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Home » Esteri

Kay Ivey, chi è la donna dietro la legge sull’aborto più restrittiva degli USA

Immagine di copertina
Kay Ivey, Twitter

Repubblicana della prima ora, conservatrice convinta, Kay Ivey è l'unica figlia di un Maggiore della Seconda Guerra Mondiale. Prima della legge sull'aborto, firmata il 15 maggio 2019, era già stata promotrice di leggi controverse, come quella sulla pena di morte (2017) o quella che permette agli insegnanti di entrare in classe muniti di arma da fuoco (2018). Identikit della "Iron Lady" dell'Alabama.

Mercoledì 15 maggio la governatrice repubblicana dello Stato dell’Alabama Kay Ivey ha firmato una legge sull’aborto in virtù della quale alle donne sarà d’ora in poi impedito di interrompere la gravidanza anche in caso di stupro o incesto. (Qui il testo originale della legge).

L’interruzione di gravidanza è consentita solo in determinate circostanze, per salvaguardare la salute della madre. Un medico che decidesse di violare la legge rischierebbe fino a 99 anni di carcere.

Ma chi è Kay Ivey, la donna che ha voluto e approvato la legge sull’aborto più restrittiva degli Stati Uniti? Nata e cresciuta in Alabama, Key Ivey è l’unica figlia del Maggiore Boadman Nettles Ivey, che prese parte alla Seconda Guerra Mondiale.

L’Alabama vieta l’aborto, anche in caso di incesto e stupro. La legge è stata firmata dalla governatrice Ivey

Originaria di Camden, un villaggio rurale nel cuore dell’Alabama, Kay Ivey comincia la sua carriera come professoressa di liceo, per poi diventare, nel 2003, tesoriera di Stato, carica che ricopre fino al 2011. Nel 2008, la sua politica sul sistema di pagamento sostenibile delle tasse scolastiche (PACT, Prepaid Affordable College Tuition) ha portato al quasi totale collasso del sistema stesso.

Promettendo a decine di migliaia di famiglie garanzie di quattro anni per i loro figli qualora avessero investito nel programma, Key Ivey ha indotto diversi istituti scolastici del paese a aumentare le loro tasse d’iscrizione, che sono così schizzate alle stelle rendendo finanziariamente insostenibile l’intero programma.

Nel 2011, Kay Ivey non si ricandida come tesoriera di Stato ma viene eletta vice-governatrice dello Stato dell’Alabama. Solo nel 2017 diventerà ufficialmente la nuova governatrice dell’Alabama, prendendo il posto del Repubblicano Robert Bentley. Diventa così la seconda donna a governare l’Alabama, dopo Lurleen Wallace, la moglie di George Wallace.

Durante la sua campagna elettorale, l’associazione “pro-vitaSusan B. Anthony List aveva dichiarato il suo pieno sostengo a Kay Ivey: “Si batterà per difendere il diritto di nascere dei bambini, così come quelli delle loro madri, che non devono avere nulla a che fare con il business dell’aborto”.

Negli Stati Uniti, a causa di Trump, il diritto delle donne all’aborto è sotto attacco

La futura governatrice aveva immediatamente risposto: “In quanto governatrice, difenderò sempre la vita, a partire dal suo concepimento. E difenderò anche coloro che non sono capaci di difendersi da soli”.

Parole che senza dubbio stonano con l’approvazione nel 2017 di un disegno di legge per velocizzare l’applicazione della pena di morte in Alabama. La norma rientra nel disegno di legge del Senato Fair Justice Act e rende più rapidi gli appelli accelerando anche i tempi delle esecuzioni capitali.

Sempre nel 2017, Kay Ivey ha approvato un altro disegno di legge che permette alle agenzie di adozione di stampo religioso di non assegnare bambini alle coppie omosessuali.

L’anno successivo, la repubblicana 75enne ha firmato un’altra legge che autorizza gli amministratori scolastici a venire in classe armati se muniti della necessaria qualificazione (secondo quanto stabilito dall‘Alabama Sentry Program).

Kay Ivey ha dichiarato che l'”uso di armi letali è permesso per difendere gli studenti, la facoltà, lo staff e i visitatori dalla minaccia imminente provocata da un intruso armato”. La stessa legge è stata recentemente approvata anche in Florida.

Florida: una nuova legge autorizza i professori a entrare in classe armati
Come funziona il diritto all’aborto nei vari paesi del mondo

 

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