Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: 18 morti di fame e di sete. Mar Rosso, colpita una nave commerciale: 4 feriti e 3 dispersi. Raid delle Idf in Libano. Hamas presenta la sua proposta “definitiva” per la tregua | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, mercoledì 6 marzo
I negoziati tra Israele e Hamas mediati da Egitto e Qatar al Cairo per una tregua nella Striscia di Gaza continuano nonostante siano in fase di stallo da ormai quattro giorni. Ieri, la delegazione politica di Hamas è rimasta nella capitale egiziana per proseguire i colloqui. Fonti vicine ai negoziati hanno fatto sapere che il gruppo armato palestinese ha presentato una bozza di accordo, che nei prossimi giorni sarà discussa con i rappresentanti di Israele, che ha rifiutato di inviare una delegazione all’ultimo round delle trattative. Si avvicina così il 10 marzo, giorno di inizio del Ramadan e termine ultimo fissato dallo Stato ebraico per la liberazione degli ostaggi, pena l’inizio di un’offensiva a Rafah, nel sud della Striscia, dove si sono rifugiati 1,5 milioni di sfollati. Intanto nel territorio palestinese si continua a morire: ieri il bilancio delle vittime della guerra è arrivato a 30.631 morti e 72.043 feriti. Continuano però gli scontri anche al confine tra Israele e Libano, dove Hezbollah ha lanciato un attacco contro un contingente militare israeliano di stanza nel nord dello Stato ebraico. Il ministro della Difesa di Tel Aviv, Yoav Gallant, ha fatto sapere che le tensioni avvicinano la guerra con il Libano.
Ore 19,00 – Houti rivendicano attacco a mercantile nel Golfo di Aden – I ribelli yemeniti Houti hanno rivendicato l’attacco alla nave ‘True Confidence’ nel Golfo di Aden tramite “una serie di missili navali”. Lo riporta un comunicato pubblicato dall’agenzia yemenita Saba. Gli Houthi hanno detto che il colpo è stato “preciso” e ha provocato un incendio a bordo. Il gruppo sciita inoltre ha rinnovato “l’allerta” per tutte le navi affermando che “continuerà a svolgere i suoi doveri religiosi, morali e umanitari nel sostenere il popolo palestinese oppresso finché non cesseranno l’aggressione e l’assedio a Gaza”.
Ore 18,00 – Mar Rosso, la nave True Confidence è stata colpita da un missile e ora è alla deriva – La nave portarinfuse True Confidence, battente bandiera delle Barbados, è stata colpita oggi da un missile mentre navigava a 50 miglia nautiche a sud-ovest della città di Aden, in Yemen. Lo hanno reso noto oggi in comunicato congiunto la True Confidence Shipping, compagnia di navigazione proprietaria dell’imbarcazione registrata in Liberia, e l’armatore greco Third January Maritime Ltd, che hanno anche voluto precisare di non avere alcun legame con nessuna entità negli Stati Uniti. In precedenza, la società di sicurezza marittima Ambrey aveva riportato che la nave era proprietà di un’azienda statunitense. “La nave sta andando alla deriva”, si legge nella nota pubblicata dalla compagnia di navigazione e dall’armatore. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, tre membri dell’equipaggio risultano dispersi mentre altri quattro hanno riportato gravi ustioni.
Ore 17,45 – Hamas presenta la proposta “definitiva” per la tregua e la liberazione degli ostaggi – Hamas ha presentato al Cairo una bozza di accordo quadro con Israele per raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza e liberare gli ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre. Lo riferisce oggi il quotidiano giordano Raialyoum, secondo cui la proposta è stata presentata da Khalil al-Hayya, vice del capo di Hamas a Gaza Yahya Sinwar, al direttore dell’intelligence egiziana Abbas Kamel. Secondo il quotidiano giordano, dal punto di vista di Hamas, tale bozza rappresenta la “risposta finale” del gruppo armato palestinese agli sforzi di mediazione. La bozza prevede che il cessate il fuoco entri in vigore una settimana prima della liberazione degli ostaggi. In cambio, Hamas chiede il rilascio dei detenuti palestinesi già parte dello scambio di prigionieri raggiunto nel 2011 con Israele per la liberazione del soldato Gilad Shalit, oltre a 160 condannati, incluse figure importanti come Marwan Barghouti, Ahmad Sa’adat, Abdullah Barghouti, Ibrahim Hamed e Abbas Al-Sayed.
Ore 17,30 – Il Qatar promette altri 25 milioni di dollari all’Unrwa – Il Qatar ha promesso altri 25 milioni di dollari all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa). Lo ha reso noto oggi l’agenzia di stampa ufficiale dell’emirato Qna, citando le parole dell’ambasciatore del Qatar all’Onu, Sheikh Alya Ahmed bin Saif Al-Thani, secondo cui questi finanziamenti dovrebbero aiutare l’Unrwa a soddisfare le esigenze della popolazione palestinese in un momento di emergenza.
Ore 17,15 – Libano: “308 morti e 219 feriti negli scontri con Israele dall’inizio della guerra a Gaza” – Almeno 308 persone sono morte e 219 sono rimaste ferite in Libano negli scontri tra Israele e Hezbollah dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Lo riferisce in una nota il ministero della Sanità di Beirut, secondo cui il bilancio delle vittime si riferisce al periodo compreso tra l’8 ottobre 2023 e il 5 marzo 2024. Del totale dei morti e dei feriti registrati, si legge nel comunicato, l’88% sono uomini e il 96% cittadini libanesi, di cui il 60% di età compresa tra i 25 e i 44 anni. Dei feriti registrati, prosegue la nota, il 44% sono dovuti a traumi causati dai bombardamenti israeliani, il 34% a esplosioni, il 18% all’esposizione a sostanze chimiche e il 3% a colpi di arma da fuoco. Secondo il quotidiano locale L’Orient-Le Jour, le vittime di Hezbollah uccisi dall’8 ottobre sono 234.
Ore 17,00 – Libano, Israele bombarda obiettivi nel Sud: “Erano covi di Hezbollah” – L’aviazione israeliana ha bombardato oggi un edificio utilizzato da Hezbollah nella città di Yaroun e un altro nella località di Kafra, entrambe nel sud del Libano. Lo hanno annunciato le forze armate israeliane (Idf), secondo cui oggi l’artiglieria ha bombardato anche l’area di Kfarhamam. I raid seguono l’abbattimento di un drone carico di esplosivo lanciato da Hezbollah da Metula.
Ore 16,00 – Mar Rosso, colpita nave commerciale di proprietà Usa: 4 feriti e 3 dispersi – Tre membri dell’equipaggio della nave portarinfuse True Confidence, battente bandiera delle Barbados, risultano dispersi mentre altri quattro hanno riportato gravi ustioni dopo che la nave è stata danneggiata da un’esplosione avvenuta oggi al largo della città di Aden, in Yemen. Lo ha resto noto all’agenzia di stampa Reuters, una fonte anonima vicina alla società marittima, secondo cui sembra che la nave sia stata abbandonata. Secondo l’agenzia britannica Maritime Trade Operations (Ukmto), le forze dell’operazione militare Prosperity Guardian, guidata da Stati Uniti e Regno Unito, stanno soccorrendo l’imbarcazione. Un funzionario della difesa statunitense, anch’egli anonimo, ha invece rivelato all’agenzia Reuters che una scialuppa di salvataggio è stata calata in acqua vicino alla nave.
Ore 15,00 – Israele, la polizia arresta l’aggressore di Gerusalemme: ha 14 anni – La polizia israeliana ha arrestato un ragazzo di 14 anni, fuggito dopo aver accoltellato un 64enne a una fermata dell’autobus nel quartiere di Neve Ya’akov, a nord di Gerusalemme. Secondo i media locali, il coltello utilizzato dall’aggressore è stato recuperato sul posto e sequestrato dalle autorità. La vittima è stata portata all’ospedale Hadassah Mount Scopus e le sue condizioni sono stabili.
Ore 14,00 – Israele, accoltellato un uomo a Gerusalemme: l’aggressore è in fuga – Un uomo di 64 anni è stato accoltellato oggi a una stazione per autobus nel quartiere di Neve Ya’akov, nel nord di Gerusalemme. Lo ha reso noto il portale israeliano Ynet, secondo cui l’aggressore è fuggito dalla scena, mentre le forze dell’ordine si stanno dirigendo sul posto. La vittima intanto è stata portata all’ospedale Hadassah Mount Scopus. Non è ancora chiaro se si tratti di un attentato a scopo terroristico.
Ore 13,30 – Israele, Commissione inchiesta: “Netanyahu responsabile della tragedia del Monte Meron del 2021” – Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, “ha la responsabilità personale” della tragedia del Monte Meron avvenuta il 30 aprile del 2021, quando 45 persone morirono nella calca creatasi su una gradinata durante un pellegrinaggio ebraico. È quanto emerge dal rapporto presentato oggi dalla Commissione d’inchiesta israeliana che ha indagato sulla tragedia. Secondo i componenti della Commissione, c’erano “basi ragionevoli” perché il premier fosse a conoscenza del cattivo stato dei luoghi oggetto dell’incidente. “Siamo giunti alla conclusione che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha la responsabilità personale” di quanto accaduto perché avrebbe dovuto “sapere che il sito (…) aveva subito per anni una pessima manutenzione” e poteva rappresentare “un rischio per i tanti partecipanti” al pellegrinaggio per la festa ebraica di Lag B’Omer. “Il rapporto pubblicato oggi dimostra che il disastro avrebbe potuto essere evitato”, ha commentato alla stampa il leader dell’opposizione Yair Lapid che, chiedendo le dimissioni del premier, ha accusato Netanyahu di “negligenza criminale, arroganza, disconnessione dalla realtà e completa irresponsabilità”. “Se Netanyahu fosse un cittadino comune, oggi verrebbe processato per aver causato la morte per negligenza e andrebbe in prigione”, ha aggiunto Lapid.
Ore 13,15 – Ue prepara un corridoio umanitario via mare per portare aiuti a Gaza – L’Unione europea sta lavorando alla creazione di un corridoio umanitario marittimo per portare aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza, stremata da cinque mesi di guerra, dopo l’annuncio di questa mattina da parte di Israele, che consentirà l’ingresso di aiuti via mare nel territorio costiero palestinese. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa Eric Mamer portavoce della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che l’8 marzo si recherà a Cipro, anche per discutere la proposta presentata già a novembre dalle autorità dell’isola. “I nostri sforzi sono concentrati nell’assicurarci di poter fornire aiuti ai palestinesi”, ha detto il portavoce alla stampa presente. “Noi tutti speriamo che questa apertura (del corridoio) avvenga molto presto”.
Ore 12,30 – Gaza, ministero Salute: “18 morti per malnutrizione e disidratazione” – Almeno 18 persone sono morte nella Striscia di Gaza a causa della malnutrizione e della disidratazione dovute al blocco degli aiuti e al deterioramento della situazione umanitaria nel territorio palestinese per la guerra in corso al 7 ottobre. Lo ha denunciato il ministero della Salute controllato da Hamas, secondo cui “la carestia si sta aggravando e costerà migliaia di vite se l’aggressione non verrà fermata e gli aiuti umanitari e medici non verranno immediatamente forniti”. Il ministero accusa Israele di aver “deliberatamente” fatto morire di fame migliaia di persone nel nord della Striscia e ha esortato la comunità internazionale e l’Onu a fermare la guerra ed evitare una “catastrofe sanitaria”.
Ore 11,45 – Mar Rosso: segnalata esplosione vicino a una nave commerciale Usa – Una nave in transito nel Mar Rosso ha segnalato oggi un’esplosione avvenuta vicino a un’altra imbarcazione di proprietà di un’azienda statunitense. Lo riferisce oggi in una nota la società di sicurezza marittima Ambrey, secondo cui l’esplosione sarebbe avvenuta al largo delle coste dello Yemen, dove i ribelli Houthi hanno intensificato gli attacchi contro le navi mercantili di Israele e dei suoi alleati per fare pressioni su Tel Aviv affinché interrompa le operazioni militari nella Striscia di Gaza. “Una nave vicina ha segnalato un’esplosione nei pressi di una nave portarinfuse battente bandiera delle Barbados di proprietà di una compagnia americana”, si legge nella nota di Ambrey, secondo cui l’imbarcazione si trovava a 57 miglia nautiche (circa 105 chilometri) a sud-ovest della città di Aden.
Ore 11,30 – Usa, media: “Washington chiederà 6 settimane di tregua con risoluzione Onu” – Gli Stati Uniti chiederanno Consiglio di Sicurezza dell’Onu di imporre “un cessate il fuoco immediato di circa sei settimane a Gaza insieme al rilascio di tutti gli ostaggi”. È quanto emerge dalla revisione di una bozza da presentare al Palazzo di Vetro, citata da diversi media statunitensi, ancora al centro dei negoziati con gli altri membri del Consiglio di Sicurezza. In precedenza, gli Usa hanno posto finora il veto su tre proposte di risoluzione, di cui due chiedevano un cessate il fuoco immediato.
Ore 11,00 – Asean chiede un “cessate il fuoco immediato e duraturo” a Gaza – L’Australia e l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (Asean) chiedono “un cessate il fuoco umanitario immediato e duraturo” nella Striscia di Gaza. “Condanniamo gli attacchi contro tutti i civili e le infrastrutture civili, che portano a un ulteriore deterioramento della crisi umanitaria a Gaza, compreso l’accesso limitato al cibo, all’acqua e ad altri bisogni fondamentali”, si legge in una nota diramata oggi a margine di un vertice di tre giorni tenuto dall’Asean a Melbourne.
Ore 10,30 – Israele approva 3.500 nuove unità abitative in tre colonie illegali in Cisgiordania – Il Consiglio Supremo di Pianificazione in Giudea e Samaria, in Israele, ha approvato oggi la costruzione di circa 3.500 nuove unità abitative nelle colonie di Ma’ale Adumim, Efrat e Kedar, in Cisgiordania, considerati insediamenti illegali secondo il diritto internazionale. Lo ha annunciato oggi il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, titolare anche del dicastero della Difesa. Nell’ultimo anno, secondo Smotrich, in Cisgiordania è stata approvata la costruzione di un totale 18.515 nuove unità abitative. “Lo Stato di Israele continuerà, a Dio piacendo, a crescere e svilupparsi in tutte le sue aree, e l’insediamento continuerà ad espandersi, prosperare e prosperare”, ha detto il ministro.
Ore 10,00 – Gaza, il bilancio dei morti sale a 30.717 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 30.717 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 72.156 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 86 persone e altre 113 sarebbero rimaste ferite.
Ore 9,30 – Mar Rosso, Houthi attaccano due cacciatorpediniere Usa. Centcom: “Abbattuti missili e droni” – Gli Houthi hanno attaccato nel Mar Rosso due cacciatorpediniere della Marina militare Usa, che hanno risposto abbattendo una serie di missili e droni lanciati dalle zone dello Yemen controllate dai ribelli filo-iraniani. Secondo quanto annunciato oggi sulla piattaforma social X (ex Twitter) dal Comando Centrale delle Forze armate Usa (Centcom), la USS Carney ha abbattuto ieri un missile anti-nave e tre droni sparati dai ribelli contro il cacciatorpediniere americano. In una nota rilanciata dall’agenzia di stampa Saba, il generale Yahya Sarea, portavoce militare degli Houthi, ha riconosciuto l’attacco ma ha affermato che le forze ribelli avevano preso di mira due navi da guerra americane, senza però fornire ulteriori dettagli. Secondo il Centcom, oltre alla USS Carney, non meglio specificate forze americane hanno poi abbattuto altri tre missili anti-nave e tre droni “in operazioni di auto-difesa”.
Ore 9,00 – Hamas continuerà i negoziati fino al raggiungimento di una tregua a Gaza – Hamas continuerà i negoziati per raggiungere un accordo di cessate il fuoco con Israele nella Striscia di Gaza, nonostante l’assenza dei negoziatori dello Stato ebraico all’ultimo round dei colloqui in corso al Cairo. Lo ha annunciato oggi il gruppo armato palestinese in una nota. “Stiamo mostrando la flessibilità necessaria per raggiungere una cessazione completa dell’aggressione contro il nostro popolo, ma l’occupante continua a sottrarsi agli obblighi derivanti da questo accordo”, si legge nel comunicato riportato dall’agenzia di stampa Reuters. I negoziatori di Hamas, Qatar ed Egitto – ma non di Israele – sono al Cairo per mediare un cessate il fuoco di 40 giorni per il mese sacro islamico di Ramadan, che inizierà il 10 marzo. La bozza di accordo presentata al Cairo prevede la liberazione di alcuni ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre da parte di Hamas, che dovrebbe anche fornire l’elenco di tutte le persone ancora sequestrate, e l’aumento degli aiuti umanitari nella Striscia.
Ore 8,30 – Usa, Bernie Sanders: “Niente più armi a Israele” – Il senatore degli Stati Uniti Bernie Sanders ha esortato ancora una volta il governo di Washington a interrompere le spedizioni di armi a Israele, affermando che “non dovrebbero esserci più soldi per la macchina da guerra di Netanyahu”. “La maggioranza degli americani ora crede che – a causa del terribile disastro umanitario a Gaza – gli Stati Uniti dovrebbero bloccare nuove spedizioni di armi a Israele”, ha scritto oggi Sanders sulla piattaforma social X. “Sono d’accordo: non dovrebbero esserci più soldi americani per la macchina da guerra di Netanyahu”.
Ore 8,00 – Israele consente l’ingresso di aiuti a Gaza via mare – Israele consentirà l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza via mare. Lo ha reso noto l’emittente locale Channel 13, secondo cui i carichi saranno finanziati e forniti dagli Emirati Arabi Uniti, che invieranno una prima nave carica da Cipro. L’accordo prevede che gli aiuti siano esaminati dalle autorità israeliane prima di essere trasportati e scaricati sulle spiagge della Striscia. Abu Dhabi ha chiesto che i primi carichi vengano consegnati prima dell’inizio del mese sacro di Ramadan, che comincerà il 10 marzo.
Ore 7,30 – Il Cile esclude Israele dalla Fiera Internazionale dell’Aria e dello Spazio – Il governo cileno ha annunciato ieri che le aziende israeliane non parteciperanno alla Fiera aerospaziale latinoamericana (Fidae), che dovrebbe svolgersi il mese prossimo a Santiago. Il ministero della Difesa cileno non ha fornito ulteriori spiegazioni in merito. Lo scorso novembre, il Cile ha richiamato il proprio ambasciatore da Israele, sostenendo che Tel Aviv ha violato il diritto umanitario internazionale nel corso della guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza.