Israele ritirerà alcune truppe da Gaza, ma la guerra non si fermerà
Israele ha iniziato a ritirare i carri armati dalla zona della città di Gaza e del nord della Striscia, ma la guerra non si appresta a finire: si tratta solo di un cambio di tattica. Un funzionario israeliano ha dichiarato in forma anonima all’agenzia di stampa Reuters che le operazioni militari a Gaza entreranno a breve nella loro terza fase, destinata a durare orientativamente sei mesi.
Nell’ambito di questa rotazione, alcune truppe saranno ritirate per rinvigorire l’economia israeliana: questo perché la massiccia mobilitazione di circa 300mila persone ha rallentato le attività del Paese in molti settori. Altre truppe saranno invece spostate al confine nord con il Libano, dove si teme un’intensificazione dello scontro con il gruppo paramilitare sciita Hezbollah.
Il funzionario ha detto che la prima fase della guerra, iniziata subito dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, si è focalizzata su raid aerei per spianare la strada alle truppe e operazioni per cercare di evacuare la popolazione civile in aree specifiche. La seconda fase è invece rappresentata dall’offensiva via terra, iniziata il 27 ottobre. La terza fase, che si appresta a iniziare, sarà caratterizzata da retate a tappeto contro gli uomini di Hamas nel territorio della Striscia, sempre secondo il funzionario.
La guerra a Gaza è iniziata dopo gli attacchi di Hamas nel sud di Israele del 7 ottobre, in cui sono rimaste uccise circa 1.200 persone e circa 250 sono state rapite dal gruppo terrorista. Di queste ultime, circa 110 sono stati liberati, quasi tutti nell’ambito di uno scambio con 240 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Secondo il ministero della Sanità di Gaza (controllato da Hamas) dall’inizio della guerra nella striscia sarebbero rimaste uccise oltre 20mila persone nella Striscia.