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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gli Usa propongono risoluzione Onu per cessate il fuoco. Israele dichiara Lula “persona non grata”. Mar Rosso, Ue dà il via libera alla missione militare “Aspides” a guida italiana. Libano, media: raid israeliani colpiscono tre città | DIRETTA

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Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 19 febbraio

Prosegue la guerra nella striscia di Gaza. Le bombe non cessano di cadere e “gli Stati Uniti” hanno deciso di “non sostenere” la risoluzione algerina all’Onu sulla situazione in Medio Oriente. Intanto “la situazione a Rafah è ingestibile. Se Israele attaccherà, nessuno potrà impedire agli sfollati di muoversi in tutte le direzioni, anche in Egitto”, ha spiegato Younis Al Khatib, il presidente della Mezzaluna rossa palestinese che nelle scorse ore è stato ricevuto dal Papa. Fronte Hamas si fa sapere che “le vittime a Gaza sono quasi 30 mila”. E il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha chiesto al governo di respingere “ogni tentativo di imporre ad Israele in maniera unilaterale uno Stato palestinese”. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, lunedì 19 febbraio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

DIRETTA

Ore 20,00 – Houthi rivendicano attacco contro navi Usa – Gli Houthi hanno rivendicato un attacco nel Golfo di Aden contro due navi statunitensi: la Sea Champion e la Navis Fortuna. Il gruppo yemenita ha affermato che l’attacco erano a sostegno dei palestinesi e in risposta all’“aggressione americano-britannica” contro lo Yemen.

Ore 18,45 – Onu, gli Usa propongono risoluzione per cessate il fuoco – Gli Stati Uniti hanno proposto una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per affermare il “sostegno dell’organismo a un cessate il fuoco temporaneo a Gaza non appena possibile”. Lo riferisce l’agenzia di stampa Reuters. La bozza del testo “stabilisce inoltre che, nelle circostanze attuali, una grande offensiva di terra a Rafah comporterebbe ulteriori danni ai civili e il loro ulteriore sfollamento, anche potenzialmente nei Paesi vicini”. Non è chiaro quando e se il documento dovrà essere messo ai voti. Il progetto di risoluzione degli Usa arriva dopo che l’Algeria ha chiesto che il Consiglio dei 15 membri si esprima domani sulla sua proposta, che richiede un immediato cessate il fuoco umanitario.

Ore 17,30 – Libano, media: Israele colpisce obiettivi Hezbollah nel sud – Israele ha colpito una serie di obiettivi nel sud del Libano, in particolare nelle città di Sidone, Odaisseh e Ghaziyeh, dove un raid aereo avrebbe preso di mira un veicolo. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, due attacchi aerei hanno colpito vicino alla città di Ghaziyeh, sulla costa a circa 60 chilometri a nord del confine con Israele, dove secondo l’agenzia di stampa libanese Nna, uno dei due raid ha preso di mira un’auto. Altri attacchi invece, secondo l’agenzia libanese, hanno colpito la periferia della città meridionale di Al-Odaisseh, al confine con lo Stato ebraico. Altri raid, compiuti a Sidone, hanno centrato un impianto di stoccaggio petrolifero e una fabbrica di cemento.

Ore 17,00 – Libano, Liberation: “Hezbollah ha scavato tunnel per oltre 30 anni” – Negli ultimi 30 anni, il gruppo armato sciita libanese Hezbollah ha scavato centinaia di chilometri di tunnel, profondi dai 40 agli 80 metri, con l’aiuto di tecnologia nordcoreana. Lo rivela un’inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano francese Liberation, secondo cui le gallerie sono molto più sofisticate della cosiddetta “metropolitana segreta” della Striscia di Gaza, il reticolo realizzato sotto il territorio costiero palestinese dai gruppi terroristici di Hamas e dalla Jihad Islamica. L’esplosione di alcuni di questi tunnel scavati nella pietra, secondo il quotidiano francese, potrebbe causare terremoti o smottamenti in superficie. Dopo il 7 ottobre, sostiene Liberation, Israele ha lanciato bombe al fosforo bianco nel sud del Libano per bruciare la vegetazione e scoprire gli ingressi di questi tunnel, scoprendone finora non più di 12, in seguito bombardate.

Ore 16,00 – Israele: il Pil è calato del 19,4% nel quarto trimestre 2023 a causa della guerra – L’economia israeliana ha subito un crollo nel quarto trimestre dello scorso anno a causa della guerra in corso a Gaza. Lo ha reso noto oggi l’Ufficio centrale di statistica dello Stato ebraico, secondo cui il prodotto interno lordo israeliano ha registrato un calo del 19,4% su base annua negli ultimi tre mesi del 2023. Nel complesso però, l’anno scorso l’economia israeliana è cresciuta del 2%, in netto calo rispetto al +6,5% registrato nel 2022 ma comunque al di sopra della media dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ferma all’1,7%. “La contrazione dell’economia nel quarto trimestre del 2023 è stata direttamente influenzata dallo scoppio della guerra”, ha fatto sapere l’ufficio statistico israeliano.

Ore 15,30 – Egitto: i ricavi del Canale di Suez “sono diminuiti dal 40% al 50%” nel 2024  – Le entrate del Canale di Suez, una delle principali fonti di valuta estera dell’Egitto, sono “diminuite dal 40 al 50 per cento” dall’inizio dell’anno, a causa degli attacchi compiuti nel Mar Rosso dai ribelli yemeniti Houthi. Lo ha detto oggi presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi.

Ore 15,15 – La Spagna sanzionerà i coloni israeliani violenti, anche senza accordo Ue – La Spagna imporrà unilateralmente sanzioni ai coloni israeliani responsabili delle violenze contro i palestinesi in Cisgiordania, se i partner dell’Unione europea non riusciranno a raggiungere un accordo su questa questione. Lo ha annunciato oggi il ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Albares, intervenendo al Consiglio Affari Esteri in corso a Bruxelles. Il governo di Madrid, già molto critico anche sull’offensiva militare israeliana in corso a Gaza, spingerà per l’approvazione di tali sanzioni durante l’incontro di oggi. “Se non ci sarà un accordo, la Spagna procederà unilateralmente”, ha detto Albares alla stampa.

Ore 15,00 – Ue, Consiglio Esteri dà il via libera alla missione navale nel Mar Rosso – Il Consiglio Affari Esteri dell’Ue ha approvato il lancio dell’operazione militare navale Aspides nel Mar Rosso, di cui l’Italia avrà il comando. Lo scopo della missione è tutelare la libertà di navigazione e commercio contro gli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi. Aspides, che durerà un anno con opzione di rinnovo previo consenso del Consiglio Ue, affiancherà l’operazione europea “Atalanta”, avviata nel 2008 per combattere la pirateria al largo del Corno d’Africa tra il Golfo di Aden e il bacino della Somalia, e ingloberà la missione di monitoraggio marittimo “Emasoh”, attiva dal 2020 nello Stretto di Hormuz e a guida francese.

Ore 13,15 – Mar Rosso, mercantile statunitense attaccato al largo dello Yemen – Una nave mercantile battente bandiera greca e di proprietà di una società con sede negli Usa è stata attaccata oggi nel Golfo di Aden a colpi di missile e ha chiesto assistenza militare alle forze britanniche e statunitensi presenti nell’area. Lo riferisce la società di sicurezza marittima Ambrey, citata dall’agenzia di stampa Reuters. Da parte sua, l’agenzia britannica per il commercio marittimo (United Kingdom Maritime Trade Operations – Ukmto) riferisce di aver ricevuto una segnalazione di un’esplosione avvenuta vicino a un’imbarcazione che navigava a 100 miglia nautiche a est del porto di Aden, in Yemen. Sia secondo Ambrey che l’Ukmto, la nave e il suo equipaggio sono al sicuro e stanno procedendo come previsto verso il prossimo porto sulla loro rotta. Ieri, il mercantile britannico Rubymar battente bandiera del Belize era stato attaccato dai ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi nello stretto di Bab el-Mandeb, senza provocare feriti tra l’equipaggio ma rischiando di far affondare l’imbarcazione.

Ore 13,00 – Cisgiordania, Israele arresta 22 palestinesi – Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato oggi 22 palestinesi in tutta la Cisgiordania. Secondo il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, i fermati sono sospettati di terrorismo. Nove persone sono state arrestate nella città di Qabatiya, nel nord dei Territori occupati mentre gli altri sono stati fermati nelle città di Kaddum, dove è stato rinvenuto anche un deposito di armi, e ad Al-Bireh, vicino a Ramallah, dove sono stati confiscati anche contanti e altri valori. Dallo scoppio della guerra, in tutta la Cisgiordania sono stati arrestati circa 3.150 palestinesi, di cui oltre 1.350 sospettati di essere legati a Hamas.

Ore 12,45 – Israele dichiara il presidente del Brasile, Lula, “persona non grata” – Il ministero degli Esteri di Israele ha dichiarato “persona non grata” il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, dopo che quest’ultimo aveva accusato lo Stato ebraico di aver commesso un genocidio nella Striscia di Gaza, paragonando all’Olocausto l’operazione militare condotta nel territorio costiero da Tel Aviv dopo gli attentati del 7 ottobre. “Non è una guerra di soldati contro soldati. È una guerra tra un esercito altamente preparato e donne e bambini”, ha detto ieri Lula intervenendo a un vertice dell’Unione Africana in Etiopia. “Ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza contro il popolo palestinese non ha paralleli in altri momenti storici. In effetti, fu così quando Hitler decise di uccidere gli ebrei”. “Si tratta di un grave attacco antisemita. A nome mio e dei cittadini israeliani, dite al presidente Lula che è persona non grata in Israele finché non ritirerà queste dichiarazioni”, ha risposto il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz. “Non dimenticheremo né perdoneremo”. Lo stesso premier di Israele, Benjamin Netanyahu, aveva affermato che le osservazioni di Lula equivalevano a una “banalizzazione dell’Olocausto e a un tentativo di danneggiare il popolo ebraico e il diritto di Israele a difendersi”. “Il paragone tra Israele e l’Olocausto dei nazisti e di Hitler supera la linea rossa”, si legge in una in una nota pubblicata ieri dall’ufficio del premier.

Ore 12,00 – Qatar, ministro Energia chiede un “cessate il fuoco a Gaza” per porre fine agli attacchi in Mar Rosso – Il ministro dell’Energia del Qatar, Saad al-Kaabi, che è anche amministratore delegato del colosso statale QatarEnergy, ha chiesto oggi un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza per porre fine agli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi in Mar Rosso, che hanno intaccato il commercio mondiale, anche di idrocarburi. “Spero che arrivi presto un cessate il fuoco, per porre fine (agli attacchi) e al loro impatto economico sul mondo intero”, ha dichiarato oggi il ministro nel corso di una conferenza stampa organizzata per inaugurare i lavori di un mega impianto petrolchimico sulla costa nord-orientale del Qatar. Secondo al-Kaabi, “la radice del problema” nel Mar Rosso è “l’invasione israeliana di Gaza”. Da novembre infatti, i ribelli yemeniti Houthi hanno cominciato a bersagliare i navigli diretti in Israele e le imbarcazioni legate ai Paesi alleati di Tel Aviv per fare pressione sulla comunità internazionale affinché imponga allo Stato ebraico di fermare le operazioni militari nel territorio costiero palestinese. Per tutta risposta, una coalizione guidata da Stati Uniti e Gran Bretagna ha schierato una missione militare nel Mar Rosso, che ha più volte bombardato obiettivi Houthi in Yemen. Intanto però molte aziende, come QatarEnergy, hanno scelto di deviare i propri carichi via nave diretti in Europa verso la più lunga e costosa rotta che passa dal Capo di Buona Speranza, sulla punta meridionale dell’Africa, per evitare l’area delle operazioni. “Ciò aumenterà i costi, i ritardi e allungherà i termini delle consegne”, ha sottolineato al-Kaabi. “Questo potrebbe non farsi sentire a breve termine, ma a lungo termine ostacolerà gli scambi, se parliamo del volume netto effettivamente trasferito in un anno intero”, ha avvertito il ministro.

Ore 11,30 – Hamas: “Oltre 29mila vittime e più di 69mila feriti a Gaza” – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre ha superato i 29mila morti. Secondo i nuovi dati diffuso dal ministero della Salute controllato da Hamas, sono 29.092 le persone che hanno perso la vita nel territorio costiero palestinese dall’inizio della guerra tra Israele e il gruppo terroristico. Il bilancio dei feriti è arrivato a 69.028 mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 107 persone.

Ore 11,15 – Libano, media vicini a Hezbollah: “Attacchi aerei israeliani nel sud-ovest” – Aerei militari israeliani hanno effettuato un imprecisato numero di raid nelle città di Marwahin e Al-Bustan, nel sud-ovest del Libano. Lo ha reso noto oggi l’emittente televisiva locale al-Mayadeen, vicina al gruppo armato sciita Hezbollah.

Ore 10,45 – Capo diplomazia Ue, Borrell: “Ue sanzioni coloni israeliani violenti” – Gli Stati membri dell’Unione europea dovrebbero sanzionare i coloni israeliani responsabili di violenze contro i palestinesi ma i governi dell’Ue non hanno ancora trovato l’unanimità per imporre questo genere di provvedimenti. Lo ha detto oggi l’Alto rappresentante dell’Unione per la politica estera, Josep Borrell, arrivando al Consiglio affari esteri in cui si riuniranno a Bruxelles i capi delle diplomazie dei Paesi membri. “Se vogliamo avere credibilità dobbiamo denunciare la situazione in Cisgiordania, dove avvengono azioni terroristiche contro la popolazione palestinese: ho chiesto agli Stati membri di sanzionare i coloni violenti ma non abbiamo ancora trovato l’unanimità, vediamo cosa avranno da dire i ministri oggi”.

Ore 9,45 – Houthi rivendicano l’attacco a un mercantile britannico – I ribelli yemeniti Houthi hanno rivendicato l’attacco al mercantile britannico Rubymar battente bandiera del Belize avvenuto ieri nello stretto di Bab al-Mandeb, dove ora rischia di affondare. Lo ha annunciato oggi in un comunicato il portavoce militare dei ribelli Yahya Sarea, secondo cui nell’attacco sarebbe stato anche abbattuto un drone statunitense. Prima di attaccare la nave, ha fatto sapere il portavoce, il gruppo armato yemenita si è assicurato che l’equipaggio della nave fosse al sicuro.

Ore 9,30 – Israele continuerà le operazioni a Gaza per altre 6-8 settimane – Israele proseguirà le operazioni militari nella Striscia di Gaza per altre sei o otto settimane. Lo riferisce l’agenzia di stampa Reuters, citando due ufficiali israeliani e altri due funzionari di Paesi della regione che hanno chiesto di restare anonimi.

Ore 9,00 – Mar Rosso, mercantile britannico attaccato al largo dello Yemen – Una nave mercantile registrata nel Regno Unito è stata attaccata ieri nello stretto di Bab al-Mandeb, al largo delle coste dello Yemen. Lo ha riferito la società di sicurezza marittima Ambrey, secondo cui l’imbarcazione battente bandiera del Belize, registrata nel Regno Unito e gestita da una società in Libano è stata attaccata mentre si stava dirigendo da Khor Fakkan, negli Emirati Arabi Uniti, a Varna, in Bulgaria. La United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto) ha invece ricevuto una segnalazione di un incidente avvenuto a 35 miglia nautiche a sud di Al Mukha, in Yemen, ma non ha identificato l’imbarcazione.

Ore 8,30 – Cisgiordania, IDF uccidono 3 palestinesi a Tulkarem – Tre palestinesi sono rimasti uccisi ieri nel nord della Cisgiordania a Tulkarem. La notizia è stata annunciata dal ministero della Sanità dell’Autorità Nazionale Palestinese e confermata sia dalla Mezzaluna Rossa che dall’esercito israeliano. Due uomini, di 19 e 36 anni, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco durante un raid delle forze israeliane nel campo profughi di Tulkarem, uno dei più grandi della Cisgiordania, mentre altre cinque persone sono rimaste ferite nell’operazione. Secondo l’esercito di Tel Aviv, i soldati volevano arrestare Mohammed Oufi, sospettato di aver “partecipato ad attacchi contro le forze israeliane e all’omicidio di persone sospettate di collaborare con le IDF a Tulkarem”. In un comunicato, le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, il braccio militare del partito Fatah guidato dal presidente palestinese Abu Mazen, hanno accolto con favore il “sacrificio” dei due uomini, precisando che Mohammed Oufi era uno dei loro dirigenti nella regione. Un altro palestinese è stato invece ucciso dalle forze israeliane nei presso di un posto di blocco vicino a Nablus, a circa 35 chilometri a est di Tulkarem. Le forze armate israeliane hanno confermato in un comunicato di aver “neutralizzato” un uomo che era “sceso da un veicolo, avvicinandosi ai soldati, senza rispondere all’alt”.

Ore 8,00 – Corte de L’Aja comincia udienze pubbliche sulle “conseguenze dell’occupazione” della Palestina – La Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja comincerà oggi alle ore 10,00 una settimana di udienze pubbliche (fino al 26 febbraio) sulle “conseguenze giuridiche derivanti dalle politiche e dalle pratiche di Israele nel territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme Est”. Al Tribunale dell’Onu è stato richiesto un “parere consultivo” da parte di 52 Paesi e tre organizzazioni internazionali. Il 31 dicembre 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che richiede alla Corte internazionale di giustizia un “parere consultivo” non vincolante sulle “conseguenze legali derivanti dalle politiche e dalle pratiche di Israele nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme-Est”. L’Assemblea Generale ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di considerare le “conseguenze legali” di ciò che la risoluzione definisce “la continua violazione da parte di Israele del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese”, tra cui l’”occupazione prolungata” del territorio palestinese dal 1967. Il tribunale sarà inoltre chiamata a esaminare le misure adottate da Israele e “volte a modificare la composizione demografica, il carattere e lo status della città santa di Gerusalemme”. Le udienze si concluderanno il prossimo 26 febbraio.

Ore 7,00 – Israele fissa il Ramadan come termine ultimo per l’offensiva a Rafah – Israele lancerà un’offensiva militare contro la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza dove si è rifugiata la maggior parte della popolazione del territorio palestinese, se gli ostaggi rapiti da Hamas e dalla Jihad Islamica il 7 ottobre non saranno liberati entro il Ramadan, che comincia il prossimo 10 marzo. Lo ha annunciato nella notte il generale Benny Gantz, ex comandante delle forze armate e membro del gabinetto di guerra del governo israeliano. “Il mondo deve sapere e i leader di Hamas devono sapere: se entro il Ramadan gli ostaggi non saranno a casa, i combattimenti continueranno ovunque, compresa la regione di Rafah”, ha detto Gantz alla Conferenza delle principali organizzazioni ebraiche americane, riunitesi a Gerusalemme. “A coloro che dicono che il prezzo è troppo alto, dico chiaramente: Hamas ha una scelta. Possono arrendersi, liberare gli ostaggi e i civili di Gaza potranno così celebrare la festa del Ramadan”.

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