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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza, Wafa: “6 morti in due raid dell’Idf a Jabalia e Rafah”. Libano: 37 morti e 2.931 feriti in due giorni. Nasrallah (Hezbollah): “Israele voleva uccidere 5.000 persone” | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: AGF

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, giovedì 19 settembre

A oltre 11 mesi dagli attentati dello scorso 7 ottobre, la guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza non accenna a fermarsi mentre i morti hanno ormai raggiunto i 41.272 e i feriti sono 0ltre 95.500. I negoziati invece sono in stallo, anche se il segretario di Stato Usa Antony Blinken, in visita al Cairo, ha fatto sapere che Israele e Hamas hanno raggiunto un accorso su 15 dei 18 capitoli contenuti nella proposta statunitense per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Intanto si scalda il fronte con il Libano dove, dopo il presunto attacco di Tel Aviv che il 17 settembre ha provocato 12 morti e circa 2.800 feriti a seguito dell’esplosione di alcuni dispositivi cercapersone in uso al gruppo armato sciita, ieri sono scoppiati alcuni walkie talkie a disposizione dei miliziani, provocando altre 20 vittime e ferendo 450 persone. Oggi pomeriggio, intorno alle 17,00 ora italiana, è atteso il discorso del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Di seguito le ultime notizie di oggi, giovedì 19 settembre 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, con Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente.

DIRETTA

Ore 18,00 – Israele: 2 soldati morti negli attacchi di Hezbollah – Due soldati delle forze armate israeliane (Idf) sono morti oggi a seguito di una serie di attacchi condotti dal gruppo armato sciita libanese Hezbollah contro il nord dello Stato ebraico. Lo riferiscono in una nota le Idf, secondo cui il maggiore della riserva Nael Fwarsy, 43 anni, e il sergente Tomer Keren, 21 anni, sono “caduti in combattimento” in due “incidenti separati” nel nord di Israele. Secondo l’emittente israeliana N12 News, una delle vittime è rimasta uccisa da un drone e l’altra da un missile anticarro lanciato da Hezbollah oltre confine.

Ore 17,40 – Iran: il comandante dei Pasdaran promette al leader di Hezbollah “una risposta schiacciante” contro Israele – Israele dovrà fronteggiare “una risposta schiacciante dall’asse della resistenza”. La minaccia è arrivata oggi da part del comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, il generale Hossein Salami, durante un colloquio telefonico con il segretario generale del gruppo armato sciita libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah. “Presto assisteremo alla completa distruzione di questo regime crudele e criminale con la risposta schiacciante del fronte della resistenza”, ha dichiarato il generale iraniano, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Irna.

Ore 17,05 – Libano: caccia israeliani sorvolano Beirut durante il discorso di Nasrallah – Alcuni caccia israeliani hanno sorvolato la capitale del Libano, Beirut, durante il discorso trasmesso in tv del segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah. Lo riferiscono l’agenzia di stampa Reuters e diversi media libanesi, che citano vari testimoni in città, secondo si è udito un forte boato, dovuto probabilmente al fatto che jet hanno infranto la barriera del suono.

Ore 17,00 – Libano: il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah promette di “punire” Israele per gli attacchi degli ultimi giorni: “Voleva uccidere 5.000 persone in due minuti” – Il segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah ha promesso di punire Israele per gli attacchi coordinati condotti negli ultimi due giorni in Libano e Siria, che hanno provocato almeno 37 morti e 2.931 feriti a seguito dell’esplosione di migliaia di cercapersone, walkie-talkie, telefoni cellulari, computer portatili e persino celle solari. In un discorso trasmesso in tv e sui canali social del gruppo armato sciita, Nasrallah ha definito gli attacchi “un massacro senza precedenti”. “Martedì (17 settembre, ndr), Israele intendeva uccidere 4.000 persone in un minuto facendo esplodere i cercapersone: molti di loro erano civili”, ha dichiarato il leader di Hezbollah. Tra le vittime infatti figurano almeno una bambina di otto anni e un altro di 11. “Il giorno dopo, altre 1.000 in un minuto. In due minuti, Israele intendeva ucciderne 5.000”. “Abbiamo subìto un duro colpo. Questa è guerra, questo è conflitto. Sappiamo che il nemico, non solo Israele ma anche gli Stati Uniti e la NATO, ha una superiorità tecnologica”, ha dichiarato Nasrallah. “Gli attacchi che hanno avuto luogo martedì e mercoledì riceveranno una risposta con una punizione adeguata. Siamo nel periodo più delicato del conflitto”, ha aggiunto. Questi, ha sottolineato il segretario del Partito di Dio, hanno violato “tutte le linee rosse” e rappresentano un colpo “grave e senza precedenti” al gruppo armato che però, ha giurato Nasrallah, si riprenderà e continuerà a combattere. “Lo sforzo israeliano è stato ampiamente sventato”, ha ribadito. “Indagheremo su cosa è successo”, ha poi aggiunto, annunciando l’istituzione di un comitato di inchiesta interno al gruppo armato. “Non cadremo e ne usciremo più forti. Ci stiamo preparando ad affrontare attacchi ancora peggiori”. “Tra poco celebreremo il primo anniversario della benedetta operazione di inondazione di Al-Aqsa”, ha poi ricordato il leader di Hezbollah, riferendosi agli attentati terroristici compiuti lo scorso 7 ottobre in Israele da Hamas e dalla Jihad Islamica, costati la vita a più di 1.100 persone, in maggioranza civili, e la libertà a 251 ostaggi. “Non c’è dubbio che Hezbollah, da quando si è unito alla lotta, ha registrato risultati impressionanti nel nord di Israele”, ha poi aggiunto il leader del gruppo armato sciita, secondo cui gli attacchi “criminali” condotti da Israele sono serviti a coprire l’incapacità di Tel Aviv di ottenere una svolta militare contro Hezbollah sul campo, dove lo Stato ebraico è “imbrigliato in una guerra di logoramento”. “Diciamo al (premier Benjamin) Netanyahu, al (suo ministro della Difesa Yoav) Gallant e al popolo israeliano: non fermeremo i nostri attacchi finché il nemico non fermerà la sua guerra a Gaza”.

Ore 16,30 – Israele: il capo di stato maggiore delle Idf approva i piani di battaglia contro Hezbollah in Libano – Il capo di stato maggiore delle forze armate israliane (Idf), il generale Herzi Halevi, ha approvato i piani di battaglia per il fronte settentrionale in Libano. Lo hanno reso noto in un comunicato le Idf.

Ore 16,00 – Libano: colloquio telefonico tra il presidente francese Macron e il premier Mikati – Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato gli attacchi avvenuti negli ultimi due giorni in Libano, attribuiti a Israele e che hanno provocato almeno 37 morti e 2.931 feriti, durante un colloquio telefonico con il premier di Beirut, Najib Mikati. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui in questa occasione Macron ha espresso la propria “solidarietà al Libano in questa dolorosa prova” e ha invitato tutte le parti a dar prova di moderazione e a evitare un’escalation. Il presidente francese non ha fatto alcun riferimento diretto a Israele, a cui sono stati attribuiti gli attacchi finora mai rivendicati. Da parte sua, il premier Mikati ha ringraziato Macron per il suo “affetto e il suo continuo sostegno al Libano” e ha chiesto “che venga presa una posizione ferma contro l’aggressione israeliana durante la riunione del Consiglio di sicurezza prevista per domani su richiesta del governo libanese”.

Ore 15,30 – Spagna: il presidente palestinese Abu Mazen incontra il premier Pedro Sanchez – Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha incontrato oggi a Madrid il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. Durante l’incontro, riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, Abbas ha discusso delle sfide finanziarie nei Territori palestinesi, dei modi per rafforzare i legami bilaterali e della sua prossima visita nella Striscia di Gaza. Il presidente dell’Anp ha anche ringraziato il premir Sanchez per il riconoscimento da parte della Spagna dello Stato di Palestina, “prova del suo impegno” per il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione. “Apprezziamo anche i vostri sforzi nell’Unione europea e nei forum internazionali e il vostro ruolo nel sostenere l’attuazione della soluzione dei due Stati”, ha aggiunto Abu Mazen durante la conferenza stampa congiunta, seguita ai 45 minuti di colloquio a porte chiuse tra i due leader. “Oggi il rischio di escalation è di nuovo pericolosamente aumentato. Il presidente Abbas e io ne abbiamo parlato, quindi dobbiamo fare un nuovo e forte appello alla moderazione, alla de-escalation, alla coesistenza pacifica tra i paesi. In breve, alla pace”, ha dichiarato Sanchez.

Ore 15,00 – Lufthansa sospende i voli per Israele e Iran fino al 24 settembre. Sospesi fino al 26 ottobre i collegamenti con il Libano – La compagnia tedesca Lufthansa ha prorogato la sospensione dei collegamenti aerei per Tel Aviv (Israele), Teheran (Iran) e Beirut (Libano), a causa delle crescenti tensioni in Medio Oriente. “I voli per Tel Aviv e Teheran saranno sospesi fino al 24 settembre”, si legge in una nota della società. “I voli per Beirut saranno sospesi fino al 26 ottobre”.

Ore 14,00 – Libano: salgono a 25 i morti nelle esplosioni di ieri. 2.931 i feriti – È salito ad almeno 25 il bilancio delle vittime rimaste uccise ieri in Libano durante gli attacchi contro Hezbollah attribuiti a Israele, che hanno provocato l’esplosione di migliaia di radio walkie talkie in uso al gruppo armato sciita. Lo ha riferito oggi in conferenza stampa a Beirut il ministro della Salute libanese Firass Abiad, secondo cui in totale sono 37 i decessi e 2.931 i feriti nella due giorni di attacchi tra il 17 e il 18 settembre.

Ore 13,40 – Libano, il premier Mikati si appella al Consiglio di Sicurezza dell’Onu: “Fermi la guerra tecnologica di Israele” – Il primo ministro libanese Najib Mikati ha chiesto alle Nazioni Unite di opporsi alla “guerra tecnologica” condotta da Israele contro Beirut in vista della riunione del Consiglio di Sicurezza prevista domani riguardo gli attacchi attribuiti a Tel Aviv che negli ultimi due giorni hanno provocato l’esplosione di migliaia di cercapersone, walkie-talkie, telefoni cellulari, computer portatili e persino celle solari provocando almeno 32 morti e più di tremila feriti. In una nota diramata dal suo ufficio Mikati ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di “assumere una posizione ferma per fermare l’aggressione israeliana al Libano e la guerra tecnologica che sta conducendo”.

Ore 13,00 – Cisgiordania, al-Jazeera: “3 morti in un raid dell’Idf a Qabatiya” – Almeno tre persone sono rimaste uccise in un’operazione delle forze armate di Israele (Idf), tuttora in corso, a Qabatiya, in Cisgiordania. Lo riferisce l’emittente al-Jazeera, che cita in proposito diverse fonti locali. Le Idf non hanno commentato la notizia finora. Diversi filmati apparsi sui social mostrano uomini armati scontrarsi con le truppe israeliane.

Ore 12,40 – Libano: Hezbollah annuncia la morte di altri 5 miliziani negli attacchi di ieri – Altri 5 miliziani di Hezbollah sono rimasti uccisi ieri in Libano in una seconda ondata di attacchi contro il gruppo armato sciita attribuiti a Israele. Lo ha reso noto Hezbollah, portando a 18 le vittime morte ieri nelle esplosioni dei walkie talkie, che vanno ad aggiungersi ai 12 miliziani uccisi il giorno prima dall’esplosione dei cercapersone in uso al gruppo e in vari bombardamenti israeliani. In totale Hezbollah ha annunciato la morte di 37 suoi membri solo negli ultimi due giorni. Dall’8 ottobre, quando sono ricominciati gli scontri al confine tra Libano e Israele, il gruppo armato sciita ha perso 478 miliziani. In totale oltre 30 persone sono morte e più di 3.200 sono rimaste ferite negli attacchi attribuiti negli ultimi due giorni a Israele.

Ore 12,15 – Gaza, Wafa: “6 morti in due raid dell’Idf a Jabalia e Rafah” – Almeno 6 persone sono rimaste uccise oggi a Jabalia e a Rafah, nella Striscia di Gaza, a seguito di alcuni bombardamenti condotti dalle forze armate israeliane (Idf). Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, secondo cui un altro attacco condotto da un drone ha ferito un numero imprecisato di civili nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale del territorio costiero palestinese. Almeno 4 persone, tutte appartenenti alla stessa famiglia, sono morte nella città di Jabalia, mentre altre due sono state uccise dal raid aereo compiuto a Rafah.

Ore 11,45 – Cisgiordania, ong: 35 palestinesi arrestati nelle ultime 24 ore – Almeno 35 palestinesi sono stati arrestati nelle ultime 24 ore dalle forze di sicurezza israeliane nei Territori occupati della Cisgiordania. Lo riporta la Palestinian Prisoners’ Society, che monitora i detenuti nelle carceri israeliane, secondo cui gli arresti sono avvenuti nelle zone di Qalqilya, Ramallah, Betlemme, Jenin, Nablus e Gerusalemme Est. Tra i fermati figurano anche una donna, un giornalista e una persona malata di cancro. Dallo scorso 7 ottobre, secondo l’ong, le forze di sicurezza israeliane hanno effettuato più di 10.800 arresti in Cisgiordania.

Ore 11,30 – Israele, Haaretz: “2 feriti in un attacco con droni di Hezbollah” – Due persone sono rimaste ferite nel nord di Israele a seguito di un attacco con droni rivendicato dal gruppo armato sciita libanese Hezbollah. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui uno dei due feriti colpiti nella località di Ya’ara, a tre chilometri dal confine libanese, versa in gravi condizioni. A questi vanno ad aggiungersi gli 8 soldati rimasti feriti nella zona di Ramim Ridge, nel nord dello Stato ebraico a seguito di un altro attacco rivendicato dal gruppo armato sciita libanese. Le forze armate israeliane (Idf) hanno confermato i due attacchi.

Ore 11,15 – Israele, identificato il sospetto accusato di essere stato pagato dall’Iran per assassinare Netanyahu: è un 73enne di Ashkelon – Il civile israeliano arrestato il mese scorso con l’accusa di essere stato reclutato dall’Iran per assassinare il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant o il direttore dei servizi interni dello Shin Bet Ronen Bar è stato identificato come il 73enne Moti Maman, un imprenditore originario della città di Ashkelon, nel sud di Israele. Le generalità dell’uomo sono state divulgate dai media israeliani quando l’accusato è comparso oggi in tribunale per essere incriminato per cospirazione in omicidio. Secondo l’avvocato Eyal Besserglick, avvocato del sospettato, il 73enne avrebbe commesso “un errore di giudizio” e sta collaborando pienamente con le autorità. “Non abbiamo ancora visto i materiali investigativi, quindi in questa fase è difficile entrare nei dettagli del caso”, ha detto Besserglick all’uscita dall’udienza. “Si può già dire che questa è una persona che ha notevolmente assistito i servizi di sicurezza dello Stato di Israele, i cui figli prestano servizio nelle forze di sicurezza e che ha commesso un errore di giudizio nel contesto della sua attività”, ha aggiunto il legale, secondo cui il suo cliente ha “collaborato e continua a collaborare pienamente con le autorità”.

Ore 11,00 – Libano: vietati i cercapersone e i walkie-talkie su tutti i voli – La direzione generale dell’Ente per l’Aviazione civile del Libano ha emanato una nuova direttiva che vieta ai passeggeri di portare cercapersone e walkie-talkie a bordo di qualsiasi aereo. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libenese Nna, secondo cui il divieto si applica alle merci, ai bagagli imbarcati in stiva e a quelli portati a mano presso l’aeroporto internazionale Rafic Hariri di Beirut. Tutti i dispositivi rinvenuti di questo tipo, si legge nella circolare, saranno confiscati dal personale addetto alla sicurezza dello scalo. La nuova norma è in vigore da subito e sarà applicata fino a nuovo avviso. Almeno 32 persone sono rimaste uccise nell’esplosione di migliaia di cercapersone, walkie-talkie, telefoni cellulari, computer portatili e persino celle solari in tutto il Libano in una serie di attacchi attribuiti a Israele tra il 17 e il 18 settembre.

Ore 10,45 – Libano, il governo dirama il bilancio ufficiale delle vittime: 32 morti in due giorni – Almeno 32 persone sono morte e migliaia sono rimaste ferite negli ultimi due giorni in Libano durante i due attacchi contro Hezbollah attribuiti a Israele, che hanno provocato l’esplosione di migliaia di cercapersone e radio walkie talkie in uso al gruppo armato sciita. Lo ha riferito oggi in conferenza stampa a Beirut il ministro della Salute libanese Firass Abiad. Il 17 settembre circa 4.000 cercapersone sono esplosi nel giro di un’ora in tutto il Paese, mentre ieri si sono verificate altre esplosioni di dispositivi portatili, tra cui radio walkie-talkie, telefoni cellulari, computer portatili e persino celle solari. “Tuttavia, c’è un lato positivo”, ha detto oggi Abiad. “Perché abbiamo visto l’unità del nostro popolo libanese e la professionalità dei nostri medici e infermieri che hanno rispettato le loro responsabilità”.

Ore 9,55 – Israele, Radio Galatz: “8 soldati feriti nell’attacco di Hezbollah” – Almeno 8 soldati israeliani sono rimasti feriti in un attacco missilistico rivendicato dal gruppo armato sciita libanese Hezbollah contro il kibbutz di Menara, nella zona di Ramim Ridge, nel nord dello Stato ebraico. Lo riferisce la radio dell’esercito israeliano Galatz, secondo cui almeno uno dei feriti versa in condizioni gravi.

Ore 9,30 – Libano: Hezbollah ammette la morte di 13 miliziani negli attacchi di ieri – Almeno 13 miliziani di Hezbollah sono rimasti uccisi ieri in Libano in una seconda ondata di attacchi contro il gruppo armato sciita attribuiti a Israele. Lo ha reso noto Hezbollah, secondo cui le vittime morte ieri nelle esplosioni dei walkie talkie vanno ad aggiungersi ai 12 miliziani uccisi il giorno prima dall’esplosione dei cercapersone in uso al gruppo e nei bombardamenti israeliani. In totale Hezbollah ha ammesso la morte di 32 suoi membri solo negli ultimi due giorni. Dall’8 ottobre, quando sono ricominciati gli scontri al confine tra Libano e Israele, il gruppo armato sciita ha perso 473 miliziani. In totale almeno 20 persone sono morte e altre 450 sono rimaste ferite negli attacchi attribuiti ieri a Israele, un giorno dopo l’esplosione di migliaia di cercapersone che aveva ucciso altre 12 persone e provocato quasi 2.800 feriti.

Ore 9,00 – Israele: arrestato un civile sospettato di essere stato pagato dall’Iran per assassinare Netanyahu, Gallant o Ronen Bar – Un civile israeliano è stato arrestato il mese scorso con l’accusa di essere stato reclutato dall’Iran per assassinare il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant o il direttore dei servizi interni dello Shin Bet Ronen Bar. Lo riferiscono in una nota congiunta diramata oggi lo Shin Bet e la polizia israeliana, secondo cui il sospettato – le cui generalità non sono state rese note – era entrato clandestinamente in Iran per ben due volte, dove aveva anche ricevuto il pagamento per portare a termine gli omicidi. Secondo il comunicato, l’uomo, un civile con cittadinanza israeliana e di religione ebraica, è stato incriminato oggi. Si tratterebbe, secondo le indagini dello Shin Bet e della polizia israeliana, di un uomo d’affari che aveva vissuto a lungo in Turchia, dove aveva intrattenuto relazioni commerciali e sociali con cittadini turchi e iraniani.

Ore 8,30 – Libano: Israele bombarda obiettivi di Hezbollah – Le forze armate israeliane (Idf) hanno bombardato nella notte una serie di obiettivi legati a Hezbollah nel Libano meridionale. Lo riferiscono le Idf in una nota diramata sui social, secondo cui i caccia dello Stato ebraico hanno colpito diversi siti a Chihine, Taybeh, Blida, Mays al-Jabal Aitaroun e Kafr Kila, mentre un drone ha bombardato un deposito di armi del gruppo armato sciita a Khiam.

Ore 8,00 – Israele, attacco di Hezbollah nel nord: feriti 5 soldati – Almeno cinque soldati israeliani sono rimasti feriti in un attacco missilistico rivendicato dal gruppo armato sciita libanese Hezbollah contro il kibbutz di Menara, nella zona di Ramim Ridge, nel nord dello Stato ebraico. Lo riferisce il portale Walla, secondo cui un elicottero di soccorso ha evacuato i feriti in un ospedale nella città israeliana di Haifa. L’attacco è stato condotto con almeno due missili anticarro sparati dal sud del Libano. Le forze armate israeliane (Idf) non hanno ancora confermato il bilancio dei feriti. 

Ore 7,30 – Giappone, l’azienda produttrice dei walkie talkie: “Abbiamo smesso di produrre quel modello nel 2014”. Nyt: “Cercapersone prodotti in Israele” – L’azienda giapponese Icom, produttrice dei walkie talkie esplose ieri in Libano in una seconda ondata di attacchi contro Hezbollah attribuiti a Israele, afferma di aver smesso di realizzare quel modello di radio circa 10 anni fa. “L’IC-V82 è una radio portatile che è stata prodotta ed esportata, anche in Medio Oriente, dal 2004 all’ottobre del 2014”, si legge in una nota diramata nella notte da Icom. “È stata interrotta circa 10 anni fa e da allora non è stata più spedita dalla nostra azienda”. Una nuova ondata di esplosioni ha devastato il Libano ieri pomeriggio, prendendo di mira soprattutto le radio portatili in uso ai miliziani di Hezbollah, provocando almeno 20 morti e 450 feriti, un giorno dopo l’esplosione di migliaia di cercapersone che aveva ucciso altre 12 persone e provocato quasi 2.800 feriti. Secondo il quotidiano statunitense The New York Times, che cita in proposito le dichiarazioni di tre funzionari dell’intelligence israeliana, i cercapersone esplosi il 17 settembre in Libano e Siria sarebbero stati prodotti nello Stato ebraico e poi commercializzati con il marchio della taiwanese Gold Apollo dall’ungherese BAC Consulting Kft, che sarebbe una “società di copertura”.

Ore 7,00 – Israele: colloquio telefonico tra il ministro della Difesa Gallant e il segretario alla Difesa Usa Austin – Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha tenuto nella notte un colloquio telefonico con il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin con cui ha “esaminato gli sviluppi della sicurezza regionale”. Lo riferisce il Pentagono in una nota diramata nella notte, secondo cui Austin ha espresso a Gallant il sostegno “incrollabile” degli Stati Uniti a Israele di fronte alle minacce dell’Iran, di Hezbollah e degli altri partner regionali di Teheran. Il segretario alla Difesa statunitense, secondo il comunicato, ha anche sottolineato l’impegno di Washington volto a scoraggiare i nemici di Israele e a continuare gli sforzi per ridurre le tensioni in tutta la regione. Austin ha anche “ribadito la priorità di raggiungere un accordo per un cessate il fuoco a Gaza che porti alla liberazione degli ostaggi sequestrati da Hamas e una risoluzione diplomatica duratura al conflitto sul confine tra Israele e Libano che consentirà ai civili di entrambe le parti di tornare alle loro case”.

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