Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Rafah, intensi bombardamenti nella notte: “Almeno 67 morti”. Israele libera due ostaggi con una operazione speciale
Israele prepara l'offensiva di terra, Regno Unito: "Si fermi”. Ostaggi liberati, Netanyahu: "Continua la pressione militare". Hamas: "Un massacro". Lo Stato ebraico nega l’ingresso alla relatrice Onu Francesca Albanese. Borrell a Biden: “Se i morti a Gaza sono troppi fermi le armi”
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 12 febbraio
Almeno 67 palestinesi sono morti nei bombardamenti israeliani della notte scorsa sulla città di Rafah, dove si contano almeno 1,4 milioni di profughi in fuga dall’assedio nel resto della Striscia di Gaza. I raid hanno accompagnato un’operazione delle forze israeliane che ha portato alla liberazione di due degli ostaggi rapiti da Hamas negli attacchi dello scorso 7 ottobre. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si prepara intanto a sferrare l’offensiva di terra sulla cittadina al confine con l’Egitto. Secondo l’emittente israeliana Channel 12, Netanyahu intende completare l’operazione a Rafah entro un mese, prima del 10 marzo, quando inizierà il Ramadan. Il premier dello Stato ebraico ha ordinato all’apparato di difesa di preparare i piani per evacuare i civili dall’area, mentre cresce la preoccupazione del Cairo per una possibile ondata di migranti in arrivo. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha affermato che metà dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza “è ora stipata a Rafah senza nessun posto dove andare”, avvertendo che gli sfollati “non hanno casa” e “nessuna speranza”. Intanto, il numero delle vittime palestinesi dall’inizio del conflitto ha superato quota 28mila. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, lunedì 12 febbraio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.
Ore 20.00 – Israele vieta l’ingresso all’inviata Onu Albanese – Il Governo di Israele ha annunciato di aver emanato il divieto di ingresso nel Paese a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti umani commessi nei Territori palestinesi occupati (Opt). La decisione è stata presa dopo che la funzionaria italiana dell’Onu ha scritto sul social X che gli attacchi di Hamas contro la popolazione israeliana del 7 ottobre scorso sono stati messi in atto “in risposta all’oppressione di Israele”. [Leggi la notizia].
Ore 18.20 – Brigate Qassam: altri 3 ostaggi morti dei raid di Israele – Abu Obaida, portavoce delle Brigate Qassam, braccio armato di Hamas, ha detto che tre ostaggi israeliani sono morti a causa delle ferite riportate nei raid condotti dallo Stato ebraico. Gli stessi raid aerei ieri, secondo Hamas, avevano ucciso due prigionieri e ferito gravemente altri otto.
Ore 16.20 – Paesi Bassi, ricorso contro lo stop all’invio di parti degli F35 a Israele – I Paesi Bassi presentano ricorso contro la sentenza della corte d’appello dell’Aia che ha ordinato lo stop delle consegne a Israele di parti per i caccia F-35. Lo ha annunciato il ministro del Commercio estero e della Cooperazione allo sviluppo, Geoffrey Van Leeuwen. Il governo, si legge in una nota, “è del parere che la fornitura di componenti americani degli F-35 non sia illegale” e che spetti “allo stato definire la propria politica estera”. “Israele ha bisogno degli aerei F-35 per difendersi dalle minacce provenienti dalla regione, separate da Gaza”, ha aggiunto Van Leeuwen.
Ore 16.10 – Borrell a Biden: “Se i morti a Gaza sono troppi fermi le armi” – “Il presidente Biden ha detto che i morti civili a Gaza sono troppi. Se sono troppi allora forse devi dare a Israele meno armi, è abbastanza logico”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell nel corso della conferenza stampa con il commissario dell’agenzia Unrwa dell’Onu Philippe Lazzarini. “Tutti vanno a Tel Aviv e chiedono ‘per piacere, ci sono troppe vittime, uccidete meno civili’ ma Benjamin Netanyahu non ascolta nessuno. Forse è il caso di smettere di chiedere per piacere e fare qualcosa”, ha aggiunto Borrell. Riguardo alle ultime richieste di evacuazione Borrell ha poi polemicamente chiesto: “E dove, sulla luna?”
Ore 15.40 – Borrell: “Le accuse all’Unwra vanno provate” – “Quelle all’Unrwa sono accuse, e ripeto accuse, e vanno provate”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrel nel corso della conferenza stampa con il commissario dell’agenzia Onu Philippe Lazzarini. “Le indagini sono state già lanciate e stiamo parlando delle azioni di 13 dipendenti su 30mila: l’Unrwa assicurerà la presa di responsabilità individuale, non la punizione collettiva. Fermare i lavori dell’Unrwa significa una catastrofe umanitaria a Gaza e nei paesi del Medio Oriente e questo avrebbe un impatto sulla sicurezza europea: 5,6 milioni di persone dipendono dall’agenzia”
Ore 15.30 – La relatrice Onu Albanese: “Da due anni Israele mi nega di fare il mio lavoro” – “Sono due anni che Israele mi nega di fare il mio lavoro come chiesto dall’Onu non facilitando il mio ingresso nel Territori palestinesi occupati. E sono 17 anni che lo fa nei confronti di tutti i relatori speciali che hanno ricoperto questo mandato”. Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti umani commessi nei Territori palestinesi occupati, ha reagito così, parlando con l’Adnkronos, alla decisione di Israele di negarle l’ingresso del paese dopo le affermazioni, definite “oltraggiose”, secondo cui l’attacco del 7 ottobre “sarebbe stata una reazione all’oppressione israeliana”.
Ore 14.40 – Israele, ministro Esteri chiede a Guterres di rimuovere Francesca Albanese – “Il tempo del silenzio degli ebrei è finito. Se le Nazioni Unite vogliono tornare ad essere un organismo rilevante, il suo leader Antonio Guterres deve sconfessare pubblicamente le parole antisemite della loro “relatrice speciale” Francesca Albanese e rimuoverla immediatamente dal suo posto. Impedirle di entrare in Israele servirà a ricordare le atrocità commesse da Hamas, compreso lo spietato attacco agli innocenti”. Così il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha commentato sul social X la decisione di vietare l’ingresso in Israele alla relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati.
Ore 13.50 – Paesi Bassi, Rutte: “Operazione su Rafah avrebbe conseguenze catastrofiche” – Un’operazione militare su larga scala a Rafah avrebbe conseguenze umanitarie catastrofiche”. Lo ha scritto in un tweet il primo ministro olandese Mark Rutte, oggi ”in Israele e nei Territori palestinesi” per colloqui ”con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh”. Come ha scritto Rutte in un tweet, ”tre cose hanno ora la massima priorità: sono necessari molti più aiuti umanitari a Gaza, Hamas deve rilasciare immediatamente gli oltre 100 ostaggi e le operazioni israeliane devono ridurre rapidamente e in modo significativo la loro intensità”. Perché questo accada, ha aggiunto, serve ”una pausa immediata nei combattimenti, che deve culminare in una fine duratura di questo conflitto”. Necessaria ”una soluzione politica sostenibile: uno stato palestinese vitale, accanto a un Israele sicuro”.
Ore 13.45 – Regno Unito sanziona 4 coloni israeliani – Il governo britannico di Rishi Sunak ha annunciato oggi di aver imposto sanzioni, al pari di quanto fatto di recente dagli Usa fra le furiose proteste del governo Netanyahu, contro 4 cittadini israeliani indicati come leader “estremisti” del movimento dei coloni in Cisgiordania. Lo riporta il Foreign Office. I quattro coloni sono accusati da Londra di aver “minacciato e perpetrato atti di aggressione e violenza contro civili palestinesi nei territori occupati della Cisgiordania”.
Ore 13.40 – Israele nega l’ingresso alla relatrice Onu Francesca Albanese – Israele ha deciso di negare l’ingresso nel paese a Francesca Albanese, relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati per le Nazioni Unite. La decisione, hanno fatto sapere i ministeri degli Esteri e degli Interni, è legata “alle sue oltraggiosi affermazioni” sugli attacchi del 7 ottobre.
Ore 13.30 – Regno Unito “molto preoccupato”: “Israele si fermi” – Il Regno Unito è “molto preoccupato” per la situazione dei civili palestinesi a Rafah, che “non hanno più dove andare”. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, alzando i toni nei confronti del governo israeliano. “È impossibile vedere come si possa combattere una guerra fra la gente”, ha poi rincarato Cameron riferendosi ai civili della Striscia di Gaza e sollecitando Israele a “fermarsi e riflettere molto seriamente prima di ogni ulteriore azione militare: noi vogliamo una pausa immediata dei combattimenti che conduca a un tregua sostenibile senza ripresa delle ostilità”.
Ore 12.30 – Msf: “Offensiva su Rafah sarebbe catastrofica” – ”L’offensiva di terra dichiarata da Israele su Rafah sarebbe catastrofica e non deve procedere”. Lo ha detto Medici senza frontiere (Msf). ”Mentre il bombardamento aereo dell’area continua, più di un milione di persone, molte delle quali vivono in tende e rifugi di fortuna, si trovano ad affrontare una drammatica escalation di questo massacro ancora in corso”, ha scritto l’ong su X. ”Nessun posto a Gaza è sicuro e i ripetuti sfollamenti forzati hanno spinto le persone a Rafah, dove sono intrappolate in un minuscolo pezzo di terra e non hanno opzioni”.
Ore 12.10 – Cooperante a Rafah: “Notte allucinante” – È stata ”una notte molto difficile, allucinante” quella che hanno vissuto i palestinesi a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Gli israeliani ”hanno bombardato da terra, aria, i carri armati ovunque, le forze speciali israeliane sono entrate sotto copertura a Rafah. Hanno ucciso 105 persone” e ”il cielo era illuminato a giorno dalle bombe. La paura è stata tanta”. Ma lo è ancora di più pensando all’annunciata operazione militare che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato contro Rafah.’ ‘Se entrano sarà un massacro, le vittime non si conteranno più”. Lo racconta all’Adnkronos proprio da Rafah il cooperante palestinese Sami Abu Omar che all’inizio di dicembre, insieme alla sua famiglia, aveva lasciato Khan Yunis dopo che i cecchini israeliani si erano posizionati sul tetto della sua casa. Aveva camminato 14 chilometri insieme alla moglie e ai figli, il più piccolo di 12 anni, per arrivare a Rafah e trovare riparo dai combattimenti. Parte di ”un esodo di massa” verso la città al confine con l’Egitto dove lui racconta di aver ”preso una stanza in affitto vicino al mare per 500 euro al mese. Quattro metri per quattro dove vivono 40 persone, le donne con i bambini. Gli uomini, io con i miei fratelli, dormiamo in tende di plastica lì vicino”. Al momento da Israele ”non è arrivato un ordine di evacuazione per la popolazione di Rafah”, ma ”qualcuno sta già smontando le tende”. Il vero problema, racconta Abu Omar, è che ”la gente è disperata, non sa dove andare. Stamattina camminavo per Rafah e sentivo solo bestemmie e pianti”. “Io stesso non so cosa fare, come un altro milione di persone non so dove andare e per ora aspettiamo. Ci hanno detto di andare via dal nord e lo abbiamo fatto, via da Khan Yunis e lo abbiamo fatto. Ora dove andiamo, in mare? Non ci fanno neanche avvicinare. Dove ci vogliono portare, all’inferno?”.
Ore 11.50 – Il presidente palestinese Abbas: “Gli Usa fermino Israele”Gli Stati Uniti devono fermare l’operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, e in tutta l’exclave palestinese per evitare una catastrofe umanitaria e una nuova Nakba. Lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, durante l’incontro con l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al Thani, a Doha, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa.
Ore 11.30 – Borrell: “Preoccupato per la situazione, la Ue non fornisce armi a Israele, altri sì” – “L’Unione Europea non fornisce armi a Israele. Altri sì”. Lo dice l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, a Bruxelles a margine del Consiglio informale Sviluppo a Bruxelles, affermando anche di essere preoccupato per la situazione. “Se si ritiene che il numero di morti” palestinesi “sia troppo alto, forse si può fare qualcosa per renderlo meno elevato” in futuro. “La mia domanda è: a parte le parole, che cos’altro pensiamo che si possa fare? Se il numero delle vittime è troppo alto, c’è qualche possibilità di renderlo meno elevato?”, conclude.
Ore 11.10 – Paesi Bassi, tribunale ordina stop a invio componenti F35 a Israele – I Paesi Bassi devono interrompere la fornitura di componenti per i caccia F-35 utilizzati da Israele nella Striscia di Gaza. Lo ha stabilito un tribunale olandese, accogliendo le richieste delle organizzazioni per i diritti umani. “La Corte ordina allo Stato di cessare ogni effettiva esportazione e transito di parti dell’F-35 verso la destinazione finale, Israele, entro 7 giorni dalla notifica della presente sentenza”, ha dichiarato la Corte d’Appello dell’Aia.
Ore 10.50 – L’Oms: solo 15 dei 36 ospedali di Gaza funzionano “parzialmente o minimamente” – Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che solo 15 dei 36 ospedali di Gaza sono “ancora parzialmente o minimamente funzionanti” e che gli operatori umanitari stanno facendo del loro meglio in circostanze impossibili. Intervenendo al Vertice del governo mondiale a Dubai, ha affermato che l’Oms ha continuato a chiedere un accesso sicuro per il personale e le forniture umanitarie, il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas e un cessate il fuoco. “Sono particolarmente preoccupato per i recenti attacchi a Rafah, dove la maggioranza della popolazione di Gaza è fuggita dalla distruzione”, ha affermato.
Ore 10.40 – Hezbollah: “Non intendiamo allargare il conflitto” – Gli Hezbollah libanesi non intendono allargare il conflitto già in corso in Medio Oriente, nonostante i recenti attacchi israeliani nella profondità territoriale del Libano. Lo ha detto stamani Muhammad Raad, capogruppo parlamentare di Hezbollah, intervenendo ai funerali per un combattente ucciso in un raid israeliano nel sud del Libano. Citato dai media libanesi, Raad ha affermato che gli attacchi israeliani (del fine settimana) sembrano superare le regole d’ingaggio finora osservate. Raad si è riferito all’attacco compiuto con un drone israeliano contro un membro di Hamas tra Beirut e Sidone, nella località di Jadra, 60 km a nord della Linea di demarcazione con Israele. Raad ha aggiunto: questi attacchi “non cambiano l’equilibrio delle forze in campo… ma sono una reazione (israeliana) al dolore inflitto dai colpi della resistenza (Hezbollah)”. “Il nemico prova a spingere per un allargamento del conflitto… ma noi restiamo pazienti, per non scivolare verso quello scontro aperto così cercato dal nemico”, ha detto il deputato di Hezbollah
Ore 10.30 – Hezbollah, Nasrallah incontra il segretario della Jihad palestinese – Il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah ha incontrato Ziad al-Nakhaleh, segretario generale della Jihad islamica palestinese. Lo riporta il Times of Israele citando una nota di Hezbollah. Non è specificato né dove né quando si è tenuta la riunione.Secondo la dichiarazione, i due hanno discusso “degli ultimi sviluppi” e del “sostegno fornito dall’asse della resistenza nelle diverse arene”.
Ore 10.20 – Gaza, nuovo bilancio delle vittime: morti 28.340 palestinesi – Il ministero della Sanità di Gaza afferma che il bilancio delle vittime palestinesi della guerra è salito a 28.340, a fronte di 67.984 feriti. Nelle ultime 24 ore, secondo il ministero, le forze israeliane hanno ucciso 164 persone e ne hanno ferite 200 a Gaza.
Ore 10.10 – Ministero della Salute di Gaza: oggi morte 67 persone a Rafah – Il ministero della Sanità di Gaza afferma che a Rafah sono morte 67 persone negli attacchi di oggi. I dati sono stati forniti dal portavoce Ashraf Al-Qudra. Questa mattina ci sono state stime divergenti sul numero di persone uccise dagli attacchi israeliani. L’Afp riporta ad esempio un bilancio di “circa 100” vittime dei bombardamenti.
Ore 10.00 – Il direttore dell’Oms: “Cessate il fuoco a Gaza” – A Dubai per il World Governments Summit 2024, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus ha ripetuto l’appello al cessate il fuoco a Gaza. Ha detto anche che gli aiuti medici pervenuti nella Striscia sono, finora, “una goccia nell’oceano”.
Ore 9.50 – Ostaggi liberati, Netanyahu: “Continua la pressione militare” – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto a casa i due ostaggi israeliani salvati durante la notte a Rafah durante un raid delle forze israeliane. In un tweet, Netanyahu ha scritto: “Fernando e Louis, benvenuti a casa”. Ha poi reso omaggio ai “coraggiosi combattenti” che hanno salvato i due uomini, aggiungendo: “Solo la continua pressione militare, fino alla vittoria totale, porterà al rilascio di tutti i nostri ostaggi”. I commenti di Netanyahu fanno seguito agli avvertimenti della comunità internazionale contro l’espansione dell’offensiva israeliana ulteriormente a Rafah, dove si stima che almeno 1,4 milioni di persone si siano rifugiate dai combattimenti.
Ore 9.40 – Iran: “Gaza trasformata in cimitero di sionisti” – “I gruppi della resistenza non hanno lasciato senza risposta alcuna azione israeliana durante la guerra a Gaza e oggi il premier israeliano Benjamin Netanyahu è rimasto intrappolato nella palude di Gaza che è diventata un cimitero per i sionisti”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo siriano Faisal al-Mekdad a Damasco, domenica. “La crisi a Gaza può essere risolta soltanto attraverso soluzioni politiche e la fine degli attacchi di Israele e il suo genocidio, i suoi crimini di guerra, commessi assieme agli Stati Uniti”, ha aggiunto il capo della Diplomazia di Teheran, come riferisce Irna, sottolineando che “l’Iran sostiene fermamente qualunque iniziativa politica che riguardi la causa della Palestina”. Il ministro degli Esteri siriano ha affermato che la Siria è pronta per impegnarsi in altre guerre contro Israele, sottolineando che “è la Siria a decidere quando, dove e come queste guerre avranno luogo”.
Ore 9.30 – Idf: “Liberazione ostaggi è il motivo per cui siamo in guerra” – “Oggi ci siamo svegliati con una buona notizia: in un’operazione delle forze speciali con lo Shin Bet, due ostaggi sono stati recuperati. Riportarli a casa è la ragione per la quale siamo in guerra”. Lo ha affermato durante un briefing Peter Lerner, uno dei portavoce delle forze armate israeliane (Idf). Lo riporta l’Agi. “In precedenza, l’obiettivo non è mai stato quello di rimuovere Hamas dal potere, ma di colpire le loro capacità offensive. Quello che è successo è un cambio paradigmatico nel rapporto tra Israele e la striscia di Gaza”, ha sottolineato il colonnello riservista, tornato a servire l’Idf dopo l’attacco del 7 ottobre, “qualcosa di completamente diverso, mai successo prima nella storia di Israele”. Sul numero degli ostaggi ancora vivi nella Striscia, Lerner non si è sbilanciato, limitandosi a ricordare che “la settimana scorsa abbiamo notificato a 32 famiglie che riteniamo i loro cari morti”. “Facciamo simili affermazioni solo con solide informazioni di intelligence”, ha aggiunto. Lerner ha attaccato l’uso di ospedali e centri medici nella Striscia come basi militari, una pratica che “Hamas ha istituzionalizzato”. Quanto alle operazioni in corso a Gaza, il colonnello ha sottolineato le sfide che affrontano le truppe ma anche la minaccia che incombe sul nord di Israele al confine con il Libano. Li’ “c’è Hezbollah, che è dieci volte più forte di Hamas con una gran numero di razzi e missili da crociera” e la minaccia ventilata in passato “di conquistare la Galilea. “È una minaccia molto grave”.
Ore 9.20 – I due ostaggi erano nella casa di una famiglia a Rafah – I due ostaggi con doppia cittadinanza israeliana e argentina, liberati in un’operazione notturna dall’Idf, hanno affermato di essere stati tenuti prigionieri nella casa di una famiglia a Rafah. Lo riporta il sito di notizie Ynet, secondo cui Fernando Marman, 61 anni, e Louis Har, 70 anni, hanno detto allo Sheba Medical Center, dove sono attualmente in cura, che il motivo della loro salute relativamente buona, nonostante siano stati tenuti in ostaggio per 129 giorni, è dovuto al fatto che erano stati imprigionati in una casa e non in un tunnel.
Ore 9.00 – Altri due soldati israeliani morti a Gaza, il bilancio totale è 229 – L’esercito israeliano ha annunciato la morte in combattimento nel sud di Gaza di altri due soldati. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che i due non stati uccisi nell’operazione di salvataggio dei due ostaggi israeliani a Rafah. Si tratta di Adi Eldor (21 anni) e di Alon Kleinman (21 anni). Il bilancio dei soldati morti in combattimento, dall’inizio dell’operazione nella Striscia, è di 229.
Ore 8.30 – Milei ringrazia per la liberazione degli ostaggi – Il neoeletto presidente argentino Javier Milei ha ringraziato l’esercito israeliano per aver salvato due ostaggi con doppia nazionalità, israeliana e argentina, a Rafah, nel sud di Gaza. Milei, che era in Israele la scorsa settimana per una visita di Stato, si è impegnato a coltivare legami più stretti tra i paesi e trasferirà l’ambasciata argentina in Israele a Gerusalemme.
Ore 8.00 – Huthi attaccano con missili una nave commerciale – Una nave commerciale è stata attaccata con due missili nei pressi della città di Mocha (Yemen), nel Mar Rosso. L’attacco, avvenuto a 40 miglia nautiche (circa 74 chilometri) a sud di Mocha, non ha causato vittime tra l’equipaggio, come pubblicato dall’organizzazione britannica United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto) su X. L’agenzia britannica ha invitato tutte le navi a navigare con cautela nella zona e ha chiesto di notificare qualsiasi attività “sospetta”. Finora né gli huthi né il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) hanno commentato l’accaduto. Gli huthi, sostenuti dall’Iran, che dal 2015 controllano la capitale yemenita Sana’a e altre aree nel nord e nell’ovest del paese, hanno lanciato diversi attacchi contro navi collegate con Israele nel contesto dell’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza.
Ore 7.30 – Gaza, circa 100 morti nei raid su Rafah. Hamas: “Un massacro” – L’operazione notturna delle forze israeliane a Rafah è costata circa 100 morti. Così il Ministero della Salute della Striscia di Gaza, dopo i bombardamenti notturni che avrebbero coperto, secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’esercito israeliano, la missione con cui le forze speciali hanno liberato due ostaggi. Hamas si è scagliata contro “il massacro compiuto stasera dall’esercito israeliano a Rafah” e incolpa gli Stati Uniti “per aver dato il via libera a Netanyahu”. Hamas definisce l’operazione una continuazione della “guerra genocida” e dei tentativi di spostamento forzato contro il popolo palestinese.
Ore 7.00 – Esercito Israele: liberati due ostaggi a Rafah – L’esercito israeliano ha liberato nella notte a Rafah, nel sud della Striscia, due ostaggi israeliani che erano stati rapiti da Hamas il 7 ottobre scorso. Lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf) su Telegram. “Durante un’operazione congiunta dell’Idf, dello Shin Bet e della polizia israeliana a Rafah, durante la notte, sono stati salvati due ostaggi israeliani, Fernando Simon Marman (60) e Louis Har (70), rapiti dall’organizzazione terroristica Hamas il 7 ottobre dal Kibbutz Nir Yitzhak”, si legge in un comunicato. “Entrambi sono in buone condizioni e sono stati trasferiti per accertamenti medici all’ospedale Sheba Tel Hashomer. Le forze di sicurezza continueranno ad operare con tutti i mezzi per riportare a casa gli ostaggi”.