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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Israele chiede garanzie agli Stati Uniti se Hamas viola accordi. Un uomo spara contro l’ambasciata Usa a Beirut. Netanyahu: “Siamo pronti a un’azione forte nel Nord”. Ben Gvir: “Sospendiamo sostegno a governo se non vediamo bozza di accordo” | DIRETTA

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Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, mercoledì 5 giugno

Si allontana sempre di più l’ipotesi che Israele accetti il piano di pace in tre punti proposto dagli Stati Uniti. Il presidente Usa Biden, infatti, ha dichiarato che “ci sono tutte le ragioni” per credere che il premier israeliano Benjamin Netanyahu stia prolungando la guerra a Gaza, rifiutando accordi per un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, per le proprie ragioni politiche. Gli Stati Uniti, intanto, hanno annunciato un piano per una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu a sostegno della proposta di cessate il fuoco a Gaza, mentre si scalda il fronte Nord al confine con il Libano. Di seguito le ultime notizie di oggi, mercoledì 5 giugno 2024, sulla guerra a Gaza tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

DIRETTA

Ore 18,00 – L’Ue invita Israele a un Consiglio di Associazione ad hoc – L’Unione Europea, a quanto si apprende da fonti comunitarie, ha inviato al governo Netanyahu l’invito per la convocazione del Consiglio di Associazione Ue-Israele. “A seguito dell’accordo della scorsa settimana al Consiglio Affari Esteri, ho inviato l’invito al ministro degli Esteri Israel Katz per un Consiglio di Associazione Ue-Israele ad hoc”, ha scritto su X l’Alto Rappresentante Josep Borrell. Nel corso del Consiglio Affari Esteri è emersa l’indicazione di verificare il rispetto dei termini dell’Accordo di Associazione, che ha tra le condizioni per la sua legittimità il rispetto dei diritti umani da parte di entrambi le parti.

Ore 17,00 – Gallant, ‘negoziati con Hamas solo sotto il fuoco’ – “Tutti i negoziati con Hamas avverranno solo sotto il fuoco”. Lo ha detto, riferendosi alla trattative per una nuova tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi, il ministro della difesa Yoav Gallant che oggi ha volato sui confini con Gaza e il Libano. “Gli attacchi dell’Idf sono visibili su ogni fronte. Andremo avanti e – ha aggiunto – logoreremo il nemico”.

Ore 16,00 – Agenzie Onu: fame a Gaza peggiora, a rischio oltre 1 mln – Oltre un milione di palestinesi rischiano di dove affrontare il più elevato livello di fame entro la metà del prossimo mese se la guerra dovesse continuare. Lo affermano in un rapporto congiunto il Programma alimentare mondiale (Pam) e la Fao, secondo cui la situazione alimentare nell’enclave sta peggiorando per le pesanti restrizioni sul fronte dell’accesso umanitario e per il collasso del sistema alimentare a Gaza provocato da quasi otto mesi di conflitto. Integrated Food Security Phase Classification, autorità mondiale nel determinare l’entità delle crisi alimentari, ha affermato a marzo che circa 677mila persone a Gaza stavano sperimentando la Fase 5 della fame, il livello più alto, equivalente alla carestia. Ma secondo Fao e Pam questa cifra potrebbe superare il milione entro la metà del prossimo mese.

Ore 15,00 – Netanyahu querela alcuni giornalisti, ‘bugie sulla mia salute’ – Il premier Benyamin Netanyahu ha sporto querela – con risarcimento economico – contro i giornalisti Ben Caspit, Ori Misgav e l’attivista Gonen Ben Yitzhak accusandoli di aver diffuso menzogne sulla sua salute. Secondo l’accusa, i tre avrebbero sostenuto sui media che “il premier ha un tumore al pancreas ed è impossibilitato a ricoprire il suo ruolo”. “Affermazioni – ha detto l’ufficio del premier – che sono bugie e falsità. Netanyahu è in perfetta salute per una persona della sua età”.

Ore 14,00 – Ben Gvir, non voteremo con governo se non vediamo intesa – ‘Potere ebraico’, il partito di Itamar Ben Gvir, non voterà con la coalizione di governo di cui fa parte finchè il premier Benyamin Netanyahu non renderà noto integralmente l’accordo sulla possibile tregua con Hamas. “Il premier – ha denunciato il partito – nasconde la bozza dell’accordo con Hamas che prevede una clausola sulla fine della guerra, e addirittura evita di presentarla al ministro Ben Gvir nonostante la sua promessa”. ‘Potere ebraico’, il partito di Itamar Ben Gvir, non voterà con la coalizione di governo di cui fa parte finchè il premier Benyamin Netanyahu non renderà noto integralmente l’accordo sulla possibile tregua con Hamas. “Il premier – ha denunciato il partito – nasconde la bozza dell’accordo con Hamas che prevede una clausola sulla fine della guerra, e addirittura evita di presentarla al ministro Ben Gvir nonostante la sua promessa”.

Ore 13,00 – Hamas, bilancio morti a Gaza sale a 36.586 – Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha dichiarato che almeno 36.586 persone sono state uccise nel territorio durante gli oltre sette mesi di guerra tra Israele e i militanti palestinesi. Il bilancio comprende almeno 36 morti nelle ultime 24 ore, ha dichiarato il ministero, aggiungendo che 83.074 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra, quando i militanti di Hamas hanno attaccato Israele il 7 ottobre.

Ore 12,00 – Tajani: su proposta Usa c’è momento di stallo – Sulla proposta americana per un cessate il fuoco “c’è un momento di stallo, sembrava che procedesse nella giusta direzione. Il governo italiano sostiene con grande forza la proposta statunitense perché è quella che può interrompere i combattimenti”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Coffee Break su La7.

Ore 11,00 – Israele chiude il campo di detenzione al centro delle accuse per violazione dei diritti umani – Israele sta chiudendo il campo di detenzione di Sde Teiman per i palestinesi catturati nella guerra di Gaza. La struttura, gestita dall’esercito, è stata al centro delle accuse di violazione dei diritti umani. Lo hanno reso noto funzionari della giustizia israeliana. Rispondendo a una petizione presentata da un gruppo israeliano per i diritti, gli avvocati statali hanno affermato che 1.200 prigionieri del campo sono già stati trasferiti e che al momento sono rimasti solo 200 detenuti. Secondo i funzionari, la riduzione del numero migliorerà le condizioni del campo, il cui futuro deve ancora essere deciso.

Ore 10,00 – Netanyahu: “Siamo pronti a un’azione forte nel Nord” – Netanyahu ha visitato il confine settentrionale del Paese con il Libano e ha affermato che Israele è pronto per un’azione forte nel Nord. Le città israeliane vicino al confine, molte delle quali sono state evacuate, sono state bersaglio frequente di lanci di razzi e droni da parte del gruppo militante libanese Hezbollah. I razzi hanno innescato enormi incendi questa settimana, bruciando fasce di terra nel Nord di Israele. “Chi pensa che possono farci del male e che noi resteremo a guardare sta commettendo un grosso errore. Siamo preparati per un’azione molto forte nel Nord. In un modo o nell’altro ripristineremo la sicurezza nel Nord”.

Ore 9,00 – Un uomo spara contro l’ambasciata Usa a Beirut, ferito dai soldati – Un uomo ha esploso colpi di pistola contro l’ambasciata Usa a Beirut, i soldati hanno risposto al fuoco ferendo l’assalitore.

Ore 8,00 – Esplosione in base Idf nel sud Israele, 9 soldati feriti – Nove soldati, di cui due in modo grave, sono rimasti feriti dopo un’esplosione avvenuta ieri in una base dell’Idf nel sud di Israele. Lo comunica l’esercito israeliano come riporta “The Times of Israel”. I feriti sono stati trasportati in ospedale e l’Idf sta indagando sulla deflagrazione.

Ore 7,00 – Media, Israele chiede garanzie a Usa se Hamas viola accordi – Il Gabinetto di guerra israeliano riunitosi in serata avrebbe deciso di “esigere” dagli Stati Uniti sul fatto che lo Stato ebraico potrà andare avanti nella sua guerra contro Hamas qualora il gruppo palestinese dovesse violare l’accordo di cessate il fuoco e tregua in cambio della liberazione degli ostaggi. Lo riporta l’emittente pubblica israeliana Kan. Un funzionario governativo parlando in forma anonima ha affermato che la decisione unanime israeliana probabilmente ridurrà le prospettive di un accordo per la liberazione degli ostaggi detenuti a Gaza.

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