Regno Unito, Johnson si scaglia contro gli scafisti: “I richiedenti asilo torneranno in Ruanda”
Il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato la sua nuova battaglia contro la “crisi delle piccole imbarcazioni” che attraversano la Manica per trasferire clandestinamente gli immigrati. Durante un discorso tenuto ieri nel Kent, nel simbolico aeroporto costiero di Lydd che affaccia sul canale, Johnson ha annunciato un pacchetto di nuove misure per fermare gli scafisti, accusati di aver causato “sin troppe sofferenze e tragedie.”
Le nuove misure introdotte mirano principalmente a intercettare un numero maggiore di scafi diretti in Gran Bretagna. Secondo la nuova politica di immigrazione del Governo, migliaia di richiedenti asilo adesso potrebbero essere spediti in Ruanda, dove grazie a un accordo con le autorità locali saranno predisposti dei nuovi centri di allocazione e trattate le loro richieste. Il ministro ha sottolineato che la maggior parte degli immigrati che verranno rispediti a 9.500 chilometri dalle coste britanniche saranno uomini adulti.
Johnson si trova al centro di feroci critiche dopo aver organizzato una festa proibita a Downing Street in pieno lockdown anti-Covid a Londra, diventando il primo capo di governo a infrangere la legge nella storia britannica recente. Il primo ministro è stato sanzionato per lo scandalo “Partygate” – una cifra irrisoria, tra le 50 e le 100 sterline – e molti ora sospettano che la mossa sull’immigrazione serva a raccogliere consensi nel suo partito conservatore per rafforzare la sua posizione traballante.
Il premier e cancelliere dello Scacchiere, sostenuto dal ministro dell’Interno Priti Patel, ha però difeso la sua decisione dichiarando che “prima di Natale, 27 persone sono annegate nella Manica e nelle settimane a venire molte altre soffriranno la stessa sorte,” aggiungendo che l’immigrazione illegale “tormenta il Paese da troppo tempo e provocato troppa sofferenza umana e tragedie in mare.”