Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Attacchi Usa in Siria e Iraq, presi 85 obiettivi. All’Italia il comando tattico della missione Ue nel Mar Rosso | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, sabato 3 febbraio
Raid degli Stati Uniti contro oltre 85 obiettivi in Iraq e Siria, è l’inizio di quella che sarà probabilmente una serie di attacchi statunitensi su larga scala contro le milizie appoggiate dall’Iran che hanno preso di mira le truppe statunitensi in Medio Oriente. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, sabato 3 febbraio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.
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Ore 16.30 – Almeno 17 morti nei raid israeliani su Rafah – Almeno 17 persone, tra cui donne e bambini, sono state uccise in due attacchi aerei condotti la scorsa notte dalle forze israeliane su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. I 17 corpi sono stati trasferiti all’ospedale Abu Yousef al-Najjar, la principale struttura sanitaria di Rafah, e sono stati visti da un giornalista dell’Associated Press. Nel primo attacco è stato colpito un edificio residenziale provocando la morte di almeno 13 persone della famiglia Hijazi. Tra le vittime ci sono anche due donne e tre bambini secondo i funzionari dell’ospedale. Il secondo raid ha coinvolto un’abitazione nel quartiere Jeneina di Rafah, provocando la morte di almeno due uomini e due donne della famiglia Hams.
Ore 15 – Mosca condanna i raid americani: “Seminano caos in Medio Oriente” – La Russia ha accusato gli Stati Uniti di “seminare caos e distruzione” in Medio Oriente dopo che Washington ha lanciato attacchi aerei di ritorsione contro i gruppi sostenuti dall’Iran in Iraq e Siria. “Washington, fiduciosa nella sua impunità, continua a seminare caos e distruzione in Medio Oriente”, ha detto il ministero degli Esteri di Mosca, come riporta la Tass. Gli attacchi americani sono “deliberatamente mirati ad alimentare ulteriormente il conflitto”, si aggiunge, chiedendo al Consiglio di sicurezza dell’Onu di “occuparsi urgentemente della situazione in Medio Oriente” dopo questi nuovi raid.
Ore 13 – L’Iraq convocherà l’incaricato d’affari Usa. “Protesta per i raid” – L’Iraq ha dichiarato che convocherà l’incaricato d’affari statunitense a Baghdad per esprimere una protesta ufficiale contro gli attacchi aerei statunitensi notturni che hanno preso di mira gruppi sostenuti dall’Iran sul suo territorio. “In segno di protesta contro l’aggressione statunitense che ha preso di mira siti civili e militari iracheni, il ministero degli Esteri convocherà l’incaricato d’affari statunitense David Burger”, si legge in una nota del ministero.
Ore 11 – Iran condanna i raid Usa: “Errore che aumenta le tensioni” – L’Iran condanna “con forza” gli attacchi statunitensi su Iraq e Siria e vede nel protrarsi di tali azioni “una minaccia alla pace e alla sicurezza nella regione”, secondo quanto dichiarato dal portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanaani, in un comunicato. “L’attacco di ieri sera è un’azione avventurosa e un altro errore strategico da parte degli americani, che non farà altro che aumentare le tensioni e l’instabilità nella regione”, ha denunciato il portavoce, senza indicare se qualche iraniano sia stato ucciso nei raid.
Ore 10.50 – Iraq: “Nei raid Usa 16 morti, tra cui anche civili” – I bombardamenti di ritorsione degli Stati Uniti contro diverse posizioni delle milizie filo-iraniane nell’Iraq occidentale hanno causato 16 morti, tra cui civili, oltre a 25 feriti, secondo quanto annunciato dal governo iracheno. “Questa flagrante aggressione ha causato 16 morti, compresi civili, nonché 25 feriti, e ha causato perdite e danni a edifici residenziali e proprietà dei cittadini”, ha detto in una nota il portavoce dell’esecutivo iracheno Bassam al Awadi.
Ore 10 – Capo forze armate irachene: raid Usa violano nostra sovranità. Avranno conseguenze nefaste – Gli attacchi degli Stati Uniti costituiscono una “violazione della sovranità irachena” e rappresentano una minaccia le cui conseguenze saranno “nefaste per la sicurezza e la stabilità”. Il monito arriva dal portavoce del comandante in capo delle forze armate irachene, il generale Yahya Rasul Abdullah. “Le città di Al-Qaim e le zone di confine irachene sono state prese di mira dai raid aerei statunitensi, in un momento in cui l’Iraq sta cercando di garantire stabilità nella regione”, ha aggiunto Abdullah dopo i bombardamenti americani della notte scorsa in Iraq e Siria contro postazioni legate alle milizie e ai gruppi filo-iraniani in risposta alla morte di tre soldati statunitensi nell’attacco compiuto tra sabato e domenica scorsi in Giordania. “Questi attacchi – ha aggiunto – rappresentano una violazione della sovranità irachena” e causeranno “un indebolimento degli sforzi del governo iracheno, e rappresenteranno una minaccia che trascinerà l’Iraq e la regione verso conseguenze indesiderabili e disastrose per la sicurezza e la stabilità”.
Ore 5 – All’Italia il comando tattico della missione Ue in Mar Rosso – “L’Unione Europea ha chiesto all’Italia di fornire il Force Commander dell’operazione Aspides nel Mar Rosso (l’ufficiale ammiraglio che esercita il comando imbarcato degli assetti navali che partecipano all’operazione). L’importanza e l’urgenza dell’Operazione Aspides, che contribuirà a garantire la libera navigazione e la sicurezza del traffico commerciale nel Mar Rosso, hanno indotto la Difesa italiana ad assicurare immediatamente il proprio sostegno. Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell’impegno del Governo e della Difesa e della professionalità della Marina Militare”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Ore 4 – Usa: non colpiremo sul territorio iraniano – Gli Stati Uniti non attaccheranno l’Iran. Lo ha detto la Casa Bianca ribadendo che Washington “non vuole la guerra con Teheran”.
Ore 2 – Usa: colpiti 85 obiettivi in Siria e Iraq – Il governo degli Stati Uniti ha definito «riusciti» gli attacchi effettuati contro obiettivi e strutture legate alla Guardia rivoluzionaria islamica dell’Iran e ai gruppi filo-iraniani in Iraq e Siria. Lo ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. Sono stati attaccati 85 «obiettivi» e 7 strutture: 3 in Siria e 4 in Iraq, utilizzando più di 125 munizioni di precisione.