Iran, condannato per una canzone contro l’obbligo del velo per le donne: il cantante pop Mehdi Yarrahi agli arresti domiciliari
Ha dovuto versare 249mila euro di cauzione e dovrà indossare un braccialetto elettronico. La pena inflittagli inizialmente prevedeva due anni e otto mesi di carcere e a 74 frustate
A Mehdi Yarrahi, noto cantante pop iraniano condannato a gennaio a due anni e otto mesi di carcere e a 74 frustate per aver sostenuto la protesta delle donne contro l’obbligo del velo, sono stati concessi gli arresti domiciliari. A rivelarlo sulla piattaforma X (ex Twitter) è la sua legale Zahra Minouei, secondo cui la sentenza che commuta il verdetto emesso in primo grado dalla 26esima sezione del Tribunale Rivoluzionario di Teheran è entrata in vigore a partire dal 20 febbraio.
Il 42enne vincitore del festival Fajr, il più grande evento musicale del Paese, era stato arrestato alla fine dello scorso agosto a seguito della pubblicazione di una canzone che contestava l’obbligo in vigore per le donne in Iran di indossare il velo. Detenuto per due mesi nel carcere di Evin a Teheran, dove il regime degli ayatollah imprigiona spesso gli oppositori politici, era stato rilasciato a ottobre su cauzione. Accusato di “disturbo dell’ordine pubblico” e di “realizzazione e diffusione di contenuti contrari alla morale pubblica”, il 9 gennaio era poi stato condannato a scontare un totale di due anni e otto mesi di prigione e 74 frustate ma, secondo il Codice penale islamico applicato in Iran, avrebbe dovuto trascorrere soltanto un anno in carcere.
“A causa della malattia del mio cliente e della necessità di cure mediche, la sua pena detentiva a un anno è stata commutata in arresti domiciliari con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico”, ha scritto ieri sera l’avvocato Minouei sulla piattaforma social X (ex Twitter), precisando che la misura cautelare è già in vigore dal 20 febbraio scorso, grazie al versamento di una cauzione di 15 miliardi di toman, pari a circa 249mila euro.
Il cantante paga così il suo sostegno alla lotta delle donne iraniane contro l’imposizione del velo in Iran. In vista del primo anniversario della morte di Mahsa Amini, la giovane ragazza di origini curde deceduta nel settembre 2022 dopo essere stata arrestata perché non abbastanza coperta, Yarrahi aveva pubblicato un brano di tre minuti (e un video musicale) intitolato “Roosarito” (letteralmente “Il tuo velo” in farsi).
Il cantante aveva dedicato la canzone alle “coraggiose donne iraniane” che hanno partecipato al movimento di protesta contro il regime al grido: “Donna, vita, libertà”. Un altro suo brano “Soroode Zan” (letteralmente “Il canto delle donne” in farsi), pubblicato nell’ottobre 2022 nel pieno della protesta, era diventato un vero e proprio inno per i manifestanti, soprattutto nelle università. Ma le autorità della Repubblica Islamica sono riuscite a silenziare anche la sua voce, oltre alle manifestazioni.