Razzismo, Johnson & Johnson bandisce le creme sbiancanti
Johnson & Johnson non venderà più creme sbiancanti per la pelle
Dopo settimane di proteste in tutto il mondo in sostegno al movimento “Black Lives Matter”, cominciano a materializzarsi i primi effetti delle manifestazioni contro il razzismo. La società Johnson & Johnson smetterà di vendere le creme sbiancanti per la pelle, popolari in India e in Medio Oriente, dopo che tali prodotti sono stati sottoposti a una rinnovata pressione sociale nelle ultime settimane nel quadro del dibattito globale sulla disuguaglianza razziale. L’azienda non produrrà più le linee Neutrogena e Clean&Clear, i cui nomi e le cui descrizioni suggeriscono che la pelle bianca è migliore.
“Le conversazioni delle ultime settimane hanno evidenziato che alcuni nomi dei nostri prodotti e alcune affermazioni sulle nostre linee Neutrogena e Clean & Clear contro le macchie nere suggeriscono che il bianco è migliore del tuo colore naturale della pelle”, ha riferito il New York Times citando l’azienda. “Non è mai stata nostra intenzione. Una pelle sana è una pelle meravigliosa”.
I prodotti sbiancanti dell’azienda farmaceutica americana, fondata nel 1886 e tra i leader mondiali nelle apparecchiature mediche, sono diventati sempre più impopolari dopo la morte negli Stati Uniti di George Floyd e le successive proteste. La compagnia farmaceutica ha deciso di bloccare produzione e spedizione dei prodotti contestati, ma ha anche avvertito che confezioni di Clean & Clear e Neutrogena potrebbero restare negli scaffali ancora per qualche tempo, in attesa dell’esaurimento delle scorte.
Qualche giorno fa, l’azienda svizzera Migros, una catena di supermercati, aveva ufficializzato la decisione di ritirare dai propri scaffali i cioccolatini Mohrenköpfe, i “Moretti”, in italiano letteralmente “Teste di moro”, come reazione alle proteste anti razzismo. Sempre nell’ambito dei prodotti alimentari, anche per i famosi cereali Kellog’s è scattata l’accusa di razzismo. Fiona Onasanya, ex deputata laburista britannica, aveva attaccato la multinazionale per la mascotte dei Coco Pops, promossi dalla celebre scimmietta. “Coco Pops e Rice Krispies hanno la stessa composizione (l’unica differenza è che i Coco Pops sono marroni e al cioccolato). Mi chiedevo quindi perché i Rice Krispies hanno tre ragazzi bianchi a rappresentare il marchio mentre i Coco Pops hanno una scimmia?”, scriveva l’ex deputata su Twitter.
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