Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza, il bilancio dei morti sale a 31.272. Libano: Idf uccidono un membro di Hamas. Hamas: “Insufficienti gli aiuti in arrivo da Cipro”. Unrwa denuncia: “Raid di Israele su un centro Onu a Rafah: 1 morto e 22 feriti” | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, mercoledì 13 marzo
Oltre 31mila persone sono morte e più di 72mila sono rimaste ferite nella Striscia di Gaza a causa della guerra scatenata da Israele contro Hamas dopo gli attentati del 7 ottobre. Nemmeno il Ramadan ferma gli scontri e Tel Aviv non intende fermarsi: il premier Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che l’invasione di Rafah, nel sud del territorio costiero dove si sono rifugiati 1,5 milioni di sfollati, è “necessaria per eliminare” il gruppo armato palestinese, nonostante il presidente Usa Joe Biden abbia definito l’operazione “una linea rossa” da non oltrepassare.
Ore 18.30 – Onu: fu Israele a uccidere giornalista Reuters – Un’indagine delle Nazioni Unite afferma che fu un carro armato israeliano a uccidere in Libano l’anno scorso il giornalista Reuters, Issam Abdallah, sparando due colpi da 120 mm contro un gruppo di “giornalisti chiaramente identificabili” in violazione del diritto internazionale. La notizia è rilanciata anche dal Times of Israel. L’indagine della Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil), sintetizzata in un rapporto visto da Reuters, afferma che il suo personale non ha registrato alcuno scontro a fuoco attraverso il confine tra Israele e Libano per più di 40 minuti prima che il carro armato israeliano Merkava aprisse il fuoco. “Sparare contro civili, in questo caso giornalisti chiaramente identificabili, costituisce una violazione dell’Unscr 1701 (2006) e del diritto internazionale”, afferma il rapporto Unifil, riferendosi alla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza.
Ore 16,45 – Unrwa: “Almeno un morto per raid di Israele su un centro Onu a Rafah” – Almeno un membro del personale dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è stato ucciso e altri 22 sono rimasti feriti nel raid compiuto oggi dalle forze armate israeliane (Idf) contro un centro per la distribuzione di aiuti alimentari nella zona orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha reso noto in un comunicato il direttore generale dell’Agenzia Onu, Philippe Lazzarini, secondo cui Tel Aviv sapeva che la struttura, “uno dei pochissimi centri di distribuzione dell’Unrwa rimasti nella Striscia di Gaza”, era un magazzino alimentare. “Ogni giorno condividiamo con le parti in conflitto le coordinate di tutte le nostre strutture nella Striscia di Gaza”, ha aggiunto Lazzarini. “L’esercito israeliano aveva ricevuto ieri le coordinate di questa struttura”. Dall’inizio della guerra, sono morti in servizio almeno 165 membri del personale dell’Agenzia Onu; sono state colpite oltre 150 strutture dell’Unrwa; e sono state uccise più di 400 persone che avevano cercato rifugio sotto la bandiera delle Nazioni Unite.
Ore 16,30 – Gaza: una seconda nave carica di aiuti salperà da Cipro – Una seconda nave carica di aiuti umanitari raccolti per la popolazione della Striscia di Gaza si trova nel porto di Larnaca, a Cipro, in attesa di salpare per il territorio costiero palestinese. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa il ministro degli Esteri cipriota, Constantinos Kombos secondo cui, appena pronto, il molo provvisorio annunciato dagli Stati Uniti a Gaza sarà inserito all’interno del corridoio umanitario via mare che collega l’isola alla Striscia. “Attualmente, operiamo attraverso una ong”, ha detto Kombos, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale cipriota Kyne/Cna. “Ma abbiamo già pronto un secondo carico con una nave commerciale di maggiori capacità” che, “se non ci saranno problemi”, potrà salpare “dopo lo scarico dei primi aiuti. Secondo il ministro, questa seconda imbarcazione “si trova a Larnaca da sabato (9 marzo, ndr)”. “La nave e il carico”, ha aggiunto Kombos, “sono sottoposti a ispezione” da parte delle autorità cipriote. Il ministro non ha specificato le dimensioni del nuovo carico di aiuti. Una prima nave gestita dalla ong spagnola Open Arms è salpata ieri mattina da Cipro in direzione di Gaza trainando una chiatta carica di 200 tonnellate di aiuti umanitari. Secondo Open Arms, la nave dovrebbe impiegare “diversi giorni” per raggiungere la costa di Gaza, dove gli aiuti saranno scaricati su un molo fatto costruire per l’occasione dalla no-profit statunitense World Central Kitchen. Hamas ha già fatto sapere che questi aiuti sono insufficienti per soddisfare i bisogni della popolazione della Striscia.
Ore 16,00 – Yemen, media: “Tre raid delle forze anglo-americane a Hodeidah” – Tre raid aerei della coalizione militare guidata da Usa e Regno Unito hanno colpito oggi l’aeroporto di Hodeidah, nello Yemen occidentale, controllato dai ribelli filo-iraniani Houthi. Lo riporta l’emittente locale Al-Masirah, considerata vicina al gruppo armato yemenita. Il Comando Centrale delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom), che guida l’operazione militare Prosperity Guardian nel Mar Rosso, non ha confermato i raid.
Ore 15,30 – Israele, Netanyahu riceve il premier olandese: “L’operazione militare a Rafah è necessaria” – Un’operazione militare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza dove si sono rifugiati 1,5 milioni di sfollati, è necessaria per raggiungere gli obiettivi prefissati da Israele contro Hamas. Lo ha ribadito oggi il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ricevendo a Gerusalemme il capo del governo olandese Mark Rutte. Durante l’incontro, secondo quanto riportato dai media israeliani, Netanyahu ha di nuovo respinto l’idea di riconoscere uno Stato palestinese. Una mossa simile, secondo il premier di Tel Aviv, sarebbe vista da Hamas come una vittoria. Ringraziando poi Rutte per aver sospeso gli aiuti all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), di cui Israele accusa 12 dipendenti su 13mila di essere coinvolti negli attentati del 7 ottobre, Netanyahu ha chiesto ai Paesi Bassi di unirsi al corridoio umanitario via mare tra Cipro e la Striscia di Gaza per consegnare gli aiuti alla popolazione civile palestinese. Dopo il suo incontro di oggi con il primo ministro israeliano, Rutte proseguirà per l’Egitto dove incontrerà il presidente Abdel Fatah al-Sisi.
Ore 15,00 – Sudafrica, ministra Esteri: “Arresteremo i soldati israeliani con doppia cittadinanza” – I soldati dell’esercito israeliano in possesso della doppia cittadinanza sudafricana saranno arrestati non appena entreranno nel Paese. Lo ha annunciato oggi la ministra degli Esteri sudafricana Naledi Pandor durante una conferenza dedicata alla solidarietà di Pretoria alla causa palestinese. “Ho già rilasciato una dichiarazione allertando coloro che sono sudafricani e che combattono a fianco o nelle forze di difesa israeliane”, ha detto Pandor, citata dal quotidiano Haaretz. “Siamo pronti. Quando tornerete a casa, vi arresteremo”.
Ore 14,45 – Gaza, Unrwa: “Raid di Israele su un centro Onu a Rafah: decine i feriti” – Un centro per la distribuzione degli aiuti umanitari dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è stato colpito da un raid israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha confermato l’Agenzia delle Nazioni Unite. “Possiamo confermare che un magazzino/centro di distribuzione dell’Unrwa a Rafah è stato colpito”, ha detto all’agenzia di stampa Afp la portavoce dell’Agenzia Onu, Juliette Touma, secondo cui l’attacco ha provocato “decine di feriti”. Secondo l’emittente televisiva qatarina al-Jazeera, che cita fonti del ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas, il raid avrebbe provocato 5 morti.
Ore 14,30 – Gaza, Hamas: “Il carico umanitario in arrivo da Cipro è insufficiente” – Il governo della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, giudica il carico di aiuti umanitari in arrivo dall’isola di Cipro “insufficiente” a soddisfare i bisogni urgenti dei 2,4 milioni di abitanti del territorio costiero palestinese. “Il carico della nave non supera quello di uno o due camion e ci vorranno giorni perché arrivi”, ha scritto oggi in un comunicato il portavoce dell’ufficio stampa del governo, Salama Marouf, citato dall’agenzia Afp. “Non si sa ancora dove attraccherà e come raggiungerà le coste di Gaza”, ha aggiunto il funzionario palestinese, secondo cui le preoccupazioni logistiche delle autorità della Striscia sono rimaste senza risposta. “Inoltre, sarà soggetto a ispezione da parte dell’esercito occupante”. Un’ex nave di salvataggio in mare gestita dalla ong spagnola Open Arms è salpata ieri mattina da Cipro in direzione di Gaza trainando una chiatta carica di 200 tonnellate di aiuti umanitari raccolti dalle autorità dell’isola, dalla no-profit statunitense World Central Kitchen e dagli Emirati Arabi Uniti. Ad oggi però, la nave non ha ancora completato i quasi 400 chilometri di traversata nel Mediterraneo orientale. Secondo quanto annunciato da World Central Kitchen, l’imbarcazione attraccherà presso un molo improvvisato attualmente in costruzione nella Striscia.
Ore 14,00 – Mar Rosso: segnalato un attacco missilistico nel Golfo di Aden – Un altro attacco missilistico è stato segnalato oggi nel Golfo di Aden, al largo dello Yemen, dalla società britannica di sicurezza marittima Ambrey. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, l’azienda ha consigliato alle navi in transito nelle vicinanze dell’isola di Socotra di “ridurre al minimo il personale impiegato all’aperto e di fermare tutti i movimenti dell’equipaggio sui ponti esterni”.
Ore 13,30 – Israele, ucciso un 13enne palestinese: scontro tra il ministro Ben Gvir e la Procura generale – L’omicidio del 13enne palestinese Rami El Halhuli, ucciso ieri sera dalla polizia di frontiera israeliana nel campo profughi di Shuafat vicino Gerusalemme, è diventato un caso politico in Israele, provocando uno scontro tra il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, che ha elogiato l’agente responsabile dell’uccisione, e la Procuratrice generale dello Stato ebraico Gali Baharav-Miara, che ha chiesto al leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit di non interferire nelle indagini. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, il bambino rimasto ucciso aveva acceso un fuoco d’artificio in direzione di una pattuglia israeliana, senza lanciarlo verso gli agenti, che avevano risposto a colpi di arma da fuoco, colpendo il 13enne al petto. Il responsabile dell’omicidio, con cui Ben-Gvir si era subito congratulato, è stato convocato oggi al Department of Internal Police Investigations per essere interrogato su quanto accaduto. Così, questa mattina, il ministro della Sicurezza nazionale si è presentato presso il dipartimento in segno di solidarietà con l’agente sotto indagine, definendo “oltraggioso” e “vergognoso” l’interrogatorio disposto dalle autorità israeliane. “È scandaloso per me che il Department of Internal Police Investigations abbia osato convocare qui l’agente per interrogarlo, è oltraggioso e vergognoso”, ha detto Ben-Gvir in un video girato davanti alla sede del dipartimento e pubblicato su X (ex Twitter). “Un terrorista fa esplodere fuochi d’artificio e vuole danneggiare i nostri soldati, i nostri combattenti, e spara petardi. Un combattente arriva e fa esattamente quello che ci aspettiamo da lui. Questo è semplicemente lo scandalo più grande: che lo abbiano convocato qui per un interrogatorio”. Al ministro, secondo il quotidiano online Times of Israel, ha risposto per iscritto la Procuratrice generale israeliana che ha chiesto a Ben-Gvir di non interferire in un’inchiesta in corso. “Le indagini penali, comprese quelle sugli agenti di polizia, sono condotte in completa indipendenza”, ha scritto Baharav-Miara nella lettera inviata al ministro. “Qualsiasi intervento da parte sua, direttamente o indirettamente, viola la legge, danneggia gravemente lo stato di diritto e costituisce una politicizzazione del sistema giudiziario. Questo genere di interferenza illecita dovrebbe essere immediatamente interrotta”. L’ufficio della Procura generale ha precisato che la missiva non esprime alcun giudizio sull’indagine in corso ma si limita solo a censurare il comportamento di Ben-Gvir. Secondo il quotidiano israeliano online, anche il ministero della Giustizia di Tel Aviv ha criticato il ministro, le cui azioni potrebbero “danneggiare l’indipendenza del sistema giudiziario”. “Il Department of Internal Police Investigations continuerà a operare in modo indipendente e non sarà influenzato dai tentativi di condizionarne il lavoro”, si legge in una nota del ministero della Giustizia israeliano.
Ore 13,00 – Libano: Israele conferma il raid a Tiro e l’uccisione di un membro di Hamas – Le forze armate israeliane (Idf) hanno confermato l’uccisione di un esponente di Hamas in un raid aereo compiuto oggi a Tiro, nel sud del Libano. “Un aereo nella zona di Tiro ha colpito Hadi Ali Mustafa, un importante agente del dipartimento di Hamas responsabile delle attività terroristiche all’estero”, si legge in una nota delle Idf citata dalla versione online del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth. “Nella sua posizione, Hadi ha diretto cellule terroristiche e attività sul campo e ha promosso attacchi terroristici contro obiettivi israeliani e gli ebrei in vari Paesi del mondo”. Secondo l’emittente televisiva Al Aqsa vicina a Hamas, Mustafa era un leader del braccio armato del gruppo armato palestinese. I media libanesi riportano che nel raid compiuto vicino al campo profughi palestinese di Rashidieh è morto anche un cittadino siriano mentre un’altra persona è rimasta ferita.
Ore 12,30 – Israele: terremoto di magnitudo 3.6 nel nord – Un sisma di magnitudo 3.6 ha colpito oggi il nord di Israele, senza provocare danni né feriti. Lo riferisce il Geological Survey of Israel, secondo cui la scossa è avvenuta alle 12,50 ora locale (le 11,50 in Italia) a una profondità di 18 chilometri con epicentro nella regione di Hula-Kinneret, nel nord dello Stato ebraico.
Ore 12,00 – Gaza, media Israele: “Gallant propone il capo dell’intelligence dell’Anp per governare la Striscia – Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha proposto Majed Faraj, direttore dell’intelligence dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), come potenziale guida di un’amministrazione temporanea della Striscia di Gaza, non legata a Hamas. Lo riferisce l’emittente televisiva pubblica israeliana Kan, secondo cui la proposta di Gallant è già stata esaminata in una serie di riunioni tenute a porte chiuse dalle autorità di Tel Aviv. Secondo l’emittente qatarina al-Jazeera invece, Faraj avrebbe già iniziato a lavorare alla costituzione di una forza armata palestinese nel sud del territorio costiero, composta da clan e famiglie che non sostengono Hamas. La formazione paramilitare dovrà presumibilmente scortare i convogli di aiuti umanitari in transito dal sud al nord della Striscia. Negli scorsi giorni, Hamas ha fatto sapere che chiunque coopererà con Tel Aviv sarà “trattato con il pugno di ferro, come un collaborazionista”. Israele teme che, dopo la fine della guerra, Hamas possa riprendere piede a Gaza, soprattutto con la gestione degli aiuti che entreranno nel territorio costiero. Faraj è uno stretto collaboratore del presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e collabora da anni con Israele, essendo tra l’altro incaricato di coordinarsi con lo Shin Bet, i servizi di sicurezza interni dello Stato ebraico; con la CIA statunitense; e con altri servizi di intelligence esteri. L’uomo è anche considerato una delle più importanti figure dell’Anp, che un giorno potrebbe sostituire Abu Mazen alla presidenza palestinese.
Ore 11,30 – Gaza, il bilancio dei morti sale a 31.272 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 31.272 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 73.024 feriti, mentre soltanto nelle ultime 24 ore sono state uccise 88 persone e altre 135 sono rimaste ferite.
Ore 11,00 – Libano, media: “2 morti nel raid a Tiro, uno era un membro di Hamas” – Due persone sono morte e un’altra è rimasta ferita oggi a Tiro, nel sud del Libano, in un raid attribuito a Israele, compreso un esponente di Hamas. Lo riferisce il portale locale Lebanon 24, che cita un comunicato pubblicato oggi dal gruppo armato palestinese, secondo cui tra i morti figura Hani Mustafa, un membro di Hamas che risiedeva nel campo profughi palestinese di Rashidieh, vicino a Tiro. L’attacco, secondo la nota, è avvenuto questa mattina lungo la strada di al-Hosh, non lontano dal campo profughi. Nel raid, secondo quanto riferito da Lebanon 24, è rimasto ucciso anche un cittadino siriano, mentre una terza persona è rimasta ferita.
Ore 10,45 – Israele, polizia conferma: “L’aggressore palestinese di Gerusalemme è morto” – Il 15enne palestinese, che stamattina ha accoltellato due agenti israeliani a un posto di blocco a Gerusalemme, è morto a seguito delle ferite riportate dai colpi di arma da fuoco sparati dalle truppe dell’esercito intervenute sul posto. Lo ha confermato in una nota la polizia israeliana. “Il terrorista è stato neutralizzato da un soldato delle forze armate e da una guardia di sicurezza civile che gli hanno sparato”, si legge nel comunicato. “In seguito è stato dichiarato morto”. I due agenti feriti, un uomo di 25 anni e una donna di 19, non versano in gravi condizioni.
Ore 10,00 – Mar Rosso: fregata greca spara contro due droni Houthi – Una fregata greca in servizio presso la missione navale Aspides inviata dall’Unione europea nel Mar Rosso ha risposto al fuoco contro due droni lanciati dai ribelli yemeniti Houthi. Lo conferma in una nota lo Stato Maggiore della Difesa di Atene, secondo cui oggi l’unità navale ha sparato “un colpo di cannone” contro i sistemi lanciati dalle aree controllate dai ribelli yemeniti. “La fregata Hydra, nell’ambito dell’operazione (europea, ndr) Aspides, ha sparato con un cannone contro due velivoli aerei senza pilota mentre proteggeva una nave mercantile”, si legge nel comunicato. Non sono stati forniti ulteriori dettagli sull’accaduto ma, secondo lo Stato Maggiore della Difesa greco, dopo l’incidente la fregata ha continuato normalmente la sua missione. Il cannoneggiamento della nave greca avviene a poche ore dall’attacco dei ribelli Houthi contro la USS Laboon, una nave militare statunitense in servizio nel Mar Rosso nell’ambito della missione Prosperity Guardian a guida angloamericana, che ieri è stata bersagliata da un missile balistico a corto raggio che non ha provocato né danni né feriti.
Ore 9,45 – Libano, media: “Raid aereo israeliano colpisce un’auto a Tiro, almeno 1 morto” – Almeno una persona è morta e altre tre sono rimaste ferite oggi a Tiro, nel sud del Libano, a seguito di un attacco aereo israeliano che ha colpito un’auto e una motocicletta. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna. Secondo il quotidiano locale Al-Akhbar, l’attacco è avvenuto questa mattina a un incrocio nel nord della città. Fonti delle forze di sicurezza libanesi hanno invece riferito all’agenzia di stampa Reuters che entrambi i passeggeri a bordo del veicolo sarebbero rimasti uccisi. Al momento le forze armate israeliane (Idf) non hanno confermato il raid.
Ore 9,30 – Cisgiordania: 2 palestinesi morti e 4 feriti negli scontri con le truppe Idf a Jenin – Due palestinesi sono stati uccisi e altri quattro sono rimasti feriti ieri negli scontri a fuoco con le forze di sicurezza israeliane nel campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania. Lo ha riferito questa mattina l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Secondo una nota delle forze armate israeliane (Idf), le due vittime erano armate. Durante l’operazione, le truppe di Tel Aviv hanno scoperto una sessantina di ordigni esplosivi, cinque dei quali sono stati fatti brillare. Non sono state segnalate vittime tra le forze armate israeliane durante gli scontri.
Ore 9,00 – Israele: 15enne palestinese ferisce due guardie di sicurezza a Gerusalemme – Due agenti israeliani sono rimasti feriti oggi a Gerusalemme dopo essere stati accoltellati nel corso di un’aggressione a scopo terroristico, il cui responsabile è stato fermato e identificato: si tratta di un 15enne palestinese. Secondo i media locali, i feriti sono un uomo di 25 anni e una donna di 19 che non versano in condizioni gravi. L’attacco è avvenuto presso un checkpoint sull’autostrada Route 60 in Cisgiordania, a sud di Gerusalemme. L’aggressore è stato identificato dalla polizia come un palestinese di 15 anni, che i media locali riportano essere originario della città di al-Khader, in Cisgiordania, non lontana dal luogo dell’attacco. Secondo le autorità israeliane, il sospetto si è avvicinato al posto di blocco in bicicletta, provenendo da fuori città, e mentre le forze di sicurezza cercavano di identificarlo, quest’ultimo ha estratto un coltello e ha aggredito i due agenti. Una guardia in servizio al checkpoint ha cercato di fermare l’aggressore, che poi è stato ferito a colpi di arma da fuoco dalle truppe dell’esercito intervenute sul posto. La polizia non ha fornito aggiornamenti sulle condizioni del 15enne palestinese. Non è chiaro se l’aggressione di questa mattina sia collegata alla morte di un 13enne palestinese, ucciso ieri sera da alcuni agenti della polizia di frontiera israeliana nel campo profughi di Shuafat, vicino Gerusalemme.
Ore 8,30 – Ft: Ue prepara un pacchetto di aiuti da 7 mld euro per l’Egitto – L’Unione europea sta preparando un pacchetto di aiuti da 7,4 miliardi di euro volto a sostenere l’economia dell’Egitto, sotto pressione a causa delle guerre in corso ai suoi confini nella Striscia di Gaza e in Sudan e del calo del traffico navale nel canale di Suez per gli attacchi Houthi nel Mar Rosso. Lo riporta oggi il Financial Times, secondo cui Bruxelles è preoccupata che le tensioni nella regione possano ulteriormente esacerbare la difficile situazione economica del Paese e aumentare la pressione migratoria sull’Europa. L’accordo sarà finalizzato e annunciato domenica 17 marzo quando la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si recherà al Cairo insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai primi ministri di Grecia e Belgio, Kyriakos Mitsotakis e Alexander De Croo.
Ore 8,00 – Usa inviano 4 navi nel Mediterraneo per costruire un molo temporaneo a Gaza – Gli Stati Uniti hanno inviato quattro navi militari nel Mediterraneo orientale per facilitare la consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, costruendo un molo temporaneo nel territorio costiero palestinese. Lo ha reso noto oggi il Comando Centrale delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom), secondo cui le unità navali salpate ieri dalla base congiunta di Langley-Eustis, in Virginia, hanno fatto rotta verso il Mediterraneo orientale per “stabilire una capacità di attracco roll-on/roll-off che consenta l’assistenza umanitaria da nave a terra a Gaza”. La nota identifica le navi come la USAV SP4 James A. Loux (LSV-6), la USAV Monterrey (LCU30), la USAV Matamoros (LCU26) e la USAV Wilson Warf (LCU11). Secondo il Centcom, le unità trasportano “attrezzature e rifornimenti necessari per costruire un molo temporaneo utile a consegnare forniture umanitarie vitali”.
Ore 7,30 – Mar Rosso: Houthi attaccano nave militare Usa, fregata greca abbatte due droni – I ribelli Houthi hanno lanciato ieri un missile balistico a corto raggio verso la USS Laboon, una nave militare statunitense in servizio nel Mar Rosso, senza centrare il bersaglio. Lo ha reso noto oggi il Comando Centrale delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom), secondo cui l’attacco non hanno provocato danni né feriti. “Il Comando Centrale degli Stati Uniti e una nave della coalizione hanno ingaggiato e distrutto con successo due sistemi aerei senza pilota lanciati da un’area dello Yemen controllata dagli Houthi”, si legge nel comunicato pubblicato in mattinata. Secondo quanto riferito all’agenzia di stampa Reuters da un funzionario dello Stato Maggiore della Difesa greco, una fregata ellenica in servizio presso la missione navale Aspides inviata dall’Unione europea nel Mar Rosso ha abbattuto due droni lanciati dagli Houthi.
Ore 7,00 – Cisgiordania, agenti israeliani uccidono un 13enne palestinese: “Aveva acceso un fuoco d’artificio” – Un 13enne palestinese è stato ucciso ieri sera da alcuni agenti della polizia di frontiera israeliana nel campo profughi di Shuafat, vicino a Gerusalemme. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, il bambino aveva acceso un fuoco d’artificio in direzione degli agenti, senza lanciarlo verso di loro. “Mi congratulo con il combattente che ha ucciso il terrorista che ha tentato di sparare fuochi d’artificio contro di lui e la polizia”, ha commentato il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir. “Questo è esattamente il modo in cui si deve agire contro i terroristi: con determinazione e precisione”.