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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. A Gaza oltre 35.600 morti dal 7 ottobre. Qatar: “I colloqui per la tregua sono in stallo”. Gallant: “Non riconosciamo l’autorità della Corte penale internazionale”. Sequestrate attrezzature tv nella sede di AP a Sderot: “Fornivano immagini ad al-Jazeera”. Iran, le presidenziali si terranno il 28 giugno | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: AGF

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, martedì 21 maggio

A quasi sette mesi e mezzo dagli attentati del 7 ottobre compiuti in Israele da Hamas e dalla Jihad Islamica, la guerra scatenata dallo Stato ebraico nella Striscia di Gaza non accenna a fermarsi. I morti ormai superano i 35.560 mentre i feriti sono più di 79.650: le vittime, secondo le Nazioni Unite, sono in maggioranza donne e minori. Intanto, il procuratore capo della Corte Penale Internazionale, Karim Khan, ha chiesto ai giudici de L’Aja di emettere dei mandati di arresto per il premier di Israele, Benjamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, oltre che per i leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh, accusati a vario titolo di crimini di guerra e contro l’umanità. Israele è insorto per la richiesta del legale britannico, definita uno “scandalo” dal primo ministro e “oltraggiosa” dal presidente Isaac Herzog. Ma anche il gruppo terroristico palestinese ha accusato Khan di “equiparare le vittime con il carnefice” e ha preteso l’annullamento della richiesta nei confronti dei suoi leader. Nel frattempo, l’Iran piange la morte del suo presidente Ebrahim Raisi e del suo ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, deceduti domenica 19 maggio in un incidente in elicottero insieme ad altri tre alti funzionari del regime e ad altrettanti uomini dell’equipaggio. Cordoglio da quasi tutto il mondo, compresi Hamas, Hezbollah e le milizie Houthi alleati di Teheran. Di seguito le ultime notizie di oggi, martedì 21 maggio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

DIRETTA

Ore 20,30 – Usa impegnati su Israele per ritiro sequestro attrezzatura giornalistica – Gli Stati Uniti si stanno impegnando direttamente nei confronti di Israele per chiedere che la sua azione di confisca delle attrezzature fotografiche dell’Associated Press venga annullata. Lo ha detto un portavoce della Casa Bianca, secondo quanto riporta Al Jazeera.

Ore 20,00 – Regno Unito, il ministro degli Esteri contro il procuratore della Cpi – Il ministro degli Esteri del Regno Unito, David Cameron, critica i mandati di arresto richiesti dal procuratore della Corte penale internazionale: secondo Cameron, le richieste sono “semplicemente sbagliate”. “Non credo nemmeno per un momento che la ricerca di questi mandati aiuterà a liberare gli ostaggi, non aiuterà a ottenere aiuti e non aiuterà a garantire un cessate il fuoco sostenibile”, ha detto alla Camera dei Lord. “Penso che stabilire un’equivalenza morale tra la leadership di Hamas e il leader democraticamente eletto di Israele sia semplicemente sbagliato”, ha detto Cameron.

Ore 19,05 – Sequestro attrezzature Ap, la Foreign Press Association contro Israele: “Agghiacciante” – La Foreign Press Association, associazione che rappresenta i media internazionali che lavorano in Israele e Palestina, afferma di essere allarmata dal fatto che le autorità israeliane abbiano confiscato attrezzature all’Associated Press. “Questo è l’ultimo di una serie di misure agghiaccianti da parte del governo israeliano per soffocare i media”, afferma l’Foa in una nota. “La mossa di Israele oggi è su una china scivolosa. Israele potrebbe impedire ad altre agenzie di stampa internazionali di fornire riprese in diretta di Gaza. Potrebbe anche consentire a Israele di bloccare la copertura mediatica praticamente di qualsiasi evento giornalistico per vaghi motivi di sicurezza”, si legge nella nota. “Il bilancio di Israele in materia di libertà di stampa è già stato triste durante tutta la guerra. Per tutto il conflitto ha impedito l’accesso indipendente a Gaza ai giornalisti stranieri. Ora ha fatto un altro passo indietro rispetto agli ideali democratici che afferma di sostenere”.

Ore 18,30 – Francia, Belgio e Slovenia sostengono la Corte penale internazionale – Francia, Belgio e Slovenia hanno rilasciato dichiarazioni a sostegno della richiesta di arresto formulata dal procuratore della Corte penale internazionale nei confronti dei leader di Israele e Hamas. “La Francia sostiene la Corte penale internazionale, la sua indipendenza e la lotta contro l’impunità in tutte le situazioni”, ha affermato in una nota il ministero degli Esteri transalpino. Il ministro degli Esteri belga Hadja Lahbib scrive su X: “I crimini commessi a Gaza devono essere perseguiti al massimo livello, indipendentemente dagli autori”. Messaggio simile a quello diffuso dal capo della diplomazia della Slovenia, secondo cui “i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi sul territorio di Israele e Palestina almeno dal 7 ottobre devono essere perseguiti in modo indipendente e imparziale, indipendentemente dagli autori”.

Ore 16,30 – Polonia, il premier Tusk: “Inaccettabile equiparare Netanyahu a Hamas” – “Equiparare il primo ministro israeliano ai leader di Hamas è inaccettabile”. Lo ha detto oggi in conferenza stampa il premier polacco Donald Tusk commentando la richiesta presentata ieri ai giudici de L’Aja dal Procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) Karim Khan di emettere un mandato di arresto sia per il capo del governo di Israele Benjamin Netanyahu, che per il suo ministro della Difesa Yoav Gallant che per tre leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh. “Il tentativo di dimostrare che il primo ministro israeliano e i leader di un’organizzazione terroristica sono la stessa cosa e il coinvolgimento delle istituzioni internazionali è inaccettabile”, ha detto oggi Tusk, che si accodato a valutazioni simili espresse ieri dai governi di Italia, Germania, Regno Unito, Austria e Repubblica Ceca, mentre Francia, Belgio e Slovenia hanno appoggiato l’azione del Procuratore capo della Cpi.

Ore 15,30 – Israele, sequestrate attrezzature tv in una sede di AP: “Fornivano immagini ad al-Jazeera” – Alcuni funzionari del ministero delle Comunicazioni israeliano hanno sequestrato oggi una telecamera e altre attrezzature per la trasmissione televisiva nella sede dell’Associated Press a Sderot, nel sud dello Stato ebraico. La denuncia arriva dall’agenzia di stampa statunitense, secondo cui cronisti e operatori sono stati accusati di fornire immagini all’emittente al-Jazeera, violando la nuova legge che consente al governo di Tel Aviv la chiusura dei canali tv che “rappresentano una minaccia per la sicurezza dello Stato”. Il canale del Qatar, le cui trasmissioni sono state bandite in Israele il 5 maggio scorso con un provvedimento che ne ha anche disposto il sequestro delle attrezzature tv e il blocco dei siti-web, è abbonato (come migliaia di altri in tutto il mondo) al servizio di AP, da cui riceve immagini in diretta. Poco prima del sequestro di oggi, il servizio dell’Associated Press mostrava una panoramica del nord della Striscia di Gaza. Subito dopo, ai giornalisti di AP è stato consegnato un documento firmato dal ministro delle Comunicazioni israeliano, Shlomo Karhi, secondo cui la trasmissione violava la nuova legge sulle emittenti straniere. Il 16 maggio scorso, le autorità locali avevano recapitato all’agenzia un ordine verbale (poi disatteso) che imponeva ad AP di interrompere la diretta. “Associated Press denuncia nei termini più forti le azioni del governo israeliano volte a chiudere il nostro servizio che da lunga data mostra una panoramica su Gaza, sequestrando le nostre apparecchiature”, ha affermato Lauren Easton, vicepresidente delle comunicazioni aziendali presso l’agenzia di stampa statunitense. “Il sequestro non ha nulla a che fare con il contenuto della diretta ma piuttosto con l’uso abusivo da parte del governo israeliano della nuova legge sulle emittenti straniere. Esortiamo le autorità israeliane a restituire le nostre apparecchiature e a consentirci di ripristinare immediatamente la diretta in modo da poter continuare a fornire questo importante servizio giornalistico televisivo a migliaia di media in tutto il mondo”. “Secondo la decisione del governo e le istruzioni del ministro, il ministero delle Comunicazioni continuerà ad adottare tutte le misure necessarie per limitare le trasmissioni che danneggiano la sicurezza dello Stato”, ha commentato in una nota il ministero delle Comunicazioni israeliano.

Ore 15,00 – Israele, il ministro Ben Gvir: “Pronto a trasferirmi a Gaza dopo la guerra” – Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben Gvir si è detto pronto a trasferirsi nella Striscia di Gaza dopo la fine della guerra e una volta che il territorio costiero sarà stato nuovamente colonizzato dallo Stato ebraico. In un’intervista concessa oggi alla tv pubblica israeliano, Ben Gvir ha dichiarato che Israele avrà il pieno controllo della Striscia di Gaza una volta terminate le ostilità e che l’intero territorio costiero sarà ripopolato da insediamenti ebraici. Le autorità israeliane, ha aggiunto Ben Gvir, incoraggeranno la “migrazione volontaria” dei palestinesi residenti nella Striscia al di fuori del territorio costiero.

Ore 14,30 – Siria: diagnosticata la leucemia alla first lady del regime Asma al-Assad – Ad Asma al-Assad, moglie del leader del regime siriano Bashar al-Assad, è stata diagnosticata la leucemia. Lo ha annunciato oggi la presidenza di Damasco con un comunicato pubblicato sui canali social ufficiali. La diagnosi arriva quasi cinque anni l’annuncio della completa guarigione della donna da un cancro al seno.

Ore 14,00 – Israele, l’ambasciatore Usa detta le condizioni di Washington per la normalizzazione delle relazioni con l’Arabia Saudita – Per raggiungere la normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita nell’ambito di un accordo tripartito con gli Stati Uniti è necessaria un’attenuazione della guerra nella Striscia di Gaza e una discussione sulle prospettive di un governo palestinese. Lo ha dichiarato oggi l’ambasciatore Usa nello Stato ebraico, Jack Lew, citato dall’agenzia di stampa Reuters. “Bisognerà discutere su come affrontare la questione del futuro del governo palestinese”, ha dichiarato il diplomatico.

Ore 13,30 – Gaza: il bilancio dei morti sale a 35.647 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 35.647 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche oltre 79.852 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 85 persone. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto. Per le Nazioni Unite invece, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne e minori.

Ore 13,00 – Qatar: “I colloqui per una tregua a Gaza sono in fase di stallo” – I colloqui per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per la liberazione degli ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre da Hamas e dalla Jihad Islamica restano “vicini a una situazione di stallo”. Lo ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari, citato dall’agenzia di stampa ufficiale Qna.

Ore 12,00 – Iran: le elezioni presidenziali si terranno il 28 giugno – Le elezioni presidenziali in Iran si terranno il prossimo 28 giugno. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale Irna, secondo cui i candidati potranno registrarsi tra il 30 maggio e il 3 giugno mentre la campagna elettorale si svolgerà dal 12 al 27 giugno. L’annuncio arriva a due giorni dalla morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi, deceduto il 19 maggio in un incidente in elicottero insieme al ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e ad altri sei tra alti funzionari e membri dell’equipaggio. Come previsto dalla Costituzione iraniana, le consultazioni per eleggere un nuovo presidente della Repubblica Islamica si terranno entro 50 giorni dal decesso dell’ultimo capo dello Stato.

Ore 11,30 – Cisgiordania, ong: 15 palestinesi arrestati nella notte – Almeno 15 palestinesi sono stati arrestati nella notte dalle forze di sicurezza israeliane nei Territori occupati della Cisgiordania. Lo riporta la Palestinian Prisoners’ Society, che monitora i detenuti nelle carceri israeliane, secondo cui gli arresti sono avvenuti nelle località di Ramallah, Nablus, Tubas e a Gerusalemme est. Secondo l’ong, dal 7 ottobre scorso, giorno degli attentati di Hamas e della Jihad Islamica in Israele, circa 8.815 palestinesi sono stati arrestati nei Territori occupati della Cisgiordania.

Ore 11,00 – Israele, il ministro della Difesa Gallant: “Non riconosciamo l’autorità della Cpi” – “Israele non riconosce l’autorità della Corte penale internazionale”. Lo ha scritto oggi su X (ex Twitter) il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, dopo la richiesta presentata ieri ai giudici de L’Aja dal Procuratore capo Karim Khan di emettere un mandato di arresto contro di lui, il primo ministro Benjamin Netanyahu e tre leader di Hamas per crimini di guerra e contro l’umanità. “Il tentativo della Procura di impedire allo Stato di Israele di difendersi e di liberare i suoi ostaggi deve essere respinto con fermezza”, ha scritto Gallant.

Ore 10,30 – Mar Rosso, Yemen: Houthi annunciano l’abbattimento di un drone Usa – Le milizie filo-iraniane Houthi hanno annunciato oggi l’abbattimento di un drone statunitense MQ9 nella provincia di al-Bayda, nel sud dello Yemen. Lo riporta l’agenzia di stampa Saba, che cita un comunicato trasmesso in televisione dal portavoce del gruppo armato yemenita Yahya Sarea, secondo cui il drone Usa è stato abbattuto da un missile terra-aria di fabbricazione locale. Il gruppo armato ha inoltre pubblicato una serie di filmati per provare l’abbattimento del drone statunitense.

Ore 10,00 – Israele, il presidente Herzog a Netanyahu: “Cogliere l’occasione di una normalizzazione con l’Arabia Saudita” – Il presidente di Israele, Isaac Herzog, ha chiesto al governo del premier Benjamin Netanyahu di prendere seriamente in considerazione la possibilità di una normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita, definendo il potenziale accordo un “punto di svolta”, dopo che il primo ministro aveva rifiutato qualsiasi intesa in questo senso che preveda la nascita di uno Stato palestinese. “Due giorni fa ho incontrato il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, e mi ha anticipato ciò poi che è stato annunciato ieri ufficialmente: cioè che esiste una possibilità per la normalizzazione (dei rapporti di Israele, ndr) con l’Arabia Saudita”, ha detto oggi Herzog durante una conferenza organizzata dall’Israel Democracy Institute. “Questa è una mossa che potrebbe portare un cambiamento enorme, un ‘punto di svolta’ storico che costituisce una vittoria sull’impero del male. Spero vivamente che questa possibilità venga presa seriamente in considerazione, poiché il 7 ottobre l’impero del male ha cercato di distruggere ogni possibilità di normalizzazione”, ha aggiunto presidente di Israele. “La nostra lotta non è solo contro Hamas. È una battaglia più ampia, strategica, globale e storica e dobbiamo fare di tutto per integrarla nella grande visione della normalizzazione”. Il 19 maggio, Sullivan ha incontrato in Israele anche il primo ministro Benjamin Netanyahu, prospettando la possibilità concreta per Israele di normalizzare le relazioni con l’Arabia Saudita se Tel Aviv accetterà un iter diplomatico che porti alla nascita di un futuro Stato palestinese. Per tutta risposta però, il premier dello Stato ebraico ha ribadito che non accetterà la creazione di uno Stato palestinese, nemmeno nell’ambito di un accordo di normalizzazione con Riad.

Ore 9,30 – Cisgiordania, media: continuano gli scontri tra Jihad Islamica e Idf – Proseguono gli scontri tra la Jihad Islamica e le forze armate israeliane (Idf) a Jenin, in Cisgiordania. Lo riporta l’emittente televisiva al-Jazeera, che cita un comunicato rilanciato su Telegram dal Battaglione Jenin delle Brigate al-Quds, il braccio armato dell’organizzazione terroristica palestinese, secondo cui i “violenti scontri” sono iniziati dopo “un’infiltrazione delle forze speciali” israeliane nel campo profughi di Jenin. In precedenza, le Idf avevano annunciato il lancio di “un’operazione anti-terrorismo” nell’area. Secondo il ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), almeno 7 persone sono morte e altre 9 sono rimaste ferite negli scontri.

Ore 9,00 – Gaza, Idf: 70 obiettivi colpiti nella Striscia nell’ultime 24 ore – L’aeronautica israeliana ha colpito oltre 70 obiettivi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo hanno reso noto oggi le forze armate dello Stato ebraico (Idf), secondo cui tra gli obiettivi colpiti figurano “depositi di armi, postazioni lanciarazzi, posti di osservazione ed edifici utilizzati da gruppi terroristici, nonché agenti operativi”.

Ore 8,30 – Iran: cominciati i funerali di Raisi a Tabriz – È cominciata questa mattina nella città di Tabriz la cerimonia funebre in ricordo del presidente iraniano Ebrahim Raisi, del ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e di altri tre alti funzionari deceduti il 19 maggio in un incidente in elicottero nella provincia nord-occidentale dell’Azerbaigian orientale, nel nord-ovest del Paese. La televisione di stato iraniana ha mostrato migliaia di persone riunite nel centro del capoluogo provinciale che sfilavano portando i ritratti del presidente e delle altre sette vittime dell’incidente.

Ore 8,00 – Cisgiordania, raid dell’Idf a Jenin. L’Anp: 7 morti e 9 feriti – Almeno 7 palestinesi sono morti e altri 9 sono rimasti feriti questa mattina a Jenin, in Cisgiordania, durante un raid delle forze armate di Israele (Idf). La denuncia arriva dall’account Telegram del ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), secondo cui due feriti versano in gravi condizioni. In precedenza, i militari israeliani avevano annunciato il lancio di “un’operazione anti-terrorismo” nell’area, affermando che le truppe dell’Idf avevano “sparato a diversi uomini armati”. Secondo il portale israeliano Ynet, che cita fonti militari, il numero dei feriti è salito ad almeno 30 persone.

Ore 7,00 – Libano, Idf: ucciso in un raid aereo il comandante del sistema missilistico di Hezbollah – Il comandante del sistema missilistico di Hezbollah nel settore costiero del Libano, Qassem Saqlawi, è rimasto ucciso nel corso di un attacco aereo israeliano. Lo hanno reso noto oggi le forze armate dello Stato ebraico (Idf), secondo cui “Saqlawi è stato responsabile della pianificazione e dell’esecuzione di numerosi attacchi missilistici contro il fronte interno israeliano”. “Come parte del suo ruolo”, si legge in un comunicato pubblicato oggi dai militari israeliani, “ha promosso e pianificato lanci di missili e razzi anticarro verso lo Stato di Israele dal settore costiero del Libano”.

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