Guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, le ultime notizie. Gaza: 43.204 morti dal 7 ottobre 2023. Hamas rifiuta proposte di tregua temporanea. Libano: altre 10 vittime in due raid dell’Idf. Hezbollah lancia attacchi contro Israele: 7 morti. Tel Aviv bombarda il gruppo in Siria. Razzo lanciato contro lo Stato ebraico colpisce base irlandese dell’Unifil: nessun ferito. Netanyahu: “Non c’è una data stabilita per la fine della guerra” | DIRETTA
Diretta live della guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah oggi, giovedì 31 ottobre
Di seguito le ultime notizie di oggi, giovedì 31 ottobre 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente.
Ore 18,00 – Gaza, il direttore infermieristico ad al-Jazeera: “33 tra medici e infermieri dell’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahiya sono stati arrestati dall’Idf. La situazione è catastrofica” – La situazione all’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahiya, dove “sono state arrestate anche più di 33 persone tra medici e infermieri”, è catastrofica. La denuncia arriva all’emittente qatariota al-Jazeera dal direttore infermieristico della struttura sanitaria del nord della Striscia di Gaza, Eid Sabbah, secondo cui “non ci sono equipe mediche, mancano: dottori, chirurghi e ortopedici”. “L’esercito israeliano ha distrutto le bombole di ossigeno e i generatori elettricità, nonché la pompa idrica principale dell’ospedale e tutte le ambulanze”, ha detto Sabbah ad al-Jazeera. “Le cose che abbiamo non bastano a mantenere in vita le persone”, ha aggiunto. Secondo il direttore infermieristico della struttura, quasi 120 pazienti feriti sono ancora ricoverati all’interno dell’ospedale, un terzo dei quali necessita di un intervento chirurgico urgente. “Ma sono rimasti solo tre dottori, tra cui due neolaureati che non sono in grado di operare”, ha spiegato Sabbah. Cinque giorni fa, ha ricordato, una delegazione dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) è arrivata con un piccolo rifornimento di carburante per far funzionare i generatori e alcuni dispositivi medici ma “quella stessa notte, subito dopo la loro partenza dall’ospedale, l’esercito israeliano ha preso d’assalto la struttura, distruggendo le forniture mediche che avevamo ricevuto”, ha dichiarato Sabbah.
Ore 17,45 – Israele, il premier Netanyahu: “Non c’è una data stabilita per porre fine alla guerra” – “Non c’è una data stabilita per porre fine alla guerra, solo obiettivi pre-fissati”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, intervenendo a una cerimonia di laurea per allievi ufficiali delle forze armate (Idf) con un discorso citato dal quotidiano locale Haaretz, ha assicurato che la guerra continuerà, finché Hamas non verrà sradicato da Gaza e non potrà più rappresentare una minaccia per Israele. Gli obiettivi a Gaza, ha dichiarato il premier, sono la vittoria e la liberazione degli ostaggi. Per quanto riguarda il Libano invece, il premier ha precisato che la libertà di Israele di fermare gli attacchi di Hezbollah è più importante degli accordi di cessate il fuoco. “Gli accordi, i documenti, le proposte, i numeri 1509 e 1701 (le risoluzioni approvate in merito dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, ndr), tutto questo ha la sua importanza, ma non sono il tema principale”, ha dichiarato alcune ore dopo aver incontrato gli inviati della Casa bianca in Medio Oriente, Amos Hochstein e Brett McGurk. “La cosa principale è la nostra capacità e la nostra determinazione a mantenere la nostra sicurezza, a sventare gli attacchi contro di noi e ad agire, per quanto necessario, contro l’armamento dei nostri nemici, nonostante tutte le pressioni e le limitazioni: questo è il tema principale”. Tra i cori “Bibi, Bibi” e gli applausi scroscianti dei militari presenti nella base di Bahad 1, vicino a Mitzpe Ramon, Netanyahu ha poi attaccato l’Iran, affermando che, con i suoi recenti attacchi, Israele ha colpito il “ventre molle” della Repubblica islamica. “L’obiettivo finale di Israele è impedire all’Iran di dotarsi delle armi nucleari”, ha detto il premier, secondo cui Tel Aviv “può operare liberamente in Iran e raggiungere qualsiasi punto del suo territorio”. La lotta contro l’asse iraniano, ha aggiunto Netanyahu, è guidata dal “concetto di vittoria totale”. “Non sto stabilendo una data per porre fine alla guerra, ma sto stabilendo obiettivi chiari per la vittoria nella guerra”, ha affermato. “C’è un metodo, c’è una direzione. Ci sono obiettivi chiari. Abbiamo scelto di concentrarci inizialmente sul colpire militarmente Hamas a Gaza e di non dividere le nostre forze su due fronti contemporaneamente”, ha poi spiegato il premier. “Dopo aver distrutto la forza organizzata di Hamas, dopo che il 90 percento dei residenti è tornato a casa sano e salvo nel sud, abbiamo concentrato i nostri sforzi sul nord (in Libano, ndr)”, ha aggiunto Netanyahu, secondo cui Israele sta “cambiando la realtà strategica in Medio Oriente”, anche se è ancora “nell’occhio del ciclone”.
Ore 17,30 – Russia, il viceministro Bogdanov: “Mediamo con Hamas per liberare gli ostaggi con passaporto russo” – Il governo di Mosca sta mediando con Hamas per ottenere la liberazione degli ostaggi israeliani in possesso di passaporti russi. Lo ha assicurato oggi viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov incontrando Yelena Trufanova, il cui figlio Sasha è tenuto prigioniero da Hamas a Gaza dal 7 ottobre 2023. Liberare suo figlio, ha detto Bogdanov secondo l’agenzia di stampa russia Ria Novosti, resta una priorità per il Cremlino.
Ore 17,00 – Israele, il premier Netanyahu riceve gli inviati in Medio Oriente del presidente Usa Joe Biden: “Qualsiasi cessate il fuoco con Hezbollah deve garantire la sicurezza dello Stato ebraico” – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ricevuto oggi nel suo ufficio di Gerusalemme gli inviati per il Medio Oriente del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, Amos Hochstein e Brett McGurk, a cui ha ribadito che qualsiasi accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano dovrà garantire la sicurezza . “Il primo ministro ha specificato che la questione principale non è la burocrazia per questo o quell’accordo, ma la determinazione e la capacità di Israele di garantire l’applicazione dell’intesa e di prevenire qualsiasi minaccia alla sua sicurezza dal Libano”, si legge in una nota diramata dall’ufficio di Netanyahu dopo l’incontro, a cui ha preso parte anche il ministro della Difesa Yoav Gallant, che in una nota separata ha rivelato come la discussione sia stata incentrata sugli “accordi di sicurezza in relazione al fronte settentrionale e al Libano, e sugli sforzi per garantire il ritorno dei 101 ostaggi ancora trattenuti da Hamas a Gaza”.
Ore 16,10 – Libano: altri 10 morti in due raid di Israele vicino Sidone e Baalbek – Almeno altre 10 persone sono rimaste uccise in due raid aerei condotti oggi dalle forze armate israeliane (Idf) nei pressi delle città di Sidone e di Baalbek, rispettivamente nel sud e nell’est del Libano. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, che cita i propri corrispondenti sul campo. Almeno cinque persone sono rimaste uccise in un raid condotto dall’Idf contro un “edificio abitato, situato dietro il municipio” della cittadina di Arzi, nel distretto meridionale di Sidone. L’area figurava tra quelle indicate dalle Idf nell’avviso di evacuazione diramato questa mattina alla popolazione residente in una decina di località del Paese arabo. Altre cinque persone sono invece rimaste uccise in un attacco aereo dell’Idf che ha colpito “un’abitazione di un quartiere residenziale della cittadina di Maqneh”, nel distretto orientale di Baalbek.
Ore 15,50 – Israele: 2 morti e un ferito in un attacco missilistico di Hezbollah nel nord dello Stato ebraico – Almeno due persone sono state uccise e un’altra è rimasta lievemente ferita oggi nella zona di Haifa, nel nord di Israele, a seguito di un altro attacco missilistico lanciato dal gruppo armato sciita libanese Hezbollah. Lo riferisce il servizio di emergenza Magen David Adom in una nota, citata dal quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui le vittime, “una donna sulla sessantina e un uomo sulla ventina”, rimaste uccise quando un razzo di Hezbollah è esploso in un uliveto sul ciglio dell’autostrada 79, vicino alla cittadina di Kyriat Ata, nella zona della baia di Haifa. Un altro “uomo sulla settantina”, secondo il servizio di emergenza, è rimasto leggermente ferito nell’attacco, che porta così a sette i morti registrati oggi in Israele per gli attacchi lanciati da Hezbollah.
Ore 15,15 – Israele, Idf: “Raffica di 25 razzi lanciati dal Libano verso il nord: nessun ferito” – Un’altra raffica di 25 razzi è stata lanciata dal Libano verso il nord di Israele, senza provocare vittime né feriti. Lo riferiscono in una nota le forze armate israeliane (Idf), secondo cui solo alcuni missili sono stati intercettati, mentre altri sono precipitati in spazi all’aperto nel nord dello Stato ebraico.
Ore 15,00 – Libano, un razzo lanciato verso Israele colpisce una base dell’Unifil delle truppe irlandesi: “Nessun ferito” – Un razzo lanciato verso Israele ha colpito una base dell’Unifil nel sud del Paese arabo in cui sono schierate truppe irlandesi, senza provocare feriti. Lo riferiscono in una nota le forze armate di Dublino, secondo cui l’attacco, compiuto ieri con un razzo Katyusha, ha colpito un’area non occupata di Camp Shamrock, causando “danni minimi”. Il razzo, ha spiegato il tenente generale Sean Clancy, capo di Stato maggiore delle Forze di difesa irlandesi, era diretto verso Israele. Non è chiaro se sia precipitato o se sia stato abbattuto dal sistema di difesa israeliano Iron Dome. Il premier irlandese Simon Harris ha definito l’incidente “estremamente grave”, sottolineando come la comunità internazionale si stia facendo abbastanza per proteggere i Caschi blu nel contesto del conflitto tra Israele e Hezbollah. “Ribadisco con forza il mio appello in relazione alla necessità che le persone rispettino il diritto internazionale e rispettino le protezioni specifiche che vengono fornite alle forze di peacekeeping”, ha dichiarato Harris. Quasi 350 soldati irlandesi sono attualmente impegnati nell’ambito della missione delle Nazioni Unite in Libano.
Ore 14,45 – Gaza: sale a 43.204 morti il bilancio delle vittime dal 7 ottobre 2023 – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 si è attestato a 43.204 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 101.640 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 41 persone e altre 131 sarebbero rimaste ferite.
Ore 14,30 – Siria, Israele conferma i raid nella provincia di Homs: “Colpiti depositi di armi e centri di comando della Forza Radwan di Hezbollah” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno bombardato una serie di depositi di armi e centri di comando di Hezbollah nella zona di Qusayr, nella campagna meridionale della provincia di Homs, in Siria centrale. Lo riferiscono in una nota le Idf, secondo cui le strutture bombardate erano “collegate alla Forza Radwan”, l’unità d’élite del gruppo armato sciita libanese.
Ore 14,00 – Lavrov: “Russia e Iran firmeranno un trattato di cooperazione in materia di difesa” – Russia e Iran firmeranno a breve un trattato di cooperazione in materia di difesa. Lo ha annunciato oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un’intervista televisiva citata dall’agenzia di stampa ufficiale Ria Novosti. “Il trattato su un partenariato strategico globale tra Russia e Iran, in fase di preparazione, diventerà un fattore importante per il rafforzamento delle relazioni russo-iraniane”, ha detto Lavrov, secondo cui l’accordo sarà firmato “nel prossimo futuro”. L’intesa, ha aggiunto, “confermerà il desiderio delle parti di una più stretta cooperazione nel campo della difesa nell’interesse della pace e della sicurezza a livello regionale e globale”. Il ministro russo non fornito date né ha specificato quale forma assumeranno i legami militari tra Mosca e Teheran.
Ore 13,30 – Libano, il premier Mikati: “Gli ordini di evacuazione dell’Idf sono crimini di guerra” – Il primo ministro libanese ad interim Najib Mikati ha definito “crimini di guerra” gli ordini di evacuazione emessi dalle forze armate israeliane (Idf) nei confronti dei civili del Paese arabo, costretti a evacuare centinaia di località, spesso interi centri urbani e quartieri. “Le minacce lanciate dall’esercito israeliano contro i civili libanesi costretti a evacuare intere città e a lasciare i loro quartieri e le loro case costituiscono un ulteriore crimine di guerra che si aggiunge alla serie di crimini commessi dall’esercito israeliano in Libano”, ha affermato il premier in una nota diramata oggi dal suo ufficio e citata dall’agenzia di stampa ufficiale Nna. Mikati ha poi aggiunto di aver già “espresso questa posizione alle missioni diplomatiche straniere, chiedendo loro di intensificare la pressione su Israele affinché metta fine alla sua aggressione e all’uso di questo metodo, rifiutato da tutti gli standard internazionali e umanitari”.
Ore 13,00 – Libano: 4 paramedici uccisi in un raid di Israele – Quattro paramedici sono rimasti uccisi oggi nella località di Derdghaya, nel distretto meridionale libanese di Tiro, in un raid aereo condotto oggi dalle forze armate di Israele (Idf) contro un centro del Comitato sanitario islamico, un’organizzazione di soccorso affiliata a Hezbollah. La conferma è contenuta in una nota del ministero della Salute di Beirut citata dall’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui un’ambulanza del Comitato sanitario islamico è stata presa di mira oggi da un raid dell’Idf a Selaa, sempre nel distretto meridionale di Tiro, un attacco a cui i paramedici che si trovavano a bordo sono “miracolosamente sopravvissuti”. Pertanto, si legge nella nota, sale ad almeno 178 morti e 279 feriti il bilancio delle vittime tra i soccorritori e gli operatori sanitari libanesi dalla ripresa della guerra tra Israele e Hezbollah, ricominciata l’8 ottobre 2023, un conflitto in cui sono state prese di mira almeno 246 ambulanze.
Ore 12,30 – Israele: 5 morti e un ferito grave in un attacco missilistico di Hezbollah nel nord dello Stato ebraico – Almeno cinque persone, tra cui un contadino israeliano e quattro lavoratori stranieri, sono state uccise e un’altra è rimasta gravemente ferita oggi a Metula, nel nord di Israele, a seguito di un attacco con una trentina di razzi lanciato dal gruppo armato sciita libanese Hezbollah. La conferma dei decessi è arrivata al quotidiano israeliano Haaretz dal presidente del Consiglio locale della cittadina di confine, David Azoulai. Le vittime sono morte dopo che un razzo lanciato dal Libano ha colpito un campo agricolo nei pressi del centro urbano israeliano. Secondo le forze armate israeliane (Idf), Hezbollah ha lanciato una raffica di una trentina di razzi verso il nord di Israele ma solo alcuni sono stati intercettati dalla contraerea.
Ore 12,15 – Gaza, Msf: “Arrestato un nostro chirurgo ortopedico all’ospedale Kamal Adwan. Nessun contatto dal 25 ottobre” – Un chirurgo ortopedico di Medici Senza Frontiere (Msf,) il dott. Mohammed Obeid, è stato arrestato il 26 ottobre scorso insieme a diversi altri membri del personale medico dell’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, durante un’operazione militare delle forze armate di Israele (Idf) nella struttura sanitaria. La denuncia arriva proprio da Msf, il cui ultimo contatto con il dottor Obeid risale al pomeriggio del 25 ottobre. “Siamo estremamente allarmati dalla detenzione del nostro collega”, ha fatto sapere l’organizzazione in una nota. “Il dott. Obeid ha lavorato instancabilmente dall’inizio della guerra, offrendo il suo supporto come medico a numerosi ospedali di Gaza. Il suo lavoro ha salvato innumerevoli vite”, ricorda Msf. “Il nostro ultimo contatto con il dottor Obeid è avvenuto nel pomeriggio del 25 ottobre. Si era rifugiato e aveva offerto il suo supporto come chirurgo all’ospedale Kamal Adwan quando era stato assediato dalle forze israeliane”. Da allora, Medici Senza Frontiere ha “ufficialmente richiesto informazioni alle autorità israeliane sullo stato di detenzione del dott. Obeid, sulla sua posizione attuale e su qualsiasi informazione riguardante il suo benessere fisico e mentale”. “Chiediamo la sicurezza e la protezione del nostro collega e di tutto il personale medico di Gaza che lavora in condizioni impossibili e sta affrontando una violenza orribile nel tentativo di fornire assistenza”, conclude la nota.
Ore 12,00 – Hamas respinge ogni proposta di tregua temporanea a Gaza – Hamas respinge qualsiasi proposta di sospensione temporanea delle ostilità nella Striscia di Gaza e insiste per un cessate il fuoco duraturo. Lo ha dichiarato oggi all’agenzia di stampa francese Afp l’esponente del gruppo terroristico palestinese Taher al-Nunu, secondo cui “l’idea di una pausa temporanea della guerra, solo per riprendere l’aggressione in seguito, è qualcosa su cui abbiamo già espresso la nostra posizione”. “Hamas sostiene una fine permanente della guerra, non una temporanea”, ha detto ad Afp al-Nunu.
Ore 11,45 – Siria, media di regime: “Raid di Israele nella provincia di Homs” – Un raid aereo attribuito a Israele ha colpito “diversi edifici nella zona di Qusayr, nella campagna meridionale della provincia di Homs”, in Siria centrale. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale del regime Sana, secondo cui l’attacco ha causato una serie di “danni materiali” alla zona industriale di Qusayr e ad alcuni quartieri residenziali della città. Le forze armate israeliane (Idf), come di consueto, non hanno commentato la notizia.
Ore 11,30 – Libano: 173 operatori sanitari uccisi e 277 feriti in oltre un anno di guerra con Israele – Almeno 173 soccorritori e operatori sanitari sono stati uccisi e 277 sono rimasti feriti in Libano dalla ripresa della guerra tra Israele e Hezbollah, ricominciata l’8 ottobre 2023. Lo riferisce il ministero della Salute di Beirut in una nota citata dall’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, che conferma l’uccisione di un paramedico in un raid condotto nella notte dalle forze armate di Israele (Idf) a Deir al-Zahrani, nel distretto meridionale di Nabatieh, contro un’ambulanza dell’Associazione di Primo Soccorso degli Scout della Missione Islamica, un’organizzazione affiliata al movimento Amal, alleato di Hezbollah.
Ore 11,00 – Libano: il premier Mikati condanna le “aggressioni israeliane” contro Unifil – Il primo ministro libanese ad interim Najib Mikati ha condannato le “aggressioni israeliane” contro l’Unifil in un comunicato stampa diramato oggi dal suo ufficio e citato dall’agenzia ufficiale Nna. Il premier, come emerge dalla nota, ha inoltre chiesto al ministro degli Esteri, Abdallah Bou Habib, di “seguire l’inchiesta riguardante la caduta di un razzo” che il 29 ottobre ha colpito la base Unifil di Naqoura, ferendo lievemente otto soldati austriaci. Le forze di pace hanno precisato che il missile è stato lanciato “da nord, probabilmente da Hezbollah o da un gruppo affiliato”. Mikati ha poi elogiato il ruolo dei Caschi blu “nel preservare la pace e la stabilità nel sud” del Libano. Ieri, Unifil ha dichiarato di essere stata vittima di più di 30 “incidenti” dall’inizio di ottobre, di cui una ventina attribuiti a “fuoco o azioni” da parte delle forze armate israeliane, compresi 7 episodi definiti “intenzionali”. Per il resto, “circa una dozzina” di incidenti, “non è stato possibile determinare l’origine”, ha fatto sapere la forza Onu.
Ore 10,30 – Libano: un morto in un altro raid di Israele – Una persona è rimasta uccisa oggi in un attacco aereo condotto oggi dalle forze armate israeliane (Idf) ad Araya, sul Monte Libano. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui la vittima è deceduta quando un drone ha colpito l’auto su cui viaggiava lungo l’autostrada che collega Beirut alla valle della Beqaa. Almeno 12 persone sono rimaste uccise e altre 15 sono state ferite, secondo l’agenzia, nei raid compiuti da Israele nelle ultime ore in Libano.
Ore 10,15 – Libano, media: “Il leader di Hezbollah ha dato il via libera ai negoziati per una tregua con Israele” – Il neo-segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha aperto la porta ai negoziati per una tregua con Israele, anche se ci vorrà del tempo per raggiungere un cessate il fuoco in Libano. È quanto riferisce una fonte libanese al quotidiano locale Ad-Diyar, secondo cui il nuovo leader del gruppo armato sciita ha “dato il via libera” ai negoziati per il cessate il fuoco, per cui ci vorranno però “settimane o mesi” di trattive. Tuttavia, ha chiarito la fonte citata dal quotidiano libanese, “anche se nei prossimi giorni l’attività diplomatica si intensificherà, non porterà ad alcun un rapido cambiamento sul terreno”.
Ore 10,00 – Israele: coppia di Lod arrestata con l’accusa di spionaggio a favore dell’Iran – Una coppia di cittadini israeliani, residenti nella città di Lod, è stata arrestata oggi dalle autorità dello Stato ebraico con l’accusa di spionaggio a favore dell’Iran. Lo riferiscono in una nota congiunta i servizi interni dello Shin Bet e la polizia israeliana, secondo cui uno dei due arrestati aveva l’incarico di trovare un sicario a pagamento. I fermati, Rafael e Lala Guliyev, entrambi di circa 32 anni di età, sono accusati di aver raccolto informazioni su siti strategici in Israele, tra cui il quartier generale del Mossad, e di aver pedinato un’accademica del think tank Institute for National Security Studies (INSS), di cui non è stato rivelato il nome. A Rafael Guliyev, secondo le autorità israeliane, sarebbe anche stato chiesto di trovare un sicario ma non è stata resa nota l’identità della potenziale vittima. I due, secondo lo Shin Bet e la polizia di Israele, sarebbero stati reclutati dall’intelligence iraniana all’interno della comunità di immigrati provenienti dal Caucaso. In particolare, Rafael e Lala Guliyev, sarebbero stati reclutati da un cittadino israeliano di origine azera. È il terzo caso simile avvenuto in Israele nel giro di un mese.
Ore 9,45 – Libano: Idf ordinano l’evacuazione di una decina di città e villaggi nel sud – Le forze armate israeliane (Idf) hanno ordinato oggi l’evacuazione immediata di una decina di città e villaggi nel sud del Libano. Lo ha fatto sapere sui social il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba dei militari israeliani, pubblicando l’elenco delle località interessate, principalmente situate nei pressi delle città meridionali libanesi di Tiro e Nabatieh, tra cui figurano anche i centri di Al-Haush, Al-Bazouriyeh e Ansar. “Per la vostra sicurezza, dovete evacuare immediatamente le vostre case e spostarvi a nord del fiume Awali”, ha scritto Adraee in un post su X. “È proibito dirigersi a sud. Ogni spostamento verso sud potrebbe essere pericoloso”.
Ore 9,30 – Libano, Idf: “Ucciso un comandante di Hezbollah nel sud” – Un comandante di un’unità missilistica anticarro di Hezbollah è rimasto ucciso in un recente attacco aereo condotto dalle forze armate israeliane (Idf) nel Libano meridionale. Lo riferiscono in una nota le Idf, secondo cui Muhammad Khalil Alian, comandante della divisione anticarro di Hezbollah nell’unità regionale di Hajjar, è rimasto ucciso in un raid compiuto in settimana nel villaggio di Burj Qallawiyah, nel Libano meridionale. L’uomo, secondo i militari israeliani, era responsabile degli attacchi nella regione di Ramim Ridge, nel nord dello Stato ebraico.
Ore 9,00 – Libano: altri 8 morti in tre raid dell’Idf nella Beqaa – Almeno otto persone sono rimaste uccise nei raid aerei condotti oggi dalle forze armate israeliane (Idf) nella valle della Beqaa, in Libano orientale. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, che cita i propri corrispondenti sul campo. Almeno 4 persone sono rimaste uccise in un attacco aereo che ha colpito un’abitazione civile nella cittadina di Buday, nel distretto di Baalbek. Altre tre sono morte e altrettante sono rimaste ferite in un raid israeliano che ha preso di mira il villaggio di Sohmor, nella Beqaa occidentale. Un uomo invece è morto quando un drone ha colpito la motocicletta su cui viaggiava nel villaggio di Qaraoun, sempre nella Beqaa occidentale.
Ore 8,30 – Cisgiordania: 2 morti in un raid dell’Idf a Tulkarm – Almeno due persone sono rimaste uccise nei pressi di Tulkarm, nella Cisgiordania occupata da Israele, a seguito di un attacco aereo condotto nella notte dalle forze armate dello Stato ebraico (Idf) contro il campo profughi di Nur Shams. Lo riferisce il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) in una nota citata dall’agenzia di stampa ufficiale Wafa, secondo cui tra le vittime del raid figura almeno un minore. In una nota precedente le Idf avevano annunciato un’operazione delle forze di sicurezza nella zona che un aereo dell’Aviazione aveva preso di mira una cellula terroristica armata che aveva aperto il fuoco sulle truppe israeliane.
Ore 8,00 – Egitto-Israele: atteso al Cairo il direttore della CIA Williams Burns, a Tel Aviv arrivano i consiglieri di Biden – Il direttore della CIA Williams Burns è atteso oggi al Cairo mentre nelle stesse ore arriveranno a Tel Aviv i consiglieri del presidente degli Stati Uniti Joe Biden per il Medio Oriente, Amos Hochstein e Brett McGurk, per un nuovo round di colloqui volti a raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo riporta il settimanale egiziano al-Ahram Weekly, secondo cui le visite di Burns, Hochstein e McGurk seguono di pochi giorni i negoziati avvenuti domenica 27 ottobre a Doha tra il capo della Cia, il premier del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e il direttore del Mossad israeliano, David Barnea. Allora, i negoziatori egiziani hanno proposto una tregua limitata di due giorni in cambio della liberazione di quattro ostaggi israeliani trattenuti da Hamas nella Striscia e del rilascio di alcuni detenuti palestinesi.
Ore 7,45 – Libano: 3 morti in un raid di Israele nel sud – Almeno tre persone sono rimaste uccise in un attacco aereo condotto nella notte dalle forze armate israeliane (Idf) nella città di Deir al-Zahrani, nel distretto di Nabatieh, in Libano meridionale. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, che identifica le vittime come: Osama Mortada, Hussein Hammoud e Mohammad Bou Dallé, uccisi da un raid che ha colpito un’abitazione civile della città. Proseguono, al momento, le ricerche tra le macerie per trovare possibili altre vittime. Secondo il bollettino aggiornato diramato nella notte dal ministero della Salute di Beirut, che non tiene conto di quest’ultimo raid, dalla ripresa della guerra tra Israele e Hezbollah, ricominciata l’8 ottobre 2023, in Libano sono state uccise almeno 2.822 persone e altre 12.937 sono rimaste ferite.
Ore 7,30 – Iraq: milizia filo-iraniana rivendica attacchi con droni contro Israele – La sedicente Resistenza islamica in Iraq, una galassia di milizie irachene filo-iraniane, ha rivendicato oggi una serie di attacchi con droni contro tre obiettivi in Israele. La rivendicazione, contenuta in un post diramato su Telegram citato dall’emittente qatariota al-Jazeera, riferisce di almeno tre attacchi condotti su due siti strategici nel nord di Israele, tra cui una base nel Golan occupato, e su un obiettivo militare nel sud dello Stato ebraico, tutti definiti “luoghi vitali”. Le forze armate israeliane (Idf) non hanno finora confermato gli attacchi né si segnalano vittime o feriti.
Ore 7,15 – Gaza, Idf: “Continua l’offensiva nel nord della Striscia” – Le forze armate israeliane (Idf) continuano i combattimenti a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, dove l’esercito ha intensificato l’offensiva lanciata ormai più di venti giorni fa. In una nota diramata in mattinata, le Idf affermano di aver colpito “decine di obiettivi terroristici e depositi di armi” riconducibili a Hamas nel nord della Striscia, mentre nella parte centrale di Gaza le truppe israeliane hanno “distrutto un sito utilizzato per la produzione di munizioni”.
Ore 7,00 – Yemen, media Houthi: “Forze angloamericane bombardano nei pressi dell’università di Hodeidah” – Le forze angloamericane schierate nel Mar Rosso hanno bombardato un obiettivo nei pressi dell’Università di Hodeidah, nel distretto di al-Hawak, nello Yemen occidentale controllato dal gruppo armato sciita Houthi. Lo riferisce l’agenzia di stampa yemenita Saba, vicina al movimento Ansarullah, il braccio politico degli Houthi. Gli attacchi non sono ancora stati confermati dalle forze armate degli Stati Uniti o del Regno Unito.
Ore 6,00 – Libano: il premier Mikati spera in un accordo di tregua entro il 5 novembre – Il primo ministro libanese ad interim Najib Mikati spera in un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah “nelle ore o nei giorni a venire”, dicendosi “cautamente ottimista”. “Stiamo facendo del nostro meglio per raggiungere un cessate il fuoco nelle prossime ore o giorni”, ha detto Mikati in un’intervista andata in onda ieri sera (nella notte italiana) sul canale locale al-Jadeed,. “In una telefonata di oggi (ieri in Italia), (l’inviato americano Amos) Hochstein mi ha suggerito che potremmo essere in grado di raggiungere un cessate il fuoco nei prossimi giorni, prima del 5 del mese prossimo (novembre, ndr)”, ha aggiunto.