Guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, le ultime notizie dal Medio Oriente. Gaza, al-Jazeera: “11 morti in tre raid di Israele sulla zona di al-Mawasi”. Israele: Netanyahu torna in tribunale per testimoniare al suo processo. Iraq, media libanesi: “Milizie filo-iraniane accettano di cessare gli attacchi contro Israele e di non interferire nella transizione politica in Siria” | DIRETTA
Diretta live della guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah oggi, lunedì 23 dicembre
Di seguito le ultime notizie di oggi, lunedì 23 dicembre 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente.
Ore 9,30 – Israele: Netanyahu torna in tribunale per testimoniare al suo processo – Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, è tornato oggi in tribunale per il quinto giorno di testimonianza nel processo penale che lo vede imputato, tra l’altro, per corruzione. Malgrado il procedimento si svolga sotto la giurisdizione del tribunale distrettuale di Gerusalemme, Netanyahu testimonia da una sede della Corte distrettuale di Tel Aviv per motivi di sicurezza. Prima dell’arrivo del premier in tribunale, l’ufficio della Procura di Stato israeliana ha ribadito le accuse nei confronti del capo del governo malgrado lo scetticismo espresso la scorsa settimana dai giudici del Tribunale distrettuale di Gerusalemme sulla solidità dei capi di imputazione. Netanyahu è accusato, tra l’altro, di aver chiesto e ottenuto una copertura stampa favorevole dal portale online Walla. Anche se il premier non fosse stato direttamente coinvolto nella formulazione di queste richieste, secondo i pubblici ministeri, ne era a conoscenza ed era anche consapevole del quadro in cui venivano formulate. “Tutte le richieste incluse nell’appendice (dell’atto di accusa, ndr) provenivano dall’imputato n. 1 (Netanyahu, ndr) e dalla sua famiglia, insieme e separatamente, e lui era a conoscenza di tutte, avendone una consapevolezza diretta e concreta o generale”, si legge nella nota della Procura. “Le affermazioni della difesa contraddicono le dichiarazioni da essa sollevate in passato”, continuano i procuratori, secondo cui è “ovvio” che l’ufficio della Procura di Stato non ha mai affermato che Netanyahu fosse a conoscenza di ogni specifica richiesta rivolta a Walla, affermando che “l’atto di accusa attribuisce all’imputato n. 1 (Netanyahu, ndr) la consapevolezza generale che le richieste venivano avanzate”. Il premier è arrivato oggi alle 9,00 ora locale (le 8,00 in Italia) perché alle 16,00 (le 15,00 in Italia) è atteso alla Knesset.
Ore 9,00 – Giordania: il ministro degli Esteri Safadi va in visita a Damasco – Il ministro degli Esteri del regno di Giordania, Ayman Safadi, si recherà oggi in visita ufficiale a Damasco, in Siria. Lo riferisce in una nota diramata sui social il ministero degli Esteri di Amman, secondo cui il capo della diplomazia del regno hashemita incontrerà il nuovo leader de facto della Siria e capo del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham, Ahmed Hussein al-Shar’a, nome di battaglia: Abu Mohammad al-Jolani, su cui negli Stati Uniti pende tuttora una taglia da 10 milioni di dollari per terrorismo.
Ore 8,00 – Gaza, al-Jazeera: “11 morti in tre raid di Israele sulla zona di al-Mawasi” – Almeno 11 persone sono rimaste uccise nella notte nella Striscia di Gaza a seguito di tre attacchi aerei consecutivi condotti dalle forze armate di Israele (Idf) nella cosiddetta zona sicura di al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, nel sud del territorio costiero palestinese, dove si sono rifugiati migliaia di sfollati. Lo riferisce l’emittente qatariota al-Jazeera Arabic, che cita i propri corrispondenti sul campo, secondo cui il primo raid, che ha colpito una tendopoli per sfollati, ha provocato la morte di sette persone. Il secondo invece ha centrato un veicolo civile, che trasportava alcuni sfollati da una zona all’altra di al-Mawasi, uccidendo altre due persone. Il terzo attacco ha invece colpito un veicolo di volontari locali impegnati nella consegna di aiuti umanitari.
Ore 7,00 – Iraq, media libanesi: “Milizie filo-iraniane accettano di cessare gli attacchi contro Israele e di non interferire nella transizione politica in Siria” – Le milizie filo-iraniane attive in Iraq hanno raggiunto un accordo con il premier di Baghdad, Mohammed Shia’ al-Sudani, accettando di sospendere le operazioni militari contro Israele e di non interferire nella transizione politica in Siria. Lo riferisce il quotidiano libanese al-Akhbar, considerato vicino al gruppo armato sciita filo-iraniano Hezbollah, che cita due esponenti di altrettante milizie coinvolte nel negoziato, Harakat Hezbollah al-Nujaba e Kata’ib Sayyid al-Shuhada, secondo cui Teheran ha concesso alle formazioni paramilitari irachene “la libertà di decidere riguardo all’arena siriana”. “Le operazioni delle fazioni contro Israele erano collegate alle operazioni del Hezbollah libanese e, quando è stato raggiunto il cessate il fuoco in Libano, le operazioni delle fazioni irachene si sono fermate”, ha chiarito l’esponente di Kata’ib Sayyid al-Shuhada. “Ci sono anche dei partner in Iraq che hanno un’opinione diversa e delle riserve su quelle operazioni e devono essere ascoltati”. “Le fazioni armate hanno aderito all’appello del governo iracheno, soprattutto dopo quanto accaduto in Siria, secondo cui potrebbe esserci l’intenzione di trascinare il Paese in uno scenario peggiore del rovesciamento del regime di Bashar al-Assad, che potrebbe portare al ritorno del terrorismo in Iraq”, ha aggiunto la fonte di Harakat Hezbollah al-Nujaba. I paramilitari iracheni hanno lanciato droni e missili contro Israele fin dall’inizio della guerra a Gaza dopo gli attentati del 7 ottobre 2023. Lo scorso ottobre, due soldati sono stati uccisi e altri 24 sono rimasti feriti quando un drone lanciato dall’Iraq ha colpito una base militare israeliana sulle alture occupate del Golan.