Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: oltre 37.700 morti dal 7 ottobre. Msf: “Ucciso un nostro fisioterapista in un raid dell’Idf”. Libano: Tel Aviv bombarda Hezbollah. 5 razzi colpiscono il nord di Israele. Netanyahu visita il confine e promette: “Vinceremo”. Il ministro degli Esteri libanese Bouhabib in tour in Europa, Usa e Canada per evitare la guerra. Il segretario di Stato Vaticano Parolin va a Beirut. Erdogan accusa: “L’Occidente appoggia lo Stato ebraico”. Il ministro israeliano Katz risponde: “Criminale di guerra, vergogna!” | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, mercoledì 26 giugno
Non si arrestano i raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Secondo quanto riferisce il ministero della Salute palestinese le vittime dall’inizio della guerra sono almeno 37.658, oltre a 86.237. Di seguito le ultime notizie di oggi, mercoledì 26 giugno 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.
Ore 18,00 – Gaza, Idf: “Colpiti 100 obiettivi terroristici in una settimana” – L’Aeronautica militare israeliana ha colpito oltre 100 obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza soltanto la scorsa settimana, supportando da vicino le forze di terra. Lo hanno reso noto oggi in serata le forze armate dello Stato ebraico (Idf), secondo cui i raid hanno visto l’impiego di aerei da combattimento, elicotteri d’attacco e droni a pilotaggio remoto.
Ore 17,45 – Israele, 5 missili lanciati dal Libano colpiscono la zona di Metula: nessun ferito – Cinque missili anticarro sono stati lanciati dal Libano contro la comunità israeliana di Metula, nel nord di Israele. Lo ha annunciato oggi pomeriggio in una nota il Consiglio locale, secondo cui non sono stati segnalati feriti. “Due missili sono caduti a nord della statale 90 all’ingresso del monte Tzofia, uno ha colpito una casa sul monte Tzofia, uno ha colpito il centro della città e l’altro non è stato ancora localizzato”, si legge in un comunicato.
Ore 17,30 – Israele: il premier Netanyahu visita il confine con il Libano e promette la “vittoria” contro Hezbollah – Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu si è recato oggi in visita al confine con il Libano per assistere a un’esercitazione militare, un’occasione in cui ha promesso che Tel Aviv “otterrà la vittoria anche su questo fronte” in caso scoppiasse una guerra aperta con il gruppo armato sciita Hezbollah. Secondo una nota diramata oggi dal suo ufficio, dopo aver assistito alle manovre della 55esima Brigata, il premier ha elogiato la “determinazione dei soldati nel difendere il Paese”. Alla visita hanno partecipato anche il consigliere militare di Netanyahu, Roman Gofman, il responsabile del Comando Nord delle forze armate (Idf), Ori Gordin, e altri ufficiali militari.
Ore 17,00 – Libano: il sottosegretario Onu Griffiths definisce “potenzialmente apocalittico” un conflitto tra Israele e Hezbollah – Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari Martin Griffiths ha definito oggi “potenzialmente apocalittica” una nuova guerra tra Israele e Hezbollah. “Lo vedo come il punto critico”, ha detto oggi Griffiths in conferenza stampa a Ginevra commentando la possibilità di un allargamento del conflitto dalla Striscia di Gaza al Libano meridionale. “È potenzialmente apocalittico”.
Ore 16,30 – Israele: il ministro della Diaspora lancia segnali di apertura all’estrema destra francese – Il ministro israeliano della Diaspora Amichai Chikli ha lanciato un segnale di apertura al Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, segnando forse la fine del quarantennale boicottaggio dell’estrema destra francese da parte di Israele. Chikli ha condiviso oggi su X (ex Twitter) il video di un discorso di Bardella, con sottotitoli in ebraico, in cui il candidato premier di Le Pen si pronuncia contro la soluzione dei due Stati alla guerra in Medio Oriente. ontattato dal quotidiano Haaretz, un portavoce di Chikli ha dichiarato che il ministro ha “ottimi contatti con il Rassemblement National”. “Siamo entusiasti della prospettiva di stabilire un dialogo produttivo con loro”, ha aggiunto. Chikli non è nuovo a dichiarazioni pubbliche di sostegno a candidati stranieri. Ad aprile, all’emittente radiofonica pubblica Kan, disse: “Se fossi un cittadino statunitense con diritto di voto, voterei per (Donald) Trump e per i repubblicani”.
Ore 16,00 – Israele, il ministro degli Esteri Katz risponde a Erdogan: “Vergogna, criminale di guerra” – Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha definito il presidente turco Recep Tayyip Erdogan un “criminale di guerra”, chiedendo al capo di stato di Ankara di stare zitto e di vergognarsi delle sue dichiarazioni di questa mattina in cui accusava Tel Aviv di preparare un’offensiva contro il Libano e l’Occidente di appoggiare “dietro le quinte” lo Stato ebraico. “Erdogan ha annunciato il suo sostegno a Hezbollah contro le minacce di Israele”, ha scritto oggi Katz su X (ex Twitter). “Erdogan è un criminale di guerra che massacra curdi innocenti oltre il confine siriano e cerca di negare a Israele il suo diritto all’autodifesa contro un’organizzazione terroristica che attacca dal Libano seguendo gli ordini dell’Iran”. “Stai zitto e vergognati!”, ha concluso il ministro israeliano.
Ore 15,30 – Israele, Idf: “Intercettato un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza” – Le forze armate di Israele (Idf) hanno intercettato un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza contro il sud dello Stato ebraico. Lo hanno reso noto le Idf, secondo cui non risultano danni né feriti. Il missile aveva fatto scattare le sirene di allarme nelle località israeliane di confine di Nirim e Ein Hashlosha.
Ore 15,00 – Libano, Idf: “Bombardati altri siti di Hezbollah” – L’Aeronautica militare israeliana ha bombardato oggi diversi siti legati al gruppo armato sciita Hezbollah nel sud del Libano. Lo hanno riferito sui social le forze armate di Israele (Idf), che hanno pubblicato i filmati dei raid compiuti contro un edificio, una postazione di osservazione e altre strutture del gruppo armato sciita nelle località di Kfarchouba, Ayta ash-Shab e Khiam.
Ore 14,30 – Libano, il premier Mikati riceve il cardinale Parolin: “Dobbiamo impedire che il Paese diventi teatro di un conflitto tra Israele e Hezbollah” – Il Libano non può diventare il teatro di un conflitto armato tra Israele e Hezbollah. Lo ha detto oggi nel corso della conferenza stampa congiunta a Beirut con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, il primo ministro libanese Najib Mikati, secondo cui “bisogna impedire” la guerra. “La stabilità e gli interessi del Libano non dovrebbero essere legati a conflitti complessi e guerre senza fine”. Da parte sua, il segretario di Stato vaticano ha esortato tutte le parti in Medio Oriente ad accettare le “proposte di pace” presentate dai mediatori, affermando che la regione, Libano compreso, “non ha bisogno della guerra”. “Il Medio Oriente sta attraversando un momento critico”, ha detto Parolin in conferenza stampa. La Santa Sede “chiede che le proposte di pace siano accolte, affinché cessino i combattimenti da entrambe le parti, vengano liberati gli ostaggi a Gaza e affinché gli aiuti necessari arrivino senza ostacoli alla popolazione palestinese”, ha aggiunto. “Il Libano, il Medio Oriente e il mondo intero non hanno certo bisogno della guerra”.
Ore 14,00 – Germania, la ministra degli Esteri Baerbock: “Israele e Hezbollah rischiano di scivolare nella guerra” – Israele e Hezbollah rischiano di “scivolare” in un’altra guerra che “comporterebbe un’escalation regionale su una scala difficilmente immaginabile”. L’avvertimento arriva dalla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, appena tornata da un tour diplomatico in Libano e Israele. “Stanno volando sempre più razzi, per lo più le parti non vogliono questa guerra ma ci stiamo scivolando dentro”, ha dichiarato l’esponente dei Verdi tedeschi alla radio pubblica Deutschlandfunk. È necessario, ha aggiunto il capo della diplomazia di Berlino che le potenze globali medino una de-escalation al confine libanese-israeliano. Come primo passo, Baerbock ha chiesto un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, una mossa che “calmerà anche il fronte settentrionale”. In caso contrario, secondo la ministra degli Esteri tedesca, rischiamo un allargamento del conflitto. Sfortunatamente, ha spiegato Baerbock, il governo di Beirut “non ha alcun accesso effettivo sul campo, nemmeno a Hezbollah”. Questo, secondo la ministra tedesca, rende ancora più importanti gli sforzi di mediazione in corso da parte di Stati Uniti e Francia.
Ore 13,30 – Libano, Erdogan accusa: “L’Occidente appoggia Israele dietro le quinte” – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato i Paesi occidentali di “appoggiare” l’offensiva di Israele in Libano contro Hezbollah, sostenendo il gruppo terroristico palestinese Hamas. “Sembra che Israele, che ha devastato Gaza, stia ora mettendo gli occhi sul Libano”, ha detto oggi Erdogan ai deputati del suo partito Akp in Parlamento. “Vediamo che le potenze occidentali sostengono Israele dietro le quinte”. “I piani di Netanyahu di estendere la guerra al resto della regione porteranno a un grande disastro”, ha aggiunto il presidente turco, dicendo che Ankara si schiererà dalla parte del Libano.
Ore 13,15 – Gaza: il bilancio dei morti sale a 37.718 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 37.718 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 86.377, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 60 persone e altre 140 sarebbero rimaste ferite. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 15mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto, mentre sono oltre 300 i soldati di Tel Aviv caduti nella Striscia. Per le Nazioni Unite invece, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne e minori.
Ore 13,00 – Libano: “435 morti e 474 feriti negli scontri con Israele dall’inizio della guerra a Gaza” – Almeno 435 persone sono morte e 474 sono rimaste ferite in Libano negli scontri ripresi tra Israele e Hezbollah dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Lo riferisce in una nota il ministero della Sanità di Beirut, secondo cui il bilancio delle vittime si riferisce al periodo compreso tra l’8 ottobre 2023 e il 26 giugno 2024. Secondo il quotidiano locale L’Orient-Le Jour, le vittime di Hezbollah dall’8 ottobre sono 350, compresi i miliziani uccisi in Siria. Per l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), il conflitto ha provocato oltre 95mila sfollati.
Ore 12,30 – Gaza, Mezzaluna Rossa Palestinese: “Sei camion carichi di aiuti sanitari entrano nel sud della Striscia” – Sei camion carichi di aiuti sanitari hanno attraversato oggi il valico di Kerem Shalom tra Israele e il sud della Striscia dei Gaza. Lo riferisce sui propri canali social la Mezzaluna Rossa Palestinese, secondo cui le forniture donate dal Marocco saranno immediatamente distribuite agli ospedali del territorio costiero. Dall’inizio dell’offensiva israeliana a Rafah a maggio, con la chiusura del valico con l’Egitto, il flusso di aiuti nella Striscia è diminuito sensibilmente, riducendo ulteriormente le già scarse scorte di cibo e medicine per la popolazione.
Ore 12,00 – Libano: Svizzera, Canada e Kuwait sconsigliano viaggi nel Paese – Il governo svizzero, come già fatto da Canada e Kuwait, sconsiglia ai propri cittadini i viaggi in Libano, a causa delle tensioni tra Israele e il gruppo armato sciita Hezbollah per il conflitto nella Striscia di Gaza, che potrebbero anche sfociare in una guerra aperta nel sud del Paese arabo. L’avviso è contenuto in un comunicato pubblicato oggi dall’ambasciata svizzera a Beirut, secondo cui “in generale non è consigliabile recarsi in Libano”. “Un significativo deterioramento della situazione della sicurezza in tutto il Paese è possibile in qualsiasi momento”, prosegue la nota. A coloro che invece desiderano lasciare il Libano, il dipartimento federale elvetico degli Affari Esteri consiglia di utilizzare i mezzi di trasporto commerciali attualmente disponibili. “Per qualsiasi informazione contattare le compagnie aeree”, si legge nella nota. “La decisione di lasciare il Paese viene presa volontariamente, a rischio e a spese della persona che lascia il Paese”, precisa il dipartimento. “Gli svizzeri che, nonostante le raccomandazioni, decidono di restare nel Paese o di recarsi in Libano, devono però essere consapevoli che, in caso di peggioramento della situazione della sicurezza, la Svizzera potrebbe fornire solo servizi limitati o addirittura non offrirli affatto e che avrà solo possibilità limitate di fornire assistenza in caso di emergenza”, conclude il comunicato. Berna non è la prima a lanciare questo genere di messaggi. Ieri, il Canada aveva invitato i propri cittadini a lasciare il Libano il più rapidamente possibile, e “finché è possibile”. La scorsa settimana, il governo del Kuwait aveva esortato i propri connazionali a partire “il prima possibile”, sconsigliando “per il momento” viaggi in Libano, “data la situazione della sicurezza nella regione”.
Ore 11,30 – Gaza, Msf: “Ucciso un altro nostro attivista in un raid dell’Idf. È il sesto dall’inizio della guerra” – Un altro attivista di Medici Senza Frontiere (Msf) è rimasto vittima di un raid aereo compiuto ieri nella Striscia di Gaza dalle forze armate di Israele (Idf). La denuncia arriva direttamente dall’ong, secondo cui il fisioterapista 33enne Fadi al-Wadiya è il sesto attivista di Msf a essere stato ucciso nel territorio costiero palestinese dall’inizio della guerra. L’uomo, secondo l’ong, è rimasto ucciso ieri in un attacco israeliano condotto con alcuni droni vicino a una clinica di Msf a Gaza City insieme ad altre cinque persone, tra cui tre bambini.
Ore 11,00 – Cisgiordania, ong: 20 palestinesi arrestati nella notte – Almeno 20 palestinesi sono stati arrestati nella notte dalle forze di sicurezza israeliane nei Territori occupati della Cisgiordania. Lo riporta la Palestinian Prisoners’ Society, che monitora i detenuti nelle carceri israeliane, secondo cui gli arresti sono avvenuti nei governatorati di Hebron e Jenin e nelle località di Betlemme e Qalqilya. Secondo l’ong, dal 7 ottobre scorso, giorno degli attentati di Hamas e della Jihad Islamica in Israele, circa 9.400 palestinesi sono stati arrestati nei Territori occupati della Cisgiordania, mentre secondo le forze di sicurezza israeliane i fermati sono 4.150, compresi 1.750 membri di Hamas. Nel corso delle violenze, secondo l’ong palestinese, sono rimaste uccise 553 persone, tra cui 137 minorenni, e altre 5.300 sono rimaste ferite.
Ore 10,45 – Libano: il ministro degli Esteri in visita in Europa, Canada e Usa per evitare la guerra – A partire da oggi il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Rashid Bouhabib, sarà impegnato in tour diplomatico in Europa, Canada e Stati Uniti per evitare una guerra tra il gruppo armato sciita Hezbollah e Israele nel sud del Paese. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui il ministro si recherà prima a Bruxelles per incontrare i rappresentanti dell’Unione europea, quindi si recherà negli Stati Uniti e in Canada.
Ore 10,15 – Gaza, media: “15 morti in un raid dell’Idf a Beit Lahiya” – Almeno 15 persone sarebbero morte stanotte nella città di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, a seguito di un raid aereo condotto dalle forze armate di Israele (Idf) contro un’abitazione civile. Lo riporta l’emittente al-Jazeera, secondo cui l’attacco ha colpito la casa della famiglia Abu Awad. Secondo il dipartimento dei Servizi Sanitari di Gaza, al momento del raid nell’abitazione si trovavano una quarantina di persone, per lo più donne e bambini. Finora l’Idf non ha confermato l’attacco.
Ore 10,00 – Israele, rabbino ultra-ortodosso: “Agli haredim è vietato arruolarsi” – Il rabbino Moshe Maya, ex deputato ed ex viceministro israeliano alla Cultura nonché membro anziano del Consiglio dei Saggi della Torah del partito ultra-ortodosso Shas che controlla 11 seggi in Parlamento, ha dichiarato che nessun membro della sua comunità, persino chi non studia nelle yeshivah (le scuole religiose, ndr), può prestare servizio militare. Le dichiarazioni di Maya, registrate oggi ai microfoni dell’emittente radiofonica Kol Barama, gettano ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche scoppiate in Israele dopo la pronuncia di ieri dell’Alta Corte di Giustizia, secondo cui non esiste alcuna base legale per escludere gli uomini della comunità religiosa Haredi (gli ebrei ultra-ortodossi) dalla leva militare obbligatoria e chi possiede i requisiti per prestare servizio nelle forze armate (Idf) deve essere arruolato. Una sentenza che ha poi spinto la Procura generale israeliana a ingiungere ai militari l’arruolamento immediato di tremila uomini ultra-ortodossi. “Anche a chi non studia è vietato arruolarsi nell’esercito”, ha detto oggi Maya commentando il verdetto. “Coloro che lo fanno, finiranno per violare lo Shabbat”. Finora circa 67mila uomini haredim idonei al servizio erano stati esentati dalla leva. I membri della comunità haredi, come sono conosciuti alcuni movimenti religiosi di ebrei ultraortodossi in Israele, costituiscono circa il 13 per cento della popolazione dello Stato ebraico. Fino a ieri, se studiavano a tempo pieno in una yeshiva, le scuole ultraortodosse, o in altri istituti religiosi erano tradizionalmente esentati dal servizio militare e ricevevano persino un sussidio statale fino ai 26 anni. Ma la sentenza dell’Alta Corte mette a rischio il governo Netanyahu. I 19 deputati dei partiti haredi che appoggiano la coalizione di unità nazionale formatasi dopo gli attentati del 7 ottobre scorso minacciano infatti di ritirare il loro sostegno all’esecutivo, che da otto mesi ha allargato la sua risicata maggioranza di estrema destra. Prima degli attacchi di Hamas e della Jihad Islamica, Netanyahu godeva infatti in Parlamento di soli 5 seggi di vantaggio sull’opposizione mentre ora conta su 17 voti in più. Senza l’appoggio dei partiti religiosi però, rischia di perdere la maggioranza.
Ore 9,30 – Libano, Idf: “Bombardati siti di Hezbollah nel sud del Paese” – L’Aeronautica militare israeliana ha bombardato nella notte diversi siti legati al gruppo armato sciita Hezbollah nel sud del Libano. Lo hanno riferito sui social le forze armate di Israele (Idf), che hanno pubblicato i filmati dei raid compiuti nelle località libanesi di Shebaa e Matmoura.
Ore 9,15 – Gaza, Idf: “Ucciso un miliziano di Hamas che contrabbandava armi attraverso Rafah” – Un miliziano di Hamas, identificato come Wissam Abu Ashak, è stato ucciso ieri in un attacco aereo dell’Aeronautica militare israeliana diretto dall’intelligence delle forze armate (Idf) nel sud della Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato oggi in una nota le Idf, secondo cui la vittima era coinvolta nelle operazioni di contrabbando di armi per Hamas a Rafah. Negli ultimi anni, l’uomo avrebbe diretto il traffico attraverso il valico di Rafah e i tunnel sotterranei che collegano la Striscia all’Egitto. Inoltre, nella notte, Israele ha bombardato una base di lancio di razzi a Rafah e “decine di altri obiettivi, tra cui strutture militari, cellule terroristiche e ingressi ai tunnel sotterranei” nella zona.
Ore 9,00 – Iraq, media: “Milizie filo-iraniane pronte ad armare e a unirsi a Hezbollah contro Israele”. Ma Teheran frena – I rappresentanti di alcune milizie filo-iraniane in Iraq si sono incontrati negli scorsi giorni nella capitale Baghdad con un ufficiale delle Guardie della Rivoluzione dell’Iran per offrire il loro appoggio al gruppo armato sciita libanese Hezbollah contro Israele. La notizia dell’incontro è stata pubblicata dal quotidiano londinese in lingua araba Asharq Al-Awsat, secondo cui i presenti non solo si sono offerti di armare Hezbollah ma hanno anche dichiarato di essere “pronti a schierarsi in Libano meridionale per sostenere” la lotta del gruppo contro lo Stato ebraico. Fonti citate dal quotidiano registrano però la frenata di Teheran e dello stesso Hezbollah, che si sarebbero detti contrari alla proposta.
Ore 8,30 – Mar Rosso: missile Houthi manca di poco un mercantile – Un missile lanciato dalle aree dello Yemen controllate dai ribelli sciiti filo-iraniani Houthi è precipitato in acqua vicino a una nave mercantile che incrociava a 52 miglia nautiche (circa 96 chilometri) a sud del porto di Aden. Lo ha fatto sapere oggi in una nota l’agenzia britannica United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto), che cita il capitano del bastimento, secondo cui l’equipaggio è sano e salvo e non sono stati registrati danni. L’imbarcazione è attualmente diretta verso il prossimo porto di scalo.
Ore 8,00 – Israele: milizia irachena lancia un drone verso Eilat: nessun danno – La Resistenza Islamica in Iraq, una milizia filo-iraniana, ha lanciato un drone armato contro il porto israeliano di Eilat, nel sud dello Stato ebraico, ma l’arma è precipitata nel Mar Rosso, al largo della costa. La notizia dell’attacco avvenuto questa mattina è stata confermata dalle forze armate di Israele (Idf), secondo cui il drone non è mai entrato nello spazio aereo dello Stato ebraico ma è stato identificato e monitorato durante il suo tragitto dalla contraerea israeliana. Poco dopo, la milizia irachena ha rivendicato l’attacco lanciato contro “un obiettivo vitale a Eilat”.