Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Knesset vota risoluzione contro nascita Stato palestinese. Iran: “Il Consiglio di Sicurezza Onu fermi Israele a Gaza” | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, giovedì 18 luglio
Non si fermano i raid israeliani sulla Striscia di Gaza: secondo Hamas, infatti, nella sola giornata di ieri l’esercito israeliano avrebbe ucciso oltre 60 persone in cinque bombardamenti effettuati nel giro di poche ore. Intanto, mentre le famiglie degli ostaggi hanno pubblicato le foto di cinque soldatesse ancora in mano ad Hamas per mettere pressione a Netanyahu, il premier israeliano, pressato anche dal leader dell’opposizione Gantz, non sembrerebbe avere nessuna intenzione di mollare la presa. Netanyahu, infatti, ha affermato che Israele “sta facendo progressi sistematici verso il raggiungimento degli obiettivi della guerra” e con Hamas “serve solo più pressione”. Di seguito le ultime notizie di oggi, giovedì 18 luglio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza e la crisi in corso in Medio Oriente.
Ore 20,10 – Assalto israeliano a campo profughi in Cisgiordania – Diverse persone sono rimaste soffocate dopo che l’esercito israeliano ha lanciato gas lacrimogeni nel campo di Jalazone, a nord di Ramallah. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Secondo fonti locali, i soldati hanno fatto irruzione nelle case palestinesi, dando origine a violenti scontri. Secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese, si sono verificati scontri anche ad Asira al-Qibliya, a sud-ovest di Nablus, e un ragazzo di 19 anni è stato trasportato in ospedale. I corrispondenti di Al Jazeera hanno riferito anche che l’esercito israeliano ha preso d’assalto la città di Salem, a est di Nablus.
Ore 19,30 – L’incontro Biden-Netanyahu si terrà nonostante la diagnosi di Covid del presidente Usa – Il presidente degli Stati Uniti Biden si aspetta con ogni probabilità di poter incontrare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu la prossima settimana, a seconda della sua guarigione dal Covid-19. Lo afferma la Casa Bianca. Netanyahu è pronto a parlare al Congresso la prossima settimana. Il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha detto ai giornalisti che “ci aspettiamo che i due leader abbiano la possibilità di vedersi mentre il Primo Ministro Netanyahu è in città”.
Ore 17,00 – Turchia critica Israele per il voto contro lo Stato di Palestina – La Turchia ha contestato la risoluzione votata dal Parlamento israeliano che respinge la nascita di uno Stato palestinese. “L’adozione di una risoluzione da parte del Parlamento israeliano che respinge la creazione dello Stato di Palestina è un’altra indicazione sul fatto che Israele ignora il diritto e gli accordi internazionali”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Ankara, che ritiene “nulla” la decisione della Knesset. “La creazione di uno Stato di Palestina indipendente, sovrano e geograficamente integrato entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, è un requisito del diritto internazionale”, aggiunge il ministero degli Esteri turco nella nota.
Ore 13,00 – Netanyahu boccia ospedale da campo per bimbi Gaza in Israele – L’ufficio di Benyamin Netanyahu ha fatto sapere che il premier ha deciso di non approvare la creazione di un ospedale da campo in Israele per curare i bambini di Gaza. La richiesta dell’ospedale era stata avanzata dal ministro della Difesa Yoav Gallant motivandola con la prolungata chiusura del valico di Rafah, nel sud di Gaza, da cui si passa in Egitto, di cui l’Idf ha preso il controllo nelle scorse settimane. Della intenzione di costruire l’ospedale Gallant, aveva informato il suo omologo Usa Lloyd Austin. L’ufficio del premier – secondo Ynet – ha giustificato la decisione sottolineando che si sta “cercando di creare una rotta per il trasporto aereo dei malati e dei feriti da Gaza verso altri Paesi”.
Ore 12,00 – Oxfam, Gaza senz’acqua, Israele usa sete come arma di guerra – A Gaza, Israele sta usando la mancanza d’acqua come arma di guerra contro la popolazione, violando apertamente il diritto internazionale. Il taglio delle forniture idriche, la distruzione sistematica di infrastrutture essenziali e il blocco all’ingresso degli aiuti internazionali da parte di Israele, hanno infatti ridotto del 94% la disponibilità d’acqua dentro la Striscia. È quanto denuncia Oxfam in un nuovo report, pubblicato oggi. Al momento ogni abitante può contare in media su appena 4,74 litri al giorno, ossia meno di un terzo del minimo raccomandato in situazioni di emergenza e al di sotto della quantità che consumiamo ogni volta che tiriamo lo sciacquone del water. L’analisi di Oxfam rivela inoltre che gli attacchi israeliani hanno danneggiato o distrutto 5 infrastrutture idriche e sanitarie ogni 3 giorni dall’inizio della guerra; la distruzione delle infrastrutture idriche ed elettriche – sommate alle restrizioni all’ingresso di pezzi di ricambio e carburante (ne entra solo un quinto di quanto necessario) – hanno ridotto la produzione d’acqua all’interno della Striscia dell’84%, mentre l’azienda idrica nazionale israeliana Mekorot ha tagliato le forniture del 78%. Israele , secondo i dati Oxfam, ha distrutto il 70% di tutte le pompe per lo smaltimento delle acque reflue e il 100% degli impianti di trattamento, nonché i principali laboratori di analisi della qualità dell’acqua, limitando l’ingresso delle attrezzature di analisi usate da Oxfam; a Gaza City, l’88% dei pozzi e il 100% degli impianti di desalinizzazione dell’acqua sono stati danneggiati o distrutti. L’attuale situazione sta generando un’emergenza sanitaria, che si aggrava di giorno in giorno. A causa della mancanza di acqua potabile e servizi igienici, ad oggi il 26% della popolazione si ammala gravemente di malattie che sarebbero facilmente prevenibili. “Lo scorso gennaio la Corte Internazionale di Giustizia ha chiesto a Israele di garantire l’ingresso e la distribuzione degli aiuti umanitari, per scongiurare il rischio concreto che a Gaza si compisse un vero e proprio genocidio. – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Da allora però nulla è cambiato, anzi siamo stati testimoni diretti degli ostacoli che Israele ha posto sistematicamente per rendere impossibile una risposta umanitaria adeguata a salvare la popolazione palestinese”. “Abbiamo assistito all’uso da parte di Israele della fame come arma di guerra, a cui si aggiunge anche l’intenzionale privazione dell’acqua potabile, con conseguenze drammatiche per la popolazione civile – aggiunge Valentina Bidone, coordinatrice della risposta umanitaria di Oxfam Italia per Gaza -. Purtroppo non si tratta di una tattica nuova, il Governo israeliano ha ostacolato la fornitura dell’acqua potabile già per troppi anni, privandone sistematicamente i palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia. Tuttavia mai si erano raggiunti questi livelli. È perciò cruciale che la comunità internazionale eserciti al più presto ogni pressione diplomatica possibile per proteggere la popolazione di Gaza e risparmiarle ulteriori sofferenze, mettendo in campo un’azione incisiva in grado di tutelare i diritti umani fondamentali, compresi quelli sanciti dalle Convenzioni di Ginevra e sul genocidio”.
Ore 10,00 – Iran: “Il Consiglio di Sicurezza Onu fermi Israele a Gaza” – L’Iran ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di fare pressioni su Israele affinché “ritiri le sue forze militari e di sicurezza da Gaza immediatamente, completamente e senza condizioni”. Durante un discorso al Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York, il ministro degli Esteri ad interim iraniano, Ali Bagheri, ha affermato che la Repubblica islamica “invita il Consiglio di Sicurezza ad adottare le misure necessarie per costringere il regime israeliano a porre fine immediatamente e incondizionatamente al genocidio e all’aggressione contro Gaza, ad attuare un cessate il fuoco permanente a Gaza e ad aprire i valichi di frontiera per la consegna rapida e senza ostacoli degli aiuti umanitari”, riferisce Press Tv. “Nonostante la condanna globale del genocidio e dei crimini di guerra commessi dal regime di Israele a Gaza e gli appelli unanimi e uniti alla comunità internazionale per una fine immediata del genocidio, il regime sionista continua i suoi crimini brutali con piena impunità”, ha aggiunto Bagheri.
Ore 8,00 – Israele, ucciso capo forza navale Jihad islamica a Gaza – L’esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso Anas Murad, il capo della forza navale della Jihad islamica a Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che è stato ucciso un altro membro della fazione “che ha preso parte al 7 ottobre ed era responsabile per aver inviato gruppi di combattenti dall’area di Shujaia verso gli insediamenti meridionali” della Striscia.
Ore 7,00 – Knesset vota risoluzione contro nascita Stato palestinese – La Knesset ha votato a stragrande maggioranza una risoluzione che respinge la nascita di uno Stato palestinese. La risoluzione è stata opera sia dei partiti della coalizione del premier Benyamin Netanyahu sia di quella di destra all’opposizione e ha avuto il sostegno anche del partito di Benny Gantz. I membri di Yesh Atid, il partito di Yair Lapid – hanno riferito i media- sono usciti dall’Aula al momento del voto. “Uno Stato palestinese nel cuore di Israele costituirebbe una minaccia esistenziale per Israele e i suoi cittadini, perpetuerebbe il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerebbe la regione”, recita la Risoluzione.