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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza, ancora raid israeliani nella Striscia: 142 morti in 24 ore. Houthi: transito sicuro nel mar Rosso per Iran e Russia | DIRETTA

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Tajani: "Pronti a inviare italiani in missione Onu a Gaza". Pakistan: “Intesa con l'Iran per una de-escalation”. Dal 7 ottobre uccisi 24.762 palestinesi

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, venerdì 19 gennaio

Mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu respinge qualsiasi passo che porti alla nascita di uno stato palestinese, aumenta la tensione in Medio Oriente. Dopo gli attacchi dell’Iran dei giorni scorsi, ieri è stato il Pakistan a rispondere effettuando “attacchi contro i covi dei terroristi” in Iran, che hanno provocato nove morti, tra i quali almeno quattro bambini, secondo i media statali iraniani. La Cina, nel frattempo, si è detta disponibile a mediare tra i due Paesi. Gli Houthi, intanto, hanno dichiarato che continueranno gli attacchi alle imbarcazioni nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, venerdì 19 gennaio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

DIRETTA

Ore 17.20 – Pakistan: “Intesa con l’Iran per una de-escalation” – Pakistan e Iran hanno concordato una “de-escalation” dopo lo scambio di attacchi degli ultimi giorni. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Islamabad Jalil Abbas Jilani dopo un colloquio con il collega Hossein Amir-Abdollahian. I ministri hanno anche discusso del ritorno degli ambasciatori nelle due capitali. In una nota il governo pachistano ha ricordato le relazioni fraterne tra i due paesi, mentre Jilani ha auspicato di lavorare con Teheran sulla base di uno “spirito di fiducia reciproca e cooperazione”. E ha sottolineato che il rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità deve essere alla base di questa cooperazione.

Ore 17.00 – Borrell: “Israele finanziò Hamas per indebolire l’Anp” – “Non usciremo dalla tragedia che stiamo vivendo ora se non con un impegno molto forte da parte della Comunità internazionale. La buona notizia è che c’è gente disposta a farlo. E la brutta notizia è che Israele, in particolare il governo, lo rifiuta categoricamente. Proprio ieri Netanyahu lo ha ripetuto, come se anticipasse le mie parole di oggi, sulla soluzione che lui personalmente boicotta da 30 anni. Quindi che si fa? Quando e come farlo? Nessuno ha la risposta. Crediamo solo che la soluzione dei due Stati debba essere imposta dall’esterno per portare la pace”. Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, nel suo discorso per la cerimonia di investitura per dottorato ad Honoris causa all’Università di Valladolid, in Spagna. “Anche se, insisto, Israele ribadisce questo rifiuto. Per impedirlo è arrivato a creare Hamas e Hamas è stato finanziato dal governo israeliano per cercare di indebolire l’autorità palestinese di Fatah. Ma se non interveniamo con forza, la spirale di odio e violenza continuerà di generazione in generazione, di funerale in funerale, quando fioriranno i semi dell’odio che vengono seminati oggi a Gaza”, ha aggiunto

Ore 16.20 – Onu: quasi 20 mila bimbi nati “nell’inferno” di Gaza – Dall’inizio della guerra, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, “nell’inferno” di Gaza sono nati quasi 20 mila bambini. Le stime sono delle Nazioni Unite che parlano di nascite in condizioni “incredibili”. Una portavoce dell’Unicef, Tess Ingram, di ritorno da una recente visita nella Striscia, ha descritto una situazione drammatica con madri morte dissanguate e infermiere costrette ad eseguire cesarei d’urgenza su sei donne morte. “Ogni 10 minuti nasce un bambino in questa guerra orrenda”, ha detto Ingram ai giornalisti a Ginevra tramite collegamento video dall’Oman. “Diventare madre dovrebbe essere un momento di festa. A Gaza, è un altro bambino consegnato all’inferno: vedere i neonati soffrire, mentre alcune madri muoiono dissanguate, dovrebbe tenerci tutti svegli la notte”.

Ore 16.00 – Onu: a Gaza un’intera generazione di bambini è a rischio – “Corriamo il rischio di perdere una generazione di bambini” nella Striscia di Gaza. Lo ha detto alla Bbc il commissario generale dell’Agenzia della Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, di ritorno dalla sua quarta visita nell’enclave da quando la guerra tra Hamas e Israele è iniziata. “Ci sono oggi più di mezzo milione di bambini nel sistema scolastico primario e secondario” della Striscia, afferma Lazzarini, “come faranno a rientrare se non riusciremo a riportare le persone nelle loro case che sono state completamente distrutte?”.

Ore 15.30 – Mosca chiede a Hamas il rilascio degli ostaggi civili: “A Gaza situazione catastrofica” – L’inviato speciale russo per il Medio Oriente, Mikhail Bogdanov, ha denunciato una crisi umanitaria nella Striscia di Gaza che “ha raggiunto proporzioni catastrofiche” durante un colloquio avuto a Mosca con Musa Abu-Marzouk, membro dell’ufficio politico di Hamas. Nello stesso incontro, ha riferito il ministero degli Esteri russo, Bogdanov ha chiesto il “rapido rilascio dei civili catturati durante gli attacchi del 7 ottobre e trattenuti da fazioni palestinesi, compresi tre cittadini russi”.

Ore 15.00 – Belgio, via libera a partecipa attiva alla missione Ue nel Mar Rosso – Il governo del Belgio, dopo aver riunito questa mattina il consiglio dei ministri ristretto ha deciso di partecipare attivamente alla missione navale europea nel Mar Rosso. Lo annunciano i media locali mentre la comunicazione ufficiale da parte dell’esecutivo belga è prevista a breve. Il Belgio, quindi, dovrebbe inviare una sua nave militare nel Mar Rosso quando, il prossimo febbraio, l’Ue certificherà il lancio dell’operazione.

Ore 14.20 – Mezzaluna rossa: Idf ha sparato contro rifugiati nelle nostre sedi a Gaza – La Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato su X che l’esercito israeliano ha sparato, ferendoli, contro palestinesi sfollati che si rifugiavano nella sua sede centrale e nell’ospedale al-Amal di Khan Yunis. La notizia arriva dopo che i bombardamenti dell’artiglieria israeliana hanno colpito la struttura nelle prime ore del mattino.

Ore 14.00 – Schlein: “Evitare l’invio di armi a Israele” – “Dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l’invio di armi e l’esportazione di armi verso i conflitti, verso il conflitto in Medio Oriente, in particolare in questo caso ad Israele. Perché non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra”. Lo ha detto oggi la segreteria del Partito democratico Elly Schlein.

Ore 13.40 – “Medico costretto ad amputare la gamba della figlia senza anestesia” – Le condizioni sanitarie a Gaza sono così disastrose che un medico è stato costretto ad amputare la gamba della figlia ferita a casa senza anestesia. A raccontare la storia è Al Jazeera. Il medico, Hany al-Faisal, ha detto di non avere altra scelta perché i bombardamenti israeliani hanno reso troppo pericoloso per la famiglia uscire di casa per recarsi in ospedale.

Ore 13.20 – Settimo giorno di blackout delle comunicazioni nella Striscia di Gaza – Settimo giorno di blackout delle comunicazioni nella Striscia di Gaza, il più lungo dall’inizio della guerra. La mancanza di comunicazioni ostacola il coordinamento delle consegne di aiuti e degli sforzi di salvataggio.

Ore 12.40 – Relatrice Onu: “A Gaza un probabile genocidio” – Nella Striscia di Gaza, dove l’esercito di Israele è impegnato in operazioni militati da oltre tre mesi, “è molto probabile che si stia commettendo un genocidio”. Lo ha affermato Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu sui diritti umani nei territori palestinesi occupati, in un’intervista al giornale spagnolo El País. “Sono state usate armi proibite, che non dovrebbero essere utilizzate in aree altamente popolate come Gaza, contro una popolazione che vive intrappolata in 365 chilometri quadrati, dove la popolazione ha ricevuto ordini di evacuazione di massa e dove ci sono 1,9 milioni di sfollati forzati, ammassati nella parte meridionale della Striscia, che sono sotto bombardamenti in questo momento”, ha aggiunto nell’intervista. Secondo Albanese questa guerra è “la mostruosità di questo secolo”, di fronte alla quale per i governi occidentali “è giunta l’ora di agire” per cercare di fermarla.

Ore 12.20 – Gaza: sale a 24.762 il numero dei morti palestinesi – Il ministero della Sanità di Gaza ha comunicato il nuovo bilancio dei morti palestinesi nella Striscia: sono 24.762 le persone uccise dall’inizio del conflitto. Salgono a 62.108 i feriti. Nelle ultime 24 ore i morti sono 142 e i feriti 278.

Ore 12.10 – Hezbollah: “Israele non è pronto a guerra contro di noi” – “Israele non è pronto a una guerra” contro Hezbollah. Lo ha detto il capo del gruppo parlamentare di Hezbollah a Beirut, Mohammad Raad, sostenendo che “il nemico israeliano non è preparato per una guerra alla quale è invece pronta la resistenza in Libano. Questa gli mostrerà tutta la sua potenza e avrà sempre l’ultima parola”. Dicendo che Israele è “imbarazzato e frustrato” per le sue perdite nella Striscia di Gaza, Raad sostiene che l’esercito israeliano “non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi”. L’esponente di Hezbollah ha aggiunto che “il nemico israeliano è costretto a ritirarsi perché è stanco e deve affrontare una resistenza che non si aspettava. E’ frustrato e ha messo in imbarazzo tutti coloro che lo sostengono”.

Ore 11.50 – Al Jazeera, 10 uccisi in raid israeliani a Khan Yunis – È di 10 morti il numero delle vittime dopo i bombardamenti israeliani nella notte nella zona Abasan di Khan Yunis. Secondo l’emittente qatariota al Jazeera ai raid aerei notturni si sono aggiunti i carri armati e i veicoli dell’esercito israeliano che si sono spinti nelle vicinanze dell’ospedale Nasser e dell’ospedale da campo giordano.

Ore 11.30 – Eisenkot: obiezioni evitarono attacco a Hezbollah a inizio guerra – L’ex capo di stato maggiore israeliano, Gadi Eisenkot, ha confermato le notizie secondo cui, all’inizio della guerra fra Israele e Hamas, un attacco preventivo israeliano contro le milizie libanesi di Hezbollah fu annullato all’ultimo minuto. Eisenkot ha parlato in un’ampia intervista al programma d’inchiesta Uvda andata in onda giovedì sulla televisione israeliana Channel 12, la prima volta che ha parlato in pubblico della gestione della guerra. Il ministro ha raccontato di essere stato tra coloro che si sono opposti a un attacco preventivo a Hezbollah in quella che ha descritto come una burrascosa riunione del gabinetto di guerra dell’11 ottobre, che ha riferito che gli ha lasciato la voce rauca per le urla. Un attacco del genere sarebbe stato un “errore strategico” e avrebbe probabilmente scatenato una guerra regionale, ha dichiarato Eisenkot, affermando che le forti obiezioni sollevate da lui e da altri durante la riunione del gabinetto furono fondamentali per evitare l’attacco.

Ore 11.10 – Israele e Palestina in presenza a Consiglio esteri Ue – I ministri degli Esteri di Israele e Palestina parteciperanno in presenza al Consiglio affari esteri di lunedì prossimo a Bruxelles. Lo hanno riferito all’Ansa fonti diplomatiche. L’agenda, al momento, prevede una colazione con il ministro egiziano prima del Consiglio vero e proprio. Poi i 27 si concentreranno sull’Ucraina. Chiuso il capitolo sarà il turno del ministro israeliano. Quindi un pranzo con gli emissari di Arabia Saudita, Giordania e Lega Araba. Infine l’incontro con il rappresentante palestinese.

Ore 10.30 – Israele, Eisenkot: “Solo un cessate il fuoco può riportare a casa gli ostaggi” – Solo un accordo per il cessate il fuoco può ottenere il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza. Lo ha detto l’ex capo di stato maggiore israeliano Gadi Eisenkot, attualmente membro del gabinetto di guerra. Eisenkot ha anche dichiarato a Channel 12 che chi afferma che gli ostaggi possano essere liberati sta diffondendo illusioni. Secondo quanto riporta Associated Press, Eisenkot considera improbabili eventuali operazioni di salvataggio perché gli ostaggi sono sparsi nella Striscia e molti si trovano in tunnel sotterranei. Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant hanno affermato che i combattimenti continueranno finché Hamas non sarà sconfitto e hanno sostenuto che solo l’azione militare può ottenere il rilascio degli ostaggi.

Ore 10.20 – “Ripresi i bombardamenti israeliani nel sud del Libano” – Sono ripresi i bombardamenti israeliani nel sud del Libano dopo alcune ore di pausa. Lo riferiscono media libanesi secondo cui sono stati colpiti circa 10 obiettivi a ridosso della linea del fronte tra Israele e gli Hezbollah, alleati di Hamas e Iran. Al momento non si hanno notizie di vittime.

Media: Idf colpisce 10 obiettivi nel Sud del Libano – Media libanesi riferiscono che l’Idf ha colpito circa 10 obiettivi nel sud del Libano. Non c’è stato ancora alcun commento da parte dell’esercito israeliano.

Ore 10.00 – Idf: ucciso portavoce Jihad Islamica che realizzava video con ostaggi – Un portavoce della Jihad Islamica, Wael Abu Fanounah, è stato ucciso in un raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza. Lo hanno dichiarato in una nota congiunta Shin Bet e Forze di difesa israeliana (Idf), spiegando che Abu Fanounah si occupava della realizzazione e diffusione dei video di propaganda del gruppo, compresi quelli con gli ostaggi e sui razzi lanciati verso Israele. In precedenza Abu Fanounah aveva ricoperto altri incarichi di rilievo all’interno della Jihad Islamica, compreso quello di vice di Khalil Bahtini, il comandante del gruppo nel nord della Striscia di Gaza.

Ore 9.50 – Anp: “Non ci può essere sicurezza e stabilità senza uno stato palestinese” – Non può esserci “sicurezza e stabilità nella regione” senza uno stato palestinese. Lo ha affermato il portavoce del presidente palestinese Mahmud Abbas. “Senza la creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale ai confini del 1967, non ci sarà sicurezza e stabilità nella regione”, ha riportato l’agenzia ufficiale palestinese Wafa, citando il portavoce di Abbas, Nabil Abu Rdeineh dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto gli appelli degli Stati Uniti per compiere passi verso la creazione di uno stato palestinese dopo la guerra.

Ore 9.30 – Tajani: “Pronti a inviare italiani in missione Onu a Gaza” – “Gli oltre 1.000 militari italiani in Libano sono là per una missione dell’Onu. Qualora servisse a Gaza, in una fase di transizione, una missione di pace, noi siamo pronti a inviare i nostri militari con l’Onu come portatori di pace. Non c’è nessuna richiesta americana di allargare la missione libanese al riguardo”. Lo afferma il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ai microfoni di Radio24.

Ore 9.10 – Unicef: “Situazione passata dalla catastrofe al quasi collasso” – I bambini di Gaza sono in “condizioni orribili” e il territorio palestinese rimane il posto più pericoloso al mondo per essere bambini. Lo ha detto il vicedirettore del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), Ted Chaiban. Al termine di una visita di tre giorni a Gaza, ha detto che dalla sua ultima visita due mesi fa “la situazione è passata dalla catastrofe al quasi collasso”. Se il peggioramento delle condizioni dovesse persistere, “potremmo vedere morti dovute a malattie e fame aggiungersi a morti per il conflitto indiscriminato”, ha affermato.

Ore 9.00 – Gaza, Al Jazeera: più di 40 morti in raid israeliani – Più di 40 persone sono state uccise dopo l’ultima ondata di attacchi israeliani in tutta la Striscia di Gaza. Lo riferisce al Jazeera, precisando che 29 corpi senza vita sono stati portati all’ospedale al-Aqsa di Deir el-Balah, mentre altri 12 sono stati portati all’ospedale al-Shifa, appena funzionante, nella città di Gaza. Almeno tre di loro sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani nel quartiere Sheikh Radwan della città di Gaza. Le forze israeliane hanno continuato a bombardare Khan Yunis e a trasferire rinforzi militari nell’area.

Ore 8.30 – Proteste a Tel Aviv, duemila persone chiedono il cessate il fuoco – Circa duemila persone si sono riunite a Tel Aviv ieri sera tardi per chiedere il cessate il fuoco a Gaza e la pace con i palestinesi. Durante le proteste erano presenti anche alcune famiglie dei prigionieri, con molti manifestanti che portavano cartelli con la scritta “La pace inizia con la speranza” e “La pace è l’unica soluzione”. “La gente dice che solo la pace porterà sicurezza a Israele”, ha riferito al Jazeera. “Ci viene detto che molti non portano bandiere palestinesi perché hanno paura di poter essere arrestati”.

Ore 8.00 – Huthi: transito sicuro nel Mar Rosso per Iran e Russia – Le forze yemenite huthi hanno garantito un “passaggio sicuro” alle navi cinesi e russe nel Mar Rosso. Lo ha dichiarato uno dei loro leader al quotidiano russo Izvestia. Il gruppo, che controlla un terzo dello Yemen in cui vive l’80 percento della popolazione, ha ribadito che continuerà ad attaccare le nave legate a Israele nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, nonostante gli attacchi della coalizione guidata dagli Stati Uniti.

Ore 07.30 – Idf annuncia la morte di un soldato, 194 le vittime israeliana a Gaza – L’Idf ha annunciato la morte di un soldato, deceduto mercoledì a causa delle ferite riportate durante i combattimenti nel sud della Striscia di Gaza. Il decesso di Ori Gerby, 20 anni, sergente dell’unità di ricognizione della Brigata Givati, di Herzliya, porta a 194 il numero dei militari israeliani uccise nell’offensiva di terra a Gaza contro Hamas.

Ore 7.00 – Usa confermano attacco Houti a nave Chem Ranger: “Non sono stati segnalati danni” – Gli Stati Uniti, attraverso il Comando centrale, confermano che “terroristi Houti sostenuti dall’Iran hanno lanciato due missili balistici antinave contro imbarcazione Chem Ranger, una nave battente bandiera dell’Isola Marshall, negli Stati Uniti”. Si tratta di una nave cisterna gestita dalla Grecia. Il Centcom sottolinea che “Non sono stati segnalati feriti o danni alla nave. La nave ha continuato la navigazione”. L’equipaggio ha osservato i missili colpire l’acqua vicino alla nave”.

Ore 6.30 – Fonti Usa: “Continueremo a pressare Netanyahu per soluzione due Stati” – Gli Stati Uniti non si faranno influenzare dal rifiuto di Benjamin Netanyahu di uno Stato palestinese e continuerà a fare pressioni su Israele. A riferirlo sono fonti dell’Amministrazione alla Cnn, a conferma della tensione esistente tra la Casa Bianca e il premier israeliano, al di là del continuo sostegno espresso in pubblico a Israele dal presidente Joe Biden. “Se prendessimo queste dichiarazioni come l’ultima parola, non ci sarebbe stata l’assistenza umanitaria a Gaza e nessun ostaggio rilasciato”, ha detto un alto funzionario dell’Amministrazione Usa. “Come per queste e molte altre questioni, continueremo a lavorare verso il giusto risultato, in particolare su questioni su cui siamo fortemente in disaccordo”, ha aggiunto.

 

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