Iran, uccise la fidanzata a 17 anni: impiccato 25enne. Amnesty: “Ha confessato sotto tortura”
Arman Abdolali è stato impiccato a 25 anni in Iran. Quando ne aveva 17 è stato condannato alla pena di morte perché giudicato colpevole dell’uccisione della sua fidanzata. Per Amnesty International però, la confessione di Abdolali è stata estorta sotto tortura.
Abdolali, come è emerso anche nei processi di primo e secondo grado, era stato tenuto in isolamento per 76 giorni ed è stato ripetutamente picchiato affinché firmasse la sua confessione. Il ragazzo, inoltre, è stato condannato nel 2016 quando ancora era minorenne. La famiglia della ragazza uccisa ha rifiutato di perdonarlo, cosa che invece gli avrebbe permesso di evitare la pena capitale.
Il delitto è avvenuto nel 2014 e secondo il verdetto del tribunale il fatto che Abdolali abbia ucciso la fidanzata e poi abbia fatto sparire il corpo dimostra la sua “maturità mentale” e comunque in assenza di prove del contrario, questa doveva essere data per assodata.
L’Iran è uno dei Paesi firmatari del Patto internazionale sui diritti civili e politici e della Convenzione sui diritti dell’infanzia. Carte che vietano le condanne capitali per reati commessi da una persona di età inferiore ai 18 anni. Nonostante ciò continua ad applicare questa pena.