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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: oltre 34.356 morti dal 7 ottobre. Hezbollah lancia razzi contro Israele: ucciso un civile. Usa, Blinken: “La Cina può svolgere un ruolo nel ridurre le tensioni in Medio Oriente”. Russia, Shoigu: “Pronti ad approfondire la cooperazione militare con l’Iran”. Ue stanzia altri 73 mln dlr di aiuti | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: AGF

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, venerdì 26 aprile

Di seguito le ultime notizie di oggi, venerdì 26 aprile 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

DIRETTA

Ore 18,00 – Israele, polizia: “Aperta indagine per terrorismo sull’aggressione a Ramla” – La polizia israeliana ha aperto un’indagine per terrorismo per quanto riguarda l’aggressione avvenuta oggi a Ramla, nel centro del Paese, in cui una giovane di 18 anni è rimasta gravemente ferita dopo essere stata accoltellata più volte da un aggressore poi ucciso a colpi d’arma da fuoco.  Lo riferisce il quotidiano israeliano online The Times of Israel, che cita il capo della polizia del distretto centrale di Israele, Avi Bitton, secondo cui l’aggressore, definito “mentalmente instabile”, ha colpito più volte la vittima alla schiena prima di fuggire. Rincorso da amici e parenti della giovane per circa un chilometro, l’uomo ha cercato di aggredire un’altra donna ed è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da uno degli inseguitori con un’arma detenuta legalmente.

Ore 17,45 – Israele, incidente stradale per il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir: “Lievemente ferito” – Il ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben Gvir, è rimasto lievemente ferito a seguito di un’incidente stradale che ha coinvolto l’auto su cui si trovava a bordo. Lo riferisce l’emittente televisiva pubblica Kan, secondo cui l’automobile su cui si trovava il ministro si è ribaltata mentre si allontanava dalla scena di un sospetto attentato terroristico in cui è stata accoltellata una giovane di 18 anni a Ramla, nel centro di Israele. Secondo la polizia intervenuta sul luogo dell’incidente, nello scontro sono rimasti coinvolti due veicoli e tre persone sono state portate in ospedale dopo essere rimaste lievemente ferite. Un giornalista di Channel 12 riferisce che, secondo alcuni testimoni, il veicolo con a bordo il ministro sarebbe passato con il rosso. La polizia intanto ha aperto un’indagine sulle cause dell’incidente. L’ufficio del ministro ha fatto sapere che Ben Gvir è cosciente e in buone condizioni ma che sarà comunque trasportato per ulteriori accertamenti al vicino Shamir Medical Center di Be’er Ya’akov, dove si trova ricoverata in gravi condizioni la vittima del sospetto attacco terroristico.

Ore 17,30 – Turchia, Erdogan: “Nessun radar turco usato per intercettare i droni e i missili lanciati dall’Iran contro Israele” e chiama Netanyahu “il macellaio di Gaza” – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha smentito oggi le voci secondo cui alcuni droni e missili balistici lanciati il 13 aprile dall’Iran contro Israele sarebbero stati intercettati grazie al tempestivo rilevamento da parte di una base radar della Nato nel sud-est della Turchia. “Il centro radar di Kurecik (nella provincia meridionale di Malatya in Anatolia, ndr) non ha e non può avere alcun rapporto, legame o contatto con alcuno Stato diverso dalla sicurezza del nostro Paese e della nostra alleanza”, ha dichiarato Erdogan durante una conferenza interparlamentare sulla Palestina tenuta oggi a Istanbul e trasmessa dalla tv di stato turca Trt. Ankara, ha ribadito il presidente turco ha tagliato i legami diplomatici e commerciali con Israele e imporrà ulteriori restrizioni commerciali allo Stato ebraico. “Dal punto di vista commerciale, l’unico Paese che impone restrizioni all’esportazione di 54 categorie di prodotti in Israele è la Turchia”, ha ricordato Erdogan che poi se l’è presa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Come gli assassini prima di lui, Netanyahu ha vergognosamente scritto il suo nome nella storia come il macellaio di Gaza”, ha detto il presidente turco. “Dobbiamo intensificare i nostri sforzi affinché Netanyahu, il macellaio, sia ritenuto responsabile davanti alla legge”.

Ore 17,00 – Netanyahu: “Nessuna sentenza della Corte di Giustizia de L’Aja influenzerà le azioni di Israele” – Nessuna sentenza emessa dalla Corte internazionale di Giustizia de L’Aja può influenzare le azioni di Israele ma, secondo il primo ministro Benjamin Netanyahu, “costituirebbe un pericoloso precedente”. “Sotto la mia guida, Israele non accetterà mai alcun tentativo da parte della Corte internazionale di Giustizia dell’Aja di minare il suo diritto fondamentale alla difesa”, ha detto il capo del governo israeliano in una nota pubblicata su Telegram. “Anche se le decisioni prese dal tribunale dell’Aja non influenzeranno le azioni di Israele, creeranno un pericoloso precedente che minaccia soldati e personaggi pubblici”.

Ore 16,15 – Israele, accoltellata una giovane donna a Ramla: ucciso l’aggressore – Una giovane di 18 anni è rimasta gravemente ferita dopo essere stata accoltellata nella città di Ramla, nel centro di Israele, nel corso di un potenziale attentato terroristico. Lo ha reso noto il il servizio medico d’emergenza israeliano Magen David Adom, secondo cui l’aggressore è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. La vittima invece è stata trasferita presso il vicino Shamir Medical Center a Be’er Ya’akov. La polizia ha aperto un’indagine in merito alle circostanze dell’attacco.

Ore 16,00 – Ue annuncia altri 73 milioni di dollari di aiuti per Gaza – L’Unione europea ha stanziato altri 73 milioni di dollari per finanziare l’invio di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Lo ha comunicato oggi in una nota la Commissione Ue, secondo cui il nuovo pacchetto di aiuti sarà incanalato nel territorio costiero palestinese attraverso i partner locali sul campo e si concentrerà sulle consegne di cibo, la fornitura di acqua pulita e servizi igienico-sanitari e la costruzione di rifugi. “Alla luce del continuo deterioramento della grave crisi umanitaria a Gaza e del costante aumento dei bisogni sul campo, la Commissione sta intensificando i suoi finanziamenti per sostenere i palestinesi colpiti dalla guerra attualmente in corso”, si legge nel comunicato. “Questo porta a 193 milioni di euro il totale per il 2024 dell’assistenza umanitaria dell’Ue destinata ai palestinesi a Gaza e in tutta la regione”.

Ore 15,30 – Russia, Shoigu: “Pronti ad approfondire la cooperazione militare con l’Iran” – La Russia è pronta ad approfondire la cooperazione militare e tecnica con l’Iran. Lo ha annunciato oggi il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu durante un incontro con il suo omologo iraniano Gharaei Ashtiani a margine del vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) in corso in Kazakistan. I contatti tra i dipartimenti militari dei due Paesi, ha detto Shoigu, sono aumentati significativamente negli ultimi tempi.

Ore 15,00 – Onu: “Ci vorranno 14 anni per rimuovere 37 milioni di tonnellate di macerie nella Striscia di Gaza” – Potrebbero volerci almeno 14 anni solo per rimuovere le circa 37 milioni di tonnellate di macerie, ordigni inesplosi compresi, che attualmente ricoprono la Striscia di Gaza a causa della guerra scatenata da Israele dopo gli attentati del 7 ottobre scorso. Lo ha reso noto oggi durante un briefing a Ginevra Pehr Lodhammar, funzionario del Servizio di azione contro le mine delle Nazioni Unite (UNMAS), secondo cui “in genere si registra un tasso di fallimento di almeno il 10 per cento delle munizioni terrestri che vengono sparate e non esplodono”. “Stiamo parlando di 14 anni di lavoro con 100 camion”, ha precisato Lodhammar.

Ore 14,30 – Gaza, il bilancio dei morti sale a 34.356 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 34.356 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche oltre 77.368 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 51 persone e altre 75 sarebbero rimaste ferite. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto, mentre sono 261 i soldati caduti nella Striscia. Per le Nazioni Unite invece, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne (circa 10mila) e minori (oltre 14mila).

Ore 14,00 – Blinken: “La Cina può svolgere un ruolo nel ridurre le tensioni in Medio Oriente” – “La Cina può svolgere un ruolo nel ridurre le tensioni in Medio Oriente, anche attraverso la sua influenza sull’Iran”. Lo ha detto oggi il segretario di Stato Usa Antony Blinken durante un punto stampa all’ambasciata degli Stati Uniti a Pechino. “Penso che le relazioni che la Cina ha, possano risultare positive nel cercare di calmare le tensioni, prevenire l’escalation, evitare la diffusione del conflitto”, ha aggiunto il capo della diplomazia Usa, secondo cui il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha accettato di restare in contatto con Washington sulla situazione in Medio Oriente.

Ore 13,30 – Yemen, esercito Usa: “Houthi lanciano missili nel Golfo di Aden: nessun danno né feriti” – I ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi hanno lanciato ieri una serie di missili balistici antinave nel Golfo di Aden, senza provocare feriti né danni alle imbarcazioni in transito nell’area. Lo ha reso noto oggi il Comando Centrale delle Forze armate degli Stati Uniti (Centcom), secondo cui in un’altra operazione, l’esercito Usa ha aver ingaggiato e distrutto un drone marittimo e uno aereo in un’area controllata dagli Houthi.

Ore 13,00 – Usa, media: “La Casa bianca non sanzionerà i battaglioni dell’Idf che hanno violato i diritti umani in Cisgiordania” – I tre battaglioni delle forze armate israeliane (Idf), accusati di aver commesso “gravi violazioni dei diritti umani” contro i civili palestinesi in Cisgiordania, rimarranno idonei a ricevere gli aiuti militari degli Stati Uniti indipendentemente dalle misure che Tel Aviv afferma di voler intraprendere per affrontare il problema. La notizia è stata pubblicata dall’emittente statunitense Abc, che cita una lettera riservata e priva della data inviata dal segretario di stato Antony Blinken al presidente della Camera dei Rappresentanti, Mike Johnson. La decisione degli Stati Uniti, ha scritto Blinken, “non ritarderà la fornitura di alcuna assistenza americana e Israele sarà in grado di ricevere l’intero importo stanziato dal Congresso”. Le accuse rivolte a ciascuna delle unità coinvolte risalgono al periodo precedente la guerra scatenata da Israele nella Striscia di Gaza dopo gli attentati terroristici del 7 ottobre. Nessuno dei casi citati riguarda operazioni contro Hamas a Gaza o contro l’Iran o i suoi alleati nella regione.

Ore 12,30 – Cisgiordania, Idf: “Arrestati due palestinesi armati, preparavano attentati” – Due palestinesi, uno dei quali armato di ascia, sono stati arrestati dalle forze armate di Israele (Idf) in un avamposto agricolo illegale nella Cisgiordania occupata. Lo hanno reso noto in un comunicato le Idf, secondo cui i due avevano in programma un attacco terroristico alla fattoria Makouk, vicino al villaggio palestinese di Wadi as-Seeq, a circa 19 chilometri a est di Ramallah. Secondo le truppe israeliane, nel loro veicolo sono state trovate altre asce e coltelli. I due, secondo la nota, “sono stati consegnati ai servizi interni dello Shin Bet per ulteriori interrogatori”. L’avamposto illegale di Makouk Farm è stato fondato dall’attivista di estrema destra Neriya Ben Pazi, sottoposto a sanzioni dagli Stati Uniti e dall’Unione europea.

Ore 12,00 – Israele, sondaggi: “Il gradimento di Netanyahu è al 36%” – Il 36 per cento degli israeliani ritiene ancora il primo ministro Benjamin Netanyahu adatto a guidare il governo dello Stato ebraico, malgrado il calo dei consensi del suo partito e della maggioranza di estrema destra attualmente al potere. È quanto emerge da un nuovo sondaggio condotto dalla società demoscopica Panel4All e pubblicato dal quotidiano Maariv, secondo cui il 45 per cento degli intervistati preferisce però l’ex capo di stato maggiore e attuale membro del gabinetto di guerra Benny Gantz, leader del partito di opposizione Unità Nazionale. Secondo il sondaggio però, il movimento di Gantz non guadagna consensi. Se si votasse oggi in Israele, Unità Nazionale otterrebbe 29 seggi – due in meno rispetto al sondaggio della scorsa settimana ma comunque in crescita rispetto agli attuali 12. Il partito Likud guidato dal premier Netanyahu invece otterrebbe 21 deputati, rispetto ai 32 attualmente occupati alla Knesset. In generale, la coalizione di estrema destra oggi al governo a Tel Aviv otterrebbe 50 seggi rispetto ai 61 dell’opposizione, mentre in Parlamento entrerebbero anche 9 deputati di partiti arabo-israeliani.

Ore 11,00 – Iran: uccisi due “terroristi” nel sud est – Due presunti “terroristi” sono rimasti uccisi ieri sera nella regione del Sistan e Baluchistan, nel sud-est dell’Iran, a seguito un attacco con droni condotto dalle forze di Teheran. “Un attacco con droni effettuato dalle forze di sicurezza contro un’auto che trasportava terroristi vicino a Zahedan ha provocato la morte di due terroristi”, ha fatto sapere l’agenzia di stampa ufficiale Irna, senza fornire ulteriori dettagli sul raid. La provincia del Sistan-Baluchistan, una delle più povere del Paese, è abitata principalmente dalla minoranza etnica Baluchi, che in grande maggioranza professa l’Islam sunnita piuttosto che la confessione sciita predominante in Iran. Il gruppo jihadista Jaish al-Adl (in arabo, letteralmente: “Esercito della Giustizia”), di stanza in Pakistan, ha rivendicato diversi attacchi nella zona negli ultimi mesi. Costituita nel 2012, è considerata una “organizzazione terroristica” sia dall’Iran che dagli Stati Uniti. Il 9 aprile, il gruppo ha rivendicato l’attacco a un veicolo della polizia, costato la vita a cinque agenti. Cinque giorni prima, il Jaish al-Adl aveva attaccato il una base delle Guardie della Rivoluzione a Rask e una stazione di polizia a Chabahar, uccidendo 16 poliziotti.

Ore 10,30 – Libano: il Parlamento rinvia le elezioni municipali per gli scontri con Israele – Il parlamento libanese ha rinviato le elezioni municipali previste a maggio, a causa delle “complesse circostanze di sicurezza, militari e politiche seguite all’aggressione israeliana”. Il disegno di legge, approvato ieri, rinvia le consultazioni a una data “non successiva al 31 maggio 2025”. In Libano, le elezioni municipali dovrebbero tenersi ogni sei anni ma le ultime sono state rinviate già due volte: prima nel 2022 per dare priorità alle legislative, e di nuovo nel 2023 a causa dello sforamento dei vincoli di bilancio.

Ore 10,00 – Israele, media: “Blinken atteso a Tel Aviv il 30 aprile” – Il segretario di Stato Usa Antony Blinken si recherà in visita in Israele il prossimo martedì 30 aprile. Lo ha reso noto, senza citare alcuna fonte in merito, l’emittente pubblica israeliana Kan, secondo cui il capo della diplomazia Usa discuterà con i vertici dello Stato ebraico dell’imminente operazione militare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza dove si sono rifugiati quasi 1,4 milioni di sfollati. Se confermato, questo sarebbe il settimo viaggio di Blinken nella regione da quando è scoppiata la guerra a Gaza dopo gli attentati del 7 ottobre. Secondo il portale israeliano Ynet, il segretario di Stato Usa arriverà in Israele dopo la sua visita in Arabia Saudita.

Ore 9,30 – Israele: attesa delegazione dall’Egitto per discutere di una tregua a Gaza – Una delegazione egiziana è attesa oggi in Israele per proseguire i colloqui sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo riporta il quotidiano Al-Arabi Al-Jadid, secondo cui il gruppo sarà guidato dal direttore dell’intelligence egiziana Abbas Kamel che incontrerà il capo del Mossad David Barnea e il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano Tzachi Hanegbi.

Ore 9,00 – Hezbollah lancia razzi contro Israele: ucciso un civile nel nord dello Stato ebraico – Un civile israeliano, ingaggiato dalle forze armate di Israele (Idf) come operaio, è stato ucciso durante un attacco missilistico lanciato nell’area del Monte Dov, al confine con il Libano, dal gruppo armato sciita libanese Hezbollah. Lo hanno reso noto le Idf in un comunicato, secondo cui la vittima è stata identificata come Sharif Suad, residente nella città beduina di Sallama vicino a Karmiel nel nord di Israele. La vittima, si legge nella nota, svolgeva per l’Idf “lavori sulle infrastrutture” nell’area del Monte Dov. Da parte sua, Hezbollah ha fatto sapere di aver preso di mira due veicoli dell’esercito israeliano nell’area. In seguito all’attacco, le Idf hanno bombardato diversi siti a Chebaa, tra cui un deposito di armi e un lanciarazzi, e altri a Kfarchouba e Ain al-Tineh, in Libano. Dal 7 ottobre, gli scontri al confine tra Israele e Libano hanno provocato la morte di nove civili israeliani – incluso Sharif Suad – e di 11 soldati e riservisti dell’Idf, mentre il gruppo armato libanese ha perso almeno 287 membri.

Ore 8,30 – Francia, Macron: “Pronti a estendere le sanzioni ai coloni israeliani violenti” – La Francia valuta la possibilità di estendere le sanzioni ai coloni israeliani responsabili delle violenze contro i palestinesi in Cisgiordania. L’annuncio è arrivato oggi da parte del presidente francese Emmanuel Macron nel corso di un colloquio telefonico con il re di Giordania Abdullah II riportato in una nota dell’Eliseo. I due, secondo il comunicato, “hanno condannato fermamente i recenti annunci israeliani sugli insediamenti” nei Territori occupati, “che sono contrari al diritto internazionale”. Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich sta spingendo per avviare il processo di legalizzazione di 68 avamposti illegali in Cisgiordania, dove dal 7 ottobre sono rimasti uccisi oltre 480 palestinesi. A febbraio, Parigi aveva annunciato sanzioni contro 28 cittadini israeliani accusati di aver commesso atti violenti contro i palestinesi nei Territori occupati. Secondo la nota dell’Eliseo però, Macron e re Abdullah hanno anche discusso della “catastrofica situazione umanitaria a Gaza” e hanno espresso “grande preoccupazione per la prospettiva di un’offensiva israeliana su Rafah, dove più di 1,5 milioni di persone stanno cercando rifugio, ribadendo la loro contrarietà a tale operazione”. “I due hanno anche insistito sulla necessità di un cessate il fuoco immediato e duraturo per consentire la massiccia consegna di aiuti urgenti e la protezione delle popolazioni civili”, prosegue il comunicato. Macron ha inoltre “ribadito che la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas è una priorità assoluta per la Francia”.

Ore 7,00 – Hamas: “Pronti al disarmo per uno Stato palestinese” – Hamas potrebbe rinunciare alla lotta armata contro Israele se i palestinesi ottenessero uno Stato indipendente con i confini riconosciuti a livello internazionale prima della guerra del 1967. Lo ha detto ieri alla Cnn il membro dell’ufficio politico di Hamas a Istanbul, Basem Naim. “Se venisse creato uno Stato indipendente con capitale Gerusalemme, preservando il diritto al ritorno dei rifugiati, (le brigate, ndr) Al Qassam potrebbe essere integrato in un (futuro) esercito nazionale”, ha detto Naim, riferendosi al braccio armato del gruppo. In linea di principio Hamas non ha mai davvero accettato la soluzione “due popoli, due Stati”.

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