Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Cipro: salpata la nave di Open Arms con gli aiuti per Gaza. Libano, un morto nei raid di Israele sulla Beqaa: Hezbollah lancia 100 razzi contro il Golan. Mar Rosso, cacciatorpediniere italiano Caio Duilio abbatte due droni. Qatar: “Non siamo vicini a una tregua a Gaza”. Netanyahu contro Biden: “Il popolo americano e il Congresso sono con noi” | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, martedì 12 marzo
Oltre 31mila persone sono morte e più di 72mila sono rimaste ferite nella Striscia di Gaza a causa della guerra scatenata da Israele contro Hamas dopo gli attentati del 7 ottobre. Nemmeno il Ramadan ferma gli scontri e Tel Aviv non intende fermarsi: il premier Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che l’invasione di Rafah, nel sud del territorio costiero dove si sono rifugiati 1,5 milioni di sfollati, è “necessaria per eliminare” il gruppo armato palestinese, nonostante il presidente Usa Joe Biden abbia definito l’operazione “una linea rossa” da non oltrepassare e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres abbia chiesto una tregua per il Ramadan. Intanto continuano gli scontri anche sul fronte libanese con Hezbollah che lancia droni e razzi su Israele, che risponde bombardando una serie di obiettivi nel sud del Libano. Non si ferma la violenza nemmeno nel Mar Rosso, dove gli Houthi continuano a bersagliare le navi in transito e la coalizione militare a guida statunitense e britannica bombarda le aree dello Yemen controllate dai ribelli.
Ore 19,00 – Direttore Cia: cessate il fuoco “ancora possibile” – Il direttore della Cia, William Burns, ha affermato che esiste “ancora una possibilità” di un accordo di cessate il fuoco a Gaza, anche se rimangono molte questioni complicate. “Questo è un processo molto difficile. Non credo che nessuno possa garantire il successo”, ha dichiarato Burns durante un’audizione alla Camera dei Rappresentanti.
Ore 18,00 – Ue, Borrell denuncia l’uso della fame come “arma di guerra” a Gaza – L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha denunciato oggi l’uso della fame “come arma di guerra” nella Striscia di Gaza. “Questa crisi umanitaria non è un disastro naturale, non è un’alluvione o un terremoto, è causata dall’uomo”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea nel suo discorso al Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Quando esaminiamo rotte alternative per fornire aiuti, via mare o per via aerea, dobbiamo ricordarci che dobbiamo farlo perché la consueta via terrestre è chiusa, chiusa in maniera artificiale”. Secondo l’ex ministro degli Esteri spagnolo, “affamare la popolazione è usata come arma di guerra”. “Mentre condanniamo questa pratica in Ucraina, dobbiamo usare le stesse parole per ciò che sta accadendo a Gaza”, ha ribadito Borrell.
Ore 17,45 – Danimarca: ong faranno causa allo Stato per fermare l’invio di armi a Israele – Un gruppo di ong farà causa allo Stato di Danimarca per porre fine alle esportazioni di armi di Copenhagen verso Israele. L’annuncio è arrivato oggi in una nota firmata dalle sezioni locali delle ong Amnesty International, Oxfam, ActionAid e dall’organizzazione palestinese per i diritti umani Al-Haq, che intendono portare in tribunale il ministero degli Affari Esteri e la Polizia nazionale danese, responsabili dell’approvazione dell’export di armi ed equipaggiamento militare allo Stato ebraico. Lo studio legale Kontra Advokater, che rappresenta le ong citate, ha fatto sapere che presenterà un’istanza al tribunale distrettuale di Copenaghen entro le prossime tre settimane. “Per cinque mesi abbiamo parlato di un potenziale genocidio a Gaza, ma non abbiamo visto agire i politici”, ha spiegato nella nota il segretario generale di ActionAid in Danimarca, Tim Whyte. Non si è fatta attendere la risposta del governo danese: “Riteniamo di essere completamente entro i limiti delle regole del gioco”, ha detto oggi alla stampa il ministro degli Esteri danese Lars Lokke Rasmussen, mentre la Polizia nazionale ha rifiutato di commentare l’annuncio e attende i dettagli del procedimento giudiziario.
Ore 17,15 – Libano: “317 morti e 247 feriti negli scontri con Israele dall’inizio della guerra a Gaza” – Almeno 317 persone sono morte e 247 sono rimaste ferite in Libano negli scontri tra Israele e Hezbollah dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Lo riferisce in una nota il ministero della Sanità di Beirut, secondo cui il bilancio delle vittime si riferisce al periodo compreso tra l’8 ottobre 2023 e il 12 marzo 2024. Secondo il quotidiano locale L’Orient-Le Jour, le vittime di Hezbollah dall’8 ottobre sono 242, compresi i miliziani uccisi in Siria. Per le forze armate israeliane (Idf) invece, il bilancio dei morti del gruppo armato libanese dall’inizio della guerra a Gaza è di almeno 300 miliziani, compresi 5 comandanti di alto rango, oltre a 750 feriti. Le Idf hanno fatto sapere di aver colpito circa 4.500 obiettivi di Hezbollah, principalmente in Libano ma anche in Siria, dal 7 ottobre.
Ore 16,00 – Netanyahu contro Biden: “Non ci fermeremo. Il popolo americano è con noi” – “Non ci fermeremo. Il popolo americano è con noi”. Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto oggi indirettamente al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che in settimana aveva criticato il capo del governo di Tel Aviv dicendo che con la continuazione delle operazioni militari a Gaza “stava facendo più male che bene” allo Stato ebraico. Intervenendo alla conferenza dell’American Israel Public Affairs Committee (Aipac) in corso dal 10 marzo a Washington DC, il premier israeliano ha detto di apprezzare “profondamente il sostegno ricevuto dal presidente e dall’amministrazione Biden”. “Spero che continui”, ha aggiunto Netanyahu. “Ma lasciatemi essere chiaro. Israele vincerà questa guerra, qualunque cosa accada”. Per raggiungere questo obiettivo però, ha proseguito, le forze armate israeliane (Idf) devono operare a Rafah, altrimenti Hamas “si ricompatterà, si riarmerà e riconquisterà Gaza”. “Questa è una minaccia intollerabile per il nostro futuro e non la accetteremo”, ha detto il premier israeliano ai 1.600 delegati dell’Aipac presenti. “Distruggeremo Hamas, libereremo i nostri ostaggi e garantiremo che Gaza non costituisca nuovamente una minaccia per Israele”. Malgrado le preoccupazioni della Casa bianca sulla paventata azione militare israeliana a Rafah, Netanyahu ha promesso: “Israele porterà a termine il lavoro” in città e “nessuna pressione ci fermerà”. Poi ha lanciato una bordata contro l’alleato americano: “Non potete dire di sostenere il diritto di Israele a difendersi e poi opporvi a Israele quando esercita tale diritto. Non si può dire di sostenere l’obiettivo di Israele di distruggere Hamas e poi opporsi a Israele quando intraprende le azioni necessarie per raggiungere quell’obiettivo. Non si può dire di opporsi alla strategia di Hamas di usare i civili come scudi umani e poi incolpare Israele per le vittime civili che sono il risultato di questa strategia”. Quindi, in un messaggio diretto al presidente Biden, Netanyahu ha affermato: “La stragrande maggioranza del popolo americano è dalla nostra parte. So che la stragrande maggioranza del Congresso è dalla nostra parte”.
Ore 15,30 – Usa, Biden si dice “sconvolto” dalla notizia della morte di un soldato israelo-americano – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è detto oggi “sconvolto” nell’apprendere la notizia della morte del sergente dell’esercito israeliano Itay Chen, che aveva anche la cittadinanza americana, rimasto ucciso il 7 ottobre scorso in Israele durante gli attentati di Hamas. “Ribadisco la mia promessa a tutte le famiglie di coloro che sono ancora tenuti in ostaggio: siamo con voi. Non smetteremo mai di lavorare per riportare a casa i vostri cari”, ha scritto Biden in un comunicato pubblicato oggi dalla Casa Bianca. Le forze armate israeliane (Idf) hanno confermato oggi la morte di Chen, che prestava servizio nell’esercito vicino al confine di Gaza e il cui corpo è ancora in mano a Hamas.
Ore 15,00 – Gaza, ministero Sanità: “Israele ha ucciso 9 persone in fila per ricevere aiuti” – Nove palestinesi sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti dai colpi di arma da fuoco sparati dai soldati israeliani su una folla riunitasi intorno ai camion carichi di aiuti umanitari in sosta in piazza Kuwait, a Gaza City. Lo ha riferito alla stampa il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, Ashraf Al-Qidra, citato dall’agenzia Reuters. Le autorità israeliane non hanno ancora commentato le accuse. Il 29 febbraio, oltre 100 persone rimasero uccise quando le forze armate israeliane (Idf) aprirono il fuoco vicino a un convoglio umanitario a Gaza. Allora, le Idf dissero che la maggior parte delle vittime era morta nella calca seguita alla fuga, mentre le autorità sanitarie palestinesi e le Nazioni Unite accusarono Israele di aver compiuto un massacro.
Ore 14,30 – Israele limita l’accesso dei palestinesi alla spianata delle Moschee. La Giordania: “Gioca col fuoco” – Le autorità israeliane hanno limitato l’accesso dei fedeli musulmani alla spianata delle moschee a Gerusalemme e alla moschea di al-Aqsa durante il Ramadan, scatenando le proteste della vicina Giordania. Il Coordinatore delle attività israeliane nei territori (Cogat) ha stabilito che alla preghiera del venerdì saranno ammessi solo gli uomini di età superiore ai 55 anni, le donne ultracinquantenni e i minori di dieci anni. Chiunque vorrà accedere all’area dovrà comunque munirsi di un permesso rilasciato dal Cogat. Le nuove misure hanno provocato la protesta del governo della Giordania, che ha in custodia i luoghi sacri ai musulmani a Gerusalemme. Il ministro degli Esteri di Amman Ayman Safadi ha criticato il provvedimento deciso dal Cogat e ha detto che Israele “gioca col fuoco”.
Ore 14,15 – Israele, Idf conferma la morte di un soldato preso in ostaggio da Hamas – Il sergente dell’esercito israeliano Itay Chen, di 19 anni, è deceduto il 7 ottobre durante gli attentati di Hamas. Lo hanno confermato oggi le forze armate israeliane (Idf), secondo cui il corpo senza vita del militare originario di Netanya fu prelevato dai terroristi di Hamas durante gli attacchi e portato nella Striscia di Gaza. Il soldato aveva la doppia cittadinanza israeliana e statunitense.
Ore 13,30 – Qatar: “Non siamo vicini a un accordo di cessate il fuoco” – Il Qatar ha fatto sapere che un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza “non è vicino”, anche se Doha rimane fiduciosa sulla possibilità di mediare una tregua tra Israele e Hamas. “Non siamo vicini a un accordo di cessate il fuoco per Gaza, ma rimaniamo fiduciosi”, ha detto oggi in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari. “Non vediamo entrambe le parti convergere su un linguaggio che possa risolvere le attuali divergenze sull’attuazione di un accordo”. Secondo il funzionario qatarino, tutte le parti coinvolte comunque “continuano a negoziare per raggiungere un accordo, si spera entro la fine del Ramadan”. Tuttavia, Ansari non ha voluto “offrire alcuna tempistica” e ha aggiunto che la situazione resta “molto complicata sul campo”. Il Qatar, ha ribadito, sta lavorando per arrivare a un cessate il fuoco permanente a Gaza, piuttosto che a una tregua di pochi giorni.
Ore 13,00 – Gaza, il bilancio dei morti sale a 31.184 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 31.184 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 72.889 feriti.
Ore 12,00 – Mar Rosso, cacciatorpediniere Caio Duilio abbatte due droni – Il cacciatorpediniere Caio Duilio della Marina Militare italiana ha abbattuto due droni nel Mar Rosso nell’ambito dell’operazione europea Aspides volta a contrastare gli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi. Lo riferisce un comunicato del ministero della Difesa, rilanciato dall’agenzia di stampa francese Afp. “Nell’ambito dell’operazione Aspides dell’Unione europea, il Caio Dulio ha abbattuto, in base al principio di legittima difesa, due droni”, si legge nel comunicato, che ricorda anche come tale operazione miri “a difendere la libertà di navigazione e le rotte commerciali” attraverso il Mar Rosso. La nota non fornisce ulteriori dettagli sull’azione.
Ore 10,45 – Yemen: ministero Difesa Gb smentisce partecipazione ai raid – Il ministero della Difesa britannico ha smentito la partecipazione di Londra ai raid in Yemen che, secondo un portavoce del governo internazionalmente riconosciuto del Paese avrebbe provocato ieri 11 morti e 14 feriti. Lo riporta il quotidiano Guardian, secondo cui il ministero di Londra ha fatto sapere che “i precedenti rapporti secondo cui la Gran Bretagna era coinvolta nell’effettuazione degli attacchi aerei non erano corretti”.
Ore 9,30 – Libano: una delegazione di Hamas incontra il leader di Hezbollah a Beirut – Una delegazione di funzionari di Hamas guidata dal vice di Yahya Sinwar, Khalil al-Hayya, ha fatto visita ieri al leader di Hezbollah Hassan Nasrallah a Beirut. Lo ha comunicato oggi in una nota il movimento sciita libanese, secondo cui i partecipanti all’incontro hanno discusso degli sviluppi in corso nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e in tutti gli altri “fronti” che sostengono i negoziati per la fine della “aggressione a Gaza”.
Ore 9,00 – Libano, un morto per raid di Israele nella Beqaa: Hezbollah lancia 100 razzi contro il Golan, Tel Aviv bombarda tre postazioni del gruppo – Continuano gli scontri tra Israele e Hezbollah al confine con il Libano: questa mattina il movimento alleato di Hamas ha lanciato 100 razzi contro Israele e le alture del Golan, un attacco a cui Tel Aviv ha risposto bombardando tre postazioni del gruppo armato sciita. Hezbollah ha risposto così ai bombardamenti condotti nella notte dall’aviazione israeliana vicino a Baalbek, nella valle della Beqaa, che hanno ucciso un civile libanese. Secondo l’esercito israeliano, l’attacco di questa mattina è avvenuto in due distinte ondate: con un primo lancio di 70 razzi e un secondo di 30. Per tutta risposta, Tel Aviv ha bombardato tre lanciarazzi nel sud del Libano.
Ore 8,00 – Cipro: salpa la nave di Open Arms carica di 200 tonnellate di aiuti per Gaza – Una nave dell’ong spagnola Open Arms carica di 200 tonnellate di aiuti alimentari è salpata oggi dal porto cipriota di Larnaca diretta nella Striscia di Gaza. La notizia è stata diffusa dalla no-profit World Central Kitchen (Wck), secondo cui il carico è composto da “riso, farina, legumi, verdure in scatola e altri alimenti proteici”. Gli aiuti sono stati raccolti dalla Wck, dagli Emirati Arabi Uniti e da Cipro. Secondo il quotidiano online Times of Israel la nave attraccherà lungo la costa della Striscia, a sud di Gaza City, presso “un molo costruito dalla Wck”.
Ore 7,00 – Yemen, governo riconosciuto: “11 morti e 14 feriti in raid Usa-Gb” – Una serie di attacchi aerei attribuiti alla coalizione militare guidata da Stati Uniti e Regno Unito che opera nel Mar Rosso ha provocato ieri almeno 11 morti e 14 feriti nello Yemen occidentale. Lo ha reso noto nella notte all’agenzia di stampa Reuters un portavoce del governo internazionalmente riconosciuto del Paese arabo, secondo cui i raid avrebbero colpito diverse città portuali e piccole località dello Yemen occidentale. Secondo l’emittente televisiva locale Al Masirah, considerata vicina ai ribelli Houthi, sono stati almeno 17 gli attacchi aerei compiuti ieri dalle forze anglo-americane su diversi obiettivi del Paese, comprese le città portuali di Hodeidah, il principale scalo yemenita, e di Ras Issa. Intanto nella notte il Comando centrale delle Forze armate Usa (Centcom), che non ha confermato né smentito il bilancio delle vittime reso noto dal governo yemenita a Reuters, ha annunciato di aver condotto ieri “sei attacchi per autodifesa, distruggendo una nave sottomarina senza pilota e 18 missili antinave nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi”. Il Centcom ha poi confermato l’attacco missilistico segnalato ieri dalla società di consulenza britannica Ambrey contro il mercantile “Pinocchio”, battente bandiera liberiana e di proprietà di una società registrata a Singapore: “I missili non hanno colpito la nave e non sono stati segnalati feriti o danni”.