L’Iraq ha annunciato la liberazione di Hawija dall’Isis
L'offensiva finale sulla città era stata annunciata dal primo ministro iracheno Haider al-Abadi alla fine di settembre
Il governo iracheno ha annunciato la liberazione della città di Hawija, a soli 65 chilometri a sud ovest di Kirkuk. La città appena liberata era uno degli ultimi capisaldi dell’Isis in Iraq.
Hawija è una città che contava circa 100mila abitanti prima della guerra e che è situata a 240 chilometri a nord di Baghdad. La città si trova al centro di una sacca di territorio controllata dai miliziani dell’Isis che rappresenta oggi il più importante baluardo rimasto nelle mani del sedicente Stato Islamico in Iraq.
La conquista di questa area urbana rappresenta così un passo avanti decisivo nella definitiva liberazione del territorio iracheno dal controllo del sedicente Stato Islamico. L’offensiva sulla città era stata annunciata dal primo ministro iracheno Haider al-Abadi alla fine di settembre.
Secondo i comandi militari iracheni, l’esercito di Baghdad è riuscito a entrare alla periferia della città soltanto dopo diverse ore di combattimenti. La televisione irachena aveva trasmesso in diretta alcune immagini del territorio circostante Hawija, coperto da un fitto fumo nero, dovuto all’incendio dei pozzi petroliferi che circondano la città.
Hawija infatti si trova proprio nell’area di maggior estrazione di petrolio, vicina alla città di Kirkuk, nel nord dell’Iraq.
L’agenzia di stampa Reuters ha riportato la testimonianza di alcuni militari presenti all’offensiva che hanno riferito di un’operazione durata almeno sette ore per conquistare i quartieri occidentali di Askari e Nidaa.
L’esercito iracheno ha condotto quest’offensiva utilizzando veicoli corazzati ed elicotteri militari, aiutato da truppe statunitensi e gruppi paramilitari sciiti, riconducibili alle Unità di mobilitazione popolare, vicine al governo iraniano.
La liberazione di Hawija è avvenuta a soli due giorni dalla cattura della base aerea di Rashad, a soli 30 chilometri a sud della città, che era utilizzata dai miliziani dell’Isis, come centro di formazione militare e per la logistica.
Secondo le Nazioni Unite, nell’area di Hawija sono rimaste intrappolate almeno 78mila persone durante i combattimenti.
I funzionari della sicurezza irachena hanno più volte accusato i miliziani dell’Isis di impedire alla popolazione civile di abbandonare l’area delle operazioni militari.
Il sedicente Stato Islamico, secondo fonti irachene, utilizzerebbe i civili come scudi umani ed è solito piazzare trappole esplosive sul percorso utilizzato dagli sfollati per impedire loro la fuga.