Israele è favorevole alla nascita di uno stato curdo
Il premier israeliano Netanyahu ha però precisato che considera il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) un gruppo terroristico
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si è detto favorevole alla costituzione di uno stato curdo.
“Israele sostiene i legittimi sforzi del popolo curdo nella costituzione di un proprio stato”, ha affermato il primo ministro israeliano Netanyahu in un comunicato pubblicato da Reuters.
Netanyahu ha però precisato che Israele considera il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) attivo in Turchia un gruppo terroristico. La posizione è condivisa con la stessa Turchia, l’Unione europea e gli Stati Uniti.
Il primo ministro israeliano aveva già espresso il suo supporto alla causa in un discorso del 2014, nel corso del quale aveva affermato che i curdi meritano “l’indipendenza politica”.
La dichiarazione arriva a pochi giorni dal referendum per l’indipendenza del Kurdistan iracheno, previsto per il 25 settembre ma bocciato due giorni fa dal Parlamento di Baghdad.
Israele mantiene legami militari, economici e d’intelligence con i curdi dagli anni Sessanta. Il gruppo etnico, la cui popolazione si divide tra Iraq, Siria, Iran e Turchia, è considerato dagli israeliani una sorta di intermediario con gli avversari arabi in comune.
Nella giornata di ieri, il leader curdo-iracheno Massoud Barzani ha detto di non voler bloccare il referendum del 25 settembre, nonostante il rigetto dei parlamentari iracheni.
I paesi occidentali temono che un plebiscito al referendum nella semi-autonoma regione curdo-irachena, dove si trova anche il giacimento petrolifero di Kirkuk, potrebbe rappresentare una distrazione dalla guerra contro lo Stato Islamico.
Le parole di Netanyahu a sostegno della causa curda non dovrebbero avere ripercussioni sui rapporti già tesi tra Gerusalemme e Baghdad. L’Iraq ha forti legami diplomatici con l’Iran, uno dei principali rivali di Israele.
Paesi confinanti con l’Iraq come la Turchia, l’Iran e la Siria sono contrari al referendum del 25 settembre. Un risultato favorevole ai curdi-iracheni potrebbe spingere le minoranze stanziate sui loro territori ad aumentare le pressioni per ottenere maggiori autonomie.
I primi tentativi di costituzione di uno stato curdo risalgono alla fine della Grande Guerra, quando le potenze coloniali divisero i territori del Medio Oriente dopo la dissoluzione dell’Impero Ottomano.