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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Onu, risoluzione su Gaza: gli Usa non voteranno la proposta dell’Algeria. Mezzaluna rossa: “La situazione a Rafah è ingestibile”. Hamas: “Le vittime nella Striscia sono 28.985” | DIRETTA

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Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, domenica 18 febbraio

Continua la guerra nella striscia di Gaza. I palestinesi in fuga dalla città di Rafah, secondo dei funzionari delle Nazioni Unite citate dal Times of Israel, si stanno spostando da quella regione verso le aree centrali intorno a Deir al-Balah. Hamas ha fatto sapere che ai fini di un eventuale accordo per il cessate il fuoco non accetterà “niente altro che una completa fine dell’aggressione, il ritiro dell’esercito d’occupazione da Gaza e la rimozione dell’ingiusto blocco della Striscia”. Intanto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, intervenendo alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha affermato che occorre un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e che non si può permettere che questo “disastro umanitario” continui. Ma, secondo il Wall Street Journal, gli “Usa prevedono un nuovo invio di armi ad Israele”. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, domenica 18 febbraio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

DIRETTA

Ore 15,40 – Netanyahu: “Da Lula frasi vergognose, varca la linea rossa” – “Le frasi pronunciate dal presidente del Brasile sono vergognose e gravi. Sminuiscono la Shoah e rappresentano un tentativo di colpire il popolo ebraico ed il diritto di Israele alla difesa: lo ha affermato il premier Benjamin Netanyahu commentando le dichiarazioni odierne di Lula de Silva. “Il suo paragone fra Israele da un lato e la Shoah dei nazisti ed Hitler dall’altro – ha aggiunto Netanyahu – varca una ‘linea rossa’ “. “Assieme con il ministro degli esteri Israel Katz – ha concluso – abbiamo deciso di convocare immediatamente l’ambasciatore del Brasile per esprimergli immediatamente il nostro biasimo”.

Ore 14,40 – Oms: l’ospedale Nasser a Gaza non funziona più dopo i raid – “L’ospedale Nasser di Gaza non è più funzionante, dopo un assedio durato una settimana e per i raid in corso” di Israele. Lo riferisce su X il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, aggiungendo che “sia ieri che l’altro ieri non è stato permesso al nostro team di entrare in ospedale per valutare le condizioni dei pazienti e le necessità mediche più urgenti, nonostante avesse raggiunto il complesso per consegnare carburante insieme ai partner”. Il numero uno dell’Oms precisa che “ci sono ancora circa 200 pazienti. Almeno 20 necessitano di essere trasferiti urgentemente in altri ospedali per ricevere assistenza”.

Ore 13,50 – Lula accusa Israele di “genocidio” a Gaza – Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha accusato Israele di “genocidio” dei palestinesi nella Striscia di Gaza, facendo un parallelo con lo sterminio degli ebrei perpetrato dal regime nazista. “Quel che accade nella Striscia di Gaza non è una guerra, è un genocidio”, ha affermato Lula dalla capitale etiope, dove si trova per il summit dell’Unione africana. “Quel che accade nella Striscia di Gaza col popolo palestinese è già successo quando Hitler decise di eliminare gli ebrei”, ha precisato il presidente brasiliano.

Ore 13,15 – Il governo israeliano: no a riconoscimento unilaterale dello stato palestinese – Il governo israeliano ha approvato all’unanimità la risoluzione presentata dal premier Benjamin Netanyahu che ribadisce la opposizione di Israele ad ogni riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese. Lo ha riferito la radio pubblica Kan rilevando che il premier ha ottenuto il sostegno anche dei ministri del partito centrista guidato da Benny Gantz.

Ore 11,40 – Netanyahu: farò votare al gabinetto di guerra il no allo stato palestinese – Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha chiesto oggi al governo di respingere “ogni tentativo di imporre ad Israele in maniera unilaterale uno Stato palestinese”. Il premier, precisa un comunicato, ha sottoposto al voto dei ministri una dichiarazione in cui ribadisce l’opposizione di Israele ad ogni “diktat internazionale”. Dopo aver ribadito che un accordo con i palestinesi deve scaturire da trattative bilaterali, Netanyahu afferma che “un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese, dopo il massacro del 7 ottobre, elargirebbe un premio enorme al terrorismo ed impedirebbe qualsiasi accordo di pace in futuro”.

Ore 11,10 – Shtayyeh: “La Russia ha invitato tutte le fazioni palestinesi a Mosca il 26 febbraio” – La Russia ha invitato tutte le fazioni palestinesi che si incontreranno il 26 febbraio a Mosca”. Lo ha detto il premier dell’Autorità palestinese, Mohammad Shtayyeh, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. “Noi siamo pronti a impegnarci – ha affermato nelle dichiarazioni rilanciate dalla tv satellitare al-Jazeera – Se Hamas non lo è, è una storia diversa. Serve l’unità palestinese”.

Ore 10,40 – Hamas: “Le vittime a Gaza sono quasi 30 mila” – Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza sfiora i 30 mila morti, Secondo i nuovi dati diffuso dal ministero della Salute di Hamas, sono 28.985 le persone che hanno perso la vita nel territorio palestinese dall’inizio della guerra tra Israele e il movimento islamista. I feriti sono 68.883. Nelle ultime 24 ore i morti sono stati 127.

Ore 9,20 – Israele: “Continua l’operazione a Khan Yunis e all’ospedale Nasser” – L’esercito israeliano continua ad operare nella parte occidentale di Khan Yunis, da dove si arriva a Rafah, e all’interno dell’ospedale Nasser della città. Ma prosegue anche le attività nel centro della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui sono stati condotti “raid mirati su infrastrutture terroristiche”, “uccisi terroristi e localizzate larghe quantità di armi nell’area”

Ore 8,45 – Mezzaluna rossa, operazione a Rafah sarebbe un massacro – “La situazione a Rafah è ingestibile. Se Israele attaccherà, nessuno potrà impedire agli sfollati di muoversi in tutte le direzioni, anche in Egitto”. Lo spiega Younis Al Khatib, il presidente della Mezzaluna rossa palestinese che ieri è stato ricevuto dal Papa, in una intervista al Fatto Quotidiano. “Molti accampamenti spontanei fuori dai campi delle organizzazioni umanitarie. Per strada non si riesce a camminare. Si vedono ovunque i segni della fame e della sete. Questo esodo di massa ci ha colto di sorpresa – prosegue -. Un’operazione militare a Rafah sarebbe un massacro. Non so se accadrà ma so cosa dovrebbe accadere: un cessate il fuoco. Non c’è altro modo di aiutare gli sfollati. Oltre a far entrare più aiuti umanitari”. Anche in Cisgiordania la tensione è salita dal 7 ottobre. “In Cisgiordania non c’è la legge, c’è l’illegalità: i coloni si fanno giustizia da soli e l’esercito li appoggia o sta a guardare perché il governo li incoraggia – conclude -. Nel sud di Hebron duemila persone hanno già lasciato le loro case per le aggressioni quotidiane. Di questo passo la gente potrebbe cominciare a fuggire verso la Giordania, anche se le autorità di Amman non vogliono”.

Ore 04,35 – Onu, risoluzione su Gaza: gli Usa non voteranno la proposta dell’Algeria – “Gli Stati Uniti non sostengono l’azione su questo progetto di risoluzione. Se dovesse essere messa ai voti così come è redatta, non sarà adottata”. E’ quanto si legge in una dichiarazione dell’ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, in merito alla proposta di risoluzione algerina sulla situazione in Medio Oriente. “Per mesi gli Stati Uniti hanno lavorato instancabilmente – si legge nella dichiarazione – verso un obiettivo a cui tutti noi dovremmo aspirare: una risoluzione sostenibile del conflitto di Gaza in modo che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco e godere di pari misure di sicurezza, dignità e libertà. Nel tentativo di costruire verso quel futuro, gli Stati Uniti stanno lavorando a un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas, che porterebbe un periodo di calma immediato e prolungato a Gaza per almeno sei settimane, e da cui potremmo poi prendere il tempo e i passi per costruire una pace più duratura. Nell’ultima settimana, il presidente Biden ha ricevuto numerose chiamate dal primo ministro Netanyahu, nonché dai leader di Egitto e Qatar, per portare avanti questo accordo. Sebbene permangano delle lacune, gli elementi chiave sono sul tavolo. Tutto sommato, crediamo che questo accordo rappresenti la migliore opportunità. La risoluzione presentata dal Consiglio di Sicurezza, al contrario, non raggiungerebbe questi risultati e, anzi, potrebbe contrastarli”. “Il Consiglio ha l’obbligo di garantire – prosegue – che qualsiasi azione che intraprenderemo nei prossimi giorni aumenti la pressione su Hamas affinché accetti la proposta sul tavolo. Ha inoltre l’obbligo di continuare a fare pressioni per l’attuazione delle risoluzioni 2712 e 2720, comprese le disposizioni che richiedono l’espansione degli aiuti su larga scala, il sostegno per gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza, la protezione dei civili e degli operatori umanitari e un chiaro monito contro lo spostamento forzato di civili”.

Ore 3,30 – Bozza di risoluzione su cessate il fuoco a Gaza, Algeria chiede voto martedì in Consiglio Onu – L’Algeria ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di votare martedì prossimo una risoluzione per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera citando fonti diplomatiche. Secondo quanto riferito, la risoluzione è sostenuta dalla maggior parte dei membri del Consiglio di sicurezza e sono in corso i negoziati per coinvolgere gli Stati Uniti, che detengono il potere di veto.

Ore 00,50 – Israele contro Sudafrica, è braccio legale Hamas – Il Ministero degli Esteri israeliano ha rilasciato un comunicato che critica il Sudafrica dopo che la Corte internazionale di giustizia ha respinto la richiesta di Pretoria di ordinare limitazioni alle operazioni militari israeliane a Rafah. “Il tentativo fallito del Sudafrica di indebolire il diritto di Israele a difendere se stesso e i suoi cittadini dall’organizzazione terroristica Hamas fornisce un’ulteriore prova che le sue affermazioni sono infondate”, si legge nella dichiarazione, riferendosi all’accusa di “genocidio” del Sudafrica contro Israele. Il ministero prosegue accusando il Sudafrica di “fungere da braccio legale di Hamas” e di “lavorare per promuovere gli interessi di questa organizzazione terroristica”. “Israele sta agendo e continuerà ad agire in base al suo diritto di proteggere i suoi cittadini e di ottenere il rilascio degli ostaggi, pur rimanendo impegnato a sostenere il diritto internazionale, facilitando il trasferimento di aiuti umanitari e facendo ogni sforzo per prevenire danni ai civili non coinvolti”, aggiunge il comunicato.

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