Jay-Z accusato insieme a P. Diddy di aver stuprato una 13enne. Il rapper: “Vogliono ricattarmi”
Una donna che ha denunciato di aver subito violenza sessuale dal produttore discografico Sean Combs, meglio noto come “P. Diddy”, sostiene ora di essere stata abusata, durante la stessa festa, anche dal rapper Jay-Z, all’anagrafe Shawn Corey Carter. I fatti contestati risalgono a 24 anni fa, quando la presunta vittima avrebbe avuto 13 anni.
Il duplice stupro sulla minorenne sarebbe avvenuto nel corso di un after party dopo la cerimonia degli Mtv Music Awards 2000. La donna ha denunciato Diddy lo scorso ottobre, poi ha esteso la denuncia a Jay-Z.
Quest’ultimo – sposato dal 2009 con la popstar Beyoncé, con cui forma una delle coppie più glamour dello star system mondiale – ha definito l’accusa “atroce” e, in una risposta scritta inviata alla Cnn, ha contro-accusato l’avvocato della denunciante di “tentativo di ricatto”.
La vicenda arricchisce di un nuovo capitolo lo scandalo dei presunti festini a base di droga e violenze sessuali organizzati da Combs, che ora si trova in carcere incriminato per traffico sessuale, associazione a delinquere e accuse relative alla prostituzione. Il produttore, che deve fronteggiare decine di denunce, si è dichiarato non colpevole.
La causa contro Jay-Z è stata intentata da un avvocato, Tony Buzbee, che ha già presentato più di venti denunce per reati di violenza sessuale contro Diddy. La donna che sostiene di essere stata stuprata dai due quando aveva 13 anni si chiama Jane Doe: ricordando i fatti di quell’after party, sostiene di essersi sentita intontita dopo aver bevuto un drink e di essere stata violentata prima da Carter e poi da Combs, per poi scappare.
Secondo quanto emerso, i suoi legali si sono rivolti a Jay-Z per richiedere “una mediazione per risolvere la questione”. Nella denuncia si legge che il rapper avrebbe risposto “orchestrando una cospirazione di molestie, bullismo e intimidazione contro gli avvocati della querelante, le loro famiglie, i dipendenti e gli ex soci nel tentativo di impedire alla querelante di citare Jay-Z”. “Questo tentativo – secondo i legali della donna – aveva lo scopo di spaventare la querelante e screditare il suo avvocato”, ma “tale tentativo è fallito”.
In una risposta inviata alla Cnn ieri, domenica 8 dicembre, Jay-Z ha definito la richiesta di mediazione un “tentativo di ricatto” e ha aggiunto che l’avvocato Buzbee “sembra avere un modello di questo tipo di teatralità”.
Riferendosi all’accusa di violenza sessuale su minore, il rapper ha commentato: “Chiunque commetta un crimine del genere contro un minore dovrebbe essere incarcerato”. E ha auspicato che la denuncia venga fatta in sede penale, anziché civile.
Carter ha aggiunto che il suo “unico dolore” è per la sua famiglia: “Mia moglie e io – lamenta – dovremo far sedere i nostri figli, uno dei quali ha l’età in cui i suoi amici sicuramente vedranno la stampa e faranno domande sulla natura di queste affermazioni, e spiegare loro la crudeltà e l’avidità delle persone. Piango un’altra perdita di innocenza. I bambini non dovrebbero dover sopportare una cosa del genere alla loro giovane età”.
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