L’Islanda è pronta a varare una legge rivoluzionaria per eliminare il gap di genere sugli stipendi
Da gennaio 2018 le aziende islandesi potrebbero essere obbligate a dimostrare che pagano allo stesso modo uomini e donne
Il parlamento islandese sta esaminando una legge con la quale le aziende sarebbero obbligate a dimostrare che offrono pagamenti uguali ai loro dipendenti, uomini o donne che siano.
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Il provvedimento, che sarebbe il primo nel mondo di questo genere, ha l’obiettivo di eliminare completamente il gap di genere negli stipendi dei cittadini del paese.
Una normativa che vedrebbe come suo punto di forza la possibilità di comminare multe e sanzionare le imprese che non la rispettano.
Nel 2015 l’Islanda è risultato essere primo nella speciale graduatoria del World Economic Forum sul gap di genere, seguito da Norvegia, Finlandia e Svezia. Tuttavia, secondo le statistiche diffuse da Reykjavík e riferite proprio al 2015, il gap tra i salari dei lavoratori del paese è del 17 per cento.
La proposta di legge è stata presentata martedì 4 aprile ed è sostenuta dalla coalizione governativa di centrodestra con l’appoggio dell’opposizione.
Con l’applicazione della normativa, riguardante sia il settore pubblico che quello privato, si proibirebbe ogni discriminazione riguardante non solo il sesso, ma anche la razza, la religione, le disabilità, l’età e l’orientamento sessuale.
“La legge comporta l’obbligo per le aziende e le istituzioni che abbiano 25 o più dipendenti di impegnarsi per rilasciare una dichiarazione sui loro programmi per un equo pagamento”, ha spiegato all’agenzia di stampa Afp Thorsteinn Viglundsson, ministro per gli Affari Sociali islandese.
Il provvedimento, che verrà ora discusso in parlamento, se dovesse passare diventerà efficace a partire dal gennaio del 2018.
Nel parlamento irlandese quasi il 50 per cento dei deputati sono donne. Una misura che prevedeva una introduzione volontaria di un pagamento equo per uomini e donne era stata introdotta nel 2012. Tuttavia, in molti pensano che ancora non sia stato fatto abbastanza per regolamentare questo tema.
A ottobre 2016 migliaia di donne hanno lasciato momentaneamente il posto lavoro e sono scese in strada nella capitale per protestate contro i salari più bassi rispetto a quelli degli uomini.
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