Ucraina, Kiev ripiomba nel buio: “Possiamo garantire la corrente massimo 6 ore al giorno”
Dopo aver accolto “con favore” la volontà espressa da Papa Francesco di svolgere un ruolo da mediatore tra le parti del conflitto, la Russia ha protestato contro le parole del pontefice apparse questa mattina sui giornali statunitensi che parlano di “crudeltà” da parte delle truppe del Cremlino commesse in Ucraina. L’ambasciatore russo in Vaticano Aleksander Avdeev ha espresso “indignazione per tali insinuazioni” e ha “notato che nulla può scuotere la coesione e l’unità del popolo russo multinazionale”. Alla rivista dei gesuiti d’America il Papa aveva usato parole forti per condannare l’atteggiamento di Mosca, che ha parlato di “perversione della verità”. Intanto però la popolazione ucraina continua a patire le conseguenze della guerra. Oggi la capitale Kiev sarà nuovamente senza elettricità per via dei danni alle infrastrutture energetiche.
La società per l’energia elettrica ucraina Dtek ha annunciato: “A partire da oggi a Kiev riprendono le interruzioni della corrente di emergenza, si sta facendo tutto il possibile per garantire l’elettricità a ciascun utente per 2-3 ore due volte al giorno. I programmi di blackout per la stabilizzazione non funzionano. Non appena riusciremo a riequilibrare la situazione, torneremo al piano a orari”. Era dallo scorso 23 novembre che la città non soffriva per interruzioni di corrente. “Dall’inizio di questa brutale invasione stiamo assistendo al fallimento di Vladimir Putin che sta rispondendo con attacchi ancora più gravi alle infrastrutture del gas per privare gli ucraini di elettricità, acqua e riscaldamento” in modo da “usare l’inverno come arma”, ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al suo arrivo alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza atlantica a Bucarest.
Intanto l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani traccia un bilancio delle vittime civili dall’inizio del conflitto: la Russia ha ucciso almeno 6.655 ucraini e ne ha feriti 10.368. Stime che sono probabilmente inferiori al dato reale vista la difficoltà a reperire informazioni e segnalazioni dalle aree critiche.