Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza, media: “11 morti in un raid israeliano vicino Rafah”. Idf: “Ucciso un soldato in azione”. Cisgiordania: Tel Aviv legalizza 5 colonie. Anp: “Così si promuove il genocidio”. Libano: Israele bombarda Hezbollah. Usa invitano lo Stato ebraico e alcuni Paesi arabi al vertice Nato. In Iran si vota per le elezioni presidenziali | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, venerdì 28 giugno
Non si fermano i raid di Israele nella Striscia di Gaza malgrado quasi nove mesi di guerra: i morti hanno ormai superato i 37.760 e i feriti sono oltre 86.400. Continua poi a complicarsi la situazione al confine con il Libano con quotidiani attacchi incrociati tra le Idf e il gruppo armato sciita Hezbollah. Tesa la situazione anche nel Mar Rosso dove i ribelli yemeniti Houthi non smettono di bersagliare le navi in transito nel Golfo di Aden e nello stretto di Bab el-Mandeb. Tutto questo mentre in Iran si vota per le presidenziali dopo la morte del capo dello stato Ebrahim Raisi, scomparso lo scorso 19 maggio in un incidente in elicottero. Di seguito le ultime notizie di oggi, venerdì 28 giugno 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.
Ore 18,00 – Libano, Idf: “Bombardati diversi obiettivi di Hezbollah” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno bombardato oggi una serie di obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano, colpendo tra l’altro un edificio in cui erano riuniti alcuni miliziani del gruppo armato sciita. Lo hanno reso noto nel pomeriggio le Idf, che hanno pubblicato sui social i filmati dei raid. Un edificio a Kafr Kila in Libano meridionale, dove secondo l’esercito israeliano si nascondevano alcuni miliziani di Hezbollah, è stato colpito questa mattina da un caccia dell’Aeronautica militare dell’Idf. La riunione, secondo i militari, era stata individuata grazie all’attività svolta dall’869esima Unità di raccolta di informazioni in combattimento dell’esercito, che poco dopo aver scoperto il raduno ha ordinato l’attacco. Un altro edificio utilizzato da Hezbollah, si legge nella nota, è stato invece colpito a Chihine, nel distretto di Tiro, sempre nel sud del Libano. Unità dell’artiglieria hanno invece bombardato alcune aree vicino alla località di Naqoura per “eliminare alcune minacce”. In giornata, il gruppo armato sciita libanese ha risposto ai raid lanciando diversi missili anticarro contro il nord di Israele. Secondo l’Idf però questi attacchi non hanno provocato alcun ferito.
Ore 17,30 – M.O.: colloquio telefonico tra i ministri degli Esteri di Iran e Germania – La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha avuto un colloquio telefonica con il suo omologo iraniano ad interim, Ali Bagheri Kani. Lo riferisce in una nota pubblicata sui social il ministero di Berlino. “Un’ulteriore escalation (in Medio Oriente, ndr) deve essere prevenuta a tutti i costi”, ha detto Baerbock a Bagheri. “Anche l’Iran deve contribuire”.
Ore 17,00 – Israele, il retroscena della riunione del gabinetto di sicurezza: “Ministri di estrema destra contrari a una soluzione diplomatica con Hezbollah” – La riunione di ieri sera del gabinetto di sicurezza del governo di Israele, secondo le ricostruzioni apparse oggi su diverse testate israeliane, ha visto lo scontro tra gli esponenti dell’estrema destra favorevoli a un intervento militare in Libano contro il gruppo armato sciita Hezbollah e i ministri che caldeggiano una soluzione diplomatica. Di ritorno da una visita a Washington negli Stati Uniti, secondo il portale locale Ynet, il ministro della Difesa Yoav Gallant ha dichiarato ai presenti: “Ho detto agli americani che non siamo noi a volere una guerra al nord e che se raggiungiamo un accordo che li tenga lontani (Hezbollah, ndr) dal confine, per noi è accettabile”. Al collega, secondo il quotidiano online The Times of Israel, avrebbe risposto allora il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir: “Non abbiamo imparato nulla dagli ultimi 20 anni di accordi (diplomatici, ndr)? Entro un anno o due, stupreranno le nostre donne e uccideranno i nostri bambini”. Il ministro degli Affari Strategici Ron Dermer avrebbe però ribattuto che, anche in caso di guerra in Libano, alla fine questa dovrà comunque concludersi con una sorta di intesa diplomatica. Non sarà necessario, avrebbe risposto allora Ben Gvir, perché Israele sconfiggerà Hezbollah. A quel punto, secondo diverse testate israeliane, sarebbe intervenuto direttamente nella discussione il primo ministro Benjamin Netanyahu, affermando che un accordo diplomatico “alle giuste condizioni” è l’opzione preferita da Israele. “Un accordo con Hezbollah porterà a un altro 7 ottobre”, avrebbe allora sottolineato il ministro della Sicurezza Nazionale. “Non puoi fare un accordo con i nazisti”. Nel corso dell’incontro poi sarebbe avvenuto anche uno scontro tra il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il capo di stato maggiore delle forze armate israeliane (Idf) Herzi Halevi, che in una precedente riunione del gabinetto di sicurezza aveva criticato i ministri presenti per non essersi assunti la responsabilità di quanto accaduto il 7 ottobre, come ha invece fatto il militare. “Non fateci la predica sulle nostre responsabilità”, avrebbe detto il ministro. “Non siamo stati noi ad andare a dormire il 6 ottobre”. “Rimangiati questa frase”, avrebbe sbottato allora il capo di stato maggiore delle forze armate, difeso poi dal ministro Gallant che avrebbe parlato di un attacco inaccettabile e senza precedenti contro i vertici dell’esercito. A questo punto sarebbe nuovamente intervenuto Netanyahu, rifiutando però di schierarsi e bollando come “inaccettabili” sia l’osservazione di Smotrich che quelle precedenti di Halevi.
Ore 16,30 – Il Consiglio Ue impone altre sanzioni contro Hamas e la Jihad Islamica – Il Consiglio europeo ha sanzionato sei persone e tre organizzazioni accusate di contribuire al finanziamento dei gruppi terroristici palestinesi di Hamas e della Jihad islamica. Tra i sanzionati, secondo una nota pubblicata dal Consiglio Ue, figurano Jamil Yusuf Ahmad Aliyan, esponente della Jihad islamica e leader della Fondazione Muhjat AlQuds; e Ahmed Sharif Abdallah Odeh, che “dirige le attività di investimento all’estero di Hamas”. Nell’elenco sono citati anche Zuheir Shamlakh, descritto come un “cambiavalute”; e i membri dell’Ufficio politico di Hamas, Ismail Barhoum e Maher Rebhi Obeid. A questi si aggiunge anche Ali Morshed Shirazi, ufficiale della Forza Quds in servizio come capo ufficio della sezione palestinese del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran. Tra le organizzazioni sanzionate figurano invece la Zawaya Group for Development & Investment Co. Ltd.; la Larrycom for Investment Ltd. e la Al Zawaya Group for Development & Investment Sociedad limitada. Tutte e tre questi soggetti, si legge nel comunicato, sarebbero collegati al portafoglio di investimenti di Hamas e “hanno svolto il ruolo di società di facciata per agevolare i flussi finanziari di Hamas”.
Ore 16,00 – Libano: anche la Giordania sconsiglia viaggi nel Paese dei Cedri – Anche la Giordania sconsiglia ai propri cittadini di recarsi in Libano. Un avviso diramato oggi dal ministero degli Esteri del regno esorta a evitare di recarsi nel Paese dei Cedri “alla luce degli sviluppi nella regione e a causa delle preoccupazioni per la sicurezza dei cittadini giordani all’estero”. I cittadini giordani che vivono o soggiornano in Libano, prosegue la nota, sono invitati a registrarsi sul sito-web dell’ambasciata del regno a Beirut.
Ore 15,00 – Libano, media: “Israele bombarda ancora Hezbollah”. Idf abbattono un drone sospetto – Le forze armate israeliane (Idf) hanno bombardato una serie di obiettivi nelle località di Kfarkela e Chihine, nel sud del Libano. Lo riferisce l’emittente libanese affiliata al gruppo armato sciita al-Mayadeen. Al momento l’Idf non ha confermato la notizia. Intanto i militari israeliani hanno fatto sapere che la contraerea ha abbattuto un drone sospetto entrato nello spazio aereo dello Stato ebraico nel nord della Valle del Giordano. In precedenza, le sirene di allarme erano scattate nelle comunità settentrionali di Kfar Blum e Amir. I militari e il Consiglio locale della città settentrionale israeliana di Metula hanno vietato il ritorno dei residenti a causa del lancio di alcuni razzi anticarro dal Libano da parte di Hezbollah.
Ore 14,00 – Anp: “Regolarizzare le colonie illegali mira a perseguire il genocidio” – La regolarizzazione di cinque avamposti illegali israeliani nella Cisgiordania occupata e l’imposizione di ulteriori sanzioni all’Autorità nazionale palestinese (Anp) è finalizzata a perseguire una “guerra di genocidio”. Lo ha affermato oggi in un’intervista all’agenzia di stampa Reuters, Wasel Abu Youssef, membro del Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), commentando il provvedimento approvato nella notte dal gabinetto di guerra del governo di Tel Aviv. Tutti gli insediamenti, ha ricordato Youssef, sono “colonie illegali che violano ogni risoluzione internazionale”. “Le decisioni del governo di occupazione mirano a perseguire la guerra di genocidio contro il nostro popolo palestinese”, ha aggiunto il funzionario. Sia l’Olp che l’Anp, ha proseguito Youssef, continueranno a fare pressioni affinché Israele venga portato davanti alle Corti di giustizia internazionali e punito per “i crimini commessi contro il nostro popolo e in particolare nella Striscia di Gaza”.
Ore 13,00 – Cisgiordania, Wafa: “8 palestinesi arrestati nella notte” – Almeno 8 palestinesi sono stati arrestati nella notte dalle forze di sicurezza israeliane nei Territori occupati della Cisgiordania. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, secondo cui gli arresti sono avvenuti nei governatorati di Tulkarem, Hebron e Nablus. Secondo la Palestinian Prisoners’ Society, che monitora i detenuti nelle carceri israeliane, almeno 9.430 palestinesi sono stati arrestati nei Territori occupati della Cisgiordania dal 7 ottobre scorso mentre secondo le forze di sicurezza israeliane i fermati sono 4.150, compresi 1.750 membri di Hamas. Nel corso delle violenze, secondo l’ong, sono rimaste uccise almeno 553 persone, tra cui 137 minorenni, e altre 5.300 sono state ferite.
Ore 12,00 – Israele: il ministro degli Esteri Israel Katz conferma l’invito al vertice Nato – Il ministero degli Esteri israeliano ha confermato che gli Usa hanno invitato il ministro Israel Katz a partecipare al prossimo vertice della Nato, che si terrà dal 9 all’11 luglio a Washington D.C. In una nota diramata oggi dal ministero israeliano si afferma che l’invito è stato rivolto al ministro dal Segretario di Stato statunitense Antony Blinken. All’incontro del 9 luglio a Washington, che segna il 75esimo anniversario della costituzione dell’Alleanza atlantica dovrebbero partecipare, secondo indiscrezioni pubblicate dal Financial Times, anche i capi delle diplomazie di vari Paesi arabi.
Ore 11,45 – Siria, media: “Un morto in un raid attribuito a Israele” – Una persona è rimasta uccisa in un attacco aereo attribuito a Israele nel villaggio di Al-Rafid, a sud della località di Quneitra, in Siria. Lo riferisce l’emittente libanese Al Mayadeen affiliata al gruppo armato libanese Hezbollah. Al momento le forze armate di Israele (Idf) non hanno confermato la notizia.
Ore 11,30 – Mar Rosso: cinque razzi mancano un mercantile al largo dello Yemen – Cinque missili lanciati dallo Yemen sono precipitati in acqua non lontano da una nave mercantile in transito nel Mar Rosso a 150 miglia nautiche (quasi 278 chilometri) a nord-ovest del porto di Hodeidah controllato dai ribelli sciiti filo-iraniani Houthi. Lo precisa l’agenzia britannica United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto), che aveva già segnalato l’incidente. L’imbarcazione non ha riportato danni e si sta dirigendo verso nord.
Ore 11,00 – Mar Rosso: segnalato un “incidente” a un mercantile al largo dello Yemen – Una nave mercantile in transito nel Mar Rosso è stata coinvolta in un incidente mentre navigava al largo delle coste dello Yemen. Lo riporta l’agenzia britannica United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto), a cui è stato segnalato il fatto avvenuto a 150 miglia nautiche (quasi 278 chilometri) a nord-ovest del porto di Hodeidah controllato dai ribelli sciiti filo-iraniani Houthi. L’agenzia non fornisce ulteriori dettagli.
Ore 10,30 – Gaza, al-Jazeera: “Almeno 11 morti e 40 feriti in un raid dell’Idf vicino Rafah” – Almeno 11 persone sono rimaste uccise e 40 sono state ferite in un raid compiuto dalle forze armate israeliane sul campo per sfollati di al-Mawasi, nei pressi della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’emittente al-Jazeera che cita fonti mediche locali.
Ore 10,00 – Gaza, Idf conferma: “Operazioni in corso a Gaza City” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno confermato l’avvio di una nuova operazione militare mirata nel quartiere di Shejaiya a Gaza City. Secondo una nota diramata stamattina dall’Idf, la 98esima divisione dell’esercito ha cominciato ieri le operazioni dopo aver ricevuto informazioni dall’intelligence sulla presenza di agenti e strutture di Hamas nell’area. La Settima Brigata corazzata della divisione, secondo i militari, è penetrata nell’area di Shejaiya durante la giornata di ieri e nella notte, mentre la Brigata paracadutisti ha iniziato a effettuare una serie di raid nella zona. “Decine di siti di Hamas sono stati colpiti dal cielo mentre le forze di terra avanzavano”, afferma l’esercito, secondo cui altri attacchi separati e “significativi” ha colpito anche il nord di Gaza, dove l’Idf afferma di aver ucciso “decine di terroristi” asserragliati in una scuola e in altre strutture dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Nella notte poi, secondo i militari, un raid aereo ha ucciso un miliziano di Hamas in un edificio a Deir al Balah, nel centro di Gaza, all’interno di quella che Israele aveva dichiarato “zona umanitaria”. “Il terrorista operava dall’interno dell’area umanitaria, che l’organizzazione utilizza come scudo per le sue attività terroristiche”, si legge nella nota dell’Idf. Prima dell’attacco, prosegue il comunicato, i militari hanno invitato la popolazione civile a evacuare l’area. L’Idf, conclude la nota, ha utilizzato mezzi di sorveglianza aerea, munizioni di precisione e altri strumenti per contenere i danni ai civili palestinesi.
Ore 9,30 – Gaza, media: “11 morti negli ultimi raid dell’Idf” – Almeno 11 persone sono rimaste uccise nelle ultime ore nella Striscia di Gaza a causa dei bombardamenti israeliani. Lo ha confermato oggi all’emittente al-Jazeera il coordinatore degli ospedali da campo del territorio costiero palestinese, Marwan Al-Hams, secondo cui si contano anche decine di feriti a seguito dei raid delle forze armate di Israele (Idf). Tra le vittime, secondo al-Jazeera, figurano anche tre paramedici della protezione civile locale, rimasti uccisi nella notte mentre erano in servizio durante un raid di Israele contro il campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia.
Ore 9,00 – Libano, Idf: “Bombardati siti di Hezbollah nel sud del Paese” – L’Aeronautica militare israeliana ha bombardato nella notte diversi siti legati al gruppo armato sciita Hezbollah nel sud del Libano. Lo hanno riferito sui social le forze armate di Israele (Idf), che hanno pubblicato i filmati dei raid compiuti nelle località libanesi di Khiam e Odaisseh. Intanto, secondo l’emittente libanese Al Manar vicina al gruppo armato sciita, in mattinata anche l’artiglieria israeliana ha colpito le zone di Khiam e Kfarkela nel sud del Paese arabo.
Ore 8,30 – Gaza, Idf: “Ucciso un soldato in azione” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno confermato la morte di un soldato ucciso in azione nel sud della Striscia di Gaza. Secondo una nota diramata stamattina dai militari, la vittima è il sergente Eyal Shynes, 19 anni, originario del Kibbutz Afik, in servizio presso il 931esimo battaglione della Brigata Nahal.
Ore 8,00 – Usa, media: “La Casa bianca invita i ministri degli Esteri di Israele e di alcuni Paesi arabi al summit Nato di Washington” – Gli Stati Uniti hanno invitano i ministri degli Esteri di Israele e di alcuni Paesi arabi al prossimo vertice della Nato, che si terrà dal 9 all’11 luglio a Washington D.C. L’indiscrezione è stata pubblicata oggi dal quotidiano britannico Financial Times, secondo cui tra gli invitati figurano i capi della diplomazia di Egitto, Giordania, Qatar, Tunisia, Emirati Arabi Uniti e Bahrein.
Ore 7,30 – Iran: aperti i seggi per le elezioni presidenziali – I seggi per elezioni presidenziali in Iran si sono aperti oggi alle 8,00 ora locale (le 6,30 in Italia). Quattro candidati – tre conservatori e un riformista – sono in corsa per sostituire il defunto presidente Ebrahim Raisi, scomparso lo scorso 19 maggio in un incidente in elicottero. Tra i candidati conservatori figurano il presidente del Parlamento Mohammad-Bagher Ghalibaf, l’ex negoziatore dell’accordo internazionale sul nucleare iraniano Said Jalili e il religioso Mostafa Pourmohammadi, che sfidano il deputato riformista Massoud Pezeshkian, capace secondo i sondaggi di arrivare anche al ballottaggio. “L’orgoglio e l’onore dell’Iran dipendono dalla presenza del popolo”, ha detto oggi la Guida Suprema della Rivoluzione, l’ayatollah Ali Khamenei invitando gli elettori a recarsi alle urne. “Spero che gli iraniani partecipino a questo grande diritto”.
Ore 7,00 – Israele: il gabinetto di sicurezza legalizza 5 colonie illegali in Cisgiordania – Il gabinetto di sicurezza del governo israeliano ha legalizzato nella notte cinque avamposti costruiti illegamente nella Cisgiordania occupata dai coloni e ha imposto ulteriori sanzioni all’Autorità nazionale palestinese (Anp). Lo ha annunciato nella notte il ministro delle Finanze israeliano e leader del partito di estrema destra Religious Zionism, Bezalel Smotrich. I cinque insediamenti citati sono Evyatar, Givat Assaf, Sde Efraim, Heletz e Adorayim. Questa mossa, secondo diversi media israeliani, permetterà al Consiglio superiore di pianificazione per la Giudea e la Samaria – un organismo che supervisiona gli insediamenti nei Territori palestinesi occupati – di promuovere la costruzione di migliaia di nuove case per i coloni israeliani in Cisgiordania. Il gabinetto di sicurezza ha approvato anche una serie di restrizioni alla attività edilizie nell’area B della Cisgiordania, che si trova sotto l’amministrazione dell’Anp. “Mi congratulo con il mio amico Smotrich per aver guidato l’iniziativa, che ho avuto l’onore di co-firmare e alla cui preparazione ho preso parte”, ha twittato nella notte il ministro per gli Insediamenti e i Progetti Nazionali e membro del partito Religious Zionism. Orit Strock. “Abbiamo smesso di porgere l’altra guancia”, ha aggiunto. “Anche noi sappiamo come imporre sanzioni ed esigere prezzi dolorosi. Ogni tentativo di indebolirci non farà altro che rafforzare la nostra presa sulla nostra terra”. Anche Yossi Dagan, capo del Consiglio regionale di Samaria, ha festeggiato il provvedimento definendolo una “decisione sionista e un forte messaggio di vittoria”. “I nuovi insediamenti completeranno una serie di insediamenti nella regione”, ha affermato invece Yaron Rosenthal, presidente del Consiglio regionale di Gush Etzion. Da parte sua poi, Israel Gantz, capo del Consiglio regionale di Binyamin, ha definito la mossa del governo una misura “che rafforza lo Stato di Israele”. Al contrario, l’associazione israeliana Peace Now ritiene ha definito “folle” il provvedimento e ha sottolineato il rischio di danneggiare così ulteriormente le relazioni tra Israele e gli Stati Uniti. “Invece di preoccuparsi dei residenti abbandonati del sud e del nord, il governo dei coloni dà un premio ai criminali al culmine della guerra per soddisfare Smotrich, che sta crollando nei sondaggi”, si legge in una nota del gruppo pacifista facendo riferimento alle ultime rilevazioni, secondo cui in caso di voto il partito del ministro delle Finanze non riuscirebbe a entrare alla Knesset. “Si tratta di un governo illegittimo che ha perso la fiducia del popolo molto tempo fa ed è gestito da una minoranza messianica ed estremista che deve uscire dalle nostre vite”, conclude Peace Now.