacco ha detto Kuciak è stato ucciso “molto probabilmente” perché stava per pubblicare un’inchiesta esplosiva relativa ai rapporti di corruzione tra politica e ‘ndrangheta. È possibile che la ‘ndrangheta si sia infiltrata nelle istituzioni slovacche secondo lei?
Solo il procuratore slovacco può dare informazioni ufficiali sui progressi nelle indagini.
Ci sono dei progressi, senza dubbio. Devo dire anche che la “pista italiana” è una delle ipotesi dell’indagine, non l’unica.
Purtroppo la Slovacchia non fa eccezione, perché il crimine organizzato, incluso quello italiano, è attivo in vari paesi europei.
Per capire come la ‘ndrangheta sia implicata in questi casi criminali in Slovacchia dobbiamo aspettare l’esito delle indagini, per il momento sono solo ipotesi su cui lavora la polizia. Ma ci sono anche casi di crimini economici, frodi alle sovvenzioni europee, anche questo è sotto indagine in Slovacchia.
Quali sono le altre piste, diverse da quella italiana?
Non abbiamo questa informazione. Il procuratore generale non lo ha precisato.
Se confermate, le accuse riguardanti l’ex premier Robert Fico sarebbero abbastanza gravi. Secondo l’articolo di Kuciak c’erano persone nel suo gabinetto che avevano fatto affari con Vadalà.
Anche questo è sotto indagine dell’Agenzia nazionale anticrimine slovacca. Dobbiamo aspettare i risultati. Il primo ministro ha detto che saranno assolutamente trasparenti.
Ripeto, le indagini sono condotte con esperti internazionali e partner europei, non sono solo slovacchi.
Giornalisti slovacchi come Miroslav Pejko e Palo Rypal sono spariti nel nulla prima dell’omicidio Kuciak. Cosa si sta facendo per i loro casi?
La polizia continua a fare indagini ma purtroppo non ci sono stati risultati. È molto triste, ma non so che dire, perché nessuno ha qualcosa di più concreto.
Il nuovo governo sta facendo qualcosa per la protezione dei giornalisti?
La normativa slovacca per la protezione della libertà di stampa è una delle più elaborate in Europa. Prima dell’omicidio di Jan Kuciak e della sua fidanzata la Slovacchia era al 17esimo posto del World Press Freedom Index, dopo è scesa in classifica.
Questo omicidio è un atto assolutamente inedito in Slovacchia, ma anche in Cecoslovacchia. Non ha precedenti. Questo spiega perché il primo ministro ha rassegnato le dimissioni.
In Slovacchia esiste una numerosa comunità italiana.
L’attività economica degli italiani in Slovacchia è ben accolta, gli italiani sono una parte del successo economico slovacco. Il Pil slovacco cresce ogni anno e noi vogliamo continuare così.
Non penso che quello che è accaduto sia un ostacolo per continuare la cooperazione economica, politica e culturale con l’Italia. Abbiamo un grande rispetto per il lavoro degli italiani in Slovacchia e per gli investimenti italiani che danno lavoro alla gente.
Il volume del commercio bilaterale tra Slovacchia e Italia è pari a oltre 5 miliardi di euro all’anno, e cresce. Gli investimenti italiani danno lavoro a 25mila slovacchi. L’Italia è uno dei partner più seri della Slovacchia e vogliamo continuare così in futuro.
Come vanno i rapporti tra i due paesi?
Italia e Slovacchia sono alleati, membri Nato e Ue, esiste una collaborazione politica molto sincera e aperta. Certo, ci troviamo in una fase delicata: l’Italia sta cercando di formare un governo, ma qualsiasi sia il nuovo governo italiano noi continueremo la nostra cooperazione, perché la Slovacchia vede il suo futuro nell’Unione europea, come l’Italia.
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