Joshua Wong, chi è l’attivista e leader delle proteste di Hong Kong che ha scatenato le tensioni tra Italia e Cina
Ha solo 23 anni, è già stato leader del movimento degli ombrelli del 2014 e oggi è tra gli attivisti pro-democrazia più in vista delle proteste da circa 6 mesi stanno scuotendo Hong Kong. Negli ultimi giorni ha fortemente criticato l'Italia, accusandola di fornire a Pechino armi e mezzi per la repressione: ecco chi è Joshua Wong
Joshua Wong, chi è l’attivista e leader delle proteste di Hong Kong
Ha solo 23 anni, ma in pochi anni Joshua Wong si è rivelato forse l’attivista più attivo a Hong Kong: già leader del Movimento degli ombrelli nel 2014, oggi il giovane è una delle guide ideologiche delle proteste contro la Cina che ormai da sei mesi stanno infiammando la regione asiatica.
Negli ultimi giorni, inoltre, Joshua Wong si è reso protagonista di una stilettata nei confronti dell’Italia: in collegamento video durante una conferenza stampa al Senato, l’attivista ha infatti accusato le aziende italiane di fornire i mezzi per la repressione di Pechino contro i manifestanti a Hong Kong. Scatenando subito la reazione della Cina, che tramite il portavoce dell’ambasciata di Pechino a Roma ha parlato di “comportamento irresponsabile” da parte dei politici italiani, che hanno dato spazio a Wong, accusato di fare discorsi non veritieri. A metterci una pezza è stato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha chiarito che i rapporti tra Italia e Cina rimangono ottimi, anche se le attività parlamentari del nostro Paese vanno rispettate.
Ma chi è Joshua Wong? Vediamo tutto quello che c’è da sapere sul leader delle proteste di Hong Kong.
Joshua Wong, dal movimento degli ombrelli alle proteste contro la Cina
Classe 1996, l’attivista è il fondatore del gruppo studentesco Scholarism, che viene considerata l’anima delle proteste studentesche in corso da giugno 2019 tra le strade di Hong Kong. Inoltre, Wong ricopre il ruolo di segretario generale del partito democratico Demosisto.
La figura di Wong, sebbene sia stato escluso dalla competizione elettorale perché ritenuto privo dei requisiti previsti dalla legge, è stata importantissima per il trionfo dei democratici alle elezioni distrettuali di Hong Kong dello scorso 24 novembre. Un voto che, di per sé, è di carattere locale, ma che allo stesso tempo è diventato una sorta di referendum sul gradimento popolare nei confronti della protesta studentesca. La netta vittoria dei democratici sul fronte pro-establishment è stato un chiaro monito alla Cina: il popolo è stanco della situazione politica e sociale di Hong Kong.
In questi mesi, Joshua Wong ha saputo interpretare al meglio il malcontento popolare legato ai continui contrasti tra il governo centrale cinese e quello di Hong Kong che, ricordiamo, è una regione amministrativa speciale della Cina. Così, le manifestazioni studentesche sono diventate sempre più frequenti: a giugno scorso, tutto è partito dal disaccordo per la proposta di legge sull’estradizione che avrebbe consentito alla Cina di processare gli accusati per crimini gravi. Sempre più spesso, l’esercito ha risposto a queste manifestazioni di dissenso con la repressione.
Ancora prima delle proteste di questi mesi, Joshua Wong aveva raggiunto la popolarità nel 2014, quando aveva solo 18 anni. In quel periodo, infatti, l’attivista e studente si era posto alla guida del cosiddetto Movimento degli ombrelli, che inseguiva l’affermazione della democrazia a Hong Kong. Sia in quegli anni che in tempi recenti, Wong è stato più volte incarcerato.
Per la sua attività, Wong ha ricevuto negli anni diversi riconoscimenti. Nel 2014, la rivista Time lo ha inserito nella lista degli Influential Teens, cioè i giovani più influenti dell’anno. Nominato Person of the Year, l’attivista asiatico ha ricevuto anche una menzione dalla rivista Fortune come uno dei maggiori leader mondiali del 2015.
Nel 2018, addirittura, il suo nome è comparso tra le personalità in lizza per il Premio Nobel per la pace.