Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Onu: “Gaza prossima alla catastrofe umanitaria”. Netanyahu: “È finita, arrendetevi adesso” | DIRETTA
Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 11 dicembre
Hamas ha avvertito Israele che nessun ostaggio sarà rilasciato senza “negoziati mirati”, mentre il premier Benyamin Netanyahu ha lanciato un ultimatum ai miliziani ad arrendersi piuttosto che “morire per Yahya Sinwar”, il capo della fazione a Gaza. Intanto proseguono i combattimenti a Khan Yunis a Gaza sud. Dureranno “ancora per un mese”, le parole di Netanyahu a Biden. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, lunedì 11 dicembre 2023, sulla guerra tra Israele e Hamas.
Ore 20 – Gallant: “Pronti a considerare offerte sugli ostaggi” – “Credo che se aumenteremo la pressione militare, ci saranno offerte per ulteriori accordi sugli ostaggi, e se ci saranno offerte, le prenderemo in considerazione”. Lo ha dichiarato in un discorso televisivo il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, a proposito di un eventuale nuovo negoziato per la liberazione degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza.
Ore 17.10 – Dirigente di Hamas: “Vogliamo il califfato, Gerusalemme capitale” – “I palestinesi sono sempre stati combattenti in tutta la Storia. Adesso si preparano a liberare Gerusalemme e la moschea al-Aqsa. Voglio dirlo chiaro: si preparano a costituire un Califfato. Gerusalemme sarà la capitale non solo della Palestina e di un Stato indipendente, ma di un Califfato islamico”: lo ha detto alla Tv al-Aqsa di Hamas l’ex ministro degli interni di Hamas Fathi Hammad. Secondo il centro di monitoraggio Memri Hammad ha definito Abu Mazen “patetico”, auspicando che si faccia da parte. Il sito Ynet rileva che al-Fatah ha replicato a Hammad accusando Hamas di “degenerazione morale” e chiedendo pubbliche scuse.
Ore 17 – Media: “Da Israele bombe al fosforo made in Usa sul Sud Libano” – Israele ha utilizzato munizioni al fosforo bianco fornite dagli Stati Uniti in un attacco a ottobre nel Sud del Libano che ha ferito almeno nove civili e ha incenerito almeno quattro case. Lo denuncia un’indagine del Washington Post su frammenti trovati nel villaggio di Dheira. Un giornalista della testata americana che lavorava sul campo allora ha trovato i resti di tre colpi di artiglieria da 155 mm sparati nel piccolo villaggio, vicino al confine con Israele. I codici di produzione dei lotti trovati sui bossoli corrispondono alla nomenclatura utilizzata dalle forze armate statunitensi per classificare le munizioni di produzione nazionale, il che mostra che sono state prodotte da depositi in Louisiana e Arkansas nel 1989 e nel 1992, afferma il rapporto. Il colore verde chiaro e altri segni – come WP stampato su uno dei proiettili – sono coerenti con i proiettili al fosforo bianco, secondo gli esperti di armi citati dalla testata. A ottobre, poco dopo l’attacco, un’indagine di Human Rights Watch aveva affermato che filmati verificati girati in Libano e Gaza mostravano molteplici usi di fosforo bianco sparato dall’artiglieria sul porto di Gaza City e in due località rurali lungo il confine tra Israele e Libano.
Ore 13,00 – Netanyahu: “È finita, arrendetevi adesso” – Nessuno degli ostaggi nelle mani di Hamas lascerà vivo il territorio palestinese se le richieste del movimento islamico non saranno soddisfatte. Minacce cui le autorità israeliane hanno risposto intensificando i combattimenti. La guerra continuerà “finchè sarà necessario per garantire che Hamas non possa mai più danneggiare il nostro popolo”, ha detto il portavoce del governo israeliano Eylon Levy. A Gaza rimangono circa 137 ostaggi, ha fatto sapere Israele, mentre la guerra ha già causato quasi 18 mila morti tra i palestinesi e 98 tra le forze armate dello stato ebraico. Il Qatar, principale mediatore tra le due parti, ha assicurato che gli sforzi per un nuovo cessate il fuoco e ulteriori rilasci di ostaggi “continueranno”, ma ha avvertito che i bombardamenti israeliani stanno “riducendo” le possibilità.
Ore 06,00 – Onu, “catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza” – Il testo Onu esprime preoccupazione per la “catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza”, “chiede un immediato cessate il fuoco umanitario”. Chiede inoltre la protezione dei civili, l’accesso umanitario e il rilascio “immediato e incondizionato” di tutti gli ostaggi. Alla fine di ottobre, dopo quattro insuccessi in dieci giorni da parte del Consiglio di Sicurezza, l’Assemblea Generale aveva invocato, a larghissima maggioranza (120 voti favorevoli, 14 contrari e 45 astensioni), una “tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata, che porti alla cessazione delle ostilità” tra Israele e Hamas. Due settimane dopo il Consiglio è riuscito ad adottare una risoluzione che chiedeva “pause e corridoi umanitari” nella Striscia di Gaza, non un “cessate il fuoco” e nemmeno una tregua”. La settimana scorsa, invocando per la prima volta l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite che permette al Segretario generale di riunire il Consiglio su una questione che “potrebbe mettere in pericolo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”, Antonio Guterres aveva esortato il Consiglio a spingere per un “cessate il fuoco umanitario”, denunciando la “punizione collettiva” inflitta ai palestinesi. “Purtroppo il Consiglio di Sicurezza non è riuscito a farlo”, ha lamentato ieri, descrivendo un Consiglio le cui “autorità e credibilità sono state seriamente compromesse”. Venerdì la risoluzione preparata dagli Emirati Arabi Uniti in risposta alla richiesta del Segretario Generale, che chiedeva un “cessate il fuoco umanitario immediato” a Gaza, è stata bloccata dagli Stati Uniti. Ha ricevuto 13 voti a favore, uno contrario e un’astensione (Regno Unito).