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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Wall Street Journal: “Solo 50 ostaggi israeliani ancora in vita, 66 sarebbero morti”. Hezbollah minaccia Cipro: “Pronti ad attaccare chi aiuta Israele”. Usa colpiscono obiettivi Houthi in Yemen | DIRETTA

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Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, giovedì 20 giugno

Non si placano le tensioni tra Israele e Libano con l’esercito israeliano che ha approvato e validato i piani operativi per un’offensiva. Gli Usa, per evitare il peggio, hanno mandato nella regione l’inviato speciale Amos Hochstein. Intanto sale la tensione anche tra Washington e Tel Aviv: gli Stati Uniti, infatti, non hanno gradito il videomessaggio del premier Benjamin Netanyahu nel quale quest’ultimo ha apertamente accusato l’amministrazione Biden di bloccare le spedizioni di armi, usando toni molto duri. Gli Usa hanno risposto annullando un incontro di alto livello sull’Iran previsto per domani, mentre la delegazione israeliana era già in volo per Washington. Di seguito le ultime notizie di oggi, giovedì 20 giugno 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

DIRETTA

Ore 17,00 – Idf: “Comandante locale Hezbollah ucciso in raid” – Un comandante locale di Hezbollah è stato ucciso in un raid aereo israeliano nella città di Deir Kifa, nella zona di Tiro, nel sud del Libano. Lo ha riferito l’Idf precisando che si tratta di Abbas Ibrahim Hamza Hamada, noto anche come Fadl Ibrahim, responsabile delle operazioni nell’area di Jouaiyya, una città vicino a Deir Kifa.

Ore 16,00 – Fonti Egitto: “Gravi i danni di Israele al valico di Rafah” – Sono ingenti i danni provocati dalla vandalizzazione di Israele dalla parte palestinese del valico di Rafah, ci vorrebbe almeno un mese per ripararli e la soluzione allo studio è quella di costruire un passaggio alternativo tra Egitto e Striscia di Gaza. Lo ha detto all’Ansa una fonte della sicurezza egiziana al valico di Rafah. “L’aggressione israeliana dei giorni scorsi – ha riferito – ha scavato buche profonde davanti al cancello dal lato palestinese, ha divelto le strade con i bulldozer, ha dato fuoco alle sale di arrivo del terminal e ha distrutto ciò che contenevano. Israele ha anche demolito gran parte del passaggio, impedendo ai camion degli aiuti di attraversarlo e alle ambulanze e alle persone di uscire da Gaza”. Secondo la fonte, l’obiettivo sarebbe costringere la parte palestinese e quella egiziana a utilizzare il terminal commerciale di Kerem Shalom, già sotto il controllo israeliano, come alternativa permanente al valico di Rafah, ipotesi che non sarebbe sufficiente alle necessità della popolazione palestinese e, inoltre, non sarebbe conforme agli accordi del 2005. In alternativa si pensa di costruire un altro passaggio tra l’Egitto e Gaza per trasportare aiuti, persone e feriti, sempre nel caso di un ritiro israeliano dalla Rafah palestinese. La sua realizzazione, secondo la fonte, richiederà circa dieci giorni.

Ore 15,00 – Lapid: “Se ci comportiamo come nostri nemici diventiamo come loro” – “Se ci comportiamo come (i nostri nemici), allora diventeremo come loro. I valori non sono qualcosa che tieni solo quando ti fa comodo. Valori e principi sono pensati proprio per i momenti difficili. Se rinunciamo ai nostri valori, questo Paese è in pericolo esistenziale”. Lo ha affermato il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid, partecipando alla conferenza Democracy Under Fire dell’Università di Reichman. Secondo il leader di Yesh Atid, Israele è in pericolo “esistenziale” perchè i suoi alleati occidentali non credono più che sia “l’unico rappresentante affidabile dei valori democratici e liberali in Medio Oriente”. “Il governo americano, l’Unione Europea e i Paesi liberali non credono più che siamo una nazione sana, seria e liberale”, “vincolata dal diritto internazionale”. Nonostante “abbiamo intrapreso la guerra più giusta nella storia”, “non riusciamo a portare il mondo dalla nostra parte”, ha aggiunto Lapid, ricordando i Paesi che di recente hanno riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina. Si tratta di “un disastro politico” e “si sarebbe potuto prevenirlo”, ha proseguito, accusando il governo di aver sperperato il credito “quasi infinito” post-7 ottobre.

Ore 13,00 – Ue a Hezbollah: “Le minacce a Cipro sono minacce a tutti noi” – “Cipro è uno Stato membro dell’Unione Europea, il che significa che l’Unione Europea è Cipro e Cipro è un’Unione Europea. Ciò significa che qualsiasi minaccia contro uno dei nostri stati membri è una minaccia contro l’Unione europea. Quindi, in questo senso, l’Unione europea sostiene pienamente Cipro in quanto tale e la dichiarazione fatta in questo contesto sulle minacce di Hezbollah dal Presidente di Cipro”. Lo ha detto il portavoce del Servizio per l’Azione esterna dell’Ue commentando le dichiarazioni di Hezbollah sul possibile coinvolgimento di Cipro nell’allargamento del conflitto nel Medioriente, nel briefing quotidiano con la stampa. “Stiamo seguendo molto da vicino la situazione al confine tra Libano e Israele. Questa è una fonte di preoccupazioni continue”, ha poi aggiunto il portavoce.

Ore 11,00 – Cipro a Nasrallah sul presunto aiuto a Israele: “Solo insinuazioni” – Cipro torna a respingere le minacce del leader degli Hezbollah libanesi, Hassan Nasrallah, che ha messo in guardia l’isola dal mettere a disposizione di Israele aeroporti e basi in caso di guerra con il movimento sciita libanese storicamente sostenuto dall’Iran. Per il governo di Cipro si tratta di dichiarazioni lontane dalla realtà. “Le insinuazioni del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, non corrispondono alla realtà”, ha detto all’emittente Rik il portavoce del governo, Konstantinos Letybiotis. Si tratta di “dichiarazioni sgradite e prenderemo tutte le misure a livello diplomatico”, ha aggiunto. Ieri aveva già risposto a Nasrallah il presidente di Cipro, Nikos Christodoulidis, affermando che “Cipro non è in alcun modo coinvolta nelle ostilità”.

Ore 10,00 – Wall Street Journal: “Solo 50 ostaggi israeliani ancora in vita, 66 sarebbero morti” – Gli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre ancora in vita a Gaza potrebbero essere solo 50, un numero inferiore rispetto a ciò che sembra ritenere Israele. Lo hanno riferito al Wall Street Journal mediatori dei negoziati e un funzionario americano che ha familiarità con le informazioni che hanno gli Stati Uniti. Questa stima, che si basa in parte anche su dati dell’intelligence israeliana, è che 66 persone tenute in cattività nella Striscia potrebbero essere morte, ossia 25 in più di quanto Israele ha valutato pubblicamente.

Ore 9,00 – Atteso l’incontro tra il consigliere di Biden Jake Sullivan e i consiglieri di Netanyahu – Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, vedrà nelle prossime ore il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dremer, e il consigliere per la Sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi. Lo riferisce Kan News, come riporta il Jerusalem Post. Anche il Times of Israel riporta la notizia, confermata alla testata da un portavoce della Casa Bianca dopo gli attriti provocati dalle dichiarazioni del premier Benjamin Netanyahu che domenica in un video in lingua inglese ha definito “inconcepibile” il fatto che negli ultimi mesi l’Amministrazione Usa abbia bloccato “armi e munizioni per Israele”.

Ore 8,00 – Agenzia Onu: a Gaza manca cibo, acqua e latte per bambini – La crisi umanitaria nel sud di Gaza sta “rapidamente peggiorando” per decine di migliaia di sfollati stipati in un’area lungo la costa in mezzo al “calore estivo ardente” e dove “il conflitto attivo e l’illegalità” rendono quasi impossibile per gli operatori umanitari far fronte alle necessità e ai bisogni crescenti”. ? quanto si legge nell’ultimo rapporto sulla situazione a Gaza dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha). L’agenzia Onu riferisce inoltre che nei campi per sfollati nella zona centrale e meridionale di Gaza, l’accesso all’acqua è estremamente scarso e vi è una grave carenza di cibo, nonchè di latte e latte artificiale per i bambini. “Molte famiglie riferiscono di consumare un solo pasto al giorno, e alcune di consumarne uno ogni due o tre giorni”, afferma il rapporto. I vincoli imposti da Israele continuano a “minare gravemente la fornitura di assistenza e servizi umanitari essenziali in tutta Gaza, compresa la fornitura di cibo e assistenza nutrizionale, assistenza medica, protezione e sostegno per l’alloggio, e servizi idrici, igienico-sanitari a centinaia di persone. migliaia di persone”, aggiunge il rapporto dell’Unocha.

Ore 7,00 – Mar Rosso: Usa, colpiti obiettivi in Yemen – L’esercito americano ha colpito obiettivi nella zona dello Yemen controllata dagli Houthi. Le forze Usa hanno distrutto una stazione di controllo a terra e un nodo di comando e controllo, fa sapere il comando centrale dell’esercito americano, secondo cui le forze americane hanno anche distrutto due barche senza pilota Houthi nel Mar Rosso.

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