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Diretta live della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, le ultime notizie. Anp: Gaza ha perso il 6% della popolazione dal 7 ottobre 2023. Al-Jazeera: “Uccisi da allora 222 giornalisti palestinesi”. Onu: “Assistenza sanitaria al collasso per i raid dell’Idf sugli ospedali”. Houthi rivendicano attacchi dallo Yemen contro Israele. Tel Aviv: “Basta o farete la fine di Hamas, Hezbollah e Assad”. Usa bombardano la capitale Sana’a. Francia colpisce l’Isis in Siria. Casa bianca sanziona un’organizzazione dei Pasdaran iraniani: “Volevano influenzare le presidenziali” | DIRETTA

Immagine di copertina
Persone in fila a Gaza City, in cerca di un pasto caldo. Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

Diretta live della guerra di Israele contro Hamas a Gaza oggi, martedì 31 dicembre

Di seguito le ultime notizie di oggi, martedì 31 dicembre 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente e in Siria, dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.

DIRETTA

Ore 18,00 – Siria, Osservatorio: “Tre miliziani curdi uccisi da un gruppo armato filo-turco ad Aleppo” – Tre miliziani delle Forze democratiche siriane (Sdf) sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco avvenuto oggi a un posto di blocco ad Aleppo, attaccato da un gruppo armato filo-turco. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’ong con sede a Londra, secondo cui “un posto di blocco presidiato dalle forze di sicurezza curde locali nel quartiere a maggioranza curda di Ashrafieh (…) è stato attaccato da combattenti armati filo-turchi e da un drone”. “Tre membri delle forze curde sono rimasti uccisi e altri sette sono stati feriti gravemente”, ha rivelato all’agenzia di stampa francese Afp il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdel Rahmane. “Si tratta del primo attacco di questo tipo nel settore dalla caduta del regime di Assad”. Attualmente Aleppo è amministrata dalle nuove autorità siriane e da vari gruppi armati schierati nell’area, con l’eccezione di due quartieri a maggioranza curda, Sheikh Maqsoud e Ashrafieh, controllati dalle Forze democratiche siriane (Sdf) appoggiate dagli Usa, che ospitano più di 300mila abitanti..

Ore 17,30 – Gaza, al-Jazeera: “222 giornalisti palestinesi uccisi dal 7 ottobre 2023” – Almeno 222 giornalisti e operatori dei media palestinesi sono rimasti uccisi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 al 26 dicembre 2024. La denuncia arriva dall’emittente qatariota al-Jazeera, che cura il progetto “Know their names”, con cui mira a far conoscere i cronisti uccisi nella Striscia, stilando un elenco ordinato in base alla data della loro morte. Gli ultimi giornalisti uccisi nella Striscia sono morti lo scorso 26 dicembre quando un attacco aereo israeliano ha preso di mira il furgone di un’emittente locale vicino all’ospedale al-Awda, uccidendo cinque cronisti.

Ore 17,00 – Iran: Usa impongono sanzioni contro un’organizzazione collegata ai Pasdaran – Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro il Cognitive Design Production Center, un’organizzazione collegata al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie dell’Iran, accusandolo di aver tentato di interferire nelle elezioni presidenziali statunitensi vinte quest’anno da Donald Trump. In una nota diramata oggi il il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha affermato che tale organizzazione, insieme a un’altra affiliata all’agenzia di intelligence militare russa, mirava ad “alimentare le tensioni socio-politiche e influenzare l’elettorato statunitense durante le elezioni del 2024”. “Il Cognitive Design Production Center ha pianificato operazioni simili almeno dal 2023”, si legge nella nota del Tesoro, che annuncia sanzioni anche contro il Center for Geopolitical Expertise (CGE), con sede a Mosca, per aver “diffuso informazioni false sui candidati alle elezioni e diretto e sovvenzionato la creazione di deepfake”. “I governi di Iran e Russia hanno preso di mira i nostri processi elettorali e le nostre istituzioni e hanno cercato di dividere il popolo americano attraverso campagne di disinformazione mirate”, afferma nella nota il sottosegretario ad interim per il terrorismo e l’intelligence finanziaria del Tesoro Usa, Bradley Smith. “Gli Stati Uniti rimarranno vigili contro gli avversari che vorrebbero minare la nostra democrazia”.

Ore 16,00 – Israele è stato escluso dai Campionati mondiali indoor di Bowls – I giocatori israeliani sono stati esclusi dai Campionati mondiali indoor di Bowls che si terranno il mese prossimo nel Regno Unito. La decisione è stata annunciata oggi in una nota dal World Bowls Tour. “A causa dell’intensità della situazione, il Consiglio direttivo del WBT, in consultazione con i nostri partner dell’evento e altre parti interessate, ha preso la difficile decisione di ritirare l’invito a Israele a partecipare ai prossimi Campionati mondiali indoor”, si legge nel comunicato. “Il Bowls è, ed è sempre stato, uno sport che unisce le persone e questa scelta riflette il nostro impegno nel proteggere i campionati e garantire che si svolgano senza intoppi per tutti i soggetti coinvolti”. La Norfolk Palestine Solidarity Campaign afferma che l’iniziativa è stata il risultato di un’azione congiunta con le associazioni Scottish Sports for Palestine e Show Israeli Genocide the Red Card.

Ore 15,00 – Yemen: forze Usa-Gb bombardano la capitale Sana’a controllata dagli Houthi – Le forze della coalizione anglo-americana impegnata nel Mar Rosso hanno condotto oggi una serie di raid aerei contro la capitale dello Yemen, Sana’a, controllata dal gruppo armato Houthi. Lo riferisce l’emittente saudita al-Hadath, secondo cui gli attacchi hanno preso di mira una base militare e gli uffici dei servizi di sicurezza degli Houthi. Secondo l’emittente qatariota al-Jazeera, le forze degli Stati Uniti e della Gran Bretagna hanno condotto sei ondate di attacchi in tutto sulla capitale yemenita. Per l’emittente locale al-Masirah e l’agenzia di stampa Saba, entrambe controllate dagli Houthi, 12 raid in tutto hanno colpito la capitale Sana’a: dieci hanno centrato il “Complesso 22 maggio”, nel distretto di al-Thawra, e altri due hanno preso di mira il “Complesso al-Ardi” nel distretto di al-Safiya. Gli attacchi aerei sono stati confermati dal Comando centrale delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom), secondo cui i raid hanno colpito una serie di “obiettivi a Sana’a e in alcune località costiere all’interno del territorio dello Yemen controllato dagli Houthi, sostenuti dall’Iran”. “Il 30 e 31 dicembre, navi e aerei della Marina degli Stati Uniti hanno preso di mira una struttura di comando e controllo degli Houthi e strutture di produzione e stoccaggio di armi convenzionali avanzate, compresi missili e droni”, si legge nella nota diramata dal Centcom. “Queste strutture sono state utilizzate nelle operazioni degli Houthi, come attacchi contro navi da guerra e mercantili della Marina degli Stati Uniti nel Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden. Inoltre, aerei della Marina degli Stati Uniti e dell’Aeronautica degli Stati Uniti hanno distrutto un sito radar costiero degli Houthi e sette missili da crociera e droni d’attacco sul Mar Rosso”. “L’aggressione americana contro lo Yemen è una palese violazione della sovranità di uno Stato indipendente e un palese sostegno a Israele per incoraggiarlo a continuare i suoi crimini genocidi contro il popolo di Gaza”, ha commentato Muhammad Abdul Salam, portavoce ufficiale del movimento Ansarullah, il braccio politico degli Houthi.

Ore 14,30 – Israele: quasi 82.700 israeliani hanno lasciato lo Stato ebraico nel 2024 – Quasi 82.700 cittadini hanno lasciato Israele nel 2024 durante la guerra in corso nella Striscia di Gaza. È quanto emerge dai dati pubblicati oggi dall’Ufficio centrale di statistica israeliano per l’inizio del nuovo anno. Il rapporto dell’Ufficio statistico israeliano evidenzia un saldo negativo di 18.200 persone tra chi si è trasferito nello Stato ebraico e chi ha lasciato il Paese nel 2024.

Ore 14,00 – Israele: intercettato un razzo lanciato dal sud della Striscia di Gaza – Un razzo lanciato dal sud della Striscia di Gaza verso Israele è stato intercettato dalla contraerea delle forze armate dello Stato ebraico (Idf). Lo riferiscono le Idf in una nota diramata online, secondo cui il missile aveva fatto scattare le sirene di allerta intorno alle 12:20 ora locale, le 11:20 in Italia, nei pressi della barriera di confine con Gaza. Le sirene di allerta sono scattate anche nelle comunità israeliane meridionali di Mivtahim, Amioz e Yesha, vicino al confine la Striscia. Al momento, secondo il servizio di emergenza Magen David Adom, non sono stati segnalati feriti.

Ore 13,00 – Gaza, Onu: “Gli attacchi di Israele agli ospedali hanno portato l’assistenza sanitaria nella Striscia sull’orlo del collasso” – Gli attacchi di Israele contro e nei pressi degli ospedali nella Striscia di Gaza hanno portato l’assistenza sanitaria nel territorio costiero palestinese sull’orlo del collasso. La denuncia è contenuta in un nuovo rapporto pubblicato oggi dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, secondo cui “la serie di attacchi mortali israeliani contro e nei pressi degli ospedali a Gaza, e i relativi combattimenti, hanno spinto il sistema sanitario sull’orlo del collasso totale, con effetti catastrofici sull’accesso dei palestinesi alla sanità e alle cure mediche”. Le 23 pagine del rapporto, intitolato “Attacchi agli ospedali durante l’escalation delle ostilità a Gaza”, si riferiscono al periodo compreso tra il 7 ottobre 2023 e il 30 giugno 2024, in cui sono stati registrati almeno 136 attacchi contro 27 ospedali e altre 12 strutture mediche, provocando numerose vittime tra il personale sanitario e altri civili e causando ingenti danni, se non la completa distruzione, delle infrastrutture. Il personale e le strutture mediche, precisa il rapporto, sono specificamente protetti dal diritto internazionale umanitario, a condizione che non siano utilizzati per commettere atti dannosi contro il nemico al di fuori della loro funzione umanitaria. Le autorità di Israele accusano Hamas e la Jihad Islamica di aver usato gli ospedali di Gaza come centri di comando e controllo delle operazioni contro le truppe dello Stato ebraico, a volte operando al loro interno e nei dintorni per scopi militari e persino lanciando attacchi da queste strutture. Tuttavia il rapporto delle Nazioni Unite definisce “vaghe” queste accuse. “Finora non sono state rese pubbliche informazioni sufficienti per corroborare queste accuse, che sono rimaste vaghe e, in alcuni casi, sembrano contraddette dalle informazioni disponibili al pubblico”, si legge nel rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Ore 12,30 – Anp: Gaza ha perso circa il 6% della sua popolazione dal 7 ottobre 2023 – La Striscia di Gaza ha perso circa il 6 per cento della sua popolazione dal 7 ottobre 2023. La denuncia è contenuta nell’ultimo bollettino diramato oggi dall’Ufficio centrale di statistica dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), citato dall’agenzia di stampa ufficiale Wafa, secondo cui almeno 45.484 persone sono state uccise e oltre 100mila hanno lasciato la Striscia da quando Israele ha iniziato la sua offensiva nel territorio costiero. Questi dati, secondo il rapporto dell’Anp, corrispondono a circa il sei percento della popolazione della Striscia.

Ore 11,30 – Siria: la Francia bombarda obiettivi dell’Isis – La Francia ha effettuato una serie di attacchi missilistici contro obiettivi del sedicente Stato islamico (Isis) in Siria. Lo ha annunciato oggi sui social il ministro delle Forze Armate francese, Sebastien Lecornu, secondo cui i raid sono stati effettuati domenica 29 dicembre. “Domenica, le forze aeree francesi hanno effettuato attacchi mirati contro siti dello Stato islamico basati sul territorio siriano”, ha scritto Lecornu sulla piattaforma social X. Nel fine settimana anche gli Stati Uniti hanno effettuati attacchi aerei in Siria, dove secondo i militari Usa sono rimasti uccisi due miliziani dell’Isis.

Ore 11,00 – Siria, l’Iran: “Nascerà una nuova resistenza contro Israele nel Paese” – In Siria nascerà un nuovo gruppo per combattere Israele dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Ne è sicuro il segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran, Ali Akbar Ahmadian, che in un incontro con il ministro degli Esteri dell’Oman Badr bin Hamad Al Busaidi in visita a Teheran, ha ribadito come il cosiddetto “Asse della resistenza” contro Israele “non si è indebolito” malgrado la caduta del regime ultra-cinquantennale in Siria. “Con l’occupazione dei territori siriani da parte del regime sionista, è nata una nuova resistenza che si manifesterà negli anni a venire”, ha dichiarato Ahmadian, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna.

Ore 10,00 – Gaza, Idf: “Ucciso un comandante di alto rango della Jihad Islamica” – Un comandante di alto rango della Jihad islamica palestinese, Anas Muhammad Saadi Masri, è rimasto ucciso in un bombardamento condotto all’inizio di dicembre dalle forze armate di Israele (Idf) nella Striscia di Gaza. Lo hanno reso noto oggi le Idf in un comunicato diramato congiunto diramato online insieme ai servizi interni dello Shin Bet, secondo cui la vittima era il responsabile divisione missilistica dell’organizzazione terroristica nel settore settentrionale della Striscia. Masri, si legge nella nota dei militari israeliani, era un comandante di spicco della Jihad islamica, responsabile di numerosi attacchi contro Israele e le truppe dell’Idf. Durante gli attentati del 7 ottobre 2023 e durante la guerra a Gaza, prosegue il comunicato, la vittima è stata responsabile del lancio di razzi da parte della Jihad islamica dal nord della Striscia di Gaza verso le comunità israeliane di confine. Non è chiaro quando né dove si sia verificato il raid in cui è rimasto ucciso Masri, né se questo abbia provocato vittime civili ma nella nota diramata oggi le Idf assicurano di aver “adottato tutte le misure necessarie per attenuare i danni ai civili durante l’attacco”.

Ore 9,00 – Libano: Idf feriscono un pastore nel sud del Paese – Un uomo è rimasto ferito oggi a Rmeich, nel distretto di Bent Jbail del governatorato di Nabatiye, nel sud del Libano, dopo essere stato colpito da un proiettile sparato da una pattuglia delle forze armate di Israele (Idf). Lo riferisce l’agenzia di stampa libanese Nna, secondo cui la vittima, un pastore del luogo ferito da un colpo di arma da fuoco alla spalla mentre curava il bestiame nella sua fattoria a sud della città, versa in condizioni stabili e non è in pericolo di vita.

Ore 8,00 – Yemen: Houthi rivendicano attacchi notturni contro Israele. Tel Aviv: “Basta o farete la fine di Hamas, Hezbollah e Assad” – Gli Houthi hanno rivendicato due attacchi missilistici lanciati nella notte contro Israele, affermando di aver preso di mira l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv e una centrale elettrica nella parte meridionale di Gerusalemme est, nel corso di un raid intercettato dalla contraerea dello Stato ebraico, che ha avvisato il gruppo armato yemenita di smetterla se non vuole fare la stessa “miserabile fine di Hamas, Hezbollah e Assad”. Lo ha annunciato questa mattina il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree nel corso di una conferenza stampa trasmessa in diretta televisiva, citata dall’agenzia di stampa ufficiale Saba. Secondo una nota diramata ieri dalle forze armate di Israele (Idf) invece, un missile lanciato dallo Yemen è stato abbattuto fuori dallo spazio aereo israeliano, senza provocare danni né vittime. Ma il portavoce militare del gruppo armato yemenita ha rivendicato anche un raid contro la portaerei statunitense USS Harry S. Truman nel Mar Rosso, che le autorità militari degli Stati Uniti non hanno finora confermato. Intanto, ieri, l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha lanciato quello che ha definito “l’ultimo avvertimento agli Houthi”, affinché cessino gli attacchi missilistici contro lo Stato ebraico, minacciando di far fare al gruppo armato yemenita la stessa “miserabile sorte” di Hamas, Hezbollah e Bashar al-Assad. Israele, ha precisato Danon, ha la capacità di colpire qualsiasi obiettivo in Medio Oriente, incluso l’Iran, e non tollererà attacchi per procura dagli alleati di Teheran, Houthi compresi. “Forse non avete prestato attenzione a ciò che è accaduto in Medio Oriente nell’ultimo anno”, ha dichiarato l’ambasciatore israeliano all’Onu rivolgendosi al gruppo armato yemenita. “Bene, permettetemi di ricordarvi cosa è successo a Hamas, a Hezbollah, ad Assad, a tutti coloro che hanno tentato di distruggerci. Che questo sia l’ultimo avvertimento. Non è una minaccia. È una promessa. Condividerete lo stesso miserabile destino”.

Ore 7,00 – Gaza, media israeliani: “Netanyahu ha avvisato che Israele riprenderà la guerra anche dopo un accordo per la liberazione degli ostaggi” – Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha avvisato il suo governo che intende riprendere la guerra nella Striscia di Gaza anche dopo aver raggiunto un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi, se mai questo dovesse concretizzarsi. L’indiscrezione divulgata nella notte dall’emittente israeliana Channel 12 si riferisce a un “incontro ad alto livello” a cui ha partecipato il premier la scorsa settimana.  “Anche se ci sarà un accordo, e spero che ci sarà, poi Israele tornerà a combattere”, avrebbe detto Netanyahu, secondo quanto riportato dall’emittente israeliana. “Non ha senso fingere il contrario, perché tornare a combattere è necessario per completare gli obiettivi bellici. Dire questo non ostacola un accordo, lo incoraggia”. Secondo Channel 12, tali dichiarazioni avrebbero allarmato la squadra di negoziatori israeliani impegnata nei colloqui per la liberazione degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza, ostacolando l’accordo, vista l’insistenza di Hamas su un cessate il fuoco permanente nella Striscia. Netanyahu invece, secondo l’emittente, spinge per una tregua temporanea che preveda solo il rilascio di un terzo dei 96 ostaggi rimasti a Gaza. Le presunte dichiarazioni di Netanyahu riportate da Channel 12 non sono state confermate ufficialmente ma sono molto simili a quelle attribuite a un anonimo funzionario israeliano che ieri mattina aveva rivelato al quotidiano Yedioth Ahronoth: “Anche se Israele accettasse un accordo, poi riprenderebbe a combattere per completare gli obiettivi della guerra”.

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