Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:46
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: oltre 35.700 morti e quasi 80mila feriti dal 7 ottobre. Nessun servizio sanitario a Gaza City e nel nord della Striscia. Idf schierano un’altra brigata a Rafah. Norvegia, Spagna e Irlanda riconosceranno lo Stato di Palestina. Israele convoca gli ambasciatori. Critiche dalla Casa bianca. La Francia: “Per noi non è il momento”. Netanyahu: “Sarebbe uno Stato terrorista” | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: AGF

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, mercoledì 22 maggio

A quasi sette mesi e mezzo dagli attentati del 7 ottobre compiuti in Israele da Hamas e dalla Jihad Islamica, la guerra scatenata dallo Stato ebraico nella Striscia di Gaza non accenna a fermarsi. I morti ormai sfiorano i 35.650 e i feriti sono quasi 80mila, in maggioranza civili secondo le Nazioni Unite. Di seguito le ultime notizie di oggi, mercoledì 22 maggio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

DIRETTA

Ore 18,00 – Netanyahu: “La Palestina sarebbe uno Stato terrorista” – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito un “premio al terrorismo” il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Irlanda, Norvegia e Spagna. “Sarebbe uno Stato terrorista”, ha scritto il premier in una nota pubblicata dal suo ufficio. “Cercherebbe di compiere un altro massacro del 7 ottobre ancora e ancora e questo non possiamo accettarlo”.

Ore 17,45 – Gaza, media Usa: “Israele ha ucciso meno del 35% dei combattenti di Hamas” – Non più del 30-35 per cento dei combattenti di Hamas sono rimasti uccisi durante gli oltre sette mesi di scontri con Israele durante la guerra in corso nella Striscia di Gaza. Le stime sono state riferite al portale statunitense Politico da alcune fonti dell’intelligence statunitense, secondo cui la maggior parte dei miliziani che erano già membri Hamas prima degli attentati del 7 ottobre sono ancora vivi, malgrado il bilancio delle vittime a Gaza abbia superato i 35.700 morti, in maggioranza donne e minori. Inoltre, secondo le fonti citate da Politico, circa il 65 per cento delle infrastrutture sotterranee e dei tunnel usati dal gruppo terroristico sarebbero rimasti intatti, mentre migliaia di nuovi combattenti sarebbero stati reclutati negli ultimi mesi.

Ore 17,30 – Israele schiera un’altra brigata a Rafah – L’esercito israeliano ha schierato la Brigata Nahal a Rafah, la quinta a essere inviata nella città meridionale della Striscia di Gaza oltre alla 401esima, alla Givati, alla Commando e alla Negev. Lo hanno comunicato oggi le forze armate di Israele (Idf) in una nota, secondo cui la Brigata Nahal opera nei quartieri Brazil e Shaboura di di Rafah, a seguito di alcune “informazioni su obiettivi terroristici nell’area”.

Ore 17,00 – Gaza, il governo di Hamas: “Nessun servizio sanitario a Gaza City e nel nord” – Nei governatorati di Gaza City e di Gaza Nord non sono più disponibili servizi sanitari. Lo ha reso noto oggi l’ufficio stampa del governo della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, in un post sul suo canale Telegram ufficiale. La chiusura dell’ospedale Kamal Adwan e l’assedio in corso all’ospedale al-Awda, si legge nella nota, “hanno portato alla cessazione di tutti i servizi, compresi quelli relativi alla salute primaria, alla maternità e alle vaccinazioni dei bambini”. “Chiediamo la creazione di ospedali da campo e l’ingresso immediato e urgente di équipe mediche”, prosegue il comunicato, secondo cui altrimenti 700mila persone rischiano di affrontare una “catastrofe umanitaria”.

Ore 16,30 – Qatar: “Continuano gli sforzi di mediazione con Egitto e Usa per una tregua a Gaza” – Gli sforzi di Qatar, Egitto e Usa per mediare una tregua nella Striscia di Gaza continuano. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri dell’emirato, Majed Al-Ansari, citato dall’agenzia di stampa ufficiale qatarina Qna. “I tre Paesi”, ha sottolineato il funzionario, “stanno lavorando in pieno coordinamento per raggiungere un accordo immediato per un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza e per lo scambio tra ostaggi (israeliani, ndr) e detenuti (palestinesi in Israele, ndr) in modo da riportare la pace, la sicurezza e la stabilità nella regione”.

Ore 16,00 – Iran, la Guida Suprema Khamenei: “La promessa di eliminare Israele sarà mantenuta” – Durante l’incontro di oggi a Teheran con il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, la Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che “la promessa di eliminare il regime sionista (Israele, ndr) sarà mantenuta”. “Vedremo il giorno in cui la Palestina andrà dal fiume al mare”, ha aggiunto Khamenei, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Irna. “Ora si è compiuta la prima promessa di Dio riguardo al popolo palestinese, e cioè la vittoria del popolo di Gaza, che è un piccolo gruppo, contro il grande e  e potente gruppo formato da Stati Uniti, Nato, Regno Unito e altri Paesi”.

Ore 15,30 – Usa: la Casa bianca critica il “riconoscimento unilaterale” dello Stato di Palestina – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ritiene che lo Stato palestinese dovrebbe essere realizzato “attraverso negoziati e non attraverso il riconoscimento unilaterale”. Lo ha dichiarato oggi in conferenza stampa la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa bianca, Adrienne Watson, dopo l’annuncio arrivato oggi dai premier di Spagna, Norvegia e Irlanda del riconoscimento dello Stato di Palestina. Il presidente, ha poi precisato Watson per evitare fraintendimenti, “è un forte sostenitore della soluzione a due Stati e lo è stato per tutta la sua carriera”.

Ore 15,00 – Irlanda, il vicepremier: “Riconosceremo lo Stato di Palestina entro i confini del 1967” – Il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Irlanda a partire dal 28 maggio prossimo avverrà sulla base dei confini del 1967. Lo ha chiarito oggi il vicepremier e ministro degli Esteri irlandese Micheal Martin all’emittente radiofonica Rte. “Quando riconosciamo uno Stato, non riconosciamo il governo del momento; riconosciamo lo Stato in termini di popolazione permanente di persone in termini di confini definiti, e in questo caso si tratta dei confini del 1967″, ha detto oggi Martin, secondo cui si tratta di “un territorio definito che comprende Gaza, la Cisgiordania e la capitale sia di uno Stato israeliano che di uno Stato palestinese a Gerusalemme”.

Ore 14,30 – Gaza: il bilancio dei morti sale a 35.709 vittime, quasi 80mila feriti – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 35.709 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche oltre 79.990 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 62 persone e altre 138 sarebbero state ferite. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto. Per le Nazioni Unite invece, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne e minori.

Ore 14,00 – Il leader di Hamas Ismail Haniyeh incontra la Guida Suprema dell’Iran a Teheran – Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha incontrato oggi a Teheran la Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei. Le immagini dell’incontro sono state diffuse sui social media dall’ufficio di Khamenei. Il capo del politburo del gruppo terroristico palestinese è arrivato oggi nella capitale iraniana per presenziare ai riti funebri in onore del presidente Ebrahim Raisi, morto il 19 maggio in un incidente in elicottero.

Ore 13,30 – Francia, il ministro degli Esteri: “Non è il momento di riconoscere la Palestina come Stato” – Per la Francia riconoscere la Palestina come Stato non è un “tabù”, ma Parigi ritiene che ora non sia il momento giusto. Lo ha ammesso oggi il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourne, in una dichiarazione scritta all’agenzia di stampa Afp. “La nostra posizione è chiara: il riconoscimento di uno Stato palestinese non è un tabù per la Francia”, ha scritto Sejourne. “La Francia non ritiene che finora ci siano le condizioni perché questa decisione abbia un impatto reale in questo processo”.

Ore 13,15 – Israele, il ministro Ben-Gvir visita la Spianata delle Moschee. La Giordania: “Una provocazione” – Il ministro israeliano per la Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha visitato oggi la Spianata delle Moschee a Gerusalemme est, dichiarando che il luogo sacro, considerato il “Monte del Tempio” dagli ebrei, appartiene “solo allo Stato di Israele”, scatenando la reazione della vicina Giordania. Per tutta risposta infatti, secondo l’agenzia di stampa ufficiale Petra, il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha definito la visita dell’esponente dell’estrema destra israeliana un “attacco alla moschea di Al-Aqsa” e “un atto provocatorio”. Ben-Gvir ha affermato che la sua visita di oggi è una risposta al riconoscimento unilaterale da parte di Norvegia, Spagna e Irlanda di uno Stato palestinese indipendente.

Ore 13,00 – Gaza, media: “Carri armati israeliani avanzano a Rafah” – Carri armati israeliani sono avanzati oggi fino al confine dell’affollato quartiere di Yibna, nel centro di Rafah, durante una delle notti di bombardamenti più intense da quando Israele ha lanciato la sua offensiva sulla città più meridionale della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa Reuters, che cita le testimonianze di alcuni residenti della zona, secondo cui i corazzati israeliani hanno occupato nuove posizioni lungo la recinzione di confine con l’Egitto, situate più a ovest rispetto rispetto alla precedenti. Attualmente però, a causa degli intensi combattimenti, non sono ancora penetrati a Yibna. Droni israeliani però, secondo alcuni residenti, hanno colpito i sobborghi del quartiere, colpendo anche alcuni pescherecci sulla spiaggia di Rafah. L’assalto delle truppe dell’Idf a Rafah, all’estremità meridionale della Striscia, ha costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla città dove si erano rifugiati quasi 1,4 milioni di sfollati.

Ore 12,30 – Hamas: il riconoscimento di Norvegia, Spagna e Irlanda è un “punto di svolta sulla questione palestinese” – È stata la “coraggiosa resistenza” del popolo palestinese, secondo Hamas, a spingere Norvegia, Irlanda e Spagna ad annunciare il riconoscimento della Palestina come Stato, definito un “punto di svolta sulla questione palestinese”. Lo ha dichiarato oggi Bassem Naim, un importante esponente dell’ufficio politico del gruppo terroristico, in un’intervista all’agenzia di stampa Afp. “Questi successivi riconoscimenti sono il risultato diretto di questa coraggiosa resistenza e della leggendaria fermezza del popolo palestinese”, ha detto Naim. “Crediamo che questo rappresenterà un punto di svolta nella posizione internazionale sulla questione palestinese”.

Ore 12,15 – Israele convoca gli ambasciatori di Irlanda, Spagna e Norvegia – Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha annunciato la convocazione degli ambasciatori d’Irlanda, Spagna e Norvegia in Israele per “una severa ammonizione” dopo l’annuncio di Dublino, Madrid e Oslo del riconoscimento di uno Stato di Palestina. In una nota diramata oggi, Katz ha annunciato che mostrerà ai diplomatici il filmato del rapimento di cinque soldatesse il 7 ottobre. Il video, ha dichiarato il ministro (oggi in visita a Parigi), “sottolineerà loro la decisione contorta presa dai loro governi”. “Ci saranno gravi conseguenze”, ha minacciato Katz, che ha anche annunciato il richiamo per consultazioni dell’ambasciatore israeliano in Spagna.

Ore 12,00 – Israele: il ministro delle Finanze minaccia ritorsioni sull’Anp dopo il riconoscimento di Norvegia, Spagna e Irlanda – Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha minacciato di non trasferire più fondi all’Autorità nazionale palestinese dopo che Norvegia, Spagna e Irlanda hanno annunciato il riconoscimento di uno Stato di Palestina. In un post pubblicato su X (ex Twitter), il ministro di estrema destra ha minacciato anche di annullare l’accordo che permette alla Norvegia di raccogliere i fondi fiscali dell’Anp. “La Norvegia è stata la prima a riconoscere unilateralmente uno Stato palestinese oggi, e non può essere un partner in tutto ciò che riguarda la Giudea e la Samaria (la Cisgiordania occupata, ndr)”, ha scritto Smotrich. In base agli accordi di Oslo, Israele riscuote le tasse per conto dei palestinesi ed effettua trasferimenti mensili all’Autorità nazionale palestinese ma a novembre ha congelato i fondi destinati ai palestinesi a Gaza. Smotrich ha anche chiesto “misure punitive” al premier Benjamin Netanyahu, inclusa la creazione di un accordo nella Cisgiordania occupata “per ogni Paese che riconosce unilateralmente uno Stato palestinese” e la promozione della costruzione di decine di migliaia di unità abitative.

Ore 11,30 – Gaza, Idf: “Raid su una scuola dell’Unrwa usata da Hamas” – Un raid aereo israeliano ha colpito una scuola dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, dove secondo le forze armate di Israele (Idf) si erano riuniti alcuni membri di Hamas. Lo riferiscono le Idf in una nota, secondo cui tra i miliziani presenti figuravano almeno un membro dell’unità anticarro di Hamas e uno della forza d’élite Nukhba del medesimo gruppo terroristico. Il sito, secondo le Idf, era utilizzato per immagazzinare armi, inclusi mortai, pistole e ordigni esplosivi. Dopo l’attacco, secondo i militari israeliani, si sono verificate una serie di esplosioni secondarie, che secondo le Idf dimostrano come il sito fosse utilizzato per immagazzinare armi. Il raid, si legge nella nota, è stato “accuratamente pianificato ed effettuato utilizzando munizioni di precisione”, “evitando il più possibile danni a (civili, ndr) non coinvolti”.

Ore 11,00 – Usa, Pentagono: 569 tonnellate di aiuti arrivati a Gaza non sono stati distribuiti – Le 569 tonnellate di aiuti umanitari arrivati nella Striscia di Gaza attraverso il molo provvisorio costruito dagli Stati Uniti non sono stati ancora distribuiti alla popolazione. Lo ha ammesso in conferenza stampa il portavoce del Dipartimento della Difesa statunitense, il general maggiore Pat Ryder. Una parte di questi aiuti sono stati depositati in appositi magazzini dopo che alcuni camion sono stati presi d’assalto dalla folla una volta lasciata l’area di carico. “Apprezziamo e riconosciamo pienamente che le rotte terrestri rappresentano il modo ottimale per consegnare gli aiuti”, ha dichiarato Ryder. “È anche importante ricordare che questa è una zona di combattimento e che si tratta di un’operazione complessa”.

Ore 10,30 – Anp e Olp ringraziano Norvegia, Spagna e Irlanda – L’Autorità nazionale palestinese (Anp) e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) hanno ringraziato oggi Spagna, Irlanda e Norvegia per aver annunciato il riconoscimento dello Stato palestinese. In tre comunicato separati, ciascuno per ogni Paese, l’ufficio del presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, plaude al sostegno di Oslo, Madrid e Dublino alla “autodeterminazione dei palestinesi sulla loro terra” e invita inoltre le altre nazioni europee a seguirne l’esempio “al fine di raggiungere una soluzione a due Stati basata su risoluzioni internazionali e sui confini del 1967”. Anche il segretario generale del Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Hussein al-Sheikh, ha ringraziato Spagna, Irlanda e Norvegia dopo l’annuncio dei rispettivi capi di governo sul riconoscimento dello Stato palestinese. “Momenti storici in cui il mondo libero trionfa per la verità e la giustizia dopo lunghi decenni di lotta nazionale palestinese, sofferenze, dolore, occupazione, razzismo, omicidi, oppressione, abusi e distruzione a cui è stato sottoposto il popolo palestinese”, ha scritto su al-Sheikh X (ex Twitter). “Ringraziamo i Paesi del mondo che hanno riconosciuto e riconosceranno lo Stato indipendente di Palestina”.

Ore 10,00 – Israele richiama gli ambasciatori in Norvegia e Irlanda – Il ministero degli Esteri di Israele ha richiamato immediatamente gli ambasciatori dello Stato ebraico in Irlanda e Norvegia a seguito della decisione di Oslo e Dublino di riconoscere lo Stato di Palestina a partire dal 28 maggio, una scelta annunciata anche dalla Spagna, che subirà probabilmente lo stesso provvedimento. Il provvedimento è stato annunciato su X (ex Twitter) dal ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. “Ho ordinato l’immediato richiamo per consultazioni degli ambasciatori israeliani in Irlanda e Norvegia alla luce delle decisioni di questi Paesi di riconoscere uno Stato palestinese”, ha scritto Katz. “Mando un messaggio chiaro e inequivocabile all’Irlanda e alla Norvegia: Israele non rimarrà in silenzio di fronte a coloro che minano la sua sovranità e mettono in pericolo la sua sicurezza. La loro decisione odierna invia un messaggio ai palestinesi e al mondo: il terrorismo paga”. Un provvedimento simile dovrebbe essere adottato anche nei confronti della Spagna. “Israele non resterà in silenzio: ci saranno ulteriori gravi conseguenze. Se la Spagna manterrà fede alla sua intenzione di riconoscere uno Stato palestinese, un passo simile verrà fatto nei suoi confronti”, ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano. “La follia irlandese-norvegese non ci scoraggia; siamo determinati a raggiungere i nostri obiettivi: ripristinare la sicurezza dei nostri cittadini, smantellare Hamas e riportare a casa gli ostaggi. Non esistono cause più giuste di queste”.

Ore 9,50 – Anche l’Irlanda riconoscerà lo Stato di Palestina dal 28 maggio – L’Irlanda riconoscerà lo Stato di Palestina a partire da martedì 28 maggio. Lo hanno annunciato oggi in conferenza stampa il premier irlandese Simon Harris, il vice premier Micheál Martin e il ministro Eamon Ryan. “Sono fiducioso che altri Paesi si uniranno a noi nelle prossime settimane”, ha dichiarato il premier irlandese, definendo questa giornata “una data storica e importante per l’Irlanda e per la Palestina”. Secondo Harris, tale riconoscimento deriva dalla fede nella “libertà e nella giustizia” e che la pace può essere assicurata solo dal “libero arbitrio di un popolo libero”.

Ore 9,45 – Anche la Spagna riconoscerà lo Stato di Palestina dal 28 maggio – La Spagna riconoscerà lo Stato di Palestina a partire da martedì 28 maggio. Lo ha annunciato oggi il premier spagnolo Pedro Sanchez al Congresso dei Deputati. Tale mossa, ha detto il primo ministro iberico, è una decisione “per la pace, per la giustizia e per la coerenza”. “La Spagna sarà accompagnata da altri Paesi europei”, ha dichiarato Sanchez. “Più saremo, prima raggiungeremo un cessate il fuoco. Non ci arrenderemo”, ha aggiunto. “Il riconoscimento non è la fine, è solo l’inizio”. Per il premier, “questo riconoscimento non è un attacco a nessuno, né tantomeno contro il popolo ebraico, né è a favore di Hamas”.

Ore 9,30 – Libano: “363 morti e 94mila sfollati per gli scontri con Israele dall’inizio della guerra a Gaza” – Almeno 363 persone sono morte e 1.108 sono rimaste ferite in Libano dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza a causa degli scontri tra Israele e Hezbollah, che hanno provocato almeno 94mila sfollati nel sud del Paese. Lo riferisce in una nota il ministero della Sanità di Beirut, secondo cui il bilancio delle vittime si riferisce al periodo compreso tra l’8 ottobre 2023 e il 21 maggio 2024. Secondo il quotidiano locale L’Orient-Le Jour, le vittime di Hezbollah dall’8 ottobre sono 310, compresi i miliziani uccisi in Siria.

Ore 9,15 – La Norvegia riconoscerà lo Stato di Palestina dal 28 maggio – La Norvegia riconoscerà lo Stato di Palestina a partire da martedì 28 maggio. Lo ha annunciato oggi il premier norvegese Jonas Gahr Støre, citato dall’emittente pubblica Nrk. “Non può esserci pace in Medio Oriente senza questo riconoscimento”, ha detto il primo ministro in conferenza stampa. “Gli atti di terrorismo contro Israele sono stati commessi da Hamas e da altri gruppi armati che non sostengono la soluzione dei due Stati”.

Ore 9,00 – Gaza, Idf: “Ucciso un comandante di Hamas a Khan Younis” – Le forze armate di Israele (Idf) hanno ucciso in un raid aereo Ahmed Yasser Alkara, un comandante di Hamas a Khan Younis, insieme ad altri due miliziani. Lo hanno comunicato questa mattina i militari israeliani in una nota, secondo cui Alkara era “un importante agente” di Hamas responsabile “del lancio di missili anticarro”, che “ha effettuato attacchi contro le truppe dell’Idf durante la guerra”. “Durante i preparativi per l’operazione, l’Idf ha interrotto l’attacco dopo che un bambino è stato identificato vicino al terrorista”, si legge nella nota. “Dopo aver aspettato che il bambino non fosse più nelle vicinanze del, l’Aeronautica (Iaf) ha eliminato Alkara, insieme ad altri due agenti terroristici: Saib Raed Abu Riba, un terrorista di dell’unità Nukhba di Hamas, e Ans Muhammad Abu Ragila, un terrorista della Jihad islamica”.

Ore 8,00 – Spagna, Irlanda annunceranno il riconoscimento dello Stato di Palestina – I governi di Spagna e Irlanda dovrebbero annunciare oggi il riconoscimento dello Stato di Palestina. Questa mattina, i tre leader del governo irlandese – il premier Simon Harris, il vice premier Micheál Martin e il ministro Eamon Ryan – terranno una conferenza stampa per annunciare la data ufficiale in cui Dublino riconoscerà lo Stato palestinese. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez si è invece presentato al Congresso dei Deputati per riferire in Parlamento circa il riconoscimento di Madrid dello Stato di Palestina.

Ore 7,00 – Israele: riprende la diretta di AP da Sderot su Gaza – Il ministro israeliano delle Comunicazioni Shlomo Karhi ha annunciato ieri sera la revoca della sospensione della diretta dell’Associated Press effettuata dalla città di Sderot che mostra una panoramica della Striscia di Gaza, dopo le pressioni ricevute da Washington. “Dato che il Ministero della Difesa desidera esaminare la questione delle trasmissioni” effettuate dalla città di Sderot, molto vicina alla Striscia di Gaza, “e il rischio per le nostre forze, ho ordinato di annullare l’operazione e di restituire le attrezzatture (confiscate ieri, ndr) all’agenzia AP”, ha dichiarato Karhi in un comunicato stampa. Ieri pomeriggio alcuni funzionari del ministero delle Comunicazioni israeliano avevano sequestrato una telecamera e altre attrezzature per la trasmissione televisiva nella sede dell’agenzia di stampa statunitense di Sderot, accusando cronisti e operatori di fornire immagini all’emittente al-Jazeera, violando la nuova legge che consente al governo di Tel Aviv la chiusura dei canali tv che “rappresentano una minaccia per la sicurezza dello Stato”. Il canale del Qatar, le cui trasmissioni sono state bandite in Israele il 5 maggio scorso con un provvedimento che ne ha anche disposto il sequestro delle attrezzature tv e il blocco dei siti-web, è abbonato (come migliaia di altri in tutto il mondo) al servizio di AP, da cui riceve immagini in diretta.

Ti potrebbe interessare
Esteri / I gruppi
di estrema destra
che bloccano gli aiuti
per Gaza
ricevono donazioni
dagli Usa
e da Israele
Esteri / Prima apparizione di Trump dopo l’attentato: l’ex presidente alla convention repubblicana con l’orecchio bendato. Scelto J.D. Vance come vice
Esteri / Gaza: 38.713 morti dal 7 ottobre. J.D. Vance a Israele: "Concluda la guerra al più presto"
Ti potrebbe interessare
Esteri / I gruppi
di estrema destra
che bloccano gli aiuti
per Gaza
ricevono donazioni
dagli Usa
e da Israele
Esteri / Prima apparizione di Trump dopo l’attentato: l’ex presidente alla convention repubblicana con l’orecchio bendato. Scelto J.D. Vance come vice
Esteri / Gaza: 38.713 morti dal 7 ottobre. J.D. Vance a Israele: "Concluda la guerra al più presto"
Esteri / Trump, archiviato il caso dei documenti riservati sottratti alla Casa Bianca: “Basta caccia alle streghe”
Esteri / Un nuovo video mostra l’attentatore di Trump mentre si arrampica sul tetto: il pubblico lo nota e richiama l’attenzione
Esteri / Russia, parlò del massacro di Bucha: la giornalista Masha Gessen condannata in contumacia a 8 anni
Esteri / Israele: poetessa palestinese Hanan Awwad fermata, aggredita e interrogata per ore sui suoi scritti
Esteri / Trump torna a parlare dopo l’attentato: “Grazie a Dio non sono morto. Ora ho l’occasione per unire gli Usa e il mondo intero”
Esteri / Gaza, l'Unrwa: "Ci vorranno 15 anni per rimuovere le macerie nella Striscia". Media libanesi: "In settimana in Qatar riprendono i negoziati per la tregua"
Esteri / Chi era Thomas Matthew Crooks, l’attentatore di Donald Trump | VIDEO