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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Il bilancio delle vittime a Gaza è di 29.195 morti. Onu sospende gli aiuti alimentari nel nord della Striscia. Usa confermano il veto al Consiglio di sicurezza Onu sulla risoluzione dell’Algeria per una tregua. Israele, ministro Smotrich: riportare a casa gli ostaggi “non è la cosa più importante” | DIRETTA

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Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, martedì 20 febbraio

Israele minaccia di lanciare l’assalto alla città di Rafah, in cui sono presenti 1,4 milioni di profughi fuggiti dal resto della Striscia di Gaza. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha affermato che l’offensiva potrebbe arrivare alla cittadina del sud della Striscia se nelle prossime settimane non saranno liberati gli ostaggi. Intanto alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia sono iniziate le udienze sull’occupazione dei Territori Palestinesi: il ministro degli Esteri palestinese al-Maliki ha detto che a Gaza “è in corso un genocidio” e ha chiesto “una fine senza condizioni” dell’occupazione israeliana. Inoltre Consiglio europeo ha lanciato l’operazione per salvaguardare la navigazione del Mar Rosso dopo gli attacchi lanciati dalle forze yemenite huthi in solidarietà con i palestinesi. Ieri Israele ha dichiarato Lula persona non grata dopo che il presidente brasiliano ha accusato lo Stato ebraico di genocidio e ha accostato le sue azioni all’Olocausto. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, martedì 20 febbraio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

DIRETTA

Ore 20,00 – Bombardamenti su Gaza City: decine di morti civili – Decine di persone sono rimaste uccise in un bombardamento condotto da Israele su Gaza City, nel quartiere Zeitoun. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui i bombardamenti hanno preso di mira diverse abitazioni civili, provocando decine di morti e decine di feriti.

Ore 19,40 – Hamas: “Veto Usa favorisce il massacro di Israele” – Hamas afferma che la decisione degli Stati Uniti di bloccare il progetto di risoluzione dell’Algeria al Consiglio di Sicurezza Onu va a beneficio dell’occupazione israeliana, che mira a “uccidere e sfollare” i palestinesi. “Il presidente Joe Biden e la sua amministrazione hanno la responsabilità diretta di aver fatto fallire la risoluzione per un cessate il fuoco a Gaza. La posizione americana è considerata un via libera all’occupazione per commettere ulteriori massacri e uccidere la nostra gente innocente attraverso i bombardamenti e la fame”, ha affermato Hamas in una nota.

Ore 19,00 – Onu, l’inviato palestinese: “Veto Usa pericoloso” – L’inviato palestinese alle Nazioni Unite, Riyad Mansour, ha definito il veto americano sul cessate il fuoco “assolutamente sconsiderato e pericoloso”, affermando che rappresenta un altro esempio di come gli Stati Uniti permettono a Israele di evitare di assumersi le proprie responsabilità mentre porta avanti la sua guerra a Gaza. “Il messaggio dato oggi a Israele con questo veto è che può continuare a farla franca con gli omicidi”, ha detto Mansour.

Ore 18,00 – Israele, ministro Finanze: riportare a casa gli ostaggi non è la cosa più importante – Per il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich riportare a casa i 134 israeliani ancora in ostaggio a Gaza “non è la cosa più importante”. In un’intervista all’emittente radiofonica Kan, il ministro di estrema destra ha ribadito che la priorità è sconfiggere Hamas. In seguito ha rivisto le proprie dichiarazioni, sottolineando che solo la sconfitta di Hamas avrebbe liberato gli ostaggi.

Ore 16,50 – Usa, terzo veto all’Onu su risoluzioni per il cessate il fuoco a Gaza – Gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione presentata dall’Algeria al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un immediato cessate il fuoco a Gaza. È la terza volta dall’inizio della guerra che Washington oppone un veto a proposte simili. Tredici membri del Consiglio hanno votato a favore del testo sostenuto dai Paesi arabi, mentre la Gran Bretagna si è astenuta.

Ore 16,30 – Usa confermano il veto alla risoluzione Onu per il cessate il fuoco a Gaza – Gli Stati Uniti hanno confermato la volontà di porre il veto sulla risoluzione presentata dall’Algeria al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per chiedere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Intervenendo al palazzo di vetro di New York, l’ambasciatrice statunitense all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, ha confermato il veto alla risoluzione sostenuta dai Paesi arabi. Se approvata, ha detto Thomas-Greenfield, la risoluzione dell’Algeria avrebbe costituito un ostacolo ai negoziati in corso per una tregua. “Qualsiasi azione intrapresa da questo Consiglio dovrebbe aiutare e non ostacolare i delicati negoziati tuttora in corso”, ha affermato l’ambasciatrice statunitense all’Onu. “Riteniamo che la risoluzione sul tavolo in questo momento avrebbe un impatto negativo su questi negoziati”.

Ore 16,00 – Gaza, principe William chiede “un cessate il fuoco al più presto” – Il principe William del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord si è detto profondamente preoccupato per il “terribile costo umano del conflitto in Medio Oriente”. “Troppe persone sono state uccise”, ha detto oggi in una nota dicendosi a favore di “un cessate il fuoco il più presto possibile” nella Striscia di Gaza.

Ore 15,30 – Mar Rosso, esercito francese distrugge due droni – Le forze armate francesi hanno distrutto due droni nel Mar Rosso nella notte tra lunedì 19 e martedì 20 febbraio, dopo aver “rilevato attacchi multipli con droni provenienti dallo Yemen”. Lo ha riferito in una nota il ministero delle Forze Armate di Parigi. “Queste azioni contribuiscono alla sicurezza marittima dal Canale di Suez allo Stretto di Hormuz”, si legge nel comunicato stampa.

Ore 14,30 – Gaza, Wfp sospende gli aiuti alimentari nel nord della Striscia – Il Programma alimentare mondiale (Wfp) delle Nazioni Unite ha annunciato la sospensione delle consegne di cibo nel nord della Striscia di Gaza Gaza, a causa del “caos” e della “violenza” che affliggono la zona. Il Wfp aveva ripreso le consegne il 18 febbraio dopo un’interruzione di tre settimane, ma il convoglio inviato nel nord del territorio costiero “ha dovuto affrontare il caos e la violenza più completi a causa del crollo dell’ordine civile” nella Striscia. “La decisione di sospendere le consegne nel nord della Striscia di Gaza non è stata presa alla leggera, perché sappiamo che comporterà un ulteriore peggioramento della situazione e che sempre più persone correranno il rischio di morire”, ha affermato l’agenzia dell’Onu in una nota. Ieri, il Programma alimentare mondiale aveva avvertito che l’allarmante mancanza di cibo, la malnutrizione dilagante e la rapida diffusione delle malattie potrebbero portare a una “esplosione” del numero di morti tra i bambini nella Striscia.

Ore 14,00 – Egitto, governatore Sinai: almeno 10mila palestinesi arrivati nella penisola dal 7 ottobre – Almeno 10mila palestinesi sono arrivati in Sinai dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Lo ha reso noto oggi l’ufficio del governatore della regione egiziana del Nord Sinai, secondo cui i profughi sono fuggiti attraverso il valico di Rafah.

Ore 13,30 – Libano, ex presidente Aoun critica Hezbollah (senza nominarlo) per le provocazioni a Israele – L’ex presidente del Libano, Michel Aoun, ha tacitamente criticato il movimento armato sciita Hezbollah per aver deciso di “innescare” il fronte meridionale contro Israele, a sostegno di Hamas nella Striscia di Gaza. “Non abbiamo un trattato di difesa con Gaza e l’unico soggetto che può unire i fronti è la Lega Araba, ma una parte del popolo libanese ha fatto una scelta e il governo è incapace di prendere posizione”, ha detto Aoun in un’intervista all’emittente locale Otv. “Dire che prendere parte alla guerra serviva a prevenire un attacco israeliano al Libano è una mera opinione e impegnarsi nello scontro potrebbe aumentare il rischio di un conflitto invece di impedirlo”, ha aggiunto.

Ore 12,30 – Hamas: “Il bilancio delle vittime a Gaza è di 29.195 morti e 69.170 feriti” – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre ha raggiunto i 29.195 morti. Secondo i nuovi dati diffuso dal ministero della Salute controllato da Hamas, sono 29.195 le persone che hanno perso la vita nel territorio costiero palestinese dall’inizio della guerra tra Israele e il gruppo terroristico. Il bilancio dei feriti è arrivato a 69.170 mentre solo nelle ultime 24 ore sono morte 103 persone e altre 142 sono rimaste ferite.

Ore 11,50 – Qatar, nessun progresso nei negoziati tra Israele e Hamas – I negoziati tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi in cambio del rilascio dei detenuti palestinesi “non hanno registrato alcun progresso negli ultimi giorni”. Lo ha fatto sapere oggi in una nota il portavoce del ministero degli Affari Esteri dell’Emirato del Qatar, Majed Al-Ansari, secondo cui Doha “si oppone alla dichiarazione del primo ministro Benjamin Netanyahu riguardo alla pressione che il Qatar dovrebbe esercitare sugli alti funzionari di Hamas”. D’altra parte, ha chiarito Al-Ansari, “gli sforzi di mediazione del Qatar continuano e la comunicazione tra tutte le parti prosegue”. “Le dichiarazioni di Netanyahu”, si legge nel comunicato, “non influenzeranno il ruolo del Qatar nella mediazione”.

Ore 11, 30 – Oms: ci sono ancora pazienti nell’ospedale Nasser – L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha completato la seconda missione di evacuazione dall’ospedale Nasser di Gaza, dove però ci sono ancora dei pazienti. L’Oms ha trasferito un totale di 32 pazienti in condizioni critiche, bambini compresi, ma continua a lavorare per evacuare quelli rimasti ancora nella struttura, che si trova nel bel mezzo delle ostilità in corso nella Striscia. “L’Oms teme per la sicurezza e il benessere dei pazienti e degli operatori sanitari rimasti nell’ospedale e avverte che un’ulteriore interruzione delle cure essenziali per i malati e i feriti provocherebbe ancora più vittime”, ha affermato l’Oms in un tweet pubblicato sulla piattaforma social X.

Ore 11,15 – Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, arriva al Cairo per i colloqui – Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è arrivato oggi al Cairo per guidare la delegazione del gruppo armato ai colloqui mediati da Egitto e Qatar per arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e allo scambio tra gli ostaggi israeliani e i detenuti palestinesi nelle carceri dello Stato ebraico. Lo riferisce in una nota Hamas.

Ore 10,30 – Media: Ismail Haniyeh guiderà la delegazione di Hamas ai colloqui al Cairo – Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, guiderà oggi una delegazione del gruppo armato palestinese ai colloqui previsti al Cairo. Lo riferisce l’emittente televisiva libanese Al-Mayadeen, vicina al gruppo armato sciita Hezbollah, alleato di Hamas.

Ore 10,00 – Israele, Idf avvia indagine interna sui “fallimenti operativi” prima del 7 ottobre – Il capo di stato maggiore delle forze armate israeliane, il tenente generale Herzi Halevi, ha deciso che l’esercito inizierà a indagare sui fallimenti operativi occorsi nel periodo precedente agli attentati di Hamas della Jihad Islamica del 7 ottobre scorso. Lo hanno reso noto i giornali online The Times of Israel e Jerusalem Post, secondo cui il rapporto preliminare dell’indagine potrebbe essere pubblicato già a giugno. I comandanti coinvolti, compreso il capo della direzione delle operazioni, il comando meridionale, la divisione di Gaza e l’unità 8200 della direzione dell’intelligence militare, avvieranno un’indagine sulle rispettive unità “entro la fine del mese”. L’indagine interna non dovrebbe comunque sostituire l’inchiesta inizialmente affidata all’ex capo di stato maggiore delle forze armate Shaul Mofaz e all’ex comandante dell’intelligence militare Aharon Zeevi Farkash sulle responsabilità nell’esercito nella mancata previsione degli attacchi di Hamas, attualmente rinviata a data da destinarsi a causa del mancato sostegno del ministro della Difesa Yoav Gallant e del premier Benjamin Netanyahu.

Ore 9,45 – Gaza, Global Nutrition Cluster: il 90% dei bambini sotto i 23 mesi soffre la fame – Oltre il 90 per cento dei bambini di età compresa tra i 6 e i 23 mesi e delle donne incinte in fase di allattamento si trovano ad affrontare una grave povertà alimentare nella Striscia di Gaza. Lo riferisce un rapporto del Global Nutrition Cluster. “I risultati dell’analisi suggeriscono che la situazione nutrizionale delle donne e dei bambini a Gaza sta peggiorando, ovunque, ma soprattutto nel nord di Gaza e a Rafah”, si legge nel rapporto. “Nel nord di Gaza, 1 bambino su 6 è gravemente malnutrito, e circa il 3 per cento affronta le forme più gravi forma di deperimento e che richiedono cure immediate”. Inoltre, almeno il 90 per cento dei bambini sotto i 5 anni è affetto da una o più malattie infettive e il 70 per cento ha avuto diarrea nelle ultime due settimane. L’81 per cento delle famiglie non dispone di acqua sicura e pulita, con un accesso medio familiare inferiore a un litro per persona al giorno.

Ore 9,30 – Israele, media: intelligence smentisce la fuga di Sinwar in Egitto – Le forze di sicurezza israeliane smentiscono le indiscrezioni circolate sulla stampa secondo cui il capo militare di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, sarebbe fuggito in Egitto insieme ad altri leader del gruppo terroristico palestinese. Un alto funzionario della sicurezza israeliana ha smentito al quotidiano Yedioth Ahronoth la notizia della fuga pubblicata nelle scorse ore dal portale saudita (con sede a Londra) Elaph. Non ci sono informazioni di intelligence, ha detto la fonte, che indichino la fuga di Sinwar e altri leader di Hamas.

Ore 9,00 – Media sauditi: il capo militare di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, è fuggito in Egitto – Le forze armate di Israele ritengono che il capo militare di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, sarebbe fuggito in Egitto insieme ad altri leader del gruppo terroristico palestinese. Lo riferisce il portale saudita (con sede a Londra) Elaph, citando una serie di fonti in via anonima, secondo cui anche il fratello di Sinwar, Mohammed, e altre figure di spicco di Hamas sarebbero riuscite a fuggire da Rafah attraverso i tunnel che collegano la Striscia alla penisola del Sinai. Secondo i un anonimo “funzionario della sicurezza”, Israele teme che, insieme a Sinwar, siano stati fatti uscire clandestinamente dal territorio palestinese anche alcuni ostaggi israeliani. Non è stato possibile verificare in maniera indipendente queste informazioni.

Ore 8,30 – Irlanda e Norvegia chiedono il cessate il fuoco a Gaza – I governi di Irlanda e Norvegia concordano sulla necessità di un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e della liberazione degli ostaggi israeliani sequestrati da Hamas e dalla Jihad Islamica durante gli attentati del 7 ottobre. L’annuncio è arrivato a margine dell’incontro tra il ministro degli Esteri irlandese Micheal Martin e il suo omologo norvegese Espen Barth Eide alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. I capi della diplomazia dei due Paese concordano anche sulla necessità di sostenere l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa).

Ore 8,00 – Israele: Idf, sale a 236 il bilancio delle vittime militari a Gaza – Almeno 236 soldati israeliani sono rimasti uccisi a Gaza dall’inizio delle operazioni di terra nella Striscia. Lo riferiscono le forze armate israeliane dopo che un altro militare è morto a causa delle ferite riportate durante una battaglia avvenuta il 15 febbraio scorso a Khan Younis, nel sud del territorio costiero palestinese.

Ore 7,30 – Mar Rosso, Houthi: prese di mira due navi Usa – I ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi hanno preso di mira due navi statunitensi nel Golfo di Aden. Lo ha reso noto ieri sera il portavoce militare del gruppo armato, Yahya Sarea. “Le forze navali yemenite. hanno preso di mira due navi americane nel Golfo di Aden”, ha detto Sarea in un comunicato trasmesso in tv. Secondo l’esponente del gruppo ribelle, che controlla gran parte del nord e dell’ovest dello Yemen, l’attacco è stato effettuato utilizzando “diversi missili”, mentre le navi prese di mira sono state identificate come la “Sea Champion” e la “Navis Fortuna”.

Ore 7,00 – Cisgiordania: leader palestinese detenuto Marwan Barghouthi in isolamento – Marwan Barghouthi, ex dirigente di Fatah condannato all’ergastolo per omicidio e complicità in una serie di attacchi costati la vita a cittadini israeliani, è stato trasferito in un’altra prigione e negli ultimi giorni è stato tenuto in isolamento. La denuncia arriva da Qaddoura Farès, responsabile dell’Autorità Nazionale Palestinese per i prigionieri detenuti in Israele, secondo cui negli ultimi due mesi il 65enne ha cambiato prigione ben tre volte. Considerato un possibile successore dell’attuale presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), Barghouthi non può vedere i suoi avvocati da tempo. Alla luce di questi “ripetuti trasferimenti in reparti di isolamento” e del fatto che i suoi avvocati non possono più vederlo, temiamo davvero per la sua vita, soprattutto perché allo stesso tempo rimane direttamente e continuamente preso di mira dai media israeliani”, ha affermato Farès in una nota.

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