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Guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, le ultime notizie. Il ministro israeliano Katz: “Possibile accordo sugli ostaggi con Hamas”. Cisgiordania, Idf arrestano 6 coloni per violenze contro i palestinesi. Libano, scontri isolati tra Hezbollah e lo Stato ebraico | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: AGF

Diretta live della guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah oggi, mercoledì 4 dicembre

Di seguito le ultime notizie di oggi, mercoledì 4 dicembre 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente.

DIRETTA

Ore 18,00 – Idf: 6 ostaggi lo scorso febbraio durante un raid – Sei degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 sono stati giustiziati dall’organizzazione terroristica palestinese durante un attacco aereo israeliano il 14 febbraio 2024. Lo rivela un’indagine condotta dall’Idf. I corpi senza vita degli ostaggi in questione sono stati trovati dopo mesi nel tunnel sotto il complesso residenziale di Hamad Town, a Khan Yunis. Le vittime erano tutti uomini dai 51 agli 80 anni. L’esame patologico avrebbe riscontrato ferite da arma da fuoco sui sei ostaggi e nessuna sui cadaveri dei combattenti di Hamas ritrovati anch’essi durante l’operazione. Tuttavia, l’esercito israeliano ha affermato che, a causa del tempo trascorso, non è stato “possibile determinare con assoluta certezza la causa precisa della morte degli ostaggi o l’orario esatto degli spari”.

Ore 17,30 – Smentita presenza Israele ai colloqui sugli ostaggi in Egitto – Funzionari della sicurezza israeliana, citati dalla testata israeliana Axios, hanno smentito la notizia – diffusa in precedenza dal sito qatarino Al-Arabi Al-Jadid – dell’arrivo domani a Il Cairo di una delegazione dello Stato ebraico per colloqui sugli ostaggi.

Ore 17,00 – Ministro Katz: “Possibile accordo sugli ostaggi con Hamas” – “La cosa più importante oggi in guerra è riportare a casa gli ostaggi. Questo è l’obiettivo supremo che ci sta di fronte e stiamo lavorando in ogni modo per farlo accadere”. Lo dice il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, durante una visita a una base aerea nel centro di Israele. “L’intensità della pressione su questa mostruosa organizzazione chiamata Hamas sta aumentando e c’è la possibilità che questa volta possiamo davvero portare avanti un accordo sugli ostaggi”, ha sottolineato Katz.

Ore 16,00 – Gaza, il numero delle vittime sale a 44.532 – Il Ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, ha diffuso il nuovo bollettino sulle vittime registrate nella Striscia a partire dall’inizio dell’offensiva israeliana, nell’ottobre 2023. Finora si contano 44.532 morti, 30 dei quali nelle ultime 24 ore, e 105.538 feriti.

Ore 14,00 – Siria, ribelli respinti a Hama – Secondo l’agenzia di stampa siriana Sana, i ribelli jihadisti sono stati respinti dalle forze governative nel loro tentativo di avanzare verso Hama, la quarta città più grande della Siria.

Ore 11,00 – Onu, Guterres: “Gli aiuti umanitari a Gaza sono scandalosamente bloccati” – “In mezzo ai giganteschi bisogni umanitari di Gaza, gli aiuti sono scandalosamente bloccati. L’incubo non è una crisi logistica. È una crisi di volontà politica e di rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario”. Lo scrive su X il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.

Ore 10,00 – Gaza, al-Jazeera: “Cinque minori uccisi in un attacco aereo israeliano a Nuseirat” – Almeno cinque minori sono rimasti uccisi in un attacco aereo israeliano condotto oggi contro un centro di distribuzione alimentare e un’abitazione del campo profughi di Nuseirat, nella zona centrale della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’emittente qatariota al-Jazeera, che attraverso il proprio servizio di fact-checking Sanad, ha verificato l’autenticità dei filmati che mostrano l’arrivo dei corpi senza vita di cinque minori trasportati all’ospedale al-Awda della vicina Jabalia subito dopo il raid.

Ore 9,00 – Libano: scontri isolati tra Hezbollah e Israele, nessuna vittima – La tregua tra Israele e Hezbollah in Libano sembra reggere, malgrado una serie di scontri isolati tra il gruppo armato sciita e le truppe dello Stato ebraico avvenuti nelle ultime dodici ore, senza provocare vittime. Questi, secondo l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, hanno investito nella serata di ieri le località di Bint Jbeil, Maroun el-Ras,Yohmor al-Shaqif, Jabal el-Rihane e Khiam, tutte nel sud del Paese dei Cedri. Intanto il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, il colonnello Avichay Adraee, ha invitato ancora una volta gli sfollati di oltre sessanta villaggi libanesi a non tornare alle proprie case. “L’esercito non intende prendervi di mira in questa fase, vi è quindi vietato tornare a casa fino a nuovo avviso”, ha avvertito sui social.

Ore 8,00 – Israele: arrestati sei coloni in Cisgiordania per violenze contro i palestinesi e scontri con l’Idf – Almeno sei coloni israeliani sono stati arrestati nella notte dalle truppe dello Stato ebraico per aver aggredito i residenti palestinesi di alcune località della Cisgiordania settentrionale. Lo riferisce l’emittente pubblica israeliana Kan, secondo cui la rivolta dei coloni è cominciata nella notte quando alcuni funzionari dell’Amministrazione civile e agenti della Polizia di frontiera sono intervenuti per demolire un avamposto illegale, costruito su terreni privati del villaggio palestinese di Beit Furik, nei pressi di Nablus. Secondo una nota diramata dalle forze armate israeliane (Idf), durante l’evacuazione sono state lanciate pietre contro le forze dell’ordine, che hanno ferito due agenti della Polizia di frontiera. Poco dopo, secondo l’esercito dello Stato ebraico, un gruppo coloni ha preso d’assalto il villaggio palestinese di Beit Furik: “hanno incendiato alcune proprietà nella zona e lanciato pietre contro il villaggio”. In seguito, altri coloni hanno fatto lo stesso nella vicina città di Huwara. Intanto, secondo i militari israeliani, un’altra ventina di coloni si erano riuniti alla periferia di Rujeib, un altro villaggio palestinese nella zona di Nablus, apparentemente per preparare un terzo attacco. All’arrivo delle forze dell’ordine e dei militari dell’Idf però, il gruppo si è scontrato con le forze armate. “I manifestanti sono stati dispersi e diversi israeliani sono stati arrestati”, si legge nella nota dell’Idf, e consegnati alla polizia per ulteriori interrogatori. “L’Idf considera molto grave ogni violenza contro le sue truppe e i membri delle forze di sicurezza, che lavorano giorno e notte per la sicurezza dei cittadini della zona”, prosegue il comunicato, secondo cui “questi incidenti devono essere condannati e coloro che infrangono la legge devono essere perseguiti”. Non è chiaro, secondo l’emittente Kan, se dopo l’arresto i fermati sia stati effettivamente trattenuti dalle autorità o se siano già a piede libero.

Ore 7,00 – Norvegia: il fondo sovrano disinveste dall’israeliana Bezeq – Il fondo sovrano norvegese, il più ricco al mondo con un patrimonio gestito da oltre 1.500 miliardi di euro, ha dismesso i propri investimenti dalla società israeliana Bezeq, il principale gruppo di telecomunicazioni dello Stato ebraico, perché quest’ultimo fornisce servizi agli insediamenti nella Cisgiordania occupata. Secondo una nota diramata dal fondo, questa decisione è stata adottata a seguito di una nuova e più severa interpretazione degli standard etici da parte dell’organismo di controllo interno sulle aziende che sostengono le operazioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania. “La società, attraverso la sua presenza fisica e la fornitura di servizi di telecomunicazione agli insediamenti israeliani in Cisgiordania, sta contribuendo a facilitare il mantenimento e l’espansione di questi insediamenti, illegali ai sensi del diritto internazionale”, si legge in una raccomandazione del Consiglio per l’etica del fondo. “Così facendo, l’azienda stessa contribuisce alla violazione del diritto internazionale”. Malgrado Bezeq fornisca servizi di telecomunicazione anche alle zone palestinesi della Cisgiordania, ha osservato il Consiglio, ciò non compensa il fatto che sia operativa anche negli insediamenti israeliani. A seguito di questa raccomandazione, il Consiglio di amministrazione della Banca centrale norvegese, che controlla il fondo, ha deciso di vendere tutte le azioni della società israeliana. Il fondo sovrano norvegese possiede l’1,5 per cento di tutte le azioni quotate nel mondo e investe in circa 8.800 società.

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