Kissinger Cables
Wikileaks ha rilasciato 1,7 milioni di documenti risalenti al periodo tra il 1973 e il 1976
Il sito di Wikileaks ha reso facilmente accessibili più di 1,7 milioni di documenti diplomatici e dell’ intelligence americana dal 1973 al 1976. Lo ha rivelato il fondatore Julian Assange via Skype dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove vive confinato da oltre un anno.
I documenti sono reperibili in quella che è chiamata ora la “Biblioteca della diplomazia degli Stati Uniti” o “Plus D”, che raccoglie un enorme numero di dispacci classificati e declassificati nella storia diplomatica americana. Plus D è un motore di ricerca dove è possibile navigare alla ricerca dei cablogrammi. Ben 18 media internazionali hanno collaborato con Wikileaks e presto pubblicheranno notizie tratte dalla ricerca effettuata con Plus D.
I documenti non sono stati trafugati, in quanto erano già a disposizione del pubblico negli Us National Archives and Records Association (Nara). Il lavoro di Wikileaks è stato creare un motore di ricerca che li rende ora di facile reperibilità, grazie a un algoritmo che, a detta di Assange, è potente quasi quanto quello utilizzato da Google.
I dispacci comprendono molte comunicazioni che sono state inviate da o per l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger e sono per questo chiamati “Kissinger Cables”. Parte del lavoro è stato fatto personalmente da Julian Assange, che ha detto rappresentano “l’ insieme di materiale più significativo in materia di geopolitica mai pubblicato”.
Tra gli avvenimenti di cui si parla nei rapporti ci sono la guerra del Yom Kippur del 1973 e i vari coinvolgimenti degli Stati Uniti con le dittature in Europa e America Latina durante la Guerra Fredda. Esse includono anche una dettagliata nota del 1975 da parte dell’ambasciata americana a Londra, dove si spiega l’ascesa di Margaret Thatcher a primo ministro come avvenuta “quasi letteralmente dal nulla.”
Riguardo all’Italia, si parla del visto per l’America negato a Giorgio Napolitano nel 1975; dell’appoggio statunitense al gruppo di Comunione e Liberazione; delle responsabilità del Vaticano nei rapporti coi regimi dittatoriali in America Latina; delle presunte ombre sull’incidente stradale di Berlinguer in Bulgaria nel 1973.