Islanda, il prossimo governo potrebbe essere formato da un partito pirata
I “pirati” hanno chiesto agli sviluppatori di Pokémon Go di trasformare i seggi elettorali in Pokéstop per convincere gli elettori più giovani a recarsi alle urne
Le prossime elezioni generali d’Islanda potrebbero consacrare il Partito pirata. Sembra un errore di digitazione, e invece si tratta di una formazione politica tra le più radicali d’Europa, che sposa la democrazia diretta, propugna una maggiore trasparenza, vorrebbe una nuova costituzione, la legalizzazione delle droghe e offrire asilo a Edward Snowden.
L’Islanda andrà alle elezioni anticipate, convocate dalla coalizione di governo dopo che lo scandalo dei Panama Papers aveva costretto il primo ministro Sigmundur David Gunnlaugsson a dimettersi, il prossimo 29 ottobre e i sondaggi indicano che molti degli aventi diritto daranno la loro preferenza proprio ai “pirati”, i quali potrebbero vincere tra i 18 e i 20 dei 63 seggi del parlamento dell’isola nordatlantica.
Il Partito pirata, fondato quattro anni fa da un gruppo di attivisti e hacker, era entrato in parlamento nel 2013 con tre deputati. Adesso, la sua popolarità è cresciuta fino ad attestarsi come la formazione più ampia d’Islanda, con un vantaggio di quattro punti percentuali sul partito conservatore del ex premier.
Nota di colore (oltre al nome), i “pirati” hanno chiesto agli sviluppatori della popolare app Pokémon Go di trasformare i seggi elettorali in Pokéstop per convincere gli elettori più giovani a recarsi alle urne.