Tensioni in Kenya dopo le elezioni presidenziali: Odinga contesta la vittoria del suo rivale Ruto
Si proponeva come l'”uomo del popolo” durante la campagna elettorale il giovane neo-eletto presidente del Kenya William Ruto. Ma il suo punteggio di 50,5% e le dimissioni di quattro commissari incaricati di sorvegliare lo svolgimento delle elezioni indeboliscono la sua vittoria. Lo sconfitto è Raila Odinga, figlio di un ex vice presidente e sostenuto dal presidente uscente Kenyatta, membro a sua volte di una stirpe presidenziale sin dall’indipendenza del paese. Non sorprende che molti elettori, sopratutto tra i giovani, in un contesto di disoccupazione di massa, abbiano preferito il candidato Ruto. Quest’ultimo, venditore di polli in gioventù, vice presidente nei due governi precedenti, ha deciso di staccarsi dal campo di Kenyatta e correre da solo contro le “dinastie” storiche del potere. Escluso dal partito presidenziale Jubilee si è candidato con un suo nuovo partito chiamato United Democratic Alliance. Nonostante si posizioni come anti-establishment facendo leva sulle sue umili origini, Ruto corrisponde di più al profilo di un “self made man”. Grande proprietario terriero, è coinvolto in diversi scandali legati al problema del land grabbing vorace che affligge il paese.
I quattro commissari dimissionari denunciano un conteggio poco preciso dei voti. La commissaria Juliana Cherera ha osservato che la somma dei risultati ammonta a più del 100% dei 14,2 milioni di votanti, il che segnala, a suo avviso, uno scarso livello di controllo degli spogli. Martedì 16 agosto , in una conferenza stampa, Odinga ha annunciato la sua intenzione di fare ricorso presso la Corte Suprema. “A nostro avviso, non c’è né un vincitore legalmente e validamente dichiarato né un presidente eletto”, questo il suo rifiuto dei risultati, secondo quanto riportato da ANSA. Questa decisione è vista da molti come un potenziale prolungamento delle tensioni che seguono le elezioni nel paese, causando episodi di violenza, complici le incitazioni di alcuni media.
La contestazione della sua vittoria risulta particolarmente esplosiva considerando il fatto che il paese non abbia mai avuto un presidente dell’etnia Luo, alla quale appartiene il plurisconfitto Odinga (questa è la sua quinta elezione persa). I suoi sostenitori hanno manifestato a Nairobi e a Kisumu. Non è la prima volta che le elezioni non si svolgono come dovrebbero: la Corte Suprema ha addirittura invalidato il risultato delle elezioni nel 2017, indicendo una seconda votazione. L’allora vincitore Kenyatta riuscì a conservare il suo posto perché il rivale Odinga decise di non ricandidarsi, lasciandogli il campo libero. Questo 9 agosto l’alleanza tra i due non è bastata per sconfiggere Ruto, perlomeno secondo il risultato ufficiale.
L’elezione in Kenya avrà conseguenze su tutta la regione. Il paese relativamente stabile confina in parte con la Somalia, afflitta da al-Shabaab, e l’Etiopia in guerra contro il Tigray. Rifugio per decine di migliaia di profughi e con il fiato mortale del fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e della Cina sul collo, il presidente eletto non potrebbe avere più bisogno di legittimità conferita dalle urne.