John Kerry in Giappone visita il memoriale di Hiroshima
Appello del segretario di stato Usa per un mondo senza armi nucleari. Ma non chiede scusa per l'atomica
Storica visita del segretario di Stato americano John Kerry lunedì 11 aprile al memoriale della bomba atomica di Hiroshima. È la prima volta che un alto esponente del governo degli Stati Uniti ha reso omaggio alle vittime del bombardamento americano del 6 agosto 1945 che ridusse in cenere la città e uccise 140mila persone.
Kerry ha visitato il Parco della Pace della città giapponese e fatto un appello a “mettere fine alla minaccia nucleare”, anche se tra le sfide ha citato “le ripetute provocazioni della Corea del Nord” e la preoccupante situazione in Siria e Ucraina.
Con lui i cancellieri di Regno Unito e Francia, altre due potenze nucleari, e i colleghi di Giappone, Canada, Germania e Italia, con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, tutti a Hiroshima per il G7.
“Ognuno nel mondo dovrebbe vedere e sentire la forza di questo memoriale. È un crudele, duro e stringente monito non solo per i nostri doveri a porre fine alla minaccia delle armi nucleari, ma anche per ridedicare i nostri sforzi per scongiurare la guerra in sè: la guerra deve essere l’ultima risorsa, mai la prima scelta”, ha scritto dal segretario di Stato americano nel libro degli ospiti del Museo dell’atomica.
I ministri hanno poggiato un omaggio floreale sotto il monumento dove sono scritti i nomi delle vittime. All’uscita dal museo sono stati salutati da centinaia di alunni giapponesi che sventolavano le bandiere di tutti i paesi partecipanti in segno di pace.
Infine hanno visitato il Duomo dell’atomica, le rovine dell’unico edificio rimasto in piedi nella zona dove atterrò la bomba, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
La visita di Johon Kerry potrebbe spianare la strada all’arrivo a Hiroshima dello stesso presidente americano Barack Obama, in occasione del G7 di maggio in Giappone, anche se la notizia non è stata ancora confermata.
Una visita di Obama potrebbe essere una decisione controversa per una parte dell’opinione pubblica americana, che considera il bombardamento nucleare un passaggio storico che evitò altro spargimento di sangue e accelerò la fine della Seconda Guerra mondiale.
Tre giorni dopo la bomba su Hiroshima del 6 agosto del 1945 che causò 140mila vittime, gli Usa ne sganciarono un’altra su Nagasaki, provocando altre 74mila morti. Il 15 agosto, infine, il Giappone si arrese chiudendo la tragica pagina della Seconda guerra mondiale.
Quale unico paese ad aver sofferto l’orrore distruttivo degli ordigni atomici, il Giappone è da anni impegnato in una campagna internazionale contro la non proliferazione nucleare e a favore del disarmo.