Israele ha bombardato le aree indicate come sicure a Gaza dove si erano rifugiati i civili palestinesi
Una nuova inchiesta giornalistica del New York Times ha rivelato che l’esercito israeliano ha utilizzato oltre 200 mega-bombe “altamente distruttive” nelle zone di Gaza che Israele stesso aveva identificato come sicure
Israele ha sistematicamente bombardato aree e territori che aveva indicato come sicuri per i palestinesi, e verso i quali aveva spinto i civili di Gaza a fuggire.
Una nuova inchiesta giornalistica del New York Times ha infatti rivelato che, nei due mesi dall’inizio dell’operazione militare terrestre nella Striscia come risposta all’attentato di Hamas del 7 ottobre, l’esercito israeliano ha utilizzato oltre 200 mega-bombe “altamente distruttive” nelle zone di Gaza che Israele stesso aveva identificato come sicure e verso le quali aveva incoraggiato i civili palestinesi a rifugiarsi proprio perché indicate come aree “protette”.
L’inchiesta è stata condotta dai reporter del Nyt attingendo da immagini satellitari con strumenti di intelligenza artificiale.
Nei mesi in cui sono state sganciate le 208 mega-bombe si è talvolta verificato che l’esercito israeliano abbia bombardato le “aree sicure” di Gaza con uno scarso pre-avviso di evacuazione, lasciando pochissimo tempo ai civili di fuggire, per di più già in trappola perché impossibilitati a lasciare la Striscia.
Nello specifico si tratta di aree quali la città di Khan Yunis, nel sud della Striscia, dove si stima si siano rifugiati un numero elevato di civili.
Gli ordigni utilizzati dall’esercito israeliano sono le bombe MK-84, ritenute dagli esperti come alcune tra le più distruttive e pericolose bombe in dotazione agli eserciti occidentali.
Come abbiamo raccontato su questa pagina con l’approfondimento “Gaza non esiste più” (di cui è presente un dossier più ampio sulla nostra rivista in edicola e digitale), in 60 giorni Israele ha sganciato il doppio delle bombe sganciate dagli USA in Afghanistan nel corso di un intero anno.
Le 208 mega-bombe utilizzate da Israele contro le “aree protette” di Gaza pesano duemila libbre, vale a dire circa 900 chili.
La loro letalità è tale che gli USA non le hanno mai adoperate sin qui in aree densamente popolate da civili.
Si stima infatti che queste mega-bombe possano essere devastanti per i danni e i significativi rischi collaterali verso i civili, vale a dire per chiunque si trovi in un raggio di portata inferiore a un chilometro dall’esatto impatto dell’ordigno sul terreno.
L’inchiesta del NYT mostra come la grandezza dei crateri causata dalle bombe israeliane nelle “aree sicure” di Gaza sia compatibile quasi esclusivamente con le bombe MK-84.
Le bombe MK-84 sono state fornite a Israele dagli USA, che finora ha inviato all’esercito israeliano più di 5mila unità.
A chi ha criticato il suo operato condotto sin qui, Israele ha risposto che oggi l’unica strategia possibile è eliminare completamente Hamas.
Qualsiasi cosa ciò voglia dire.