Guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, le ultime notizie. Meloni incontra il premier Mikati in Libano: “Unifil va rafforzata: necessaria piena attuazione della risoluzione Onu 1701”. I Caschi blu: “Restiamo malgrado gli attacchi deliberati di Tel Aviv”. Israele continua i raid: 7 morti nel sud. Hamas conferma l’uccisione di Sinwar. 42.500 vittime a Gaza | DIRETTA
Diretta live della guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah oggi, venerdì 18 ottobre
Di seguito le ultime notizie di oggi, venerdì 18 ottobre 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente.
Ore 18,50 – Yemen, gli Houthi salutano Sinwar: “Gaza e la causa palestinese sono destinati alla vittoria” – Gli Houthi dello Yemen danno l’ultimo saluto a Yahya Sinwar: “Le mie più sentite condoglianze” ad Hamas e “al caro popolo palestinese dopo che il grande leader Sinwar ha ricevuto la medaglia del martirio”, scrive su X un portavoce degli Houthi, Mohammed Abdulsalam. “Gaza e la causa palestinese sono destinati alla vittoria, non importa l’entità dei sacrifici”.
Ore 18,00 – Russia, Putin: “Siamo in contatto con Israele e l’Iran e disposti a contribuire a un compromesso” – La Russia è pronta a contribuire alla ricerca di un compromesso tra Israele e l’Iran, con cui Mosca resta in contatto. Lo ha annunciato oggi il presidente Vladimir Putin, come riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Ria Novosti, durante la conferenza stampa con i principali media dei Paesi del formato Brics+ in vista del vertice previsto la prossima settimana a Kazan. “Siamo in contatto con Israele e siamo in contatto con l’Iran. Abbiamo relazioni piuttosto fiduciose. E vorremmo davvero che questo scambio infinito di colpi si fermasse a un certo punto. E che si trovassero modi per risolvere la situazione che soddisfino entrambe le parti”, ha dichiarato il leader del Cremlino, secondo cui il compromesso tra Tel Aviv e Teheran è “difficile ma possibile”. “La risposta a questa domanda sta sempre nella ricerca di compromessi. Sono possibili in questa situazione o no? Penso di sì. Non importa quanto possa essere difficile, ma secondo me è possibile”, ha aggiunto Putin, secondo cui Mosca è disposta a contribuire se entrambe le parti lo volessero. “Se ci sarà richiesto, siamo pronti a fare tutto il possibile, restando in contatto con entrambe le parti, per aiutarle a trovare un compromesso”, ha concluso il presidente russo.
Ore 17,30 – Israele, Idf: “4 soldati feriti in Libano, uno a Gaza” – Quattro soldati israeliani sono rimasti gravemente feriti in combattimento in Libano, mentre un altro militare dello Stato ebraico versa in gravi condizioni per le ferite riportate in battaglia nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono in un comunicato le forze armate israeliane (Idf), secondo cui tre soldati dell’unità d’élite Maglan sono rimasti feriti ieri durante alcuni scontri in Libano meridionale. Un altro ufficiale invece, un riservista, è rimasto ferito durante gli scontri al confine con Israele. Nel nord di Gaza poi un soldato della Brigata Givati è rimasto gravemente ferito questa mattina. Tutti i militari, riferiscono le Idf, sono stati evacuati per ricevere le necessarie cure mediche e le loro famiglie sono state informate.
Ore 17,00 – Gaza, Human Rights Watch: “Dal 1° ottobre Israele ha ordinato l’evacuazione di 400mila persone nel nord della Striscia” – Dal 1° ottobre l’esercito israeliano ha ordinato a circa 400mila residenti nel nord della Striscia di Gaza di abbandonare le proprie case e ha impedito l’arrivo degli aiuti umanitari in questa porzione del territorio costiero palestinese. La denuncia arriva dall’ong Human Rights Watch, secondo cui “il trasferimento forzato di popolazione e la deportazione può equivalere a un crimine di guerra”. Le autorità israeliane, denuncia l’ong, hanno emesso quattro ordini di evacuazione nel nord della Striscia di Gaza tra il 1° e il 12 ottobre. “Ma ci sono sempre più prove che l’esercito israeliano sta cercando illegalmente di costringere i civili ad abbandonare l’area settentrionale di Gaza , senza un posto sicuro dove andare, senza un modo sicuro per arrivarci e senza piani apparenti per farli tornare”, sottolinea Human Rights Watch.
Ore 16,45 – Libano, Idf: “Uccisi 1.500 miliziani di Hezbollah” – Almeno 1.500 miliziani di Hezbollah sono rimasti uccisi negli scontri con le forze armate israeliane (Idf) in Libano. Lo ha annunciato oggi il capo di stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, durante un incontro con i comandanti del battaglione Golani, schierato nel sud del Paese arabo. “Siamo molto determinati a colpire Hezbollah il più duramente possibile”, ha affermato Halevi, secondo quanto riporta una nota dell’Idf. “Abbiamo eliminato l’intera catena di comando”, ha aggiunto, riferendosi agli attacchi aerei che hanno ucciso il segretario generale Hassan Nasrallah e altri esponenti di spicco del gruppo armato sciita libanese. “E voi state eliminando la struttura di comando locale”.
Ore 16,30 – Libano, Meloni: “Attacchi all’Unifil inaccettabili: necessaria la piena attuazione della risoluzione n. 1701 dell’Onu” – Gli attacchi all’Unifil sono “inaccettabili” e tutte le parti devono garantire la sicurezza dei Caschi blu. Lo ha detto oggi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa congiunta con il premier Najib Mikati a Beirut. “È necessaria la piena attuazione della risoluzione n. 1701 delle Nazioni Unite, ovvero che a sud del fiume Litani non deve esserci altra presenza militare se non quella dell’Unifil”, ha aggiunto Meloni. La missione Onu, ha sottolineato la premier, “va rafforzata” e “deve tornare alla sua missione originaria”. Solo così, secondo la presidente del Consiglio, “si potrà voltare pagina”. L’Italia, ha aggiunto Meloni, è “al lavoro per raggiungere un cessate il fuoco sia a Gaza che in Libano”. Ringrazio il Primo Ministro per la sua accoglienza. Sono orgoglioso di essere il primo capo di governo a visitare il Libano dall’inizio dell’escalation. Esprimo la mia solidarietà ai civili di entrambe le parti che hanno subito le conseguenze (del conflitto)”, ha detto la premier, che nelle prossime ore incontrerà il presidente del Parlamento libanese Nabih Berri. “Quello che sta accadendo oggi è una lezione per tutti i libanesi: restare fuori dai conflitti regionali”, ha detto, da parte sua, il premier libanese Mikati.
Ore 16,15 – Russia: Putin invita il presidente dell’Anp Abu Mazen al summit dei Brics di Kazan – La Russia ha invitato il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas (Abu Mazen), a partecipare al summit dei Brics+ previsto la prossima settimana a Kazan. Lo ha annunciato oggi il presidente Vladimir Putin, come riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Ria Novosti, durante la conferenza stampa con i principali media dei Paesi del formato Brics+. Putin ha anche ribadito il sostegno della Russia alla soluzione dei due Stati al conflitto tra Israele e i palestinesi e ha aggiunto che la questione sarà discussa al summit della prossima settimana tra Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti.
Ore 16,00 – Giordania: i due sospetti armati uccisi oggi al confine con Israele erano membri dei Fratelli Musulmani – I Fratelli Musulmani in Giordania hanno rivendicato l’appartenenza all’organizzazione dei due uomini armati uccisi stamattina dall’esercito israeliano dopo aver attraversato il confine con lo Stato ebraico. I due, ha detto all’agenzia di stampa francese Afp il portavoce dei Fratelli Musulmani nel regno arabo, Moath al-Khawaldeh, erano “membri del gruppo e hanno sempre partecipato agli eventi organizzati in solidarietà con Gaza e a sostegno della resistenza”. I sospetti avevano superato il confine tra Giordania e Israele, a sud del Mar Morto, e sono stati uccisi in uno scontro a fuoco in cui sono rimasti feriti anche due militari.
Ore 15,5o – Gaza: sale a 42.500 morti il bilancio delle vittime dal 7 ottobre 2023 – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 42.500 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 99.546 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 62 persone e altre 300 sarebbero rimaste ferite.
Ore 15,45 – Libano, raid dell’Idf a Jwaya: “3 morti” – Almeno 3 persone sono rimaste uccise oggi nel sud del Libano a seguito di un raid aereo condotto dalle forze armate israeliane (Idf) a Jwaya, nel distretto sudoccidentale di Tiro. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui l’attacco ha provocato anche “numerosi feriti”. I soccorsi, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa libanese, continuano a cercare superstiti tra le macerie. Si tratta di almeno il secondo raid mortale compiuto oggi dall’Idf in Libano: un altro attacco compiuto stamattina a Doueir, nel distretto meridionale di Nabatiye, aveva infatti provocato altri 4 morti.
Ore 15,40 – Libano: la premier Meloni arriva a Beirut – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata in Libano ed è il primo capo di Stato o di governo a recarsi in visita a Beirut dopo l’escalation tra Israele e Hezbollah. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, secondo cui la premier è arrivata all’aeroporto internazionale Rafik Hariri dove è stata accolta dal primo ministro libanese ad interim Najib Mikati, con cui terrà un colloquio a porte chiuse presso il Palazzo del Governo, Grand Sérail, prima di rilasciare una dichiarazione congiunta alla stampa.
Ore 15,00 – Media: “Israele valuta l’affidamento ai privati della distribuzione degli aiuti nel nord della Striscia” – Israele sta valutando l’ipotesi di affidare ad aziende private la distribuzione di aiuti nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha rivelato in via anonima al quotidiano online The Times of Israel un funzionario israeliano, secondo cui l’obiettivo è smantellare un elemento fondamentale del governo civile di Hamas nella Striscia. “Non verranno utilizzate aziende israeliane, ma Israele sta valutando l’ipotesi di avvalersi di una società di sicurezza americana, attorno alla quale le forze armate creerebbero un perimetro di sicurezza”, ha dichiarato l’anonimo funzionario israeliano. “La speranza”, ha aggiunto la fonte citata, “è che prima o poi anche i Paesi arabi si uniscano per distribuire gli aiuti umanitari”.
Ore 14,30 – Hamas conferma ufficialmente la morte di Sinwar – Un importante leader politico di Hamas, Khalil al-Hayya, ha confermato oggi la morte di Yahya Sinwar, ucciso il 16 ottobre in un raid israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. In un comunicato video citato da al-Jazeera, al-Hayyaa ha ribadito la posizione del gruppo terroristico palestinese che non intende rilasciare gli ostaggi israeliani finché non si arriverà a un cessate il fuoco a Gaza. “Quei prigionieri non torneranno da voi prima della fine dell’aggressione e del ritiro da Gaza”, ha affermato al-Hayya. In una successiva nota diramata su Telegram da Hamas si legge: “Piangiamo un uomo che è stato uno dei più nobili e coraggiosi, un uomo che ha dedicato la sua vita alla Palestina”.
Ore 14,00 – Libano: Idf schierano un’altra brigata di riservisti – Le forze armate israeliane (Idf) schiereranno un’altra brigata di riservisti dell’esercito al confine settentrionale con il Libano. Lo hanno reso noto in un comunicato le Idf, secondo cui le nuove truppe consentiranno “la continuazione dello sforzo militare contro Hezbollah e il raggiungimento degli obiettivi bellici, tra cui il sicuro ritorno dei residenti del nord alle loro case”.
Ore 13,45 – Israele: sono un soldato e un riservista i feriti nel sospetto attentato nel sud – Le due persone rimaste ferite oggi ferite oggi nel sud di Israele in un sospetto attentato, presumibilmente condotto da un imprecisato numero di uomini armati infiltratisi nel territorio dello Stato ebraico attraverso il confine con la Giordania, sono un soldato in servizio attivo e un riservista. Lo riferiscono in un comunicato le forze armate israeliane (Idf), secondo cui i due militari sono rimasti lievemente feriti. Alle prime ore di oggi, si legge nella nota, i soldati di guardia del 727esimo Battaglione dell’esercito hanno individuato dei sospetti nei pressi del confine con la Giordania, non lontano dal Mar Morto, e le truppe si sono dirette nella zona. “Due terroristi hanno aperto il fuoco sui soldati dell’Idf, ferendo un soldato in servizio attivo e un riservista dell’Home Front Command”, prosegue il comunicato. “Le forze israeliane hanno ucciso i terroristi a pochi metri dalla recinzione di confine”. “Le Idf e la polizia stanno bloccando le strade della zona e stanno effettuando ricerche via terra e via aria per individuare un possibile terzo terrorista”, conclude la nota.
Ore 13,30 – Libano: il premir Mikati ordina al ministro degli Esteri Bou Habib di convocare l’ambasciatore iraniano – Il primo ministro libanese ad interim, Najib Mikati, ha ordinato oggi al ministro degli Esteri uscente, Abdallah Bou Habib, di convocare l’incaricato d’affari dell’ambasciata iraniana a Beirut per chiedere conto delle recenti dichiarazioni rese dal presidente del Parlamento della Repubblica islamica, Mohammad Bagher Ghalibaf, in un’intervista a Le Figaro. In questa intervista, Ghalibaf ha suggerito che Teheran sarebbe pronta a negoziare con la Francia sull’attuazione della risoluzione n. 1701 delle Nazioni Unite che, adottata nel 2006 dopo la fine della seconda guerra del Libano, chiede al gruppo armato sciita Hezbollah di ritirarsi a nord del fiume Litani. In un comunicato citato dall’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, il premier ha precisato di aver chiesto a Bou Habib di informare l’incaricato d’affari iraniano sulla posizione ufficiale del governo libanese al riguardo. In una precedente nota, Mikati si era detto “sorpreso” dalle dichiarazioni di Ghalibaf, bollandole come “una palese ingerenza negli affari libanesi e un tentativo di stabilire un controllo inaccettabile sul Libano”. L’ambasciatore iraniano a Beirut, Mojtaba Amani, è rimasto ferito il 17 settembre nell’ondata di esplosioni di cercapersone e walkie-talkie di Hezbollah. Pertanto i rapporti bilaterali sono al momento affidati a un incaricato d’affari dell’ambasciata iraniana.
Ore 13,15 – Giordania: Giorgia Meloni incontra il re Abdallah II ad Aqaba – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata ricevuta oggi ad Aqaba dal re di Giordania Abdallah II. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, secondo cui la premier “ha espresso l’apprezzamento italiano per il ruolo svolto dalla Giordania nella consegna degli aiuti umanitari a Gaza, incluso nel quadro dell’iniziativa ‘Food for Gaza’, e ha discusso con il sovrano l’iniziativa ‘Gaza humanitarian gateway’, promossa da Re Abdullah per rafforzare l’accesso umanitario nella Striscia, di cui ha condiviso contenuti e urgenza”.
Ore 13,00 – Hamas non conferma ancora ma nemmeno smentisce l’uccisione di Sinwar – Hamas non ha ancora confermato ufficialmente ma nemmeno smentito l’uccisione del suo capo politico Yahya Sinwar ma ne ha indirettamente ammesso la scomparsa. In un’intervista all’agenzia di stampa francese Afp, l’esponente dell’ufficio politico del gruppo, Bassem Naim, ha dichiarato oggi che Israele si sbaglia se “crede che uccidere i nostri leader significhi la fine del nostro movimento e della lotta del popolo palestinese”. “Hamas ogni volta è diventato più forte e più popolare e questi leader sono diventati un’icona per le generazioni future per continuare il viaggio verso una Palestina libera”, ha aggiunto. “È doloroso e angosciante perdere persone amate, specialmente leader straordinari”, ha proseguito Naim. “Ma alla fine la vittoria arriverà”. Alla domanda se le sue dichiarazioni costituissero un’implicita conferma della morte di Sinwar, l’esponente dell’ufficio politico di Hamas ha però risposto di no.
Ore 12,30 – Israele, media: “Dopo l’autopsia il cadavere di Sinwar è stato spostato in una località segreta” – Il cadavere del defunto capo politico di Hamas, Yahya Sinwar, ucciso il 16 ottobre in un raid israeliano a Rafah nel sud della Striscia di Gaza, è stato spostato in una località segreta in Israele dopo essere stato sottoposto nella notte ad autopsia presso l’istituto forense Abu Kabir. Lo riferisce il portale israeliano Walla, secondo cui l’esame autoptico ha confermato che Sinwar è stato ucciso da un colpo di arma da fuoco alla testa e da diverse esplosioni. L’istituto forense, secondo quanto riportato dal portale israeliano, sta aspettando i risultati di ulteriori esami per stabilire se nel sangue del defunto capo politico di Hamas fossero presenti droghe o altre sostanze al momento della morte.
Ore 12,00 – Israele: “2 feriti in un sospetto attentato nel sud” – Almeno due persone sono rimaste ferite oggi nel sud di Israele in un sospetto attentato presumibilmente condotto da un imprecisato numero di uomini armati infiltratisi nel territorio dello Stato ebraico attraverso il confine con la Giordania non lontano dal Mar Morto. Lo riferisce il servizio di soccorso Zaka in una nota citata dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui entrambe le vittime sono state ferite solo in modo lieve. In precedenza, le forze armate israeliane (Idf) avevano fatto sapere di aver ucciso due uomini armati, descritti come terroristi, infiltratisi dal confine giordano, mentre almeno una terza persona era in fuga. I sospetti, secondo l’Idf, hanno attraversato la frontiera nei pressi della comunità israeliana di Neot HaKikar, nella valle dell’Arava, a sud del Mar Morto. Le autorità israeliane hanno chiesto alla popolazione locale di rimanere in casa fino a nuovo avviso.
Ore 11,45 – Unifil: “Resteremo in Libano nonostante gli attacchi deliberati di Israele contro i Caschi bluc” – La missione Unifil resterà in Libano nonostante i diversi attacchi “deliberati” condotti negli ultimi giorni dalle forze armate israeliane (Idf) contro i Caschi blu. “Dobbiamo restare, anche se ci hanno chiesto di spostarci”, ha detto il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti, da Beirut. “La devastazione e la distruzione di molti villaggi lungo la Blue Line, e anche oltre, è scioccante”, ha aggiunto.
Ore 11,30 – Libano: Idf ordinano l’evacuazione di un’altra ventina di località nel sud – Le forze armate israeliane (Idf) hanno ordinato ai civili libanesi di evacuare immediatamente una ventina di località nel sud del Libano, invitando la popolazione a dirigersi a nord del fiume Awali, situato a nord di Saida e dello spesso citato fiume Litani. L’avviso è stato diramato sulla piattaforma X dal portavoce in lingua araba delle Idf, il colonnello Avichay Adraee, e interessa gli agglomerati di Zaloutiyé, Zahiriyé, Matmoura, Majdel Zoun, Chamaa, Tayr Harfa, Abou Chach, Jibbein, Bayad, Mansouri, Kafra, Alma el-Chaab e Naqoura, in gran parte situate nel distretto di Tiro, nella zona occidentale della cosiddetta Linea Blu. “Chiunque venga trovato vicino a miliziani, infrastrutture o armi di Hezbollah mette la propria vita in pericolo”, ha scritto il portavoce dei militari israeliani su X, precisando che alla popolazione “è vietato qualsiasi spostamento verso sud”.
Ore 11,00 – Israele, Idf: “Uccisi due uomini armati infiltratisi dalla Giordania a sud del Mar Morto. Un terzo è in fuga” – Due uomini armati, descritti come terroristi, sono stati uccisi uccisi oggi dalle forze armate israeliane (Idf) dopo essersi infiltrati nel territorio dello Stato ebraico attraverso il confine con la Giordania a sud del Mar Morto, mentre un terzo sospetto sarebbe ancora in fuga. Lo ha reso noto sulla piattaforma X il portavoce in lingua araba delle Idf, il colonnello Avichay Adraee, secondo cui dopo aver “individuato un certo numero di terroristi che attraversavano il confine dalla Giordania verso il territorio israeliano a sud del Mar Morto”, le truppe israeliane “sono accorse sul posto e sono riuscite a neutralizzare due terroristi che avevano aperto il fuoco contro di loro”. L’esercito, ha precisato il portavoce, “continua a setacciare la zona”. Non sono stati forniti ulteriori dettagli al momento. Secondo un’altra nota diramata online dell’Idf, un terzo sospetto sarebbe attualmente in fuga. Alle operazioni di ricerca, secondo i militari, sta partecipando anche l’Aeronautica.
Ore 10,45 – Libano, raid dell’Idf a Doueir: “Almeno 4 morti” – Almeno 4 persone sono rimaste uccise oggi nel sud del Libano a seguito di un raid aereo condotto dalle forze armate israeliane (Idf) contro un edificio a Doueir, nel distretto meridionale di Nabatiye. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui i corpi delle vittime sono stati estratti dalle macerie dell’edificio colpito nel quartiere Daoud della città.
Ore 10,30 – Libano: il premier Mikati si scaglia contro le ingerenze dell’Iran – Il primo ministro libanese ad interim, Najib Mikati, si è scagliato oggi contro le ingerenze dell’Iran negli affari di Beirut dopo che il presidente del Parlamento di Teheran, Mohammad Bagher Ghalibaf, aveva annunciato che la Repubblica islamica è pronta a negoziare con la Francia sull’attuazione della risoluzione n. 1701 delle Nazioni Unite che, adottata nel 2006 dopo la fine della seconda guerra del Libano, chiede al gruppo armato sciita Hezbollah di ritirarsi a nord del fiume Litani. “Il primo ministro”, si legge in una nota diramata dall’ufficio di Mikati citata dall’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, “è rimasto sorpreso dalla dichiarazione del presidente del Parlamento iraniano Mohammad Bagher Ghalibaf secondo cui Teheran è pronta a negoziare con la Francia riguardo all’attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. “Siamo sorpresi da questa posizione, che costituisce una palese ingerenza negli affari libanesi e un tentativo di stabilire un’inaccettabile tutela sul Libano”, ha aggiunto il premier, sottolineando di aver già “informato il ministero degli Esteri iraniano e il presidente del Consiglio della Shura durante le loro recenti visite in Libano della necessità di comprendere la situazione libanese”. “Il Libano è sottoposto a un’aggressione israeliana senza precedenti”, ha proseguito Mikati, “stiamo lavorando con tutti gli amici del Libano, compresa la Francia, per fare pressione su Israele per raggiungere un cessate il fuoco”. “L’oggetto dei negoziati per l’attuazione della Risoluzione internazionale n. 1701 è prerogativa dello Stato libanese e tutti sono tenuti a sostenerlo in questa direzione, a non cercare di imporre nuove indicazioni”, ha concluso il premier.
Ore 10,15 – Israele, Idf: “Abbattuto un ‘obiettivo aereo sospetto’ lanciato dal Libano” – L’Aeronautica militare israeliana ha abbattuto un “obiettivo aereo sospetto” lanciato dal Libano che aveva attraversato il territorio israeliano. Lo hanno reso noto in un comunicato le forze armate israeliane (Idf), secondo cui il missile aveva fatto scattare le sirene di allerta nella zona della Galilea occidentale. Al momento non si segnalano né feriti né danni
Ore 10,00 – Libano: 2.412 morti e 11.267 feriti in oltre un anno di guerra – Almeno 2.412 persone sono state uccise e altri 11.267 sono rimaste ferite dall’inizio della guerra tra Israele e Hezbollah in Libano, ripresa l’8 ottobre 2023. Lo riferisce in una nota aggiornata alla data di ieri il ministero della Sanità di Beirut.
Ore 9,40 – Gaza: giornalista di al-Jazeera in coma dopo essere stato colpito da un soldato israeliano – Un giornalista dell’emittente qatariota al-Jazeera in servizio nella Striscia di Gaza, Fadi Al-Wahidi, è in coma dopo essere stato colpito al collo da un proiettile sparato da un soldato israeliano nel nord del territorio costiero palestinese, mentre filmava l’incursione delle truppe dello Stato ebraico nel campo profughi di Jabalia. Lo ha reso noto l’emittente qatariota, secondo cui Al-Wahidi, al momento ricoverato presso il Public Aid Hospital di Gaza, è rimasto ferito il 9 ottobre ed è ancora in attesa dell’autorizzazione all’evacuazione dalla Striscia per motivi sanitari. Quando è stato colpito, come riporta al-Jazeera, l’uomo indossava un giubbotto che lo identificava chiaramente come giornalista. Pochi giorni prima, anche il cameraman Ali al-Attar era rimasto gravemente ferito dalle truppe israeliane mentre riprendeva alcuni profughi palestinesi a Deir el-Balah. Anche lui è in attesa del permesso di evacuazione per motivi medici.
Ore 9,30 – Israele: Netanyahu convoca una riunione del governo e delle forze armate e di sicurezza – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu convocherà oggi una riunione speciale del governo per discutere gli sforzi necessari a raggiungere un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza, alla luce della morte del leader di Hamas, Yahya Sinwar, ucciso il 16 ottobre in un raid a Rafah, nel sud della Striscia. Lo riportano diversi media israeliani tra cui i quotidiani Haaretz e Yedioth Ahronoth, secondo cui alla riunione prevista nel corso della giornata odierna presso il quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv, parteciperanno non solo i ministri del governo ma anche diversi funzionari delle forze armate e di sicurezza.
Ore 9,00 – Gaza: Idf schiera anche la Brigata Givati a Jabaliya – Le forze armate israeliane (Idf) hanno schierato anche la Brigata Givati nella zona di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza, dove è in corso una nuova operazione militare dello Stato ebraico. Lo hanno reso noto in un comunicato le Idf, secondo cui le nuove truppe hanno raggiunto nella notte la 162esima Divisione dell’esercito.
Ore 8,45 – Israele, arrestato 22enne di Gerusalemme est: “Pianificava attentati contro le famiglie degli ostaggi a Gaza” – Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato oggi a Gerusalemme est un 22enne di origine palestinese sospettato di voler compiere un attentato a Tel Aviv durante le manifestazioni a sostegno delle famiglie degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza. Lo riferisce una nota congiunta diramata oggi dalla polizia israeliana e dai servizi interni dello Shin Bet, secondo cui l’uomo, originario del quartiere palestinese di Sheikh Jarrah, aveva pianificato anche altri attacchi tramite esplosivi e armi. Secondo le forze di sicurezza israeliane, il sospettato aveva intenzione di compiere una “vendetta per i residenti di Gaza e per Hamas”. L’uomo avrebbe anche tentato di mettersi in contatto con i miliziani di Hamas in Cisgiordania e con le Brigate Jenin per farsi aiutare a pianificare gli attentati e a procurarsi le armi. L’indagine, si legge nella nota, era stata avviata il mese scorso dallo Shin Bet e dalla divisione di Gerusalemme della polizia israeliana. L’uomo comparirà oggi davanti a un giudice per l’incriminazione.
Ore 8,30 – Libano, Idf: “Ucciso il comandante di Hezbollah a Taybeh” – Mohammad Hussein Ramal, comandante di Hezbollah del complesso di Taybeh, nel distretto di Marjayoun del governatorato di Nabatiye, è rimasto ucciso in un raid aereo condotto oggi dalle forze armate israeliane (Idf) nel Libano meridionale. Lo hanno reso noto in un comunicato le Idf, mentre il gruppo armato sciita libanese non ha finora confermato né smentito la notizia. Secondo i militari israeliani, Ramal era “responsabile della pianificazione e dell’esecuzione di attività terroristiche contro Israele” ed “è stato ucciso nell’attacco aereo guidato dalle truppe della 98esima Divisione dell’esercito”.
Ore 8,00 – Israele: raffica di 15 razzi sparati dal Libano – Una raffica di una quindicina di razzi è stata sparata oggi dal Libano verso il nord di Israele, mentre nella notte l’Aeronautica militare dello Stato ebraico ha intercettato un drone al largo della costa. Lo hanno reso noto in un comunicato le forze armate israeliane (Idf), secondo cui i missili hanno fatto scattare le sirene di allerta nella città di Acri e nelle comunità circostanti. Solo alcuni razzi sono stati intercettati dalla contraerea israeliana, mentre altri hanno colpito il territorio dello Stato ebraico. Al momento non si segnalano né feriti né danni. Nella notte, l’Idf ha intercettato un velivolo senza pilota al largo della costa, la cui presenza non aveva però fatto scattare le sirene di allerta in Israele.
Ore 7,30 – Libano: Hezbollah annuncia “nuova fase” nell’escalation contro Israele – Hezbollah ha ha annunciato il passaggio “a una nuova fase di escalation nei confronti del nemico israeliano”. La minaccia, contenuta in un comunicato diramato nella notte su Telegram dal gruppo armato sciita citato dall’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, non è stata meglio precisata. Gli sviluppi di questa nuova fase, si legge nel testo, “saranno annunciati nei prossimi giorni”. “Per la prima volta”, prosegue la nota, il gruppo armato ha utilizzato missili teleguidati per colpire i soldati israeliani.
Ore 7,00 – Media libanesi: “Khaled Mashal torna leader de facto di Hamas” – L’ex leader Khaled Mashal ha ripreso le redini di Hamas dopo l’assassinio di Yahya Sinwar, ucciso il 16 ottobre in un raid israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta l’emittente libanese LBCI, secondo cui il gruppo terroristico palestinese ha già informato i mediatori di Turchia, Qatar ed Egitto che d’ora in avanti sarà Mashal a rappresentare Hamas durante i negoziati per la tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani. Ai negoziatori, secondo quanto riporta l’emittente libanese, è stato fatto presente che i colloqui si complicheranno. Già dopo l’assassinio di Ismail Haniyeh, ucciso a fine luglio a Teheran durante un attentato attribuito a Israele, Khaled Mashal aveva ripreso la leadership ad interim del Politburo gruppo, da lui stesso guidato dal 1996 al 2017.