Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: i morti salgono a 33.360, quasi 76mila i feriti. La Francia valuta “sanzioni” a Israele per aumentare gli aiuti nella Striscia. Scoppia la guerra commerciale tra Ankara e Tel Aviv. Borrell: “Non esiste una soluzione militare al conflitto”. Onu accusa: “Consegne di cibo ostacolate più di qualsiasi altro carico di aiuti” | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, martedì 9 aprile 2024
Dopo aver ritirato le truppe di terra combattenti dal sud di Gaza, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato in un video l’intenzione di entrare a Rafah rivelando che c’è anche una data per l’invasione. Il primo ministro, poi, ha rivelato di aver ricevuto “un rapporto dettagliato sui colloqui al Cairo”. “Stiamo lavorando continuamente – ha detto – per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas”. Nel frattempo, in Qatar continuano i negoziati tra Israele e Hamas. Secondo i media locali, le due parti sarebbero vicine a un accordo, mentre gli Usa avrebbero proposto sei settimane di tregua temporanea in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Intanto, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha inaugurato la nuova sede dei servizi consolari iraniani a Damasco, in Siria, in un edificio vicino al palazzo raso al suolo da un raid attribuito a Israele. Di seguito le ultime notizie di oggi, martedì 9 aprile 2024, sulla guerra Israele-Hamas.
Ore 18,00 – Iran, attentato nel sud-est: “Uccisi almeno 5 agenti di polizia” – Almeno cinque agenti di polizia sono morti e uno è rimasto ferito oggi in Iran a seguito di un attentato compiuto nel sud-est del Paese e rivendicato dal gruppo terroristico Jaish al-Adl. Lo ha riferito la tv di stato iraniana, secondo cui un gruppo di uomini armati ha attaccato due auto della polizia nella provincia di Sistan-e-Balucistan, dove pochi giorni fa era stata assalita una stazione delle Guardie rivoluzionarie, in cui erano morte 11 persone. Secondo l’agenzia di stampa Tasnim, i poliziotti stavano tornando in stazione dopo il trasporto del sospettato di omicidio di un altro agente di polizia ucciso il mese scorso durante un sequestro di stupefacenti.
Ore 17,30 – Giordania: effettuati 14 lanci aviotrasportati di aiuti a Gaza – L’esercito giordano ha effettuato 14 lanci aviotrasportati per consegnare aiuti umanitari nel nord e nel sud della Striscia di Gaza prima della festività di Id al-Fitr, che domani segnerà la fine del Ramadan, il mese sacro per i musulmani. Lo ha reso noto oggi l’agenzia di stampa statale giordana Petra, secondo cui si è trattato della più grande operazione di lanci aviotrasportati dall’inizio della guerra a oggi. Il carico conteneva capi di abbigliamento, aiuti alimentari, giochi per bambini e dolciumi. Secondo l’agenzia Petra, i lanci sono stati effettuati con la partecipazione degli Emirati Arabi Uniti, degli Stati Uniti, dei Paesi Bassi, della Germania, del Regno Unito, della Francia e dell’Indonesia.
Ore 17,00 – L’Australia “prenderà in considerazione” il riconoscimento dello Stato di Palestina – L’Australia prenderà in considerazione il riconoscimento di uno Stato palestinese. Lo ha annunciato oggi in un discorso a Canberra la ministra degli Esteri australiana Penny Wong, che ha appoggiato le dichiarazioni del suo omologo britannico David Cameron secondo cui il riconoscimento di uno Stato di Palestina, anche presso le Nazioni Unite, renderebbe irreversibile la soluzione “due popoli, due Stati” alla questione israelo-palestinese. La comunità internazionale, ha aggiunto Wong, be sta discutendo “come un modo per dare slancio alla soluzione dei due Stati”. La ministra degli Esteri australiana ha comunque escluso un futuro ruolo per Hamas, che dal 2007 controlla la Striscia di Gaza a seguito di un colpo di mano. La scorsa settimana, l’Autorità nazionale palestinese ha chiesto formalmente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite un nuovo esame della sua richiesta presentata nel 2011 per diventare un membro a pieno titolo dell’Onu. Attualmente, l’Anp ha lo status di osservatore non membro delle Nazioni Unite, come la Santa Sede.
Ore 16,30 – Iran, il comandante della Marina dei Pasdaran: “La presenza di Israele negli Emirati Arabi è una minaccia” – La presenza di Israele negli Emirati Arabi Uniti rappresenta una minaccia per l’Iran, almeno secondo il comandante della Marina delle Guardie rivoluzionarie islamiche, Ali Reza Tangsir. “Sappiamo che i sionisti (Israele) non sono stati portati negli Emirati Arabi Uniti per scopi economici ma piuttosto per motivi di sicurezza e di attività militari”, ha detto oggi Tangsir, come riportato dall’agenzia di stampa iraniana Isna. “Questa è una minaccia per noi e non dovrebbe esistere”. Il Golfo arabo e il Golfo di Oman al di fuori dello Stretto di Hormuz attraverso cui passa la maggior parte del petrolio mondiale trasportato via mare, ha aggiunto l’esponente dei Pasdaran, non sono posti adatti per gli israeliani. Tangsir non ha precisato se Teheran intende attaccare gli interessi di Israele negli Emirati Arabi. L’Iran ha minacciato ritorsioni dopo gli attacchi aerei attribuiti a Tel Aviv che hanno distrutto un edificio annesso al consolato del Paese a Damasco, in Siria, dove sono morti sette ufficiali delle Guardie rivoluzionarie tra cui due comandanti dei Pasdaran. Gli Emirati Arabi Uniti, situati dall’altra parte del Golfo rispetto all’Iran, sono diventati la nazione araba più importante a stringere rapporti diplomatici con Israele dopo aver firmato gli Accordi di Abramo.
Ore 16,00 – L’Onu accusa Israele: “Ostacola consegne di cibo a Gaza più di qualsiasi altro carico di aiuti” – Le Nazioni Unite accusano Israele di ostacolare la distribuzione di pacchi alimentari nella Striscia di Gaza più di ogni altra forma di aiuto umanitario. “Le consegne di cibo coordinate dalle Nazioni Unite hanno molte più probabilità di essere ostacolate o di vedersi negato l’accesso (…) rispetto a qualsiasi altra missione umanitaria”, ha dichiarato oggi a Ginevra il portavoce dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha), Jens Laerke. Questo significa, ha aggiunto Laerke citando le statistiche relative al mese di marzo, che “i convogli alimentari destinati a dirigersi soprattutto al nord, dove il 70 per cento della popolazione versa in condizioni simili alla carestia, hanno tre volte più probabilità di essere respinti rispetto ad altri convogli umanitari”.
Ore 15,30 – Usa, media: “Proposta di tregua Usa prevede il ritorno nel nord di Gaza di 150mila sfollati” – La proposta di compromesso presentata dagli Stati Uniti ad Hamas per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza prevede il ritorno di un massimo di 150mila sfollati nel nord del territorio costiero. Lo ha reso noto oggi il Wall Street Journal, citando una serie di funzionari coinvolti nei colloqui per la tregua. “Non siamo ottimisti”, ha dichiarato una delle fonti al Wsj, che cita anche l’ex negoziatore israeliano Daniel Levy, secondo cui l’ultima proposta Usa avanzata nel fine settimana dal capo della CIA William Burns non affronta la questione se la tregua sarà temporanea, come chiede Israele, o se porrà fine alla guerra, come pretende Hamas.
Ore 15,00 – Cisgiordania: Idf arrestano 9 palestinesi – Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato nella notte 9 palestinesi in tutta la Cisgiordania. Lo ha reso noto oggi l’Unità portavoce delle forze armate di Israele (Idf). Dallo scoppio della guerra a Gaza, in tutta la Cisgiordania sono stati arrestati circa 3.700 palestinesi, di cui 1.600 sospettati di essere legati a Hamas.
Ore 14,30 – Usa confiscano armi inviate agli Houthi e le spediscono in Ucraina – “Il governo degli Stati Uniti ha trasferito alle forze armate ucraine oltre 5.000 fucili Ak-47, mitragliatrici, fucili di precisione, RPG-7 e oltre 500mila munizioni da 7,62 mm”. Lo ha annunciato oggi su X (ex Twitter) il Comando Centrale delle Forze armate degli Stati Uniti (Centcom), secondo cui le munizioni sarebbero state trasferite al gruppo armato yemenita Houthi dal Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran “in violazione della risoluzione n. 2216 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. “Il sostegno dell’Iran ai gruppi armati minaccia la sicurezza internazionale e regionale, le nostre forze, il personale diplomatico e i cittadini della regione, così come quelli dei nostri partner”, si legge nella nota. “Continueremo a fare tutto il possibile per far luce e fermare le attività destabilizzanti dell’Iran”.
Ore 13,30 – Israele schiera il sistema di difesa C-Dome: intercettato un obiettivo sospetto vicino Eilat – Per la prima volta, le forze armate di Israele (Idf) hanno schierato un sistema di difesa missilistico montato su nave, chiamato C-Dome, che nella notte ha intercettato un “obiettivo sospetto” entrato nello spazio aereo dello Stato ebraico vicino alla città meridionale di Eilat. Lo riferisce una nota delle Idf, secondo cui il target era un drone entrato nello spazio aereo israeliano da est. “L’obiettivo è stato monitorato in coordinamento con il controllo del traffico aereo”, si legge nel comunicato pubblicato sui canali social dell’Idf insieme a un filmato dell’operazione. “Una corvetta di classe Sa’ar 6 ha lanciato missili intercettori contro il drone, abbattendolo”. Secondo le forze armate di Israele, non ci sono stati danni né feriti. La Resistenza Islamica dell’Iraq, una coalizione di gruppi paramilitari sostenuti dall’Iran, aveva annunciato questa mattina di aver preso di mira un non meglio specificato “obiettivo vitale” in Israele, ma non è chiaro se il drone sia stato lanciato dal Paese arabo. Il C-Dome è una versione navale del sistema di difesa aerea Iron Dome utilizzato da Israele contro i lanci di razzi e missili dalla Striscia di Gaza, dal Libano, dalla Siria, dall’Iraq e dallo Yemen.
Ore 13,00 – Gaza, il bilancio dei morti sale a 33.360 vittime: quasi 76mila i feriti – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 33.360 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche oltre 75.993 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 153 persone e altre 60 sarebbero rimaste ferite. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto. Per le Nazioni Unite, la maggior parte delle vittime della guerra sono invece donne (9mila) e minori (quasi 14mila).
Ore 12,30 – Unrwa: “Abbiamo bisogno di maggiori accessi a Gaza” – L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha chiesto un maggiore accesso alla Striscia di Gaza per soddisfare i bisogni umanitari della popolazione civile. In una nota pubblicata stamattina sui suoi canali social, l’Agenzia Onu, la più grande organizzazione umanitaria operante a Gaza, afferma di aver consegnato più di 10 milioni di pacchi alimentari e 24 milioni di litri d’acqua nel territorio palestinese dall’inizio della guerra. Tuttavia, secondo l’Unrwa, questa assistenza non è stata minimamente sufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione, soprattutto nel nord di Gaza, dove la carestia potrebbe già essere in atto. “Ogni giorno è una lotta per sopravvivere: abbiamo bisogno di maggiore accesso ora”, si legge nella nota.
Ore 12,00 – Ue, Borrell: “Non esiste una soluzione militare a Gaza” – L’Alto rappresentante dell’Unione euroepa per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell ha dichiarato oggi che “non esiste una soluzione militare” alla guerra in corso nella Striscia di Gaza. “Anche l’eliminazione militare di Hamas a Gaza non risolverà i problemi di fondo”, ha detto Borrell in un’intervista concessa alla Bbc. “È imperativo raggiungere una soluzione politica sostenibile per evitare che gli orrori del 7 ottobre si ripetano”. “Il ritiro dell’Idf dal sud (della Striscia, ndr) potrebbe essere tattico”, ha aggiunto l’ex ministro degli Esteri spagnolo. “Continuiamo a chiedere (a Israele, ndr) di non attaccare Rafah”. Inoltre, ha continuato Borrell, chiediamo la “liberazione incondizionata di tutti gli ostaggi”. “Dopo l’uccisione dei 7 membri dello staff di World Central Kitchen”, ha proseguito ricordando la strage degli operatori umanitari della no-profit statunitense uccisi in una serie di raid dell’Idf, “Israele ha riaperto alcuni valichi di frontiera per fornire maggiore sostegno umanitario alla popolazione affamata di Gaza”. Anche se per l’Alto rappresentante dell’Ue si tratta solo di “un piccolo passo”, questo “dimostra che è possibile aumentare il flusso di aiuti ed evitare una carestia”.
Ore 11,30 – Israele, media: “Tel Aviv prepara l’evacuazione di centinaia di migliaia di palestinesi da Rafah” – Prima di dare il via all’annunciata offensiva militare, Israele sta acquistando 40mila tende per preparare l’evacuazione di centinaia di migliaia di palestinesi da Rafah, nel sud della Striscia di Gaza dove si sono rifugiati 1,5 milioni di sfollati. Lo ha reso noto oggi un funzionario dello Stato ebraico all’agenzia di stampa statunitense Associated Press. L’intelligence israeliana ritiene che siano stanza quattro i battaglioni di Hamas di stanza in città, dove si nasconderebbero anche alcuni leader del gruppo terroristico, forse insieme agli ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre.
Ore 11,00 – Israele, il ministro degli Esteri Katz contro Erdogan: “Risponderemo alle restrizioni all’export danneggiando l’economia turca” – Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha accusato il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan di anteporre gli interessi di Hamas al benessere economico della Turchia dopo la decisione del governo di Ankara di limitare le esportazioni verso Israele fino al raggiungimento di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, annunciando “misure (…) che danneggeranno l’economia turca”. “Erdogan sta ancora una volta sacrificando gli interessi economici del popolo turco per il suo sostegno ad Hamas”, ha scritto il ministro su X (ex Twitter). Israele, ha annunciato Katz, “non si sottometterà alla violenza e all’estorsione, non perdonerà la violazione unilaterale degli accordi commerciali e adotterà misure parallele contro la Turchia che danneggeranno l’economia turca”. “Ho ordinato di preparare un elenco di prodotti che Israele impedirà di esportare in Turchia”, ha aggiunto il ministro. “Inoltre ho ordinato di contattare altri Paesi e organizzazioni internazionali perché fermino gli investimenti in Turchia e di impedire l’importazione di prodotti dalla Turchia, e ai nostri amici americani al Congresso ho chiesto di esaminare la violazione delle leggi sul boicottaggio e di imporre di conseguenza sanzioni alla Turchia”.
Ore 10,30 – Israele ha ricevuto oltre 1,4 miliardi di dollari di donazioni dal 7 ottobre – Le donazioni arrivate a Israele da tutto il mondo durante la guerra in corso nella Striscia di Gaza hanno superato gli 1,4 miliardi di dollari. Lo rende noto un nuovo rapporto del ministero israeliano per gli Affari della Diaspora, secondo cui quasi metà dell’intera somma proviene dalla Federazione Ebraica del Nord America, che ha sede negli Stati Uniti, e dalle sue organizzazioni partner. Questa cifra, secondo il ministero, supera persino quanto raccolto dalle comunità ebraiche americane dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967. Si tratta, si legge nel rapporto, di uno “sforzo senza precedenti da parte delle comunità ebraiche di tutto il mondo per sostenere Israele”. Dal 7 ottobre, secondo la Banca di Israele, Tel Aviv ha speso decine di milioni di dollari al giorno per la guerra a Gaza. I costi collegati, secondo le previsioni dell’istituto centrale, arriveranno almeno a 55,6 miliardi di dollari entro il 2025.
Ore 10,00 – Hrw accusa Israele: “Usa la fame come arma di guerra: già 27 bambini morti per malnutrizione” – Almeno 27 minori sono morti nella Striscia di Gaza a causa di una serie di complicanze legate alla malnutrizione da quando il governo di Israele ha iniziato a usare la fame come arma, commettendo un crimine di guerra. La denuncia è contenuta in un nuovo rapporto pubblicato oggi dalla ong Human Rights Watch (Hrw), secondo cui diversi medici che operano a Gaza hanno raccontato le storie di bambini e madri incinte affetti da grave malnutrizione e disidratazione, descrivendo i pochi ospedali ancora aperti come non adeguatamente attrezzati per prendersi cura di queste persone. “Il ministero della Sanità di Gaza ha riferito il 1° aprile che 32 persone, tra cui 28 bambini, erano morte di malnutrizione e disidratazione negli ospedali del nord di Gaza”, si legge nel rapporto. “Save the Children ha confermato il 2 aprile la morte per fame e malattie di 27 bambini”, prosegue il testo. “All’inizio di marzo, funzionari dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) hanno trovato ‘bambini che morivano di fame’ negli ospedali Kamal Adwan e al-Awda, nel nord di Gaza”. “Nel sud di Gaza”, continua il rapporto di Hrw, “dove gli aiuti sono più accessibili ma ancora decisamente inadeguati, a metà febbraio le agenzie delle Nazioni Unite hanno affermato che il 5 per cento dei bambini sotto i 2 anni risultavano gravemente malnutriti”.
Ore 9,45 – Francia, il ministro degli Esteri Séjourné propone “sanzioni” contro Israele per aumentare gli aiuti a Gaza – Il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, ha dichiarato oggi che la comunità internazionale dovrebbe fare ulteriori pressioni su Israele, arrivando potenzialmente fino a imporre sanzioni allo Stato ebraico, per costringere Tel Aviv ad aprire nuovi valichi terrestri con la Striscia di Gaza al fine di aumentare la quantità di aiuti umanitari che affluiscono nel territorio costiero palestinese. “Saranno necessarie delle leve di influenza”, ha detto Séjourné in un’intervista concessa oggi all’emittente Radio France Internationale (Rfi) da Abidjan, in Costa d’Avorio, dove si trova in visita. “Ci sono molteplici leve, fino alle sanzioni, per consentire agli aiuti umanitari di superare i valichi”. “La Francia è stata uno dei primi Paesi dell’Unione europea a proporre sanzioni contro i coloni israeliani che stanno commettendo atti di violenza in Cisgiordania”, ha aggiunto il ministro degli Esteri francese. “Continueremo, se necessario, per ottenere l’apertura dei valichi al passaggio degli aiuti umanitari”.
Ore 9,30 – La Turchia limita le esportazioni verso Israele – La Turchia imporrà una serie di restrizioni all’esportazione di 54 diverse categorie di prodotti verso Israele fino alla proclamazione di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato oggi il ministro del Commercio turco Omer Bulut, secondo cui le “sanzioni” contro lo Stato ebraico resteranno in vigore finché Tel Aviv non “dichiarerà un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza in conformità con il diritto internazionale e consentirà agli aiuti umanitari di fluire nella Striscia senza interferenze”. Tra i prodotti vietati figurano ferro da costruzione, acciaio, marmo, ceramiche, macchinari e altri prodotti siderurgici, attrezzature e materiali edili. In una nota del ministero turco si chiarisce che le misure sono state adottate dopo il rifiuto di Israele di consentire ad Ankara di prendere parte ai lanci aviotrasportati di aiuti umanitari sulla Striscia.
Ore 9,15 – Siria: Idf annuncia raid nella notte sul sud-ovest – Le forze armate di Israele (Idf) hanno eseguito nella notta una serie di raid aerei contro diverse “infrastrutture militari” in Siria. Lo ha reso noto oggi l’unità del portavoce dell’Idf secondo cui l’aeronautica israeliana ha colpito la zona di Mahajjah, nel sud-ovest del Paese arabo, da dove precedentemente era stato rilevato il lancio di alcuni razzi verso il nord di Israele.
Ore 9,00 – Hamas: “La proposta di tregua israeliana non soddisfaceva nessuna nostra richiesta” – La proposta presentata dalla delegazione diplomatica di Israele ai mediatori di Qatar ed Egitto per una tregua nella Striscia di Gaza in cambio della liberazione degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso non soddisfaceva, secondo Hamas, nessuna delle richieste delle fazioni palestinesi. Lo ha reso noto il gruppo terroristico in un comunicato pubblicato questa mattina, secondo cui però Hamas continuerà a studiare la proposta, definita “intransigente”, e preparerà una risposta da consegnare ai mediatori qatarini ed egiziani. La proposta era stata presentata la settimana scorsa durante una serie di colloqui al Cairo ma, secondo quanto riferito ieri all’agenzia di stampa Reuters da un esponente del gruppo armato palestinese, è stata respinta da Hamas.
Ore 8,00 – Israele: il ministro della Difesa Gallant discute il ritiro da Gaza con il capo del Pentagono – Il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant ha aggiornato oggi il segretario alla Difesa degli Usa Lloyd Austin sul “ritiro dell’Idf (le forze armate israeliane, ndr) da alcune zone di Gaza”. Lo ha reso noto oggi il Pentagono in un comunicato, secondo cui Gallant ha fornito ad Austin tutti i dettagli sulla futura campagna militare di Israele contro Hamas. I due, si legge nella nota, hanno anche discusso di un’indagine aperta dalle forze armate israeliane sulla strage di sette operatori umanitari della no-profit statunitense World Central Kitchen, uccisi a Gaza da una serie di raid aerei delle Idf. Gallant e Austin hanno anche affrontato la “necessità di cambiamenti procedurali per garantire che tali eventi non si ripetano”. Il segretario alla Difesa degli Usa ha poi esortato il suo omologo israeliano ad aumentare “significativamente” la fornitura di aiuti umanitari a Gaza e ad attuare le misure approvate in questo senso dal gabinetto di guerra.