Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: 34.151 morti dal 7 ottobre. Israele: si dimette il capo dell’intelligence militare. Attentato a Gerusalemme: 3 feriti, arrestati 2 sospetti. Iraq: Erdogan in visita a Bagdad. Iran: “Non c’è posto per le armi atomiche nella nostra dottrina nucleare” | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 22 aprile
Le sanzioni che gli Usa si appresterebbero a imporre contro un battaglione delle forze armate israeliane per presunte violazioni dei diritti umani in Cisgiordania hanno scatenato l’ira del governo israeliano. Il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato senza troppi giri di parole che “le forze armate non devono essere sanzionate”. Poi ha aggiunto: “È il massimo dell’assurdità e il punto più basso dal punto di vista morale” assicurando che l’esecutivo “agirà con tutti i mezzi contro queste mosse”. Netanyahu, intanto, ha annunciato che nei “prossimi giorni” Israele aumenterà “la pressione militare e politica su Hamas perché questo è l’unico modo per liberare i nostri ostaggi e ottenere la vittoria” mentre nella giornata di ieri un raid su Rafah ha provocato ventidue morti, 18 dei quali erano minori. Di seguito le ultime notizie di oggi, lunedì 22 aprile 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.
Ore 18,00 – Usa chiariscono: “Nessuna sanzione per unità delle Idf, solo il divieto di ricevere aiuti” – I provvedimenti che gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione nei confronti dell’unità Netzah Yehuda delle forze armate di Israele (Idf) non sono sanzioni, ma riguardano piuttosto il divieto di ricevere aiuti dagli Usa. È quanto ha chiarito un funzionario dell’amministrazione statunitense al quotidiano israeliano online The Times of Israel riguardo alla decisione di sanzionare il battaglione Netzah Yehuda dell’Idf per presunte violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza. “Non stiamo prendendo e non prendiamo in considerazione l’idea di sanzionare le unità dell’Idf”, ha detto la fonte al quotidiano israeliano. “Senza confermare ciò che potrebbe essere preso in considerazione, ai sensi del Leahy Act, alcune unità non sarebbero idonee all’assistenza di sicurezza americana fino a quando le violazioni non saranno risolte”.
Ore 17,45 – Libano, media: “Raid delle Idf nel sud, 2 feriti” – Almeno due persone sono rimaste lievemente ferite nel corso di un attacco aereo attribuito a Israele nel sud del Libano. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna. Il raid, secondo l’emittente locale Al-Mayadeen, considerata vicina a Hezbollah, è avvenuto tra i villaggi di Srifa e Arzoun, nel sud del Libano. Al momento le forze armate di Israele (Idf) non hanno confermato l’attacco.
Ore 17,30 – L’appello di Erdogan dall’Iraq: “Evitare escalation” – L’aumento della tensione tra Israele e Iran “aumenta il pericolo di un allargamento della guerra e distoglie l’attenzione da quanto sta accadendo a Gaza” ma bisogna “evitare l’escalation” nella regione. Lo ha detto oggi a Bagdad il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro iracheno Mohammed Shia’ Al Sudani. La creazione di uno Stato palestinese, ha aggiunto il leader turco, è la chiave per la pace in Medio Oriente. “D’ora in poi mobiliteremo tutte le nostre energie per sostenere i nostri fratelli a Gaza”, ha spiegato Erdogan. “Vorrei ricordare nuovamente a tutte le parti interessate il mio suggerimento di evitare di compiere passi che aumentino le tensioni”.
Ore 17,00 – Macron chiede a Netanyahu “un cessate il fuoco immediato e duraturo” a Gaza – La Francia chiede a Israele un cessate il fuoco immediato e duraturo nella Striscia di Gaza. L’appello, secondo una nota pubblicata dall’Eliseo, è arrivato oggi durante un colloquio telefonico tra il presidente francese Emmanuel Macron e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Macron ha ribadito il desiderio di Parigi di evitare un’escalation in Medio Oriente e ha ricordato al capo del governo di Tel Aviv che sta lavorando per cercare di allentare le tensioni al confine tra Israele e Libano.
Ore 16,30 – Cisgiordania, ong: “Arrestati 8.425 palestinesi dal 7 ottobre” – Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato 8.425 palestinesi in tutta la Cisgiordania dal 7 ottobre. Lo hanno reso noto oggi in un comunicato congiunto la Commissione per gli affari dei detenuti e degli ex detenuti dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), la Palestinian Prisoner’s Society e l’Addameer Prisoner Support & Human Rights Association, secondo cui tra gli arrestati figurano anche 540 minori and 66 giornalisti. Secondo l’Unità portavoce delle forze armate di Israele (Idf) invece, dallo scoppio della guerra a Gaza in Cisgiordania sono stati arrestati circa 3.700 palestinesi, di cui 1.600 sospettati di essere legati a Hamas.
Ore 16,00 – Iraq, media: “Colpita base aerea Usa di Al-Assad: non ci sono feriti né danni” – Un drone ha colpito la base aerea statunitense di Al-Assad in Iraq. Lo riporta l’agenzia di stampa Reuters, che cita una fonte statunitense, secondo cui l’attacco non ha causato danni e non sono state registrate vittime. Si tratta del secondo attacco contro le forze americane nella regione in meno di 24 ore.
Ore 15,30 – Onu: Guterres accetta le raccomandazioni contenute in un report indipendente per garantire la neutralità dell’Unrwa – Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha accettato le raccomandazioni contenute in un rapporto indipendente elaborato per garantire la neutralità dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) e rispondere alle accuse mosse da Israele contro alcuni dipendenti sospettati di essere coinvolti negli attentati del 7 ottobre. Lo ha annunciato oggi il portavoce Stephane Dujarric, secondo cui Guterres “ha concordato con il commissario generale Philippe Lazzarini che l’Unrwa, con il sostegno del segretario generale, stabilirà un piano d’azione per attuare le raccomandazioni”. “Andando avanti, il Segretario Generale fa appello a tutte le parti interessate affinché sostengano attivamente l’Unrwa perché rappresenta un’ancora di salvezza per i rifugiati palestinesi nella regione”. Il rapporto indipendente, elaborato da una commissione guidata dall’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, dovrebbe essere pubblicato nel pomeriggio di oggi.
Ore 15,00 – Israele, Idf: “Abbattuto bersaglio aereo sospetto proveniente dal Libano” – Le difese aeree israeliane hanno abattutto un “bersaglio sospetto” entrato nello spazio aereo dello Stato ebraico dal Libano. Lo riferiscono in una nota le forze armate israeliane (Idf), secondo cui l’oggetto colpito era probabilmente un drone.
Ore 14,30 – Gaza, media: “Recuperati 73 corpi da altre tre fosse comuni a Khan Younis” – Altre tre fosse comuni, oltre a quella già rinvenuta, sono state scoperte nel cortile del Nasser Medical Complex della città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, da dove sono stati recuperati i corpi senza vita di 73 persone. Lo ha reso noto l’emittente al-Jazeera, secondo cui tra i cadaveri figurano “donne, bambini e giovani uomini scomparsi negli ultimi due mesi”. Almeno 180 corpi sono stati invece recuperati dalla prima fossa comune scoperta nella città palestinese, da cui le truppe israeliane si sono ritirate il 7 aprile scorso.
Ore 14,00 – Hamas, il leader Haniyeh: “Israele deve ritirare tutte le sue truppe da Gaza” – Il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha accusato Israele di temporeggiare sull’accordo per un cessate il fuoco a Gaza, rifiutandosi di accettare un ritiro completo delle proprie forze dalla Striscia. “Nonostante decine di sessioni e comunicazioni scambiate tramite i nostri mediatori, il nemico sionista (Israele, ndr) fino ad ora non ha accettato un cessate il fuoco a Gaza. Tutto ciò che vogliono è il ritorno dei prigionieri (gli ostaggi rapiti il 7 ottobre, ndr) in modo che possano continuare la guerra a Gaza e questo non può avvenire”, ha detto Haniyeh in un’intervista all’emittente turca A News. “Vogliono che Hamas e la resistenza accettino mappe che facciano riferimento allo schieramento dell’esercito israeliano, come dire che stiamo legittimando l’occupazione della Striscia. Ci deve essere un ritiro completo dalla Striscia di Gaza”.
Ore 13,30 – Gaza, fossa comune a Khan Younis: Oic chiede un’indagine per “crimini contro l’umanità” – L’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (Oic) ha chiesto alla Corte penale internazionale e alla Corte internazionale di giustizia di aprire un’indagine per “crimini di guerra, crimini contro l’umanità e terrorismo di stato” contro Israele, in seguito alla scoperta di una fossa comune nel cortile del Nasser Medical Complex della città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. “Centinaia di sfollati, feriti, malati ed équipe mediche sono stati sottoposti a torture e abusi prima di essere giustiziati e sepolti collettivamente”, si legge in una nota diramata oggi dall’Oic, che chiede ai due tribunali internazionali de L’Aja di “assumersi le proprie responsabilità al riguardo”. Almeno 180 corpi sono stati recuperati dalla fossa comune scoperta nella città palestinese da cui le truppe israeliane si sono ritirate il 7 aprile scorso.
Ore 13,00 – Ue, Borrell: “Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti” – L’Unione europea “chiede a Israele in ogni modo possibile di non attaccare Rafah ma di proteggere i civili”. L’appello, secondo la trascrizione pubblicata sul sito-web istituzionale, è arrivato dall’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell durante il Consiglio degli affari esteri dell’Unione. “Insisto ancora una volta: ci sono più di 1 milione di persone che verranno massacrate se ci sarà un attacco da parte di Israele”, ha detto l’ex ministro degli Esteri spagnolo. “Quindi posso solo insistere – e tutti gli Stati membri insistono – affinché ciò non accada. Ma non sono al comando dell’esercito israeliano”.
Ore 12,30 – Iran: “Non c’è posto per le armi atomiche nella nostra dottrina nucleare” – “Non c’è posto per le armi atomiche nella dottrina nucleare iraniana”. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa a Teheran il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani. “L’Iran ha ripetutamente affermato che il suo programma nucleare serve solo a scopi pacifici. Le armi nucleari non trovano posto nella nostra dottrina nucleare”, ha detto Kanaani, secondo l’agenzia di stampa Isna. “Non siamo interessati ad una guerra regionale. La nostra risposta a Israele è stata quella di preservare la sicurezza della regione”, ha poi aggiunto il funzionario. “Abbiamo preso di mira solo due centri militari e di intelligence in Israele come rappresaglia per l’attacco alla nostra ambasciata e non abbiamo preso di mira nessun obiettivo civile”. Le dichiarazioni di Kanaani arrivano a una settimana dalla minaccia lanciata dal responsabile della sicurezza nucleare delle Guardie della Rivoluzione, Ahmad Haghtalab, secondo cui le tensioni con Israele potrebbero spingere Teheran a “rivedere la sua dottrina nucleare e a deviare dalle sue considerazioni precedenti” in materia di armi atomiche. All’inizio degli anni 2000 la Guida suprema della rivoluzione, l’ayatollah Ali Khamenei che ha l’ultima parola sul programma nucleare di Teheran, ha vietato lo sviluppo di armi atomiche con una fatwa.
Ore 12,00 – Gaza, il bilancio dei morti sale a 34.151 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 34.151 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche oltre 77,084 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 54 persone. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto, mentre sono 260 i soldati caduti nella Striscia. Per le Nazioni Unite invece, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne (circa 10mila) e minori (oltre 14mila).
Ore 11,30 – Pakistan: il presidente iraniano Raissi arriva in visita a Islamabad – Il presidente iraniano Ebrahim Raissi è arrivato oggi a Islamabad per la sua prima visita ufficiale in Pakistan dopo i raid incrociati avvenuti lo scorso gennaio. Lo riporta in una nota l’ufficio del premier pakistano Shehbaz Sharif, secondo cui Raissi è accompagnato da una delegazione di alto livello che sarà impegnata nella firma di una serie di “accordi di cooperazione in diversi settori”. La visita di Raissi mira ad allentare la tensione tra i due vicini dopo il raid compiuto il 16 gennaio scorso sul suolo pakistano dalle forze di Teheran a colpi di missili e droni contro un presunto gruppo terroristico, un attacco a cui Islamabad ha risposto due giorni dopo prendendo di mira quelli che definì “nascondigli terroristici” in Iran. “Le nostre relazioni economiche non sono al livello delle nostre relazioni politiche”, ha sottolineato Raissi prima di partire, annunciando l’obiettivo di portare da 2,5 a 10 miliardi di dollari gli scambi bilaterali. Durante l’incontro con Sharif, il presidente iraniano dovrebbe discutere di un progetto di gasdotto annunciato nel 2013 a cui gli Usa si oppongono.
Ore 11,15 – Iraq, Erdogan arriva a Bagdad: incontrerà il premier al-Sudani e il presidente Rashid – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato oggi a Bagdad per la sua prima visita ufficiale in Iraq da oltre un decennio. Lo ha annunciato la tv di stato irachena al-Ikhbaria, secondo cui nelle prossime ore incontrerà sia il primo ministro Mohamed Shia al-Sudani che il presidente Abdel Latif Rashid, con cui discuterà di questioni relative al commercio di petrolio, alla sicurezza regionale e alla condivisione delle risorse idriche tra i due Paesi. È inoltre prevista la firma di una ventina tra accordi bilaterali e memorandum d’intesa, al fine di approfondire la partnership economica tra Ankara e Bagdad.
Ore 11,00 – Israele: si dimette il comandante dell’intelligence militare Idf – Il comandante dell’intelligence delle forze armate di Israele, il maggior generale Aharon Haliva, ha presentato oggi le sue dimissioni al capo di stato maggiore Herzi Halevi per gli errori commessi dai servizi militari prima del 7 ottobre. Lo riporta il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui Haliva si è assunto la responsabilità di quanto poi accaduto con l’attacco a sorpresa di Hamas. “Abbiamo fallito nella nostra missione più cruciale e, in quanto capo dell’intelligence militare, mi assumo la piena responsabilità di questo fallimento”, ha affermato l’ufficiale. “In tutte le mie visite alle unità di intelligence, ho sottolineato che l’inizio della guerra è stato caratterizzato da un fallimento dell’intelligence. L’intelligence militare sotto il mio comando non è riuscita ad avvisare dell’attacco terroristico di Hamas”.
Ore 10,45 – Iraq: Kataib Hezbollah nega gli attacchi contro le forze Usa in Siria – La milizia irachena Kataib Hezbollah, considerata vicina all’Iran, ha negato di aver ripreso gli attacchi contro le forze Usa nella regione, dicendosi estranea al raid lanciato nella notte dall’Iraq contro una base della coalizione internazionale anti-Isis in Siria. La smentita, citata dal quotidiano israeliano online Times of Israel, è stata pubblicata sui canali Telegram del gruppo, secondo cui la precedente dichiarazione che annunciava la ripresa degli attacchi contro le forze Usa è stata “inventata”.
Ore 10,30 – Israele: arrestato sospetto omicida di un colono 14enne – Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato nella notte il presunto responsabile dell’omicidio del quattordicenne Benjamin Achimeir, ucciso il 12 aprile scorso in un attacco terroristico vicino a un avamposto illegale nei pressi di Ramallah, in Cisgiordania. Lo riporta il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui l’arrestato è un 21enne originario del villaggio palestinese di Duma, in Cisgiordania. La scomparsa di Achimeir aveva scatenato la violenza di gruppi di coloni armati contro la popolazione civile palestinese, con assalti ad almeno 10 villaggi che hanno provocato un morto e una decina di feriti.
Ore 10,00 – Israele: arrestati i due presunti attentatori di Gerusalemme – Due persone sono state arrestate oggi a Gerusalemme perché sospettati di aver investito tre civili nell’ovest della città nel corso di un attentato terroristico. Lo ha reso noto oggi la polizia israeliana, citata dai media locali, secondo cui i due sospetti vicino a un’attività chiusa dopo essere fuggiti dalla scena.
Ore 9,30 – Israele, un’auto investe 3 civili a Gerusalemme. La polizia: “È un attentato” – Questa mattina a Gerusalemme ovest tre civili sono stati investiti da un auto con a bordo due persone in quello che la Polizia israeliana ha definito un attacco terroristico. Dopo l’investimento i due attentatori sono scesi dal veicolo e hanno tentato di sparare “senza successo”, prima di fuggire lasciando a terra un mitragliatore. I tre civili investiti hanno riportato ferite lievi.
Ore 09,00 – Iraq, razzi contro base della coalizione internazionale anti-Isis – Nella tarda serata di ieri almeno cinque razzi sono stati lanciati dal nord dell’Iraq verso una base della coalizione internazionale anti-Isis nella vicina Siria. Lo hanno reso noto le forze di sicurezza irachene, affermando di aver ritrovato il veicolo utilizzato per effettuare i lanci. Si tratta del primo grande attacco contro le truppe della coalizione guidata da Washington, dopo diverse settimane di calma. Sabato scorso un membro di una forza di sicurezza irachena che comprende gruppi sostenuti dall’Iran era morto in un’esplosione avvenuta in una base militare a Kalso, circa 80 chilometri da Baghdad. L’attacco alla base militare Usa in Siria di ieri sera “è solo l’inizio”, ha fatto sapere la formazione sciita filoiraniana in Iraq, Kataib Hezbollah, in quella che appare come una rivendicazione di quanto accaduto. Lo riporta il quotidiano israeliano Times of Israel. La ripresa degli attacchi contro le forze statunitensi in Siria e Iraq sarebbe da ricollegare al mancato ritiro delle truppe americane dall’Iraq che il primo ministro di Baghdad Al Sudani non ha ottenuto in occasione di una recente visita a Washington. Intanto, l’esercito di Israele riferisce che stamattina un drone delle Idf che operava nei cieli del Libano è stato colpito da un missile terra-aria. L’azione è stata rivendicata dai miliziani di Hezbollah.