Kazakistan, proteste violente per il caro-gas: dato alle fiamme il palazzo comunale di Almaty
Il Kazakistan in queste ore è travolto da proteste popolari dai tratti violenti che hanno costretto il governo a imporre lo stato di emergenza. Le rivolte sono iniziate a causa dell’aumento del prezzo del Gpl e a niente è valso il tentativo del presidente Kassym JomartTokayev di abbassare il prezzo a 50 tenge (11 centesimi di dollaro) al litro, rispetto ai 120 dell’inizio dell’anno.
Le proteste maggiori si sono verificate a Almaty, capitale economica del Paese. Qui il palazzo del Comune è stato occupato e dato alle fiamme. Il presidente Tokayev ha licenziato il governo nel tentativo di smorzare i disordini (senza precedenti) e ha incaricato il vicepremier Smailov di formare un nuovo esecutivo. È stato istituito il coprifuoco dalle 23:00 alle 7:00 locali con restrizioni al movimento dentro e fuori le città.
Al momento i dati ufficiali parlano di 95 poliziotti feriti e 200 arresti. La piattaforma di monitoraggio internet NetBlocks fa sapere che nel Paese l’accesso a internet è stato bloccato. Questo “blackout” potrebbe avere lo scopo di limitare la copertura dell’escalation delle proteste antigovernative.
La Russia
Intanto la Russia fa sapere di seguire con attenzione le proteste in Kazakistan e auspica una rapida stabilizzazione della crisi. Il ministro degli Esteri russo ha affermato: “Speriamo in una rapida normalizzazione della situazione nel Paese, che è legato da rapporti di partenariato strategico e da alleanza, contatti umani fraterni con la Russia”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha reso noto che Mosca non ha ricevuto richieste di aiuto per risolvere il problema delle proteste: “Siamo convinti che i nostri amici kazaki possano risolvere da soli i loro problemi interni”.
Il Kazakistan
Il Paese si trova nella parte più occidentale dell’Asia Centrale, al di là del fiume Ural: per estensione è il nono Paese più grande del mondo. Il Kazakistan è stato l’ultimo a dichiarare l’indipendenza dopo lo scioglimento dell’Urss. A Nord e Ovest confina con la Russia, a Est con la Cina, a Sud con Kirghizistan, Uzbekistan e Turkmenistan. È da sempre caratterizzato da un mosaico di etnie, con una maggioranza musulmana per lo più sunnita e una significativa minoranza russa.