“Io sono Joshua Wong e la Cina mi perseguita: vi racconto le mia battaglia per Hong Kong” | Anteprima
Il direttore di TPI Giulio Gambino ha intervistato in esclusiva a Hong Kong Joshua Wong, il volto internazionale delle proteste contro il regime cinese: "Esorto il governo italiano e il parlamento a non allearsi con la Cina"
“Io sono Joshua Wong”: l’intervista esclusiva di TPI a Hong Kong | Anteprima
“Io sono Joshua Wong, ho 24 anni e guido le proteste di Hong Kong contro la Cina. Il regime cinese mi ha arrestato 8 volte, mi pedina e mi impedisce di espatriare: vi racconto la mia battaglia contro Pechino, di cui ai politici italiani non frega nulla”.
Il direttore di TPI, Giulio Gambino, ha intervistato in esclusiva a Hong Kong Joshua Wong, il volto internazionale delle proteste contro la Cina che infiammano la regione autonoma, ex colonia britannica.
Wong, che è ancora sotto processo, sarebbe dovuto venire in Italia la scorsa settimana, ma gli è stato negato l’espatrio. TPI lo ha quindi raggiunto a Hong Kong: in una lunga video-intervista l’attivista racconta come stanno davvero le cose dopo sei mesi di proteste e lancia un appello alla politica italiana.
Ecco un’anteprima dell’intervista.
“Ci sono casi di giovani manifestanti donne che sono state stuprate nelle stazioni di polizia dalla polizia anti sommossa stessa, alcune di loro sono anche rimaste incinta”, racconta Wong. “Spero che un giorno Hong Kong possa essere un posto come l’Italia, un Paese dove ci sono libertà, diritti, democrazia. Esorto il governo italiano e il parlamento a non allearsi con la Cina”.
“Anche se mi hanno proibito di viaggiare all’estero”, dice l’attivista, “resto la voce di Hong Kong più ascoltata dalla comunità internazionale”.
“Mi preoccupa la possibilità che gli italiani possano mettere gli interessi economici e i trattati commerciali con la Cina davanti ai diritti umani. Esorto il governo italiano e i politici a stare attenti: niente è gratis in questo mondo, sono profondamente deluso del fatto che il governo italiano abbia permesso l’esportazione di armi verso la polizia anti sommossa di Hong Kong”.